11 giugno 2012

Lacrime di Coccodrillo per il Compagno Berlinguer

Oggi, collegandomi alla rete, sono stato travolto da articoli, post ed interventi commemorativi di Enrico Berlinguer. 
Quando l’ultimo vero segretario del PCI ci ha lasciato, 28 anni fa io ero un ragazzino di 10 anni che non si spiegava la tristezza della mamma e la scomparsa dei cartoni animati dai palinsesti TV. 
Non ho niente contro Berlinguer, intendiamoci. 
E non ho nulla neppure contro la conservazione della memoria di un uomo di tal fatta. 
Eppure, stamattina mi sono trovato a leggere post, articoli ed interventi con fastidio. 
Già. 
Fastidio. 
Non ho saputo identificare la causa fino a poco fa. 
Mi dicevo: “ Ma Berlinguer ti può essere diventato antipatico tutta in una volta? Non è che hai letto / mangiato qualcosa che ti è andato storto ?” 
Insomma, ho passato una mattinata agitata. Anche per questo motivo. Mi è diventato antipatico Berlinguer? L’enigma si è sciolto leggendo il bel pezzo commemorativo di Civati. Ho iniziato la lettura facendo come al solito sì sì col naso. Poi, verso la fine, l’illuminazione. Leggendo questa frase: “Quel volto, quella cultura, quella dimensione, non sono più tornate.” Eureka: ecco il concetto, il leitmotiv dell’invasione mediatica mattiniera, l’elemento perturbatore della mia mattinata. 
Non mi è antipatico Berlinguer. 
Mi sono antipatici ‘sti piagnistei. 
‘sto schiaffare il naso dentro l’ombelico. 
Un ombelico pure del passato. 
“Non torenerà mai più.” 
E giù tutti a piangere. 
Lacrime di coccodrillo. 
Perchè scommetto che c’è un sacco di gente che dopo aver pronunciato ogni 11 Giugno per 28 anni il “Non tornerà mai più” Ha aggiunto in cuor suo con le parole e purtroppo per noi anche coi fatti: “Per fortuna”. 
E non è vero che quella dimensione culturale umana e politica non sono più tornate: sono rimaste, sono rimaste, eccome se sono rimaste: marginalizzate, disprezzate, umiliate e misconosciute. 
Ma ci sono ancora. 
Troppo comodo, belli miei, piangere sul leader maximo che-se-fosse-qui ci salverebbe da Berlusconi, Monti, Tremonti, Grillo, Equitalia e le verruche. 
Tanto, poi, business as usual. 
Credete voi che Berlinguer fosse un altro da se rispetto al suo tempo? 
Credete che fosse un gigante tra nani? 
Enrico Berlinguer era Enrico Berlinguer perchè nelle sezioni del PCI ci si comportava decorosamente. 
Poteva dire le cose che diceva e fare le cose che faceva perchè era il rappresentante di un Popolo Degno. 
Voi non vi volete manco fare la tessera di un partito figuriamoci a smazzare per costruirlo, come pretendete che venga fuori il nuovo Berlinguer se non da un film di Zombie? Berlinguer, l’idolo, non è un uomo che nasce dal nulla. 
E’ un qualcosa che si costruisce in tanti. 
Che per molti, troppi anni, sono stati troppo pochi. 
Quindi, prima di jastimiare ragionevolmente la classe dirigente del PD, un esamino di coscienza per capire un po’ il mistero di tutti questi militanti e dirigenti di base bravi puri e questi capi scadenti e ammanicati è d’uopo. 
Non vengono dal nulla. 
Sono il frutto di un aventino morale e civile che non si cancella linkando gli aforismi di un grande Dirigente del PCI passato a miglior vita 28 anni fa. 
Fatevi la tessera di un Partito o aderite ad un movimento. 
Spegnete i social network e consumatevi il sedere sulle sedie discutendo e litigando faccia a faccia. 
E aspettate pazienti. 
Che quel seme germogli.





7 giugno 2012

IMU su case sfitte come tassa di scopo

Ma se io propongo di alzare al massimo l'IMU sulle case sfitte di Matera per compensare il taglio da parte dello Stato dei 700mila e passa Euro destinati al sostegno agli affitti per i meno abbienti commetto un atto di bolscevica ferocia?
Io credo, invece, di compiere un gesto di umana pietà.
No.
Non mi sono spiegato.
Non tanto verso chi necessita dei sussidi per l'affitto.
Ma verso chi oggi detiene le innumerevoli case vuote di questa città.
Perchè crede che tali case valgano due, trecentomila Euro. 
E lo crede con la complicità delle banche che glie lo lasciano credere.
Ma una casa, a Matera, non può avere lo stesso valore di una casa nel centro di Berlino.
Anche a Matera sta per arrivare la Legge della Domanda e dell'Offerta in ambito immobiliare.
E tutti i castelli di carte costruiti sull'assurdo valore speculativo dei prezzi degli immobili locali corrono il rischio di crollare con gran pena e danno per tutta la Città.
Forse è un gesto di pietà iniziare a dire la banale verità.
Se la domanda di case è di gran lunga inferiore all'offerta i prezzi delle case non possono più restare staticamente alti (Se la vuoi questo è il prezzo, se non la vuoi la tengo vuota).
Non ci sono più margini.
Il Mercato arriva anche qui, sulla punta di baionetta della crisi eterna.
Preparatevi.
Alla Patrimoniale Immobiliare del prossimo governo (se non già di questo).
Altro che Piano Casa...

