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Marta alle bancarelle di libri usati |
Le bancarelle di libri usati erano disposte su due file al centro del Corso, come una piccola fortezza circondata da auto e mimetizzata tra gli alberi.
C’erano anche libri recenti, ma costavano ben più di diecimila lire per tre copie.
Alcune bancarelle erano specializzate: arte, fantascienza, fumetti.
Mi persi tra gli scaffali decisa a spendere bene il mio budget.
In biblioteca avevo letto (senza portarmi a casa, ovviamente) Histoire d’O e ne cercai invano una copia.
Ripiegai su copie abbastanza usurate di Dune, la Peste e IT.
Il libraio era un tipo dall’aspetto viscido e untuoso, alto, con occhiali rettangolari dalla montatura dorata e sottili baffi a sormontare un pizzetto rado.
Non c’erano altri clienti alla bancarella e aveva iniziato a fissarmi appena avevo iniziato ad aggirarsi tra gli espositori.
Ma quei libri a due lire!
Avevo la sensazione di poterli comprare tutti.
Dimenticai lo sguardo del libraio e passai al setaccio gli scaffali.
Quando, titubante, mi avvicinai alla cassa, il libraio attaccò sì bottone come prevedevo, ma la conversazione fu una piacevole sorpresa.
«Che bel tris, Signorina: fantascienza, letteratura immortale, l’origine del male».
Io, che mi aspettavo quasi il solito che bel davanzale.
Mi prese in contropiede e non sapevo cosa dire.
L’uomo viscido e untuoso che mi ero immaginata era solo un libraio cortese che scrutava con la doverosa diffidenza dettata dall’esperienza una cliente sconosciuta che poteva essere benissimo una ladra di libri.
«Ho letto ‘il primo uomo’ al Liceo e mi è piaciuto molto, Camus è proprio speciale».
«Eh, ma anche le altre letture sono interessanti. King è molto bravo, non è Camus ma è uno scrittore serio, di sicuro molto sottovalutato. Secondo me vale. Ha letto altro?»
«Non molto, in biblioteca di classe, a scuola, non c’è e anche alla biblioteca non lo avevano».
«Biblioteca? Quale?»
«Quella di Matera»
«Ah, beh, ovvio: sei qui per il Politecnico. Ah, abituati: tutti ti diranno quanto è bella la Basilicata e quanto è magica Matera. Ma poi votano Lega Nord».
Era una battuta che non ero preparata a comprendere.
Lo avrei fatto negli anni successivi quando, se non proprio il razzismo, mi trovai di fronte l’ostilità di negozianti che fingevano di non capire il mio italiano.
«E la strada delle stelle? Perché l’hai preso? Conosci gli autori?»
«No, mi ispira la storia».
«Che ha anche un seguito, aspetta un attimo che te lo regalo».
Ovviamente, rifiutai: «Ma no, grazie lo stesso, non posso accettare, io…»
Fece due passi, pescò a colpo sicuro un volume con la copertina d’oro scuro e lo appoggiò sulla mia piccola pila di libri.
«Ho capito che sei una brava ragazza meridionale educata, ma i Torinesi non insistono mai: quando qualcuno ti inviterà a casa e ti offrirà un caffè o un cioccolatino, non rifiutare come faresti dalla nonna, qui nessuno insisterà e resteresti a bocca asciutta».
Questa volta sorrisi alla battuta.
«Ecco qua ‘l’Occhio del Gigante’. Non è all’altezza del primo ma è carino. Ah, quando tornerai, se ti sono piaciuti, ti metto da parte una copia de Il giorno dell’invasione: Niven e Pournelle qui hanno sfiorato il capolavoro!»
«Ehm, grazie, grazie mille. Quant’è?»
«Come quant’è, non insegnano a leggere a Matera? Tre libri, diecimila lire».
Il relativo cartello era presente su ogni scaffale.
Al ritorno mi scoprii un po’ stanca, pranzai e mi chiusi in camera a leggere.
Iniziai da La Strada delle Stelle e sarei andata avanti fino a sera se non fosse arrivata Alessia a dirmi che: «Oh Marta, pare siano usciti i risultati del test, andiamo a vedere?»
つづく