6 aprile 2022

Le Quattro Giornate di Napoli o l'8 Settembre?

Le Quattro Giornate di Napoli o l'8 Settembre?


Saratov, Russia, 24 Aprile 2022


Il Colonnello Pavel Leonidovich Sergetov uscì di umore cupo dal briefing di pianificazione della missione, nonostante fosse evidente che i rischi fossero minimi per non dire trascurabili.

Tutto il volo si sarebbe svolto su territorio amico, il supporto elettronico e la scorta caccia sarebbero stati formidabili.

Ma, dopo due mesi di guerra, non riusciva a prendere alla leggera nemmeno un volo di addestramento.

"Yurij" disse rivolgendosi al Capitano Yuij Dimitrovich Pavolv che era l'ufficiale alle armi.

"Voglio che testi i Kh-101 due volte e che controlli i waypoint tre volte. Le immagini degli obiettivi ce le consegnano tra poco".

La missione sarebbe stata effettuata da due coppie di Tupolev Tu-160M "Cigno Bianco" con il supporto di MiG-31 e Su-35.

Avevano 12 ore per i preparativi.

I giganteschi bombardieri sembravano api regine accudite da un nugolo di operaie.

Tecnici, veicoli e piloti si affannavano attorno ai velivoli per approntarli.

Le grandi stive bombe venivano caricate con cautela, senza fretta.

Sergetov supervisionò personalmente il carico di ognuno dei  36 missili più il carico speciale destinato al quarto bombardiere.

La missione non era neppure cominciata e lui già si sentiva stremato.

Per fortuna sarebbe stata breve: meno di cinque ore di volo dal decollo all'atterraggio. 

Niente rifornimento in volo.

Pavel sentiva le porte dell'inferno aprirsi ad ogni passo che percorreva.

Il piano era sensato.

Rischioso, ma sensato.

Ma cosa era andato nel verso giusto negli ultimi due mesi?

Le notizie che filtravano dal fronte attraverso i firewall della censura erano cupe.

L'aviazione era un club ristretto e non si potevano nascondere le chiacchiere sulle perdite al fronte.

Calò la notte.

Da lì non si vedevano i lampi della guerra.

Una coppia di TU-95 Bear decollò rumorosamente.

I giganteschi bombardieri ad elica decollavano ogni notte per attaccare obiettivi in Ucraìna, ma la scarsità di missili da crociera ne limitava l'impiego pratico.

Ben presto, nelle tenebre, arrivò il suo turno.

Cielo sulla Russia Occidentale, prime ore del 25 Aprile 2022


Il 121° Reggimento Bombardieri Pesanti della Guardia stava iniziando una nuova guerra o avrebbe contribuito a vincere quella in corso.

Più a nord, due aerei radar Beriev A-50 si stavano addentrando nel territorio della Bielorussia scortati da caccia Su-35.

4 MiG-31M del 790° Reggimento Caccia Intercettori si alzarono in volo dalla base aerea di Khotilovo/Borisovskiy tenendo alla loro sinistra la lunga linea del fronte con l'Ucraìna.

Sul Baltico, poi, era prevista la presenza massiccia di caccia Flanker,

Far decollare 4 bombardieri da 275 tonnellate non era un compito banale.

I sedici uomini si incontrarono per chiarire gli ultimi dettagli prima di indossare tuta di volo ed equipaggiamento

Ma alla fine della lunga procedura Pavel si ritrovò schiacciato dall'accelerazione impressa dai 4 motori Kuznetsov NK-32 i cui postburciatori lasciarono una scia di fuoco e luce, l'unica luce nelle tenebre della guerra.

Ma per lui c'era solo quella degli strumenti.

Il suo equipaggio era silenzioso e occupato.

Una volta impostata la rotta, a lui non rimase molto da fare.

Non era necessario svegliare mezza Russia andando a velocità supersonica e il volo continuò tranquillo ad alta quota a 520 nodi.

A sinistra, di tanto in tanto, i sinistri bagliori delle esplosioni in Ucraina si levavano dall'orizzonte lontano.

"Nostre o loro?"

All'altezza dell'Autostrada Briansk Gomel la formazione virò ad Ovest puntando direttamente su Varsavia.

"Ci siamo" Pensò il pilota.

Inizia la giostra.

Non era possibile nascondere 4 bombardieri che volavano in alto, anche a 400 km dalla frontiera Polacca.