PS: Ovviamente il caso in questione è uno dei tanti. Preferirei che si usasse una tassazione aggiuntiva esclusivamente come tassa di scopo per investimenti: 

Fotovoltaico così non paghiamo più il milione e passa solo per l'illuminazione per non parlare delle bollette degli edifici.
Software Libero (non mi fate ripetere l'ovvio)
Spazi di aggregazione e parchi...


Sento già l'eco della mia stessa voce.
Buona Giornata.

6 giugno 2012

Salmo alla casa e agli emigranti


Inchinati alla terra, alla piccola porta mangiata della casa,
noi siamo i figlie e la porta è carica di altri sudori,
e la terra, la nostra porzione, puzza e odora.
Mi uccidono, mi arrestano, morirò di fame, affogato
perchè vento e polvere, sotto il filo della porta, ardono la gola;
nessuna altra donna mi amerà, scoppierà la guerra,
cadrà la casa, morirà mamma e perderò gli amici.
Il paese mio si va spopolando, imbarcano senza canzoni
con i nuovi corredi di camicie e mutande i miei paesani.
Che vanno a pigliare l’anello? Come nel giuoco,
sui muli bardati di coperte, e con le aste di ferro uncinate,
al filo teso sulla rotabile, nel giorno di San Pancrazio?
Ve ne andate anche voi, padri della terra, 
e lasciate il filo della porta più nero del nero fumo.
Quale spiraglio ai figli che avete fatto
quando la sera si ritireranno?

Rocco Scotellaro, 1952

3 giugno 2012

ACAB: All Cops Are Bastards, una recensione col casco

Sono stato molto fortunato a leggere ACAB dopo aver visto Diaz e soprattutto dopo l'angosciante vicenda della parate del 2 giugno.
ACAB è un romanzo (diciamo una descrizione romanzata di atti giudiziari) furbo.
Non nasconde il disgusto per gli atti atroci del VII nucleo a Genova, ma spiega come funziona la macchina della violenza.
Una macchina precisa.
I cui progettisti ed autisti compaiono solo di striscio nelle pagine.
Intere pagine sono la semplice ed esemplare trascrizione dei referti medici delle vittime del G8 e della relativa discussione (che ricodo di aver letto anch'io in originale) su un forum della polizia.
Un gruppo Celere è descritto come una specie di antimagnete per le metalliche forze a cui è mandato ad opporsi: immigrati da espellere, Rom da sgombrare, autonomi da contenere e, en passant, giovani disarmati e pacifici della Diaz da manganellare a sangue e poi da torturare a Bolzaneto.
Che c'entra la parata del 2 giugno?
Niente, se avete bisogno di domandarlo. Passate avanti.
Se, invece, avete a cuore il presente ed il futuro di questa (non un'altra possibile) Repubblica, vi renderete conto, magari, della scollatura tra istituzioni, gente delle istituzioni, cittadini irresponsabili e cittadini che credono di essere responsabili ma che, invece, allo scollamento lavorano alacremente.
Uno scollamento che ormai è diventato una voragine capace di inghiottire l'intero Paese.
La violenza è cieca.
La cecità di fronte alla violenza ed alle sue cause non so definirla.
"I Fratelli non si abbandonano"
Peccato che siano già tutti soli.

