17 novembre 2012

Un Polpo alla Gola




Due ore a San Pardo.
Due ore passate a leggere questa graphic novel con gli occhi, due ore indietro nel tempo nel parco degli ulivi che, nel 1980, era di fronte la Scuola Elementare di San Pardo.
A Matera.
Ora lì c'è solo cemento.
Ma la mia infanzia è tornata a trovarmi senza malinconia, leggendo questo secondo libro di Zerocalcalre.
Non è la nostalgia del passato che mi ha regalato, ma la tenerezza di un bambino che imparava a distinguere il bene dal male. Ed il ricordo di amicizie che si sono trasformate nel tempo e che magari scopri trent'anni dopo ancora saldissime. 




E' stato bello leggere, è stato bello ricordare, è stato bello guardare avanti dopo aver chiuso l'ultima pagina.
Bravo, Zerocalcare, grazie ancora.

11 novembre 2012

Sintomi Preoccupanti

E' iniziato tutto ignorando la questione della Provincia di Matera.
Avevo iniziato a scrivere un post in cui mi interrogavo su quanto davvero sia grave la chiusura della Provincia rispetto ad altri problemi e provocavo i lettori su quanto magari saremmo fortunati se, assieme alla Provincia, svanisse la gigantesca emorragia di denaro pubblico gettata negli stipendi parassitari di tanta parte della Pubblica Amministrazione Locale.
Cioè, voi lo sapete,  vero, che ogni Pubblico Dipendente inefficiente e/o dannoso e/o pleonastico ipergarantito negli orari di lavoro e nei diritti sindacali implica lo stato di disoccupazione e/o lo sfruttamento di parecchie altre persone? 
Questo fatterello lo possiamo dare per acquisito, vero?
Quindi concludevo il mio pezzo con qualcosa tipo "Vada pur via la Provincia se assieme cadano anche le migliaia di filistei di cui sopra".
Poi, ho cancellato il post.
"Ma chi me lo fa fare di mettermi a litigare? Ho ben altro da fare in questi giorni!"
Le cose si sono aggravate con le primarie del Partito Democratico.
Bersani, Renzi, Outsiders, Vendola, le regole, la registrazione al portalone, il senso delle cose, i dispettucci, tutte informazioni che mi entrano da un orecchio per uscire subito dopo dall'altro.
E anche qui ci ho provato, scrivendo qualcosina su Vendola che chiede diritti per le bambine afghane nella stessa frase in cui chiede di consegnarle ai Taleban ritirando quello schifo di contingente che teniamo laggiù.
Ma è un problema mio questo? 
Dico, che un candidato alle Primarie non abbia alcuna idea dei fatti della vita? 
Certo che sì, ma io che ci posso fare?
E neppure le tragicomiche vicende del Movimento 5 Stelle locale e nazionale degne del miglior direttivo PD, mi hanno spinto anche solo a togliermi qualche sassolino dalla scarpa.
Dulcis in fundo, la notte elettorale americana non mi ha provocato il minimo brivido emotivo.
E' grave?
E' grave questa sensazione non di rigetto, ma di irrilevanza di ogni parola letta, ascoltata, pronunciata e scritta?
O è solo un'intossicazione momentanea? Una indigestione, un riposo, un respiro?

O, forse, è la politica che mi ha reso impossibile appassionarmi alla Politica?

