14 febbraio 2019

Uno splendido anno da Capitale Europea della Cultura (visto da uno Sprovveduto)

E anche quest'anno ho passato le feste natalizie a Matera.
Il primo impatto è stato sgradevole: come al solito: gli automobilisti materani sono alquanto creativi nell'attentare alla sicurezza altrui.
Ma se c'è una cosa che a Matera mai mancherà è la Polemica su tutto e ho deciso di limitarmi, almeno quando ne sono cosciente, nell'arte locale.
Il cibo di casa mi risveglia dopo un lungo viaggio cominciato assai prima dell'alba.
Già, casa.
Salgo nella mia stanza  e la trovo ingombra.
Me ne accorgo all'improvviso, dopo anni di indifferenza verso gli scatoloni accumulati sugli armadi.
Schede video PCI, una soundblaster audigy, processori Core Duo, cavi usb, dissipatori, accessori per case, vecchi lettori Mp3, lettori di floppy.
Persino vecchi modem 56k.
Una specie di scatola del tempo della tecnologia di dieci anni fa.
Cosa è successo da quando l'ultima scheda video è stata 'conservata' per un possibile riuso?
E quello switch fast ethernet?
A cosa è servito una vita fa?
Una prima passeggiata in Centro con la Famiglia ha confermato la scomodità della condizione di turista nella tua stessa città.
Ma le vacanze scorrono comunque leggere e liete.
Basta smettere di andare in città e limitarsi a muoversi da una casa all'altra.
E' stato sufficiente ignorare di essere a Matera e limitarsi.
Mettersi dei limiti per non invadere un territorio non più nostro.
Così, un bel giorno, mentre me ne stavo a correre giocando a Palla Scout (prendendo tante botte dagli Esploratori) in un prato di una Città del Nord, per Matera è arrivato il giorno fatidico.
Capitale Europea della Cultura
Gran festa, diretta TV, prime pagine dei giornali.
Peana ovunque sui Social Network.
Sarò politicamente scorretto ma non mi sono sentito nè di esultare, nè di festeggiare.
Ma nemmeno di fare il bastian contrario promuovendo, poi, cosa?
Un dissenso?
Un dissenso al fatto che Matera sia diventata Capitale Europea della Cultura?
Ma quando mai.
Il sentimento dei giorni passati in vacanza a Matera  e delle ore della Proclamazione non è granitico.
E' una spiacevole somma non lineare di cose sedimentate e di faccende tutt'ora in moto browniano.

La Nostalgia.

Quella degli anni del Politecnico, che avevo sperato di catalogare come fossile nel lustro abbondantissimo di ritorno materano
La Nostalgia che ha ripreso vita immediatamente dietro la mia ri-emigrazione obbligata.
Una Nostalgia che è viva più quando sono a Matera che quando sono a Bologna.

La Rabbia 

Per una situazione ingiusta, pur nella consapevolezza di essere molto fortunato. Il Lavoro ed i Servizi, a Bologna, sono di una qualità completamente differente da quelli in Italia meridionale. E' vero.
Ma non c'è stata scelta tra restare e partire.

L'Indignazione

Per i costi sociali del boom turistico scaricati col sorriso sulle labbra su una Collettività che solo in minima parte gode di qualche beneficio economico.
Sapete quanto paga di tassa sui rifiuti la mia famiglia alla periferia di Matera? E il tutto per tener lustro il Centro? Roba da dare il diritto a tutti i materani residenti a nord della Madonnina e a Sud della Provincia di non pagare le consumazioni nei locali del centro a vita.

L'Amarezza

Per aver provato in ogni modo a costruire proposte sociopolitiche (incluso un minuscolo contributo politico alla Candidatura) sempre avversato  da un nutrito gruppo di passeggeri dell'attuale Carro del Vincitore.


La Speranza

che un po' di persone in meno saranno costrette ad emigrare e che il piccolo boom turistico inneschi altri circoli virtuosi: in tutta la mia vita le poche cose buone a cui ho assistito a Matera erano sempre definite 'un punto di partenza'.
Beh, l'anno da Capitale Europea della Cultura è un fatto epocale, paragonabile alla rifondazione della Città del Secondo Dopoguerra a cui è seguito un lungo periodo di prosperità mai visto nella Storia per i cittadini materani, (e il più povero dei materani del 2019 sta meglio di molti ricchi del 1819). Magari le cose avranno un impatto simile.


L'indifferenza

a tutto quello che non è Speranza e che non mi appartiene più. Auguro ogni bene a tutti i materani che hanno investito tempo e vita in questa avventura, ma, cari ex-concittadini, non ve la prendete se, per me, quest'anno da Capitale Europea della Cultura è solo una complicazione logistica dei miei giorni materani.
Del resto, la cosa è più che reciproca: persino entrare nei negozi dove un tempo ero di casa, ora, è diventato imbarazzante.
L'antica familiarità è stata sostituita da una freddezza uniforme, come se fosse una mia bizzarra preferenza andami a comprare le camicie a Bologna e non più a Matera.
Per non parlare della colpevolizzazione del non essere riuscito a restare.
Come da tradizione nazionale, chi emigra è visto a metà tra il disertore e lo sfaticato/ingrato. 
Dovrei anche perdere il tempo mio e vostro a confutarlo e a dimostrarne la pericolosità per la collettività materana?

Poi, le vacanze sono finite.
Prima di tornare a Bologna decido di buttare via tutto il vecchio hardware.
Ci metterò un giorno intero a smontare, catalogare e a portare  un intero bagagliaio di rifiuti tecnologici al centro di raccolta.
Un tempo erano cose utili, all'avanguardia, risorse disponibili per progetti produttivi, innovazione.
E magari lo saranno di nuovo, quando il metallo e la plastica saranno riciclati.
Da qualcuno bravo, però.

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