2 giugno 2012

Al Compleanno della Zia Rosina


2 Giugno 1981

Ciao, Repubblica Italiana, buon compleanno se esisti ancora

Ciao, Repubblica Italiana.
Buon Compleanno.
Se ci sei.
Hai 67 anni, l'età della Pensione, fino a qualche anno fa.
Ma, per uno Stato, sei ancora giovanissima.
Quindi, mi è penoso vederti così agonizzante.
Cioè, non è che io mi senta tanto bene.
La vicenda della Parata del 2 Giugno mi ha traumatizzato parecchio.
Arrivato ad una certa età ti chiedi il senso delle tue azioni.
"Con l'aiuto di Dio prometto sul mio Onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese".
Mica è divertente scoprire ad un tratto che il tuo Paese alla fine non solo non esiste ma forse non è mai esistito.
Misuri il senso delle tue azioni.
Le notti all'addiaccio, la fatica, la polvere, il sudore, le carte gettate sempre nel cestino senza poter mai prendere a calci in culo il vigile che lì a due passi ha voltato lo sguardo dall'altra parte mentre un altro suo pari le gettava a terra, la campagna elettorale fatta con una correttezza da cretino, nascondendoti pure da Facebook le foto di Tempèra e passando da arrogante con il Clan per non aver voluto correre il rischio di fare propaganda tra i ragazzi, le fatture emesse sempre e la raccolta differenziata a puntino, pure mille km di gasolio su  e giù dalla sede del Partito Democratico per evitare il Piano Casa o per farci campare un po' meglio con le rinnovabili ed il software libero, il gelo delle tendopoli ed un Servizio ingrato tra gli ultimi che resteranno tali perchè i primi posti non sono mai esistiti.
Ho scoperto di essere un buffone, un pagliaccio ed un insensibile.
Cara Repubblica, non sto dicendo "Chi me l'ha fatto fare!" Sto dicendo una cosa molto peggiore: ti ho fatto soffrire inutilmente, un accanimento terapeutico di cui solo ora mi rendo conto.
Per amor tuo ho imparato a rispettare i corpi dello Stato per i cui componenti umani ho ben poca stima ed anche disprezzo: sai, io ho scritto tante tante volte contro le schifose azioni di alcuni tuoi indegni dipendenti alla Diaz e a Bolzaneto, non credo che sia facile farmi passare per ammiratore di costoro schierati in parata, eppure, per amor tuo e per insegnamenti ricevuti alle elementari, al liceo e dal mio Capo Reparto, Arco Sicuro, ho imparato a distinguere tra le istituzioni dello Stato e le azioni degli uomini assunti dallo Stato.
Questi ultimi possono ricevere plauso, biasimo o disprezzo.
Ma lo Stato no.
Lo Stato siamo noi.
La Parata del 2 Giugno dovremmo essere noi.
Se non lo sentiamo, il guaio non è banale.
E' mortale.
Perchè la tua peggiore degenerazione è migliore del miglior sistema non democratico che si prospetta.
Vuol dire, cara Repubblica, che del tuo (nostro?) sangue ci importa assai poco.
Vuol dire che i tuoi figli ti disconoscono.
E attendono una nuova madre.
Come è già successo cent'anni fa.
Una Madre che fu la terribile matrigna del fascismo.
Non ho mai visto una Parata del 2 Giugno, nè lo farò domani, francamente mi è sempre venuto da ridere per l'ipocrisia delle parate militari e non. 
Ma non ho riso quando ho realizzato che dal popolo della sinistra si chiedeva l'abolizione della Tua (nostra?) parata civile e militare in cambio di zero € per l'Emilia martoriata.
Così.
Per rispetto?
La Parata non è mica una festa. E' un simbolo di unità.
Ci marciano i soldati ma anche gli uomini e le donne delle altre istituzioni.
Sfila l'Italia.
A questo punto, non tutta.
Non ho riso quando nessuna voce si è alzata a dire "Ma perchè non ci teniamo la (nostra?) parata e invece sforbiciamo il calcio truccato, risparmiamoci lo scandalo degli Europei in Ucraina e magari facciamo anche un'azione educativa verso i nostri bambini e giovani stoppando questa marcia brodaglia di corruzione travestita da sport? Lì sì che ci sarebbe da guadagnare una mezza finanziaria".
Il Calcio non si tocca. Lo Stato, sì.
Non ci riconosciamo nella Parata del 2 Giugno?
Sia pure.
Se le istituzioni democratiche si sono squalificate, se i suoi simboli sono fessi, forse colmerà il vuoto un'altra marcia, magari come quella  su Roma.
Dove il fiorire di dita medie alzate e gesti dell'ombrello in Lombardia hanno fallito, potrebbe riuscire la stessa tecnica dalla Liguria, no?
Se ti toccherà di morire, alla fine, non sarà perchè assassinata dal berlusconismo e dai suoi seguaci.
Ti toccherà di morire per omissione di soccorso da chi a quel sistema di anticultura diceva di opporsi a parole, per poi squagliarsi nei fatti secondo la migliore tradizione dell'8 Settembre.
Ti toccherà di morire perchè chi avrebbe potuto rianimarti ha preferito la mondanità godereccia al rispetto delle tue, oggettivamente scadenti, istituzioni.
Nei fatti, preferisce una probabile futura perdita di libertà scaturita dalla demolizione dell'esistente senza punto impegnarsi per cambiare rotta e salvare il salvabile.
Cara Repubblica Italiana, che mi hai fatto studiare, probabilmente inutilmente, ma non mi hai fatto saltare un pasto, nè patire il freddo se non per mia scelta, che hai curato le mie poche malattie e fatto viaggiare su treni schifosi, ma mi hai anche consentito di vedere il Bosforo e le Bianche scogliere di Dover, cara Repubblica, cosa vorresti che facessi?
Un'ulteriore difesa fino all'ultimo uomo come mi hanno insegnato alle elementari?
O vorresti che io sopravvivessi per lasciare speranza al futuro?
Cara Repubblica, seppure io sopravvivessi, sarei troppo diverso da come sono ora per accettarmi.
La mia promessa resta quella.
"Verso il mio Paese".
Finchè ci sei, finchè un vecchietto di quasi 90 anni, che per tutta la vita ha lottato per il disarmo, troverà la forza per mantenersi saldo nel rispetto dei simboli del tuo Stato, io farò lo stesso.
E, poi, per tutta la vita sono stato tra i pochi contro i molti, dubito che faccia differenza essere tra i pochissimi contro i moltissimi.
Ma non preoccuparti: sai quanta gente a storpiare le parole del tuo inno quando gioca la nazionale di calcio!
Forse preferisci la loro voce alla mia.
Non fa niente.
Facciamo quest'ultima corsa assieme.
Buon Compleanno.