Kobo Glo, un e-reader coi baffi


Ci sono cascato Il mio Sony Reader funziona ancora piuttosto bene, durata della batteria a parte. Complice la classica megaofferta da centro commerciale annesso a libreria mondadori ho ceduto. Il Koblo Glo è largo 11,4cm x 15,5 ed è spesso meno di un centimetro. Le dimensioni effettive dello schermo sono di 9 x 12 cm, i dettagli tecnici li lascio alle riviste specializzate, però ci tengo a raccontarvi che lo schermo e-link è di ultimissima generazione ed è di una nitidezza mai vista prima. Inoltre, è illuminato... Parentesi: i tablet, i monitor dei pc e dei portatili sono retroilluminati per definizione. Stancano la vista. Gli schermi e-link degli e-book readers non sono lcd, quindi, ad esempio, io lavoro al computer con gli occhiali, sennò non vedo niente, ma leggo libri ed e-book senza. Al buio, però, gli e-book sono illeggibili, esattamente come i libri di carta. Quindi, di sera, serve una lucetta per leggere gli e-book reader. Beh, il Kobo Glo ha un sistema di illuminazione integrato dello schermo. Comodissimo, quando si legge a letto! Inoltre, lo schermo è un tuch controllato mediante infrarossi, quindi può essere anche usato coi guanti: farò la prova quest’inverno... Il lettore ha solo due pulsanti fisici: quello di accensione - standby e quello per attivare l’illuminazione. Ora, veniamo ai formati. Il Glo legge praticamente tutto, incluso il blindato e proprietarissimo .mobi di amazon. Qui, però, scatta l’applauso: il Glo legge anche i CBZ ed i CBR, i formati su cui sono distribuiti sul web i fumetti... Cioè. Vi rendete conto, vero? Il Kobo permette di leggere abbastanza comodamente fumetti, anche grazie allo slot MicroSD che consente di immagazzinare altri 32 GB di dati oltre al GB e rotti consentito dalla memoria interna. Che va benissimo per gli ebook, un po’ meno per i fumetti, di gran lunga più esigenti in fatto di spazio. Quindi, lo slot microsd, cade a fagiolo. Alla prima accensione il mio Kobo ha chiesto di connettersi al wifi domestico e ha scaricato l’aggiornamento del firmware. L’interfaccia tattile non è intuitivissima, si deve fare un po’ di fatica per ottenere l’elenco dei propri e-book, il tutto è studiato più per accedere al portale http://www.kobobooks.it/ che a gestire i files locali. Ma la lettura è piacevole con questo schermo così nitido e rapido nel cambio di pagina. Per cambiare pagina basta un ‘tap’ sul lato destro dello schermo (ma la cosa è personalizzabile) ed è facile cercare una parola sul dizionario, basta premerci un polpastrello sopra. Non ho esplorato molto il portale, esiste una applicazione desktop ed una per dispositivi mobili, è possibile acquistare gli ebooks e sincronizzarli via wifi e via pc con l’ebook reader. Il Glo è basato su un ecosistema aperto, quindi ha il vantaggio di un portalone per acquistare gli ebook (by Mondadori) assieme a quello di non avere alcun vincolo di formato come capita al cugino Amazon (praticamente identico nell’hardware). Inoltre, ecosistema aperto implica l'esistenza di una comunità di sviluppatori pronti lì con firmware alternativi e migliorati... Piccola chicca: nel menu extra è presente un browser per navigare sul web a 16 toni di grigio ed anche alcuni giochi tra cui gli scacchi. Insomma, se non avete un ebook reader il Glo è davver un’ottima scelta, se ne avete uno di vecchia generazione e vi piace l’idea di uno schermo illuminato, il Glo è l’ereader che fa per voi. Se lo comprate a breve dovrebbe essere ancora valida l’offerta Mondadori di 3 ebooks (scelti tra 9 best sellers) inclusi con il lettore. Nota negativa? Il logo Mondadori come screensaver: non è un bel vedere...


5 novembre 2012

1Q84: L'Amore, naturalmente

Ieri sera ho portato a termine la monumentale lettura della seconda (tecnicamente la terza) parte del romanzo di Murakami.
In Italia le prime due parti sono state pubblicate in un unico volume a cui è seguita quest'anno la pubblicazione della terza parte in un secondo volume.
Massimo dei voti, nonostante un centinaio di pagine abbondanti piuttosto noiose all'inizio del libro 3.
Perchè mi piacciono carnalmente i romanzi di Murakami?
Perchè leggere le sue pagine ti fa un effetto semplice ma potente.
Esci dalla tua Vita e non leggi: parli.
Gli occhi leggono, la mente parla coi personaggi.
Nei romanzi di Murakami la trama è un pretesto.
Un pretesto per mettere in contatto menti e cuori.
E alla fine la ricetta è semplice semplice.
Amore, quant'è semplice questa parola.
Definire l'Amore è roba da poeti o da amanti, poi ci sono gli scrittori che parlano d'Amore.
Murakami non parla d'amore.
Sono i lettori a leggerne.
Semplice, no?