La comunicazione di Vanya, il capitano addetto ai sistemi difensivi, arrivò precisamente quando prevista: "Rapporto ESM, i radar di ricerca NATO in Polonia stanno raggiungendo la soglia di rilevabilità: ci vedranno entro un minuto al massimo".

Il Generale a bordo dell'aero radar più arretrato diede l'ordine.

I 4 bombardieri Tu-160 iniziarono la loro accelerazione fino a superare la velocità del suono.

Il Tu-160 poteva raggiungere Mach 2, ma non avrebbero raggiunto quella velocità durante l'azione.

Ma era fondamentale per il piano che i 4 bombardieri si avventassero verso lo spazio aereo polacco a velocità supersonica. 

L'azione sarebbe durata pochi minuti.

Cielo sulla Germania centrale, prime ore del 25 Aprile 2022.

Due mesi di belligeranza in Europa non avevano compunque portato la noia a bordo dell'Aereo Radar NATO E-3 che orbitava pigramente in costanti ellissi sopra la Germania.

L'aereo riceveva informazioni da tutti i sensori NATO a nord delle Alpi.

"Oh bella" Disse un operatore Belga quando nel giro di pochi secondi troppe cose andarono storte.

"Generale, abbiamo 4 Blackjack in avvicinamento su rotta 268, distanza 1400 km, velocità 700 nodi e in aumento. Puntano su Varsavia. Poi, sul Baltico abbiamo un improvviso traffico di  radar Irbis-E a tutta potenza".

In pochi concitati minuti il quadro si fece ancora più fosco.

"I Blackjack si avvicinano a mille nodi, abbiamo  conferma di almeno 6 Flanker che puntano verso Tallinn dal mare e... Generale, 4 MiG-31 hanno appena acceso il radar, abbiamo rilevazioni di Zaslon a sud di Minsk".

Era molto improbabile che i russi stessero per iniziare un attacco alla NATO, ma tante cose atrocemente improbabili erano diventate una crudele realtà, se non per i negazionisti, negli ultimi due mesi.

Il generale non poteva ignorare i fatti.

"Scramble Polonia e Baltici".

Nonostante la crisi in atto, c'erano solo 8 intercettori disponibili per coprire la Polonia e gli stati Baltici pronti al decollo, ossia in QRA: Quick Reaction Alert.

La situazione era inquietante ma non necessariamente pericolosa.


Cielo della Bielorussia, prime ore del 25 Aprile 2022

I bombardieri rallentarono bruscamente al di sotto della velocità del suono per sganciare le armi e iniziare subito dopo la virata che li avrebbe ricondotti alla base.

"Yurij, vai, spara!"

I tre Tu-160 armati di missili Kh-101 iniziarono a lanciare i 36 ordigni che trasportavano in totale.

Ormai erano ben dentro il raggio d'azione dei radar della difesa aerea polacca e l'improvviso aumento della segnatura radar dei bombardieri causato dall'apertura della stiva bombe non poteva essere interpretato ambiguamente.

Il Kh-101 era un missile da crociera stealth, ma questo non voleva dire che fosse completamente invisibile ai radar, solo che la distanza da cui poteva essere individuato era ridotta, soprattutto a bassa quota.

Ma, nella fase di lancio, a breve distanza dai radar mobili polacchi installati in prossimità della frontiera bielorussa, erano perfettamente rilevabili.

Sull'Aereo Radar NATO le bestemmie, tuttavia, furono immediatamente sommerse da un'ondata di panico quando il quarto bombardiere russo sganciò il suo carico.

Tonnellate di chaff vennero sganciate dalle prime due stive bombe, mentre dalla terza si sprigionò una potentissima ondata di disturbi elettronici.

L'enorme nuvola di chaff  composta da milioni di trucioli metallici tagliati in dimensioni diverse per riflettere le frequenze dei vari radar NATO e l'ondata di disturbi accecarono per lunghi minuti la difesa aerea NATO a Nord delle Alpi.

L'allarme generale iniziò a propagarsi dall'Aereo Radar ai vari comandi di difesa aerea nazionali.

I missili viaggiavano tra 700  e 970 km orari e avrebbero impiegato meno di mezz'ora a raggiungere Varsavia.