 

30 maggio 2012

10 cose buone per l'Italia che la Sinistra deve fare Subito

Sono rimasto allibito leggendo "10 cose buone per l'Italia che la Sinistra deve fare Subito" di Pippo Civati.
Ho acquistato l'ebook per € 1,99 tanto per farmi un regalo di compleanno.
Il piccolo saggio si legge in poche ore, sia per le dimensioni ma soprattutto per la qualità ed il contenuto del testo.
E' una specie di omelia civile, lucida.
Un affresco complesso di idee semplici di un'Italia possibile.
Che la lettura delle pagine ti fa sfiorare, ritenere probabile, anzi, imminente.
Non può essere diversamente, pensi, mentre leggi.
Non si tratta di un elenco di idee, anche se buone.
E' proprio un progetto integrato!
Dall'immigrazione alle banche, dalla tassa di successione vista come tassa di scopo per gli asili nido alle energie rinnovabili, da una precisa idea di come abbattere corruzione ed evasione fiscale fino al software libero e gli open data senza trascurare i diritti civili e la difesa dell'ambiente.
Un'orchestra di pensieri già scritti come azioni possibili.
Ma, soprattutto, la speranza di un futuro possibile.
Dietro l'angolo.
Civati, Consigliere Regionale in quel di Lombardia, scrive la sua proposta per l'Italia, nella formula di un documento aperto ed in divenire.
Scrive un documento del Partito Democratico ai suoi rari, massimi, ottimi livelli.
E ti vien da dire: perchè non è costui, non dico a fare da candidato premier, ma almeno a scrivere il nostro programma e/o almeno a presentarlo in giro?
Ma perchè non è questo il nostro programma?
Ma che cavolo stiamo aspettando ancora?
Ma in Direzione Nazionale (e regionale/provinciale/comunale) siamo solo dei Lemmings impazziti a fare a gara a chi corre più veloce verso il precipizio?

Sì alla parata del 2 Giugno

Un  certo sentimento popolare vorrebbe che la tradizionale Parata del 2 Giugno fosse annullata ed il risparmio devoluto alle varie tragedie nazionali.
Niente in contrario a ridurre ai minimi termini la spesa pubblica.
Nel caso specifico, tuttavia, i soldi da spendere sono ormai spesi.
Ma questo non sembra interessare gli oppositori alla parata.
Mi sorge qualche dubbio: 
ci si oppone alla spesa inutile o ci si oppone alla Festa della Repubblica ?
Ci si oppone all'uso improprio di denaro pubblico o al fatto che si riconosca a persone in divisa, in uniforme e non di essere parte fondante dello Stato?
Parte fondamentale della Cittadinanza?
Gramellini, ad esempio, in un recente editoriale dice: 
"Meglio tra i terremotati che tra i carri armati".
Quali carri armati?
Non sfilano più da un pezzo.
Non ne abbiamo da far sfilare.
Alla parata del 2 Giugno sfilano anche le forze armate