3 novembre 2012

Spore Emigranti. L’Alfa e l’Omega


So che in molti attendono un mio commento sulla mia non certo volontaria ed entusiastica emigrazione.
Beh, piano piano, a pezzi e bocconi, sono riuscito a mettere assieme un ragionamento che spero sia sensato.
Andar via non è stata una vera scelta.
Restare o andare. Se resto mi devo accontentare di un lavoro meno qualificato e di servizi inferiori, se vado lavoro, reddito e servizi saranno superiori ma perdo la mia Terra e la mia Comunità... 
Mica è stato questo il ragionamento che ho potuto fare.
No, bisognava andare e basta!
Grazie al perverso meccanismo dei contributi minimi di Inarcassa, per esempio, non mi era rimasta altra scelta che trovare un lavoro entro poche settimane o fronteggiare i mastini di Equitalia.
Magari ci si aspetta che spari fuoco e fiamme, che inveisca, che sfoghi in parole scritte la rabbia.
Ma di quella rabbia non c’è traccia, qui, a Nord della Linea Gotica.
Solo pietà.
Andiamo con ordine.
Io non me ne sarei mai voluto andare da Matera.
Ho fatto di tutto per  potermi costruire una vita ed una carriera accettabili a Matera.
Sognavo una vita fatta di lavoro, scoutismo ed impegno sociale.
E domeniche passate tra un Reparto, una famiglia e gli amici.
Ho combattuto tantissimo per questo, ma non sono riuscito a raggiungere questo risultato.
Io non ci sono riuscito.
Non c’è stato un complotto mirato per impedirmelo.
Quindi, non intendo incentrare il mio racconto su quanto siano state stronze le circostanze.
Lascio volentieri ad altri il pianto greco.
La mia storia inizia con la chiusura dell’azienda per cui lavoravo a Taranto.
E’ passato un anno da allora.
E dopo quest’anno di battaglie ho dovuto prendere la via del nord.
E’ stato un anno di guerra.
Vi racconto un  esempio spero paradigmatico: a Gennaio rispondo ad un annuncio di lavoro di un'azienda privata pugliese. Dopo 14 minuti dall'invio della mail vengo contattato telefonicamente e mi si fissa un appuntamento. Seguono i rituali tre colloqui e proposta di assunzione finale. Sembra tutto a posto ma si deve aspettare “l'ok burocratico” del principale cliente dell'azienda per la cui commessa verrei assunto. Un Ente Pubblico con sede in Basilicata. Certo, in prospettiva si prevedono altri  incarichi presso altri clienti, ma, per ora, si deve iniziare da lì. Da febbraio 2012, fino a Luglio, il vostro ingegnere aspetta paziente tenendosi in contatto periodicamente con l'azienda barese che avrebbe davvero bisogno di inserirmi lì dove vorrebbe. Ma l'”Ok burocratico” non arriva, finchè, a  Luglio, è ormai evidente che  non arriverà mai. Giusto per colmare la misura vengo ufficiosamente informato del fatto che un pezzo di quello che avrebbe dovuto essere il mio lavoro su server Linux lo sta facendo, invece, un consulente esterno che fa il pendolare dal Nord Italia. 
E’ stato quando ho ricevuto questa notizia  che ho deciso di emigrare... 
E di esempi come questi ne potrei descrivere altri: finanziamenti per bandi vinti e mai arrivati o, tanto per riderci su, un contratto da me firmato con un ente pubblico per un lavoro di breve durata (1 mese) che mi ha obbligato a mantenere aperta la partita iva, che doveva iniziare subito dopo la firma per poi essere rimandato sine die di settimana in settimana senza spiegazioni impedendomi, per mesi, di impegnarmi altrimenti: per completezza di ragionamento, sappiate che l'azienda pugliese di cui sopra avrebbe voluto offrirmi un breve contratto su Bari sperando che la situazione lucana, nel frattempo, si sbloccasse, ma ho dovuto rifiutare proprio a causa di questo contratto già firmato di cui poi non si è saputo più nulla. 
Io, gli impegni con lo Stato (Inarcassa, Ordine degli Ingegneri, fisco) li devo rispettare, ma, ovviamente, non vale il viceversa.
Chissà cosa sta facendo, ora, in questo momento, il dipendente pubblico responsabile di questo evento.
Sarà tranquillo a casa sua coi pensieri di tutti gli uomini...
Già...
Il succo del discorso è che un lavoro avrei anche potuto trovarlo se non fosse stato per la Repubblica Italiana e per i suoi ‘servitori’ locali, in questo caso.
O se avessi voluto ‘accontentarmi’.
Ma ad un certo punto ho detto basta.
Da un giorno all’altro.
Non ce la facevo più a vivere in questa sospensione del tempo omicida.
Mi sono reso conto di non essere riuscito a raggiungere l’obiettivo e che bisognava cambiare strategia e tattica.
Questa cronaca non sarebbe completa senza affrontare l’argomento “Partito Democratico”.
Come credo sia evidente dai fatti, il mio non è stato un tentativo clientelare, nè, purtroppo, un tentativo riuscito.
Tentativo di cosa?
Ma di fare Politica.
Non di riformare, aggiustare, sistemare, ripristinare, correggere.
