La sveglia è nel gelo. Il telo delle tende è rigido perchè è congelato, non si piega. Ho tanta nostalgia.
Facciamo colazione con Giampiero e Rocco, abbastanza in fretta. L'atmosfera, nella tenda mensa semideserta è sfumatamente diversa. Sulla via del magazzino mi intercetta Tiziano, il mio referente della protezione Civile. Mi consegna i registri per annotare il materiale consegnato. Anche al magazzino l'atmosfera è strana. Ho un mucchio di scarpe da sistemare e i visitatori sono pochi. E spaventati. So che lo ripeterò, ma non posso continuare questo racconto senza ricordare che le genti d'Abruzzo sono meravigliose nella loro coesione, nella dignità e nella fierezza. Ma le scosse continue logorano e noi non possiamo far altro che rassicurare e sorridere.
Da oggi, poi, ci tocca anche il servizio Mensa, magari ne parlerò in seguito, fatto sta che per alcune ore da otto diventiamo sei al magazzino. In mattinata abbiamo pochi visitatori e per quei pochi piuttosto che distribuire materiale ci impegnamo a parlare, rassicurare: le scosse finiranno, l'intensità decresce, tornerà tutto a posto. " Chi ce lo doveva dire che ci doveva capitare una cosa così? Sa [mi danno del lei all'inizio ], abbiamo tanta roba in casa nostra ".... E noi, col sorriso...
Ed il sorriso ci viene naturale, dal cuore, perchè anche se tu sei " protezione civile" e loro sono "civili", ci metti un'istante a sapere che tutto quello che la scelta scout teorizza lì diventa pratica.
Andiamo a pranzo, ma eufemisticamente ci alziamo con un po' di appetito. Ormai la routine è stabilita e le varianti sono interessanti: oggi ci vengono a visitare i capoccia della pattuglia EPC nazionale, ma passano in fretta e la giornata continua: niente di nuovo sul fronte occidentale. Oggi non sono arrivati molti rifornimenti, ma a conti fatti ho distribuito qualcosa come 60 paia di scarpe.
Nota malinconica: Mariagrazia se ne torna a casa, lei è partita la notte del Terremoto con l'Unitalsi e il lavoro la reclama... Restiamo in 8 nel cuore, ma in 7 per il magazzino.
Anche dalla cena ci alziamo con appetito residuo. Decidiamo di andare a Coppito per il debriefing serale ( e per approfittare, egoisticamente, delle docce calde ).
Dopo la doccia, ho avuto un po' di tempo per fare finalmente una telefonata privata e curiosare per il comando interforze. L'atmosfera è quella del film Wargames: un centro di comando strapieno di console, con tutte le possibili organizzazioni ad occupare le postazioni disponibili, cavi di rete e di alimentazione che vengono e tornano all'infinito, gente in tutte le divise possibili che corre in piena notte senza pause, gente che dorme per terra o si affolla attorno al bar che distribuisce caffè, soldati in briefing e, ovviamente, anche scout in cerchio...
Facciamo colazione con Giampiero e Rocco, abbastanza in fretta. L'atmosfera, nella tenda mensa semideserta è sfumatamente diversa. Sulla via del magazzino mi intercetta Tiziano, il mio referente della protezione Civile. Mi consegna i registri per annotare il materiale consegnato. Anche al magazzino l'atmosfera è strana. Ho un mucchio di scarpe da sistemare e i visitatori sono pochi. E spaventati. So che lo ripeterò, ma non posso continuare questo racconto senza ricordare che le genti d'Abruzzo sono meravigliose nella loro coesione, nella dignità e nella fierezza. Ma le scosse continue logorano e noi non possiamo far altro che rassicurare e sorridere.
Da oggi, poi, ci tocca anche il servizio Mensa, magari ne parlerò in seguito, fatto sta che per alcune ore da otto diventiamo sei al magazzino. In mattinata abbiamo pochi visitatori e per quei pochi piuttosto che distribuire materiale ci impegnamo a parlare, rassicurare: le scosse finiranno, l'intensità decresce, tornerà tutto a posto. " Chi ce lo doveva dire che ci doveva capitare una cosa così? Sa [mi danno del lei all'inizio ], abbiamo tanta roba in casa nostra ".... E noi, col sorriso...
Ed il sorriso ci viene naturale, dal cuore, perchè anche se tu sei " protezione civile" e loro sono "civili", ci metti un'istante a sapere che tutto quello che la scelta scout teorizza lì diventa pratica.
Andiamo a pranzo, ma eufemisticamente ci alziamo con un po' di appetito. Ormai la routine è stabilita e le varianti sono interessanti: oggi ci vengono a visitare i capoccia della pattuglia EPC nazionale, ma passano in fretta e la giornata continua: niente di nuovo sul fronte occidentale. Oggi non sono arrivati molti rifornimenti, ma a conti fatti ho distribuito qualcosa come 60 paia di scarpe.
Nota malinconica: Mariagrazia se ne torna a casa, lei è partita la notte del Terremoto con l'Unitalsi e il lavoro la reclama... Restiamo in 8 nel cuore, ma in 7 per il magazzino.
Anche dalla cena ci alziamo con appetito residuo. Decidiamo di andare a Coppito per il debriefing serale ( e per approfittare, egoisticamente, delle docce calde ).
Dopo la doccia, ho avuto un po' di tempo per fare finalmente una telefonata privata e curiosare per il comando interforze. L'atmosfera è quella del film Wargames: un centro di comando strapieno di console, con tutte le possibili organizzazioni ad occupare le postazioni disponibili, cavi di rete e di alimentazione che vengono e tornano all'infinito, gente in tutte le divise possibili che corre in piena notte senza pause, gente che dorme per terra o si affolla attorno al bar che distribuisce caffè, soldati in briefing e, ovviamente, anche scout in cerchio...
Raffaele, il caposquadra, deve restare alla riunione, ma è inutile soffrire in 7, quindi resto io ad attendere il Capo. E colgo l'occasione per salvare il CNGEI dall'irruenza di Giuseppe.: per me non è una novità trovarmi a casa mia seduto allo stesso tavolo coi fratellini del CNGEI eh eh eh. L'ora di attesa passa in fretta chiacchierando assieme al tavolo della segreteria agesci+cngei. Ci siamo confrontati, abbiamo scambiato opinioni e punti di vista. Un Bla Bla Bla confortante che è stato interrotto dall'offerta di un panino da parte dell'Esercito ( davvero il panino della salvezza ) e dal subitaneo rientro del Capo. E, attraversando L'Aquila un po' meno spettrale del Sabato notte, siamo tornati a casa sereni e puliti. E sazi.