La tradizionale parata del 2 Giugno, festa della Nostra Repubblica, dal 2005 non è più solo una parata militare.
Sfilano i corpi di polizia civile.
Sfila la croce rossa.
Sfilano i vigili del fuoco.
La Protezione Civile ed i suoi volontari, scout inclusi.
Tutti, tutti, tutti, indistintamente adesso in Emilia a dare una mano, a marciare tra i terremotati.
Quindi, la Parata del 2 Giugno non è più, da oltre un lustro, prova di esibizione muscolare, ma sfilata dei corpi dello Stato.
Il Nostro Stato.
Il 2 Giugno del 1945 è nata una Repubblica ed alla sua Festa, in una Parata di certo non in stile sovietico, sfila anche la società civile assieme al tradizionale simbolo statale di potere militare.
Se la Parata saltasse che giovamento ne avrebbero i terremotati? 
Un ennesimo chiudere le stalle dopo che sono scappati i buoi.
Non sarebbe meglio usare l'occasione anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle urgenze del momento?
E che danno ne avrebbero quei servitori dello Stato che oggi vedono sbattersi la porta in faccia dalla stessa Popolazione che domattina sono chiamati a Servire?
A chi si oppone anche ad un economico sfilare di volontari della protezione civile di fronte a quello che DEVE rimanere il simbolo dell'unità nazionale, il Presidente della Repubblica, domando: 
"Ha senso, allora, festeggiare il 2 Giugno?"
Festa di quale Stato?
Siate coerenti fino in fondo e chiedere l'abolizione della Festa della Repubblica, sarei probabilmente concorde date le circostanze generali.
Rubo il pensiero di Vito Bubbico che condivido in toto: "Mantenere la celebrazione del 2 giugno, la festa della Repubblica, anche in un momento difficile è il segno di uno Stato che non collassa di fronte ad eventi straordinari. Questo ci pare sia il segnale positivo e tranquillizzante che Napolitano intende inviare al Paese, sebbene applicando all’evento tutta la sobrietà doverosa del momento. Polemizzare con tale decisione e presentarla come irrispettosa delle vittime del terremoto emiliano è alquanto ingenerosa nei confronti di un Presidente della Repubblica che non deve certo dare ulteriori dimostrazioni del suo attaccamento al Paese e ai suoi cittadini. Contrapporre Napolitano alle vittime del terremoto è un ulteriore gradino di quel degrado che tende a fare di tutta l’erba un fascio, un errore tragico che è alimentato ad arte da chi intende portare il Paese allo sfascio per affidarlo poi alle sapienti mani dell’uomo della provvidenza di turno che vedrete spunterà fuori al momento giusto
Nel frattempo, dato che sono in un Paese Libero difeso da chi marcia il 2 giugno e scava tra le macerie il 30 Maggio, posso affermare di desiderare che la Parata si tenga, come simbolo di quel che resta del nostro Stato,
perchè lì, a Roma, sfila l'Italia.


Per approfondimenti sulle disastrose conseguenze del malcelato disprezzo che hanno certe sinistre per i corpi armati e non dello Stato segnalo questi altri miei pensieri:


http://invernoerosa.blogspot.it/2010/12/la-svezia-sta-allitalia-come-likea-sta.html

http://invernoerosa.blogspot.it/2012/04/diaz-il-sangue-indelebile.html

http://invernoerosa.blogspot.it/2012/04/in-cerca-di-patria-la-rimozione-del.html

29 maggio 2012

Il mio intervento alla Direzione del PD Materano del 28 Maggio 2012


Non mi è possibile trascrivere qui alla lettera il mio intervento di ieri sera alla Direzione del Partito Democratico Materano dedicata al Bilancio comunale.
Vero è che se fosse per me tutti gli eventi di tal fatta sarebbero trasmessi in streaming e ritrasmessi su youtube, ma ci vuole un po’ per certe innovazioni.
Quindi, vi dovrete accontentare non di un riassunto, bensì di una più corposa esplicitazione del mio pensiero di ieri.
Infatti, ho scoperto di essere più chiaro e coinciso parlando che scrivendo.
Ma torniamo a noi.
La situazione è nota: mancano 6 milioni di € al bilancio comunale a causa dei tagli dello Stato Centrale
Solo parzialmente compensati dall’IMU: lo Stato, con l’IMU, si porterà a Roma molto più di quello che ha tagliato, alla faccia del federalismo fiscale.
Tranquillizzatevi, non è questa la sede per un ragionamento complessivo sull’economia cittadina, ora davvero vengo al dunque.
Ecco il mio intervento (metto in corsivo le frasi che sono ragionevolmente certo di aver pronunciato alla lettera):

Nel corso di quest’anno abbiamo tentato, nella Segreteria del Partito, di impostare un nuovo metodo di lavoro che ci consentisse di superare l’inaccettabile stato delle cose da un punto di vista politico.