Solo di agire in base ad un pensiero meditato.
Ho consumato molte energie nella Segreteria del Partito Democratico Materano e non sono affatto soddisfatto dei risultati.
Di risultati pratici, praticamente, non ce n’è.
Politicamente, invece, qualcosina c’è.
Roba simbolica, si intende.
Ma concreta in un momento storico in cui idee realizzabili sembrano tabù nella Politica.
E’ stato dimostrato che è possibile parlare di argomenti come le energie rinnovabili, le nuove forme di lavoro, gli spazi di aggregazione giovanile, la speculazione edilizia e l’ovvio software libero anche nelle stanze del Direttivo del Partito Democratico materano.
Insomma, se un simpatizzante del PD volesse sapere se casomai qualcuno nel PD di Basilicata abbia mai parlato di altro rispetto al solito potrebbe andare a dormire tranquillo, se ciò gli bastasse per conciliarsi il sonno.
Il che, ovviamente, non può essere.
Questa esperienza mi ha lasciato un sapore agrodolce.
Quello di una vita agra per ignavia di ben precise scelte fondate su paura ed egoismo a breve termine.
E dolce per l’incredibile ricchezza umana di chi cerca l’incontro anche dove, secondo i moderni canoni del nuovo che avanza, ci dovrebbe essere solo violento e spietato scontro.
Le persone del Partito Democratico che porto nel cuore non sono poche e mi hanno insegnato molto.
Per me l’esperienza in Segreteria è stata una vera e propria scuola di Politica, ma, come per tante altre cose, anche di questa esperienza ne usufruiranno altre Comunità.
Ne ho già parlato precedentemente nel mio blog, ma ora vorrei quantificare un minimo.
Cosa perde Matera dalla mia emigrazione?
Una certa competenza tecnica in ambiti specialistici: sistemi aerospaziali, impianti fotovoltaici, sistemi IT piuttosto sofisticati e capacità di gestire le infrastrutture IT con sistemi open source.
E ho potuto constatare che parte di queste competenze si sono quasi estinte sul territorio materano.
Un Capo Scout brevettato: ad occhio, direi che una ventina di ragazzi materani all’anno non potranno correre lungo il sentiero educativo scout.
I Boy Scout sono spesso pubblicamente derisi, ma le liste d’attesa dei gruppi materani sono sempre ben satolle e lunghe ...
Più una discreta capacità di operare nel sociale e nel volontariato aggiuntive allo scoutismo (vedasi PD e Linux Day ad esempio).
Tutto questo ora passa a Casalecchio.
Il resto appartiene al privato.
L’unica sofferenza inquantificabile.
E di cui ritengo fuori luogo parlare ulteriormente qui.
Alla fine una cosa l’ho capita:
cambiare le cose non è impossibile, a patto che si lasci perdere l’idea di cambiare le cose.
Possiamo cambiare solo noi stessi.
Non gli altri.
Ecco perchè, ultimamente, sto passando molto tempo a pensare ai miei errori.
E ho praticamente smesso di pensare a quanto i i fattori esterni abbiano danneggiato il mio tentativo di vivere a Matera.
No, mi sono convinto che analizzare le altrui mancanze e le altrui scorrettezze sia tempo perso.
Mi sono laureato, sono tornato, ho cambiato un paio di lavori, è successo quel che è successo e francamente la domanda che ritengo abbia senso è: “Dove ho sbagliato?”
Cosa avrei potuto fare diversamente?
Per esempio, anche la recente vicenda del Linux Day materano, se ci penso la prima cosa che mi chiedo è:” Dove ho sbagliato? Cosa ho fatto di sbagliato che ha impedito la nascita di una Comunità vitale ed autosufficiente?” 
E’ un dato di fatto.
Sono stati i miei errori a costringermi all’emigrazione.
Io ho sbagliato a fidarmi di imprenditori scorretti, io ho sbagliato nel mettere energie in cause perse, io ho sbagliato nell’impiegare il tempo in iniziative controproducenti.
Sono i miei errori che pago, non l’indifferenza e l’egoismo di altri.
L’indifferenza, i sorrisetti di compiaciuta commiserazione (finchè parli di spostare qualche centinaia di migliaia di €uri dalle tasche di Micro$oft a quelle dei laureati materani, ma appena inizi a parlare di cemento e mattone subito si accende la spia rossa e diventano sorrisi zannuti), l’ignavia pervicace mi suscitano solo pietà.
Poveretti coloro che avrebbero dovuto semplicemente lasciar fare, neppure fare.
Ma la cui paura li ha dominati fino ad impedire che altri agiscano per il bene comune.
Un mese fa mi sono messo in macchina e sono partito per il Nord.
Statisticamente, altre 4 persone hanno lasciato la Basilicata con destinazione Nord quello stesso 3 Ottobre.
Molte relazioni si sono lacerate quel giorno.
E altre sono nate subito dopo.
Ma il più grigio e squallido cielo padano è senz’altro più colmo di Speranze rispetto all’azzurro più puro che si staglia sul più bello degli scorci del Parco della Murgia.
Inseguiamo la Vita e lasciamo indietro Nostalgia a combattere in retroguardia.