Lentamente, la  nuvola di chaff si disperse e, man mano che il bombardiere dotato di contromisure elettroniche speciali si allontanava, i radar NATO riconquistarono efficienza.

La situazione sul Baltico fu la prima a chiarirsi: i caccia flanker avevano fatto retro front.

Anche i MiG-31 avevano spento i radar e avevano preso una rotta verso Est seguendo i bombardieri in ritirata.

Ma i missili?

I caccia NATO  sui cieli polacchi furono inviati, radar accesi, a cercarli tra Varsavia e la frontiera con la Bielorussia.

Ma fu presto chiaro che era stato solo un crudele scherzo dei russi:

i missili erano probabilmente diretti a sud, verso la regione di Leopoli

Crudele ma costoso: 36 missili erano più di quanti ne avessero mai usati i russi dopo la prima notte di guerra.

Crudele e basta: dove avrebbero colpito questa volta?

Un F-16 ebbe un contatto radar con alcuni missili che confermava l'ipotesi e fu tutto.

Gli ucraini erano già stati avvisati della strana incursione e furono avvisati anche dell'attacco in corso.

Effettivamente, i missili si diressero a bassissima quota verso Leopoli.

Oltrepassarono la città ad Est e proseguirono verso sud.

Uno fu abbattuto da un SAM Ucraino, gli altri 35 proseguirono a bassissima quota.


Cielo dell'Ungheria, prime ore del 25 Aprile 2022

Il Kh-101 volava a 30 metri di quota sul terreno guidato da un sistema di navigazione inerziale assistito da satelliti gps russi GLONASS.

Inoltre, era dotato di un sensore elettro-ottico in grado di riconoscere la mappa del terreno memorizzata nel computer di bordo correggendo la rotta in maniera del tutto indipendente da sorgenti di dati esterne.

Il missile non era dotato di radar e non emetteva, pertanto, nessuna radiazione elettromagnetica che potesse essere intercettata.

I 35 missili superarono la frontiera ungherese e si diressero verso Budapest.

Nessun intercettore NATO, però, era in volo sull'Ungheria.

E non c'era un E-3 ad orbitare a sud delle Alpi a fare da aereo radar sui Balcani.

I missili furono scoperti a ovest di Debrecen, ben dentro lo spazio aereo ungherese.

E la rotta non lasciava molti dubbi sull'obiettivo: poteva essere Budapest, ma a che pro bombardare la capitale del paese più amichevole verso la Russia? Poteva essere Lubiana, ma a che pro attaccare una piccola capitale di un paese disarmato? E poteva essere Aviano.

Al quartier generale della difesa aerea NATO (Integrated Air and Missile Defence System) fu dato l'allarme generale.


Cieli dell'Italia, prime ore del 25 Aprile 2022

In Italia decollarono caccia da Grosseto e da Aviano stessa.

4 Typhoon e 4 F-16.

La notte dell'Italia settentrionale fu squarciata dai bang supersonici dei typhoon che volavano verso nord nel disperato tentativo di arrivare a portata dei missili russi che si dirigevano verso Aviano.

L'Ungheria non era certo il paese più ostile alla Russia di Putin ma era comunque un Paese NATO e gli unici 2 caccia Gripen in servizio di allarme si alzarono in volo dalla base aerea di Kecskemét, ma i missili erano troppo vicini e i jet ungheresi non riuscirono ad intercettarli subito e si misero all'inseguimento.

Così, mentre ad Aviano suonavano le sirene dell'allarme aereo gettando nel panico più completo la popolazione, i missili arrivati al Danubio cambiarono rotta virando bruscamente a sud.

Tutti salvo uno, che malfunzionò e proseguì verso Ovest schiantandosi senza esplodere nel lago Balaton.

I due Gripen Ungheresi ripresero il contatto col piccolo stormo di spietati assassini meccanici poco prima del confine ungherese con la Serbia.

I due caccia avevano 4 missili AMRAAM a guida radar e 4 Sidewinder a guida infrarossi in tutto e lancirarono gli ordigni  sui bersagli rilevati dal radar di bordo e dai sensori a infrarossi (IR) dei Sidewinder.

Abbatterono 4 Kh-101, poi i missili entrarono in Serbia e i jet ungheresi fecero dietro front.

30 missili proseguirono la loro corsa verso Sud ma un altro si schiantò nelle montagne della Bosnia.

