18 aprile 2020

Un Appello per un Progetto Educativo Nazionale (Scout e Non)




Non ho idea di come sarà la mia vita tra 3 settimane, 3 mesi, un anno.
E, lo confesso, mi mette molta ansia iniziare anche solo a pensarci.
Dato che per lavoro mi occupo (anche) di analisi dei rischi di dispositivi medici mi trovo, per deformazione professionale, a pensare più a cosa può andare storto che a cosa può andare bene.
Del resto, il Secondo Principio della Termodinamica ci ricorda che la sfiga prevale sulle botte di culo per venti a zero.
Con il destino personale, familiare e del Paese così incerto vale la pena di occuparsi di Scoutismo proprio oggi?
Ci vuol poco a rispondere di sì e non solo perchè decine di migliaia di ragazzi chiedono di ascoltare i nostri "Eccomi".
Ma anche perchè da qualche parte si dovrà ricominciare a progettarlo, 'sto futuro.
Lo scoutismo, l'avrete magari già letto qui da qualche parte, si interessa pochissimo di partiti e moltissimo di Politica. E la Pandemia di Covid-19  ci obbliga a farne tanta.
Sostengo che  l'Agesci  la Democrazia Associativa dell'Agesci a tutti i livelli (ma credo valga anche per il CNGEI) abbia due problemi, uno piccolo ed immediato, l'altro gigantesco e appena meno pressante.
Per prima cosa è necessario che le modalità di gestione in emergenza delle unità sia un minimo condiviso e definito, soprattutto a livello di calendario.
Dato che in Agesci i cervelli non mancano se qualcuno esperto (ma esistono esperti in cose del genere?) possa suggerire le modalità migliori di contatto online tra Capi e Ragazzi e tra Ragazzi non sarebbe male.
Ma sarebbe senz'altro necessario parlargli chiaro.
Capi, ve lo ricordate quel periodo di tempo tra il campo estivo e la ripresa delle attività?
Non so voi ma io facevo i conti alla rovescia con appena meno impazienza di Harry Potter che aspetta tutta l'estate di andar via dai Dursley e tornare ad Hogwarts.
So per certo che è così per tantissimi ragazzi.
Che hanno il diritto di sapere la verità: fino al vaccino sicuramente, fino ad un R0 di 0,0001 probabilmente, le attività non possono ripartire.
Ma questa, dopotutto, è solo una faccenda tecnica.
Spero vivamente che venga affrontata in maniera autorevole, univoca e definitiva.
La sfida vera è un'altra.
Penso ad tutti i ragazzi che per mesi (tremo di dover profetizzare: almeno 12-18) saranno tagliati fuori dalla loro vita abituale, dal contatto fisico, dal fare l'amore a tutte le forme di socialità che sono evaporate alla fine dell'inverno.
Penso al contesto di comunità fino ad ieri prospere che, come minimo, affronteranno un periodo molto duro e alcune si trasformeranno dai luoghi più fiorenti della Terra a cittadine con una situazione occupazionale da Italia meridionale.
E a quello che accadrà al Lavoro in Italia meridionale non riesco nemmeno a pensarci.
Penso alla prevedibile incapacità dell'Italia di adottare misure razionali: ci sarà un Sindaco che inviterà a non accalcarsi negli autobus, a non intasare di traffico automobilistico le strade e di polveri sottili (filocovid) i polmoni invitando tutti ad usare la bici il più possibile?
Insomma, il mondo è già cambiato è non è detto che ci ritroveremo in un mondo migliore a fine emergenza.
Il mondo migliore va pensato oggi.
E chiedo a tutti gli scout: pensiamolo anche noi, altrimenti ci toccherà migliorare qualcosa che avrebbe potuto essere già migliore con un nostro contributo dato per tempo.
E il tempo è adesso.
Chiedo agli Scout di pensare.
Pensare come cittadini, come cristiani.
Pensare a quello che è successo e pensare a come sanarne le cause:

Il collasso ambientale, le disuguaglianze, lo sfruttamento, la gestione privatistica della Cosa Pubblica, la censura sulle informazioni, la crisi della democrazia, la crisi del pensiero scientifico,  la pianura Padana assediata da lustri da un inquinamento spaventoso, la caccia all'untore, questi e altri fattori hanno contribuito alla Pandemia ben più del sorgere singolo di Covid-19.

Quali sono le contromisure minime alle cause di questo disastro che, come cittadini e cristiani, possiamo pensare, proporre e accettare?
Non faccio nessuna retorica.
Nemmeno un grammo.
Nelle nostre Comunità Capi, Zone e via salendo a tutti i livelli della democrazia associativa, le conseguenze pratiche della Pandemia dovrebbero essere affrontate: non credo di scrivere niente di particolarmente innovativo.
Ma io propongo e sollecito che la discussione si estenda al modo di rendere il Mondo migliore e non solo a tornare a come era prima.
Perchè è ora che la voce di chi non ha voce deve essere portata all'attenzione delle nostre Comunità, partendo dalla Parrocchia e finendo alla Nazione.
Discutiamo, mettiamo nero su bianco il frutto dei nostri ragionamenti, poi proponiamo, proponiamo con forza strade nuove per un futuro che sia migliore del passato prossimo che oggi ci sembra un paradiso perduto.
E che, invece, di fatto era l'anticamera dell'inferno.
E che sia chiaro: la nostra è "La Scelta di Vivere" ed è bene che sia espressa presto,  per non doverci trovare a rincorrere "La scelta di non morire" quando potrebbe essere troppo tardi.
Facciamo Nuove tutte le Cose.

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