26 ottobre 2012

Spore emigranti: spora 3, il Linux Day 2012,

Per la prima volta in 6 anni l'ultimo sabato di Ottobre mi vedrà a spasso invece che impegnato nei frenetici preparativi per il Linux Day.
Il Linux Day è un evento che mi ha dato molto.
Umanamente.
Le persone che ho conosciuto organizzando quelle poche ore ogni anno mi hanno cambiato la vita.
Quest'anno ci abbiamo provato, ad organizzare il Linux Day nonostante tutto.
Ma non è andata.
O, meglio, ho appreso ieri che qualcuno un Linux Day l'ha organizzato davvero a Matera.
Gli faccio i miei auguri.
Ma questo episodio è un'ennesima dimostrazione della debolezza strutturale della Società Materana.
Per settimane gli organizzatori del Linux Day hanno cercato aiuto, supporto, qualcuno a cui lasciare 'le chiavi' della macchina, ma niente. Scarsi riscontri.
Poi, a 24 ore dall'evento, si scopre che qualcuno un Linux Day l'ha organizzato, senza farne punto parola sul sito istituzionale del locale LUG o su facebook.
Un ennesimo esempio di politca dello zero a zero.
Davvero, non capisco. Io sto con le chiavi di un'auto (non mia) gridando che voglio cederne  la guida ma c'è sempre qualcuno in giro disposto a spaccare il vetro e rompere il bloccasterzo piuttosto che prendere le chiavi dalle mie mani.