Ovviamente, dalla Serbia non arrivarono informazioni sui missili in volo.

A questo punto, i bersagli dei missili sarebbero potuti essere ovunque, dalla Romania alla Grecia all'Italia meridionale.

A Gioia del Colle i 2 Typhoon in QRA furono raggiunti sulla pista di decollo da altri due caccia  mentre ad Amendola i 2 F-35 in QRA si tenevano pronti.

Le poche batterie di missili antiaerei SAM Spada sparse per la Penisola erano in allarme.

Tutti gli aerei dotati di missili aria aria disponibili nel cuore della notte di un giorno festivo erano o in volo o pronti al decollo.

Ma non ci fu tempo per approntarne altri.

Dopo lo scramble inutile verso la frontiera con la Slovenia gli F-16 e i Typhoon di Grosseto si erano diretti a Sud-Est lungo l'Adriatico paralleli alla costa della Croazia.

E finalmente individuarono i 30 missili russi all'altezza della costa del Montenegro.

A quel punto tutti i caccia disponibili decollarono da Gioia del Colle, Amendola e Trapani.

I radar della difesa aerea inquadrarono i 'vampiri' in arrivo subito dopo.

I missili erano ventinove.

Gli aerei NATO in volo a portata utile dei Kh-101 erano dieci con un totale di 40 missili aria aria.

Furono lanciati tutti.

Tre non funzionarono.

Dodici mancarono il bersaglio ma 25 fecero centro.

4 Missili passarono.

I SAM Spada a presidio della Base di Gioia del Colle non avevano un radar sufficientemente avanzato  per individuare i missili stealth russi a grande distanza e ne abbatterono solo 1.

L'Italia aveva, a poche centinaia di KM dall'obiettivo dei missili russi, una fabbrica in grado di produrre missili superfice aria efficaci contro la minaccia in arrivo.

Ma la popolazione del Bel Paese ha sempre preferito vendere ottime armi all'estero piuttosto che comprarle.

I 3 missili superstiti colpirono la base distruggendo uno dei preziosissimi Typhoon, un Hangar e un deposito munizioni la cui corazzatura resistette e non ci furono esplosioni secondarie.

Quattro militari restarono uccisi, dieci feriti.

Il Presidente della Repubblica era stato svegliato quando i missili si erano diretti verso Aviano e fissava impietrito l'alba del 25 Aprile sorgere su Roma.

Il Colonnello Pavel Leonidovich Sergetov stava atterrando a Saratov con lo stesso sguardo cupo.

La difesa aerea della NATO poteva essere bucata con facilità.

Gli Italiani erano avvertiti, non si sarebbero fatti trascinare in una guerra non loro. Questo diceva il piano di Mosca. La NATO sarebbe stata spezzata politicamente e in cambio l'Italia avrebbe ricevuto gas e petrolio. L'opinione pubblica italiana era stata lavorata a dovere per decenni, inoltre, i russi non avevano sparato sulla base NATO di Aviano ma solo su quella italiana di Gioia del Colle.

Il Colonnello russo e il Presidente italiano condivisero lo stesso pensiero.

L'Italia avrebbe invocato l'Articolo 5 del trattato NATO?

Il Presidente sapeva di dover parlare alla Nazione ma sapeva anche che sarebbero stati gli italiani a decidere.

Come per le Quattro Giornate di Napoli o l'8 Settembre 1943.

Arrendersi o reagire?


Note: 

non ho indagato a fondo sul numero di intercettori in QRA effettivamente disponibili ma i gruppi italiani di intercettori Typhoon sono 3 più uno su F-35 al momento.

Non ho fatto indagini troppo approfondite nemmeno sulla dislocazione dei radar e sulle batterie di SAM Spada.

Sono stato piuttosto ottimista col rateo di intercettazione dei missili russi.

In altre parole, il racconto non è tecnicamente accuratissimo. Le conclusioni sì.

3 aprile 2022

Italiani: volete un aumento di stipendio e più soldi alla sanità? Comprate intercettori e contraerea (e andate in bici)


Produttività.

Da più di vent'anni, quella italiana è immutata.

Il Paese non cresce e gli italiani sono inamovibili.

E questa è una realtà su cui non spreco ulteriori parole.

Niente smuove gli italiani, niente.

La Pandemia sarebbe stata un'ottima occasione per rivoluzionare la mobilità urbana incentivando l'uso delle biciclette.