Non ci siamo (ancora) riusciti.
Tuttavia, non possiamo più permetterci alcun temporeggiamento: se il metodo è lontano il merito delle cose incalza.
Ecco perchè è dal merito delle cose che dobbiamo ripartire.
E’ molto comodo fare investimenti ed innovazione quando il bilancio di un’Amministrazione è in espansione.
Lo è un po’ meno quando crolla.
Eppure, siamo chiamati proprio a questo.
Effettuare investimenti strategici ed innovazione ora, adesso, nel 2012 è possibile.
Faccio due esempi concreti.
Ho letto con attenzione il bilancio.
All’incirca è possibile calcolare quanto il comune spenda in elettricità.
Non è possibile, invece, sapere quanto l’amministrazione spenda in licenze software, denaro che va direttamente alle multinazionali straniere.
Sarebbe davvero utile avere questo dato e credo che sia imprescindibile calcolarlo.
Perchè, assieme a quello del consumo della corrente, ci consente di impostare questo ragionamento:
Migriamo al Software Libero subito ed installiamo tetti fotovoltaici subito su tutte le infrastrutture comunali compatibili.
E come?
Non è compito del Comune imporre patrimoniali.
Ma in una città come Matera è possibile recuperare risorse da un incremento dell’IMU su seconde, terze e plurime case, soprattutto se tale incremento è pensato e presentato in bilancio ed all’opinione pubblica come tassa di scopo:

  • Migrare al software libero con tutte le implicazioni del caso che non sto qui a ripetere per la ventesima volta.
  • Costruire gli impianti fotovoltaici e risparmiare praticamente per sempre grosse cifre su spese altrimenti incomprimibili.

Non stiamo parlando di grosse cifre, ma dobbiamo assolutamente agire subito.
Potrebbe persino essere sufficiente riuscire a dedicare un paio di centinaia di € per edificio comunale e sorteggiare tra i professionisti l’assegnazione dei relativi studi di fattibilità per poi procedere con la Società Elettrica Lucana più speditamente se non ci fosse la possibilità di realizzare in proprio gli impianti.
Ho apprezzato, nelle precedenti riunioni, la volontà di costruire un bilancio partecipato.
Apprezzo un po’ meno il non essere riusciti a realizzare questa volontà.
Siamo ancora in tempo per questo.
Un’ultima questione: il Teatro dei Sassi Occupato.
Lo so, molti di voi forse non sanno di cosa stia parlando ed anche io so poco. Non so chi siano precisamente gli occupanti dell’edificio.
So solo che la precedente amministrazione di Destra sfrattò il teatro dei sassi da lì e poi abbandonò la struttura al degrado.
Ora, non sto dicendo che l’azione di occupazione sia meritoria o meno, invito invece Partito e Sindaco a sfruttare l’occasione per studiare con attenzione la questione della gestione degli spazi giovanili.
Che questo sia un episodio utile ad aprire un dibattito sull’uso dei tanti locali comunali abbandonati al degrado.
Esiste un fertilissimo terreno di associazionismo civico che va assolutamente sostenuto e non ostacolato dato che i locali ci sono e questo vale per tutte le associazioni di volontariato, a partire dagli Scout.
E spero che questa amministrazione non segua l’esempio di quella di Pisapia.
Se dei giovani materani si sono mossi occorre sfruttare per il meglio il loro slancio ed è compito nostro aprire il dialogo.
Ho concluso, grazie.

26 maggio 2012

Ubuntu Server 12.04 with GUI: the easy way

In English (Google) at the bottom, but here the updated post for the 14.04 and here the updated post for the 16.04


La guida aggiornata per Ubuntu 14.04 la trovate qui. Quella per ubuntu 16.04, invece, qua.
Il mio Netbook Dell Mini 9 arrancava un po' con Ubuntu 11.10 ed ha avuto i suoi bei problemi di compatibilità wireless anche con Debian 6.
Quindi, invece di installare una distro più leggera preconfezionata ho deciso di fare un esperimento: installare ubuntu server ed aggiungere un'interfaccia grafica dotata esclusivamente del software a me necessario:
Chrome, thunderbird, libreoffice, wuala, skype, vlc e pidgin.
Un'interfaccia grafica per un server è sempre un qualcosa di aggiuntivo e posticcio, sono ben poche le circostanze che la rendono davvero necessaria. 
Vale il vecchio adagio: "Quello che non c'è non si rompe" che, nell'Informatica, ha anche un corollario mica da poco: "quello che non c'è non può essere violato".
Ma, nel mio caso, non si tratta di costruire un server dotato di interfaccia grafica, bensì di costruire un sistema per netbook usando la versione più leggera del sistema operativo server.
L'installazione di ubuntu server va via liscia e non richiede particolari attenzioni. 
Alla scelta del software da installare ho selezionato solo il server ssh perchè può sempre venir comodo.
al primo riavvio ci si trova di fronte il tradizionale prompt di login.
Conviene fare qualche operazione preliminare: abilitare tutti i repository predefiniti. E' un po' scomodo a farsi se non si è pratici del terminale, ma è un utile esercizio:
digitiamo:

sudo vim /etc/apt/sources.list

inseriamo la password e ci troviamo di fronte questa schermata:


