9 giugno 2015

Comando e Controllo di Eric Schlosser: scienza e tecnologia dell'Apocalisse

Come i miei affezionati lettori sanno  tra i miei interessi c'è la Storia del XX secolo.
Così, quando mi sono ritrovato in Feltrinelli "Comando e Controllo di Eric Schlosser" non ho esitato ad acquistarne l'ebook.
Si tratta di un racconto a doppio binario: un incidente tecnologico e la storia e la gestione (ma anche l'evoluzione) della tecnolgia del caso: le armi nucleari americane.
Come si gestisce un arsenale nucleare?
Come si fa ad impedire che una bomba atomica scoppi perchè l'aereo che la trasporta precipita per un incidente?
Come si impedisce che un pilota di caccia impazzito faccia esplodere la bomba atomica che trasporta?
Come si impedisce l'uso non autorizzato e il furto  e, soprattutto, come si lancia un attacco nucleare?
In un'epoca in cui le armi nucleari non erano montate solo, come noto al grande pubblico, sui bombardieri del "Dottor Stranamore" o sui Missili Intercontinenatli (ICBM) di "The Day After", ma sui missili aria aria dei singoli caccia, sui missili contraerei, sui siluri dei sottomarini e pure sui proiettili di Bazooka a disposizione di un sergente di vent'anni la risposta non può che essere avvincente.
L'autore racconta i problemi, gli incidenti, l'evoluzione di un sistema di comando e controllo che doveva essere in grado di consentire al Presidente degli Stati Uniti, magari svegliato nel cuore della notte, di decidere se i Sovietici stessero lanciando un massiccio attacco nucleare agli USA, uno limitato all'Europa e consentirgli di ordinare un contrattacco minimo o generalizzato.
Internet, i Computers moderni e la telefonia cellulare derivano direttamente da questi giganteschi sforzi tecnologici e scientifici.
Parallelamente, l'autore narra la storia di un singolo incidente: a un tecnico sfugge un attrezzo, l'attrezzo cade in una botola, rimbalza, perfora il sottile strato di metallo che protegge il serbatoio...
Il serbatoio di un ICBM con una testata nucleare...
Le due descrizioni convergono nel finale:
La capacità umana di organizzazione non è all'altezza dei rischi impliciti in certe nostre attività organizzate.
E questo vale per i grandi impianti chimici e soprattutto per ogni attività nucleare.
I nostri sistemi complessi sono generalmente pensati così: se X si guasta prevediamo che X1 ripari il guasto.
Se Y si guasta Y1 rimedierà al guasto di Y.
Purtroppo, è difficilissimo riuscire a prevedere l'accoppiamento letale tra Y ed X e troppo spesso è succeso che il guasto di Y, pur riparato da Y1 per tempo, abbia bloccato X1 e lasciato, quindi, campo libero al catastrofico guasto di X.
Sfortunatamente per tutti questo libro non narra di un periodo della nostra storia archiviato.
Se il mondo è stato sull'orlo del baratro nucleare per la rivalità di russi ed americani, una rivalità tra popoli lontanissimi che si temevano senza odiarsi, cosa dire del mondo di oggi e di domani in cui l'orlo del baratro è affollato da Indiani e Pakistani, Indiani e Cinesi, Iraniani e Israeliani, NordCoreani vs resto del mondo?
La tragica attualità di questo bellissimo saggio ne rende più che urgente e necessaria la lettura perchè se una testata nucleare custodita in un silo blindato negli USA è una minaccia attuale per l'umanità cosa pensare di quelle sparse in depositi improvvisati nel Pakistan Occidentale?

Nota sull'edizione in e-book:
per quanto assai economica rispetto al prezzo di copertina dell'edizione cartacea (12€ vs 28) è fatta veramente coi piedi. Il disegno è illegibile e visualizzare le tante e interessantissime note una tortura.
"Prendo il .doc lo metto in calibre, spingo su converti in epub e ho un ebook"
Così mi pare abbiano ragionato gli editori.
Per non parlare del DRM che non funziona.
Un pessimo servizio all'editoria digitale.

