19 marzo 2020

Crisi della leadership? No, evoluzione

Un caro fratello scout mi ha passato questo articolo di Avvenire sulla crisi della Leadership nelle democrazie anglosassoni.
Il tema della crisi della Democrazia è, ormai, come si dice, mainstream.
Quello che mi sorprende è che Crisi della Democrazia, della Leadership, della Rappresentatività, siano intesi sempre (o quasi sempre) nel senso di obiettivo fallito, di qualcosa di bellisismo che perderemo precipitando in una distopica serie di mutevoli autocrazie ed oligarchie.
Non voglio sottovalutare questi rischi.
E lascio a penne tastiere migliori della mia le considerazioni in merito.
Io, qui, ricordo ai miei 69 lettori giornalieri che non deve andare per forza così.
E che questa crisi (non inizio nemmeno coi vari pipponi sul dualismo crisi-opportunità) può, banalmente, costituire un gradino evolutivo nell'ambito della società Occidentale.
Da quando i Churchill, i Roosvelt, i Kennedy (ma anche i De Gasperi, gli Andreotti) hanno costruito un Occidente libero e prospero la nostra Società è cambiata molto più, ad esempio, delle nostre armi (i B-52 hanno l'età dei nostri nonni).
La Violenza è crollata, i Diritti si sono affermati.
Il Web (pur con le criticità del caso, dalle fake news all'Odio ai convincimenti antiscientifici) ha un effetto sulla Libertà e la Conoscenza che si potrà paragonare agli effetti dell'introduzione del libro stampato sulla Scienza nel XVI Secolo. Eccetera.
Insomma, non mi voglio dilungare.
Quindi vado al sodo e concludo. 
Esistono molti modelli di leadership diffusa e di democrazie funzionanti anche nel XXI secolo che non conoscono crisi.
Forse parlo un po' come Cicero pro domo sua, lo metto in conto.
Ma ai miei 69 lettori potrebbe interessare l'esempio dello scoutismo italiano dell'AGESCI.
L'AGESCI ha una struttura democratica, collegiale e diarchica (ad ogni livello i responsabili sono un uomo ed una donna che agiscono congiuntamente).
La Leadership non è mai del singolo.
Non c'è un uomo solo al comando, mai.
C'è sempre una comunità di pari.
Mi sono dilungato pur non essendo stato esaustivo, ma è per stimolare la curiosità del lettore eh!
Io spero che l'attuale fase di transizione si evolva verso una migliore democrazia e mi piace pensare di lavorare ed agire in tal senso.
Nemmeno in quarantena sono disposto ad arrendermi all'inevitabilità della distopia.
Sono un realista: mi aspetto l'Utopia.


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