Niente panico. Premiamo il tasto "ins" e scendiamo in basso con le freccette fino a trovare le righe che contengono i riferimenti ai repository partner ed extras. Per abilitarli basta cancellare i cancelletti iniziali delle righe deb eccetera, così ( tra l'altro le righe cambiano anche il colore ):


quindi premiamo il tasto "esc" e digitiamo ":wq"
Che significa? Significa che abbiamo appena detto al nostro programma di editing dei testi vim di scrivere le modifiche sul file w(rite) e di uscire q(uit). Affascinante programma, vim (a saperlo usare bene).
Aggiorniamo, quindi, il nostro sistema:

sudo apt-get update

e dopo il caricamento dei sorgenti software:

sudo apt-get dist-upgrade

(così aggiorniamo anche il kernel all'ultima versione, 3.2.0-24 al momento della stesura d i questo testo)
riavviamo, rientriamo con le nostre credenziali, riaggiorniamo per sicurezza il database dei sorgenti sofware con l'ormai familiare sudo apt-get update e lanciamo il programma tasksel:

sudo tasksel


Occhio, potrebbe metterci un po' prima di partire, dipende dalle prestazioni del vostro hardware.

Ci troveremo di fronte questa schermata con una lunga lista di caselle selezionabili, usate le freccette per scorrere l'intero elenco:






 Come potete vedere c'è l'imbarazzo della scelta e partendo da qui possiamo ricostruire un intero sistema desktop scaricando la collezione di pacchetti che più ci piace.
Dobbiamo selezionare (con la barra spaziatrice) esclusivamente il pacchetto Lubuntu minimal installation. 
Non succede niente di male se selezionassimo Xubuntu desktop, ci ritroveremmo però Xubuntu come se l'avessimo installato dal cd con tutto il pacchetto software, il che non ci consente di raggiungere l'obiettivo.
Dopodichè, con il tasto invio iniziamo il processo di installazione la cui durata dipende dalla velocità della vostra connessione e dalla potenza della cpu.
Andate a farvi un giro.
Ah, ogni tanto tornate, ma occhio: quando l'operazione sarà conclusa non ci sarà alcun messaggio stile windows ad accogliervi, ci sarà sotto la finestra di tasksel il cursore lampeggiante e basta, attenzione a non aspettare per ore la fine di qualcosa che è già finito ;-)
Al riavvio vi troverete la schermata di accesso di lxde.
Adesso inizia il bello.
Dunque, per prima cosa, installate synaptic.
Aprite il terminale e digitate

sudo apt-get install synaptic

dopodichè sarete facilmente in grado di installare il software a voi necessario.
Siccome non è presente alcun browser, avete due scelte: installarne uno da synaptic o scaricarlo da un altro pc. Da tempo io uso chrome, quindi ho scelto la seconda strada.
Il sistema così installato è piuttosto scarno.
Se usate un portatile col wireless dovrete quasi sicuramente installare i drivers della scheda wi-fi.
Synaptic è un tool abbastanza immediato da usare: lo si lancia, si inserisce la password e si attende che il software compili il database dei pacchetti.
Dopodichè si cercano i pacchetti da installare, li si seleziona, si clicca su applica ed il gioco è fatto.
Data la peculiarità di questo esperimento vi porto i risultati della mia esperienza.
Dunque, dovete installare:

  • jockey-gtk e jockey-common per poter disporre del tool di installazione dei drivers proprietari di ubuntu.
  • network-manager-gnome per poter gestire la connessione LAN, il wi-fi e addirittura i modem 3g usb.
  • hplip-gui se avete una stampante hp
  • lxde per poter disporre dei tools di configurazione video ed audio, incluso il terminale lxterminal e l'editor  di testi leafpad
Se avete voglia di gestire la faccenda via linea di comando (scelta consigliata) e synaptic NON avrete alcun bisogno di update manager e software center vari.
Ne guadagnate in leggerezza.
L'icona del gestore bluetooth potrebbe non funzionare, ma il bluetooth probabilmente funzionerà: il wizard di collegamento di un nuovo dispositivo (nel mio caso il mouse bluetooth) può essere lanciato dalla santa linea di comando con:

bluetooth-wizard

Skype, thunderbird, pidgin, chrome e libreoffice possono essere installati via repository dopo aver configurato i sorgenti software con l'ormai banale sudo leafpad /etc/apt/sources.list  a cui far seguire sudo apt-get install nomepacchetto.
Tanto per fare un esempio, il repository contenente  skype può essere abilitato con 

sudo add-apt-repository "deb http://archive.canonical.com/ precise partner"
e skype viene installato con:
sudo apt-get update
sudo apt-get install skype

E' anche possibile installare il software  mediante pacchetto .deb con 

sudo dpkg - i nomepacchetto.deb

Per esempio, io preferisco installare libreoffice così perchè ottengo una installazione completa anche di parecchie estensioni.
Attenzione, Chrome, scaricato direttamente da google, potrebbe darvi errore di dipendenze non risolte, niente paura, basta usare apt per correggere il problema in automatico:

sudo apt-get -f install 

Ora il mio netbook è tornato discretamente scattante, certo, stiamo puntando al 4° anno di servizio e già la macchina non è nata per essere performante in quel del 2008, ma con Linux, si sa, anche le resurrezioni sono possibili.