5 Km in 20 minuti all'ora di punta in Grandi Città, parcheggio incluso. How To.

E' passato un anno da quando ho iniziato ad andare a lavorare in bicicletta.
E no, non solo durante le belle giornate d'Estate.
Sono andato a lavorare in bici con la pioggia e con temperature sottozero.
Quando ha nevicato sono andato a piedi, eh.
Ma per il resto sempre e solo bicicletta.
Perchè?
Ho preso questa decisione per motivi assolutamente pratici.
Andare in auto implicava:

  1. esborso di una forte somma di denaro per acquistare una seconda auto;
  2. esborso di una maggior somma di denaro per mantenerla;
  3. usura dell'auto soggetta a percorsi brevi (non ideale per una diesel Euro5);
  4. gasolio, almeno 1 - 2 € al giorno;
  5. esborso di una piccola somma di denaro ed investimento di almeno almeno 4 ore di tempo libero a settimana per andare in palestra per impedire alla panza di comportarsi come la Russia e debordare sulla scrivania;
  6. Impiegare molto meno tempo all'andata (5-7 minuti massimo dall'uscita di casa alla timbratura cartellino) e lo stesso tempo, se non di più, al ritorno  (15-20 minuti tra code ai semafori e ricerca parcheggio)
  7. Comodità di poter fare la spesa andando al centro commerciale direttamente dall'ufficio
E no, non c'è un punto "arrivare in ufficio asciutti se piove"  ma ne parliamo dopo

Andare in bici implica:

  1. acquistare una bici (€ 150,00);
  2. acquistare gli accessori (€ 50,00);
  3. impiegare sempre lo stesso tempo ad andare e tornare (10 minuti);
  4. risparmiare sulla manutenzione e sul gasolio della prima auto (e coi soldi risparmiati al punto successivo può essere tenuta in efficienza con meno angustie);
  5. evitarsi l'acquisto manutenzione e mantenimento di una seconda auto (mettete voi qui un bel cifron€);
  6. fare esercizio fisico sufficiente ad eliminare il punto 5 della lista precedente, ossia panza piatta (ehm, pecollinare, insomma, non alpina) senza dover andare in palestra;
  7. fare esercizio fisico esattamente quando serve di più, ossia alla fine della giornata lavorativa tornando a casa, vi assicuro che 10 minuti di pedalata lasciano indietro e... a piedi stress e problemi di ufficio... in ufficio.

Quindi, crepi la logorrea, andare in bici al lavoro si risparmia un sacco, proprio un sacco e, in più, si resta in forma dato che nel pacchetto è incluso l'equivalente di un paio di ore di palestra settimanali.
Come bonus ci si rilassa.
Ci tengo a sottolineare che la scelta della bici è completamente ed assolutamente anti-ideologica: la macchina la continuiamo ad usare per fare la spesa, ad esempio, ma non prendiamo la bici perchè 'si deve'.
E come fai?
Come faccio?
Come faccio a fare, in 20 minuti quello che tu, in genere fai, in poco meno di un'ora?
In media, in 20 minuti si percorrono sempre 5 km.
E, siccome un disegno vale più di cento parole, ecco qua:
qui sotto ci sono tre cartine di città italiane con un percorso di circa 5 km ognuno.









Si tratta di percorsi da me scelti a caso eh, non li ho mai  fatti nè in auto nè in bici.
Ma sono ragionevolmente certo che a farli in auto in certi giorni e a certe ore il tempo di percorrenza si misuri in multipli di quello fatto in bici, che sarebbe quasi certamente di venti minuti.
Ah, dimenticavo: tu, dopo un'ora di coda devi pure parcheggiare...
Magari queste mappe vi hanno stuzzicato, quindi ecco come mi sono organizzato io:

Primo punto: essere visti

Ho aggiunto alla bici delle lampadine a led a batteria che tengo sempre accese in modalià intermittente.
Un'altra la tengo sullo zaino.
In più il mio impianto luci è sempre efficiente.
Di fatto, di notte, sono più visibile che di giorno.

Secondo punto: e se piove?

Poncho per l'estate, ovvio.
In più due altri accessori:

pantaloni antipioggia, che coprono dalla punta delle scarpe (incluse) al petto stile Fantozzi,
guanti termici in gomma.

Vi assicuro che nell'inverno padano non sono mai arrivato in ufficio bagnato e neppure umido.
Anzi, i colleghi in auto si bagnano dal parcheggio agli uffici, io no...

Tutto qua?

Tutto qua.

Una bici decente, luci supplementari, abiti antipioggia (aggiungiamoci un paio di occhiali di plastica trasparente se vi va per difendervi dal vento e dagli insetti) e un pizzico di voglia di cambiare
Ora, non sto dicendo che TUTTI possono usare SEMPRE la bici.
Sto solo suggerendo di pensarci.