Quasi quasi installo Windows 8 :P


19 ottobre 2012

Bologna, l'Agesci, sorrisi lontani

Bologna ti accoglie bene.
Col sorriso.
Sorridono tutti.
I colleghi, i vicini, le persone sull'autobus e le cassiere dei supermercati.
Se, al centro commerciale, studi più di dieci secondi un'etichetta una signora magari si fermerà a chiacchierare con te tra le corsie dei templi moderni.
Ma Bologna ti accoglie anche con una Comunità Capi aperta e pronta a spalancarti le porte.
Purtroppo ho poco tempo per descrivere in dettaglio la bella serata di questa settimana in cui sono stato ospite della Comunità Capi del Casalecchio 1.
E' stata una riunione preparata con cura proprio sul Progetto Educativo di Gruppo ed il ruolo della Comunità Capi.
Il linguaggio, i contenuti, i sorrisi, mi sono stati subito familiari.
Bologna è accogliente, è vero, ma niente è accogliente come una casa ed una famiglia.
E l'Agesci è anche casa e famiglia per chi è lontano dalle proprie.


10 ottobre 2012

Spore Emigranti. Spora 2: tamburi lontani


Laggiù stanno succedendo ovvie e ripetitive cose turche in ambito che non definirei di urbanistica se non parecchio ubriaco.
Sul merito ho poco da ripetere rispetto a quanto scritto tante, troppe volte, su questo blog.
Censimento delle case vuote e sfitte da parte di un ente indipendente, primo ed indispensabile passo antecedente alla costruzione di un singolo pollaio.
Ma non è di questo che voglio scrivere.
Ecco:
Vale la pena anche solo leggerle certe notizie?
La domanda non è retorica.

1 ottobre 2012

Spore Emigranti. Spora 1: il vuoto professionale

Facciamo finta che il post sull'emigrazione io l'abbia già scritto e voi già letto, così come quello sul PD Materano ecc ecc ecc.
Magari li scriverò, una volta sistematomi.
Invece ora scrivo due righe su un fenomeno in cui mi sono imbattuto, appunto, emigrando.
Quello dell'assenza di un successore professionale.
Intendiamoci, non è che io abbia un parco clienti gigantesco, quindi statisticamente la cosa forse non fa testo.
Però, ad esempio, fino all'anno scorso sapevo che più o meno eravamo in tre a fornire un certo tipo di servizi IT entrato sull'Open Source e su GNU/Linux.
Quando si è trattato, quindi, di chiudere i contratti coi miei tre clienti tre, ci siamo trovati nell'imbarazzante situazione di non avere altri professionisti sotto mano disponibili a gestire il passaggio di consegne.
E non sto parlando di particolari soluzioni Linux, ma di banali faccenduole Windows!
Almeno non su Matera.
Pare che sia arrivato buon ultimo anche nella corsa all'emigrazione
Solo su Bari abbiamo trovato qualcosa, ma con disponibilità e prezzi ben diversi da quelli abituali.
Consentitemi la polemica col sorriso: è sempre molto divertente assistere all'illuminazione di persone che scoprono lì per lì che i costi di trasferta non li paga Zio Paperone e che quel lavoro fatto alle 11 del mercoledì può costare anche il triplo se fatto alle 9 del Sabato...
O che la 'reperibilità' è un servizio che si conttrattualizza prima e si paga poi!
Ovviamente fermi tutti: il mio mercato è troppo piccolo per poter generalizzare più di tanto, so solo che per garantire configurazione e progettualità del dato sistema X (anche basato su Windows, eh) le competenze locali si sono apparentemente estinte.
Lascio ogni considerazione ai miei sessanta lettori quotidiani ...