Questo è il titolo di un pezzo de L'Espresso, l'ennesimo, sulla catastrofe italica.
Ritengo che valga la pena leggerlo pur in disaccordo con molto di quanto scritto.
Ora, non ho voglia di commentare questo pezzo descrivendo riga per riga quello in cui concordo e quello in cui non concordo.
Ma vorrei porre qualche domanda.
Chi sono gli intellettuali, in Italia?
Chi sono i miei intellettuali di riferimento, al momento?
Io sono un intellettuale?
Chi è un intellettuale?
Iniziamo dall'ultima domanda.
Un intellettuale non è solo uno scrittore, (o un poeta, un artista,) ma è uno scrittore le cui parole influiscono sulla Società.
Altrimenti, è solo uno scrittore.
Se volessi saltare subito alle conclusioni, in base a questo mio postulato, avremmo già finito.
Infatti, in cosa la Società Italiana è stata influenzata negli ultimi 20 anni da un'opera letteraria?
In cosa è cambiato il Bel Paese dopo "Il Nome della Rosa?"
E la musica di Riccardo Nuti quanto ha influito sull'efficacia delle istituzioni scolastiche (anche solo musicali)?
In prima approssimazione, quindi, gli intellettuali sono scarsissimi in numero e qualità.
Quindi risulta facile rispondere alla domanda precedente: no, non sono un intellettuale.
La mia azione sociale si basa su quello che faccio (agli scout e marginalmente nell'attivismo per il software libero e la mobilità moderna).
E quello che scrivo non ha nessuna importanza.
Oggi il mio panteon di riferimento è piuttosto scarso.
Da ragazzino amavo De Andrè, Silvestri, Tom Clancy, Bulgakov, Lee, Camus, Celine e potrei continuare per un po' di righe ad elencar nomi.
Nomi di morti.
Ed oggi?
Francamente, la prima persona che mi viene in mente è Murakami.
Ma di italiani viventi?
Ho apprezzato molto De Luca che si è fatto processare, ma proprio non mi viene in mente il nome di uno scrittore Italiano a cui possa riferirmi.
Quindi, per concludere, gli intellettuali italiani (che senz'altro esistono), più che un flop, hanno avuto l'effetto dell'omeopatia: un principio attivo così diluito da risultare irrilevante.
Diluito in un mare sciapo di prosivendoli partitici, tra l'altro, per lo più, antisemiti.
E le cose non vanno meglio sul piano locale, come dimostra il caso #matera2019.
Insomma, gli intellettuali italiani sono... italiani e molto raramente hanno dato prova di integrità e credibilità.
Non è questione di frattura tra intellettuali a popolo.
Ma di continuità.
Ed eccoci qual
Nessun commento:
Posta un commento
Che ne dici?