Ad esempio, se vivessi a Matera non potrei, ragionevolmente, pensare di arrivare fresco di deodorante in ufficio a meno di usare una bici a pedalata assitita.
Ergo, se non abitate in città di pianura dovrete valutare gli sforzi.
Poi, la distanza: è vero, 5 km si fanno in 20 minuti, nel peggiore dei casi si è a un'ora da casa a piedi ma per distanze più lunghe ognuno deve valutare da sè.
E poi non è che in bici si deve andare tutti i giorni, magari per esigenze particolari (accompagnamenti, spesa, altri impegni) uno prende regolarmente l'auto, non è mica un tabù.
Però, pensateci.
Non servono tanti soldi per iniziare e nemmeno tanto tempo per iniziare ad avvertirne i benefici.
Dopo una settimana già inizierete ad ingranare.
Certo, non è tutto oro:
lo stato delle strade italiane è quello che è:

Perchè i ciclisti vanno a zigzag? Al 99% perchè ci sono delle buche per terra che tu automobilista nemeno vedi ma che ucciderebbero i ciclisti.
Perchè non andate a destra rasenti i marciapiedi come i Tornado pancia a terra in una  missione di bombardamento?
Perchè ci sono altri ostacoli che voi automobilisti non vedete:
altri auomobilisti parcheggiati, i pedoni col giornale (sic.), i rami degli alberi ed altra vegetazione sporgente, le caditoie.

Bisogna prendere dimestichezza con la strada, guardare negli occhi gli automobilisti ed imporsi: siamo veicoli, teniamo la destra ma non siamo di ostacolo alla circolazione se non scortichiamo il marciapiede come non lo sono gli automobilisti fermi in coda al semaforo ...
Semplicemente ci siamo pure noi con tasse regolarmente pagate, tasso di inquinamento stratosfericamente inferiore e anche occupazione di spazio inferiore. La prossima volta che vedi un ciclista davanti a te pensa all'ultima volta che sei rimasto al semaforo perchè un automobilista se l'è presa comoda e ha rallentato col verde lasciandoti inchiodare davanti al rosso... Ogni ciclista davanti a te è una macchina in meno davanti a te in coda, un concorrente in meno al parcheggio sotto casa...
Quindi, se andiamo a 20km/h a 2/3 di corsia sorpassaci come se fossimo un'auto e basta senza bestemmiare, probabilmente non ti diamo spazio semplicemebte per sopravvivere: il codice della strada non è un patto suicida. Prenditi il tempo per sorpassare se davanti a noi la strada è libera, recuperera dopo col tuo potente motore. Del resto, non ci sorpassi accelerando e tagliandoci la strada con coda di auto a 20 m davanti pur di farci dispetto?
Continua pure a farlo...
Ci sarebbe molto altro da aggiungere, certo, magari rimandiamo ad altra occasione.
Però, la prossima volta che vi trovate a percorrere un mezz'ora 3-4km di code in una bella giornata di primavera, magari per poi bestemmiare per un parcheggio andando...in Palestra... Beh, pensateci.
L'automobile è uno strumento meraviglioso.
La bici pure.
Usiamoe quando è meraviglioso usarle: la bici quasi sempre, l'auto sempre, se devi trasportare 4 casse di birra, altrimenti...

27 maggio 2015

il MIUR si accorda con Microsoft: non si esce vivi dagli anni 90.


Trovo scandaloso l'accordo stretto dal Ministero della Pubblica istruzione con Microsoft.
Non tanto per le ovvie considerazioni etico-economiche, tutte giuste ma che, sulla carta della lettera del protocollo hanno minore peso, in quanto non è previsto un esplicito acquisto di licenze.
Ma proprio per il concetto di fondo, quello della formazione a docenti, amministrativi e studenti.
A cura di un ecosistema oggettivamente superato come quello del software proprietario:
tutto il web gira su un ecosistema fondamentalmente aperto, giusto per fare un picciol esempio ...
La cosa scandalosa è che l'accordo è antiquato.
Sarebbe stato ingiusto dieci anni fa.
Oggi, invece, è banalmente antiquato.
Il MIUR non fa un pessimo servizio al Paese semplicemente per questioni di Software Libero e diritti e libertà.
No.
Fa un pessimo servizio perchè propone a Docenti, Amministrativi e Studenti un modello buono per gli anni '90.
Grazie Matteo, #cambiaverso, magari con una macchina del tempo ti riesce meglio.
Con la #buonascuola punti al XIX secolo, per il software giustamente hai scelto qualcosa di più recente, la fine del XX.

