9 ottobre 2011

Tregua

In questa Città c'è stato un tempo in cui, all'alba del Web 2.0, vari gruppi di persone si confrontavano sulla Rete.
Ho fatto parte di uno di questi gruppi, i Sassi Parlanti.
Non è stata un'esperienza trascurabile.
Sia per i contenuti formali che per quelli umani.
Molte delle Persone che ho conosciuto su quel forum virtuale sono entrate a far parte della mia quotidianità e mi sono Amiche.
Appunto, Amiche oltre la durata di quell'esperienza.
Le macerie dei Sassi Parlanti, ormai è evidente, non sono luoghi fertili.
E non mi riferisco al successo o meno delle singole iniziative personali.
Faccenda, dal punto di vista che sto per esporre, irrilevante.
Mi riferisco, infatti, all'utilità pratica di tutto ciò che è sopravvissuto a quell'esperienza.
Non molto, temo.
L'Italia, Matera, non sono, ormai, più "bei paesi".
Ci stiamo incattivendo, di pari passo con la crisi della Nazione.
I frammenti dei Sassi Parlanti si sono divisi in spazi di frattura ai fin dei conti sterile.
Tra alti e bassi, gli spazi di confronto si sono trasformati comunque in arene gladiatorie dialettiche.
A volte, neppure troppo dialettiche.
La piccola corrente di pensiero innovatore ma non monocorde, vivace ma tutto sommato non esclusivamente polemico, capace di generare almeno una convivialità sincera davanti alle bistecche laertine se non proprio iniziative pubbliche di cristallina efficacia si è ora trasformata in un'Idra degenere che, tra l'altro e come elemento di gravità inaudita, è capace solo di mordere se stessa in una grottesca guerra civile intellettuale.
Perchè, nei fatti, poco o nulla capace di influire sulle scelte della collettività o del potere politico ed economico.
Gli frega  un cazzo, a chi di dovere, dei mille materani che vivono sul web in maniera consapevole.
Sia chiaro: secondo me chi di dovere sbaglia.
E anche di parecchio, forse mortalmente.
Ultimamente, infatti, devo confessare il più sincero sconforto per l'incapacità biologica di mantenere un'infrastruttura di pensiero costruttivo.
Come se l'intera popolazione senziente del web locale sia interamente costituita di alpha dogs, per cui lo scontro sia ragione più che sufficiente per lo scontro.
E' desolante.
La Primavera Araba, il default prossimo venturo, lo stato di crisi permanente, nulla sembra riuscire a smuovere questa imitazione, in piccolo, nei microcosmi, dei perniciosi comportamenti della Classe Dirigente Regionale.
Mi sto dilungando.
In pratica, prendo atto del fallimento generazionale di chi non è riuscito a sfruttare in maniera costruttiva gli strumenti che ha praticamente inventato.
Mi sfottono perchè milito nel PD.
Ma, nell'istante in cui lo fa, quasi sempre, chi mi sfotte partendo da presupposti di contrapposizione settaria, solo per questo "diventa" il PD che sfotte.
Che cosa voglio dire?
Voglio dire che ci dovremmo dare una mossa.
Che va bene litigare, ma sulle idee, non sull'assurdo, sulle insinuazioni, i sottintesi e perfino sulle menzogne dette consapevolmente col sorriso sulle labbra in perfetto stile doroteo democristiano.
Come darci una mossa?
Con una Tregua.
Per meditare sull'utilità delle singole azioni.
Perchè, vedete, mi sta sorgendo un dubbio:
Non si sa più dove andare a parare.
Non si sa più quale sia lo scopo pratico di un ragionamento e di un pubblico confronto magari vinto in maniera netta e spettacolare.
Perchè comunque è uno scontro vinto su qualcuno che è artificiosamente avversario, mentre dovrebbe essere, naturalmente,  il vicino di casa, il socio, il prossimo.
Abbiamo trasformato i luoghi di incontro in arene.
I Circoli in drappelli.
La Rete di connessione in rete dei gladiatori.
Siamo diventati non cacciatori, ma sterminatori di bisonti.
E, ora che le prede scarseggiano, ci facciamo prendere dallo sconforto degli spazi vuoti.
Dove c'era confronto ora si legge solo scherno.
Ma, da qualche tempo, non rido più.



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