My Dell Mini 9 Netbook limping a little 'with Ubuntu 11.10 and has had its good compatibility issues with Debian wireless 6.
So, instead of installing a prepackaged distro lighter I decided to try an experiment: install ubuntu server and add a graphical interface with only the software I need to:
Chrome, Thunderbird, LibreOffice, Wuala, skype, pidgin and vlc.
A graphical interface for a server is always something extra and artificial, there are few circumstances that make it truly necessary.
That is the old adage: "What there is does not break," which, in computer science, also has a corollary: "what is not there can not be infringed."
But, in my case, it is not to build a server has a GUI, but to build a system for netbooks using the lighter version of the server operating system.
The installation of ubuntu server goes on smooth and does not require special attention.
The choice of software to install the ssh server I selected only because it can always be desirable.
At the first reboot you are in front of the traditional login prompt.
It should do some preliminary operation: enable all the default repository. It 'sa bituncomfortable to do if you are unfamiliar with the terminal, but is a useful exercise:
type:

sudo vim /etc/apt/sources.list

insert the password and we are faced with this screen:



Do not panic. Press the "ins" and we go down with the arrow keys until you find the lines that contain references to partners and extras repository. To enable just delete the original gates of the deb and so, so (among other lines that change the color):


 

then press the "esc" and type ": wq"
What does this mean? It means that we just told our vim text editing program to write the changes to the file w(rite) and exit q(uit). Fascinating program, vim (to use well know).
Update, then our system:

sudo apt-get update

and after loading the software sources:

sudo apt-get dist-upgrade

(so also update the kernel to the latest version 3.2.0-24 to the time of writing this text)
reboot, we return with our credentials, re-update the database for security source familiar with the software sudo apt-get update and launch the program tasksel:

sudo tasksel


Eye, may take a while 'before leaving, depends on the performance of your hardware.

We face this screen with a long list of selectable boxes, use the arrow keys to scroll the entire list:



As you can see there is plenty of choice and from here we can reconstruct an entire collection of downloading the desktop system packages that we like.
We need to select (with spacebar) only the package Lubuntu minimal installation.
Then, with the enter key to start the installation process whose duration depends on your connection speed and power of the cpu.
Go for a walk.
Oh, every now and come back, but watch out: when the operation is completed there will be no post-style windows to welcome you, we will be under the tasksel dialog the blinking cursor and nothing else, be careful not to wait for hours on end for something that is already finished ;-)
Upon restart you will find the login screen lxde.
Now the fun begins.
So, first, install synaptic.
Open the terminal and type

sudo apt-get install synaptic

then you will be able to easily install the software you need.
Since there is no browser, you have two choices: install or download one from synaptic from a different computer. From the time I use chrome, so I chose the latter approach.
The system as installed is pretty thin.
If you use a laptop with wireless you will almost certainly install the drivers the card wi-fi.
Synaptic is a fairly straightforward tool to use: you start it, you enter it and expects the software to compile the package database.
Then you try to install the packages, you select them, click apply and you're done.
Given the peculiarities of this experiment, I bring you the results of my experience.
Therefore, you must install:

jockey-gtk and jockey-common to have the tools to install proprietary drivers for ubuntu.

network-manager-gnome to manage the LAN connection, wi-fi and even 3g usb modems.

hplip-gui if you have a printer hp

lxde to have the tools to configure video and audio, including the terminal and text editor lxterminal leafpad

If you want to handle the matter via command line (recommended) and synaptic NOT have any need for software update manager, and various centers.
As you gain in lightness.
The icon for the bluetooth manager may not work, but the bluetooth will probably work: the wizard of connecting a new device (in my case the bluetooth mouse) can be launched from the holy command line:

bluetooth-wizard

Skype, thunderbird, pidgin, chrome and LibreOffice can be installed via the repository after you configure the software sources with the now commonplace leafpad sudo /etc/apt/ sources.list file to which to follow sudo apt-get install packagename.
As just one example, the repository containing Skype can be enabled with

sudo apt-add-repository "deb http://archive.canonical.com/ precise partners"
and skype is installed with:
sudo apt-get update
sudo apt-get install skype

It 's also possible to install the software using. Deb package with

sudo dpkg - i somepackage.deb

For example, I prefer to install LibreOffice so why even get a full install several extensions.
Warning, Chrome, downloaded directly from google, it might give you error of unresolved dependencies, do not worry, just use apt to fix the problem automatically:

sudo apt-get-f install

Now my back is fairly agile netbook, of course, we are aiming for the 4 th year of service and already the car is not born to be performing in that of 2008, but with Linux, you know, even the resurrections are possible.