26 maggio 2015

Zibaldone di Compleanno

 Se noi non restiamo indietro gli altri come avanzano?


 #labuonascuola


salvatemi dalle conseguenze di #matera2015

16 maggio 2015

La buona scuola e i miei futuri voti a Forza Nuova o Lega o Casapound o...

Chi legge da un po' questo blog sa.
Chi, invece, si trovasse da queste parti per caso, sappia che il mio partito politico ideale è una forza di sinistra laica e moderata, qualcosa tipo il PD come lo immaginava Pippo Civati tempo fa.
Il progetto di riforma della Scuola portato avanzi dal Governo Renzi mi sta così disgustando per l'ennesima truffa subìta (laureati lavorando con 110 in tempo esatto in una Laurea Abilitante e/o fai un costoso TFA e poi vediti cancellare tutti i sacrifici fatti) dallo Stato Italiano che mi sta facendo meditare misure drastiche.
Ho lasciato il PD da olre un anno e non ho più trovato alcun sostituto politico nè a livello locale nè nazionale.
La buona scuola di Renzi me lo ha fatto trovare in fretta.
Non bisogna astenersi.
Bisogna votare quello che, cari concittadini, vi rompe più le palle.
Quello che vi farà più danno.
Quello che più vi farà soffrire.
I fasci? 
I fasci.
Io quelli voglio vedere al potere, quelli che vi toglieranno tutto.
Perchè se io non ho più niente dovrei lasciarvi tranquillo e rassegnato la vostra pappagorgia?
Sono anni che la Repubblica Italiana fotte la mia famiglia cambiando le regole del gioco: ti iscrivi coi minimi all'ordine degli Ingegneri? E io ti moltiplico i contributi retroattivamente costringendoti ad emigrare per pagarli.
E non ho voglia di fare tutti gli altri casi che mi sono toccati in sorte.
Quindi?
Tanto peggio tanto meglio.
Niente astensione per vedervi poi prevalere coi vostri pacchetti di voti mafiosi o cammellati.
No.
Si deve votare il peggio.
Quello che più vi rompe i coglioni.
Quello che più vi spaventa.
A Renzi se non voto più il PD e me ne sto a casa non gli frega niente.
Gli frega se voto un altro che lo farà stare rapidamente sereno.
E io (noi) così farò.
Elezione dopo elezione voterò il peggior candidato possibile per il Paese perchè non voglio più stare sereno.
Voglio stare disturbato.
Perchè bisogna stare molto disturbati per rasserenarsi con un bel corso di tedesco.
E tornare religiosamente in Italia a votare il più distruttivo dei partiti.
Così, per ricambiarvi la cortesia.


15 maggio 2015

il pastafariano riluttante

Qualche giorno fa, mi è capitato di incontrare su Facebook una fotografia che mi ha fatto sorridere.
Un cartello scritto a penna appeso ad un portone in cui si annuncia un Rosario in presenza del parroco sotto il porticato condominiale ed un secondo cartello, sempre scritto a penna, appeso subito sotto, che annuncia per l'indomani una cerimonia religiosa pastafariana.
Sono ragionevolmente sicuro di due cose:
il rosario si è tenuto, la cerimonia pastafariana, no.
Essere Cattolici ehm, meglio Credenti, non è mai stato facile.
I Cristiani sono stati perseguitati, poi persecutori.
La ruota sta girando di nuovo.
Se in troppe parti del mondo la Testimonianza è davvero un Martirio, da queste parti ci si deve rassegnare ad un innocuo e continuo sberleffo che ha, tuttavia, conseguenze pratiche sempre più serie.
L'Italia avrebbe davvero tanto tanto bisogno dell'unità delle forze riformatrici, cronicamente in estrema minoranza numerica.
E, invece, io, Capo Scout, Cattolico, Ex PCI, Ex PDS, Ex Sinistra Civatiana PD, Riduzionista, non sono considerato un partner affidabile dai puri di cuori del laicismo militante.
Da sempre favorevole alla scuola pubblica e laica, favorevole alla separazione tra Stato e Chiesa più netta possibile e convinto che la Forza della Chiesa sia inversamete proporzionale ai suoi conti in banca e alle sue espressioni di Potere Temporale, mi posso ben permettere di affermare che  manifestazioni tipo sentinelle in piedi vanno perfettamente a braccetto con alcune perle dell'UAAR che, spesso, stanno dalla stessa parte: quella dell'intolleranza.
Un po' come SS e NKVD...
Oggigiorno  il motto è: i Cattolici più sono invisibili meglio è.
Da un lato mi devo sentire uguagliato alle eresie varie pronunciate da quello che il convento passa per politici in TV, i vari supercattolici inquisiti ladri mafiosi difensori delle famiglie (avendone 2 o 3) omofobi, sessisti e baciapile.
Dall'altro , per fortuna, vengo preso per il culo per la mia Fede piuttosto regolarmente.
Per fortuna lo scrivo non ironicamente, ma perchè Gesù ci aveva avvertiti tutti  che saremmo stati presi a bombe incendiarie (Medio Oriente, Africa, Subcontinente Indiano, Cina) o a pernacchie (Italia).
Mi sta bene rivedere Concordato e renedre la società Italiana più laica, semplicemente perchè ritengo giusto allargare e non restringere la libertà di pensiero e perchè ritengo che una Chiesa libera dal ferro e dall'oro assumerà meglio la sua missione se legata solo al legno della Croce.
Ma, se la religione è un fatto privato deve essere confinata nelle mura delle parrocchie e delle case?
E quindi abolire le processioni perchè danno fastidio? 
E allora perchè consentire le manifestazioni antispeciste? 
Dopotutto, abbiamo la teoria dell'evoluzione di Darwin dalla nostra parte.
E i raduni di ciclisti? Non rompono le scatole a tutti gli automobilisti?
E come si permettono di voler abbassare l'IVA sui libri, detassate gli alcolici piuttosto.
E come mai non c'è la coda per l'abolizione delle vacanze di Natale, di Pasqua, Ferragosto ecc.?
Oh, avessi mai sentito di un genitore che non manda il figlio a religione e che fa causa alla scuola perchè il 25/12 è chiusa.
In altri termini, siamo davvero davvero sicuri, cari atei (non laici), di desiderare un mondo in cui una Maestra non possa regalare un tau ad un suo alunno che fa la prima comunione?
Non vi puzza un po' di 1984 una cosa del genere?
Un mondo in cui nella scuola pubblica non ci sia l'ora di religione mi sta bene.
Uno in cui comandi un antipensiero unico un po' meno.
Chi Crede lo faccia solo a casa sua?
Beh, questo non mi sta bene, non mi sta bene neppure se fosse ugualmente applicato a tutti, perchè è ipso facto una compressione del mio essere.
Io non porto Testimonianza alle pareti di casa mia, ai cristi appesi al muro nelle aule scolastiche o nei tribunali.
Io la porto al Mondo.
Quello reale, quello vero, fatto, da queste parti, da una informe maggioranza di Cattolici di facciata, una minoranza di praticanti ed un'altra minoranza di persone di altre o nessuna religione.
Io esisto, esattamente come il cielo.
Fatevene una ragione.
Non per me, eh, lo dico per voi:
se mettete un cartello con su scritto che l'indomani si terrà una funzione pastafariana e la funzione poi non c'è...
Non sarà che questo cartello era solo contro altri esseri umani e non per voi?
Faccenda che ha un nome preciso. Intolleranza. 
Della stessa famiglia di ISIS, Torquemada e Lega Nord.
'na roba brutta.

1 maggio 2015

Sette Punti Neri: tracce del popolo della Gioia

Ho ricevuto in dono questo prezioso, piccolo libro.
Non è un romanzo.
Non è un manuale.
Non è una raccolta di racconti.
E' la storia di Cocci e del suo viaggio per ritrovare i suoi sette punti neri perduti dal suo avo nel trambusto del diluvio universale.
E tornare ad essere una Coccinella.
Cocci si mette in cammino, incontra formiche, rane, scoiattoli, fino all'Aquila sulla cima del monte.
Cocci, ad ogni incontro, cresce e sulla sua corazza rossa compare un punto nuovo.
Cocci impara ad accettare il cambiamento, a chiedere aiuto e a darlo, a collaborare e a cambiare.
Cocci diventa Coccinella, come il bimbo diventa ragazzo.
E, per farlo, ha bisogno di amore, sì, ma anche di fiducia nel proprio cambiamento.
Serve un riferimento.
Ad esempio la grande quercia, la cui storia è narrata in poche pagine di un lirismo struggente.
Serve la capacità di considerarsi non monadi ma parti di un unico consesso umano.
E, per impararlo, non basta una vita.
Io non riesco a credere alle mie dita quando le vedo tracciare questa dichiarazione d'amore per il Metodo della Branca L/C in generale e per le Coccinelle in particolare, io, vecchio repartaro incallito e roverista impenitente.
Eppure, forse proprio perchè la gioia è così rara in questo mondo, un testo come questo che insegna a seminarla, coltivarla e, con pazienza, lasciarla crescere naturalmente con fiducia, mi ha colpito profondamente e mi ha spinto a metterlo in pratica.
Sette punti neri non è un testo su cui è adattato un metodo educativo come il Libro della Jungla di Kipling, è un testo che nasce con un metodo, lo completa e ne è strumento.
Imprescindibile lettura non solo per i capi delle Coccinelle, ma per tutti quelli della branca L/C.

25 aprile 2015

Ma solo per pochi


70 anni: il ciclo della vita

Settant'anni.
Di cui fare memoria.
Di far festa non ho voglia.
Ricordiamoci, quindi, che una spietata dittatura fascista condusse il Paese al disastro facendo ammazzare quasi mezzo milione di italiani e un sacco di Etiopi, Yugoslavi, Greci, Russi, Francesi Americani ed Inglesi.
Che ci condusse all'invasione straniera ed alla Guerra Civile.
E che il Paese fu liberato da tale dittatura dalle truppe alleate con il contributo del rinato Esercito Italiano e dei Partigiani.
Settant'anni fa i Partigiani entravano a Milano, liberandola.
Ricordiamo.
E oggi?
Cosa resta di quei valori in questo Paese?
In  questa Europa cieca e divisa, stanca per il troppo masticare?
Ai nostri confini, la Guerra.
L'atroce mattanza siriana ignorata da anni dalle bandiere che sfileranno oggi, il copia incolla Libico...
Nel nostro cuore, invece, il Campionato di Calcio...
Posso ricordare ma non ho nulla da festeggiare.
Forse, 70 anni sono troppi ed è meglio iniziare a lavorare ad una nuova liberazione.


24 aprile 2015

La Sentinella di Claudio Vergnani

A me è venuta in mente l'Anabasi di Senofonte.
Non subito, a metà.
La prima parte del romanzo è scappata via in un vorticare di pagine cambiate inseguendo il protagonista nel suo percorso di selezione.
E' un romanzo rapidissimo che ti toglie il fiato, scritto in un italiano corretto, mai ambiguo e scorrevole.
E' un romanzo differente dai precedenti, originale nell'impostazione e nell'idea di fondo:
una distopia quasi-apocalittica (le cose si sono messe male ma non così male) in cui le conseguenze con cui fare i conti non sono quelle di una guerra, di una invasione aliena o di una catastrofe ambientale.
No. Sono le conseguenze di una pessimamente gestita  rivoluzione pacifint-spirituale.
Troppo buoni hanno pensato di esser diventati gli uomini,troppo distaccati dalle necessità materiali.
E se non c'è più nessuno disposto a lavorare perchè è meglio godersi i gigli dei campi le cose possono andare davvero storte...
Il libro inizia con una fuga che poi si trasforma in una caccia, dove fuggitivo e inseguitore, cacciatore e preda non sono ruoli meramente canonici.
La vera novità di questo romanzo è nella sua inattesa, inaspettata, piega spirituale.
Claudo Vergnani ci ricorda quanto sia pericoloso camminare con la testa all'insù senza guardare dove mettiamo i piedi.
Ma il suo protagonista non può fare a meno di guardare il cielo alle fine delle sue avventure.
Che, poi, questo cielo si trovi nell'umanità più feroce ed emarginata, poco importa.
Gli uomini che vogliono vivere in Pace credono.
Gli altri si lasciano ingannare dai desideri altrui.
Grazie, Claudio, mi hai donato due giorni di adrenalina vegliando con la tua Sentinella.
Alla prossima ...



PS: nota polemica (alla cortese attenzione degli editori): l'E-Book.
Nel 2015 l'e-book non può mancare.
Ho comprato il libro all'istante.
Ma avrei volentieri comprato Libro + E-Book per poter leggere all'istante, leggere comodo e ovunque.
E invece no: aspetta il pacco, aspetta di essere sul divano ecc ecc ecc.
Aspetta di tornare a Matera se hai voglia di rileggerti la trilogia vampirica...
No, no.
Non va.
Del resto, poi, a pensarci bene, in Italia stiamo, mica si può pretendere Case Editrici con efficienza diversa da quella italica media...