E invece (poco o) niente.

Anche gli effetti dell'antropocene ormai inogppugnabili (non piove da mesi a Nord e il Po è ridotto alla portata della Gravina di Matera) dovrebbero spingere gli italiani ad abbandonare il più possibile i combustibili fossili.

E invece niente. 

L'impennata del prezzo dei carburanti? 

Neppure: tutti in auto come al solito.

E, a quanto pare, nemmeno la Guerra smuove gli italiani.

Le altre nazioni europee hanno deciso di cambiare e stanno cambiando.

L'Italia no: al netto delle preoccupazioni per il prezzo della benzina, la Guerra di Putin in Ucraìna occupa le prime pagine e le TV ma non quella parte del corpo degli italiani dedicata al 'movimento'.

Per dire, la Germania riarma, le nazioni neutrali del Nord pensano di unirsi alla NATO.

L'Italia non fa nulla.

Nulla.

Non riarma, non disarma, niente

Business as usual.

Gli stessi slogan, le stesse fazioni, la stessa immobilità di sempre.

Non entro assolutamente nel merito della tragedia ucraina in questa sede.

Eppure c'è un evidente filo che lega il rifiuto della bicicletta come mezzo di trasporto urbano al rifiuto di prendere atto delle implicazioni dell'aggressione russa all'Ucraina.

Ossia, l'incapacità di reagire all'evidenza.

Sia per le bicilette che per la contraerea.

Come scrive Luca Ricolfi ne "la società signorile di massa", gli italiani non leggono, non studiano ma giocano.

E anche l'inutile agitarsi sui media di queste terribili settimane è solo un altro gioco perchè non ne consegue alcun mutamento delle posizioni dell'opinione pubblica.

Se due mesi fa si fosse posta la domanda "Lei ritiene che l'uso dell'auto privata, date le circostanze, vada disincentivato" dubito molto che i risultati sarebbero molto diversi oggi.

Ed inutile anche pensare a fare paragoni su eventuali domande sulla Difesa: tempo perso.

Quindi, direi di fare esasttamente il contrario delle preferenze della maggioranza degli italiani.

Andare in bici, costruire una difesa aerea.

Vedrete che a muoversi secondo evidenze vi aumenta anche la busta paga.

E anche a comprare qualche batteria di missile antimissile, se andassimo in bici aevoglia a soldi in più per la sanità...

20 marzo 2022

La fortuna del dilettante

Come si fa ad interpretare la massa delle informazioni sulla Guerra in Ucraìna?

Non è per niente facile e il motivo principale è che le nozioni di base per decifrare l'accaduto non si trovano sulla  stampa nè in tv e nemmeno sui social.

Da quando ho un blog sulla geopolitica più o meno le ho azzeccate tutte.

Vabbè, non era difficile prevedere che la fine del potere di Deterrenza Occidentale unito al Pacifintismo a senso unico delle opinioni pubbliche del Mondo Libero avrebbero condotto ad un disastro.

Dunque, io ho fatto il classico e sono laureato in Ingegneria Aerospaziale (vecchio ordinamento) .

Sono un Capo Scout brevettato con tanto di corso di accensione dei fuochi.

Sono formato nell'antincendio e nel primo soccorso.

Ho anche in saccoccia un corso sulla sicurezza nei cantieri edili secondo un norma ormai non più in vigore.

Ah, ho anche un attestato di progettista di impianti fotovoltaici.

E i miei titoli formali finiscono qua.

Quindi, come mai (senza falsa modestia) mi sento in grado di decifrare i report specialistici saltando a piè pari giornali e TV?

A causa di un lungo studio personale suffragato dal successo nell'interpretazione degli eventi: potete trovare su queste pagine le mie preoccupazioni per le implicazioni dell'intervento russo in Siria, dell'impunità concessa a Putin per i bombardamenti a tappeto su Aleppo nel più vergognoso silenzio dei pacifinti e analisi della scarsa efficienza della macchina bellica russa.

Ma, come diceva il Maestro Alberto Manzi: Non è mai troppo tardi.

Il primo suggerimento, ovvio, è leggere testi specifici iniziando dalla storia.

E' essenziale farsi un minimo di competenze in storia militare: senza avere una idea dell'evoluzione delle armi almeno dalla Prima Guerra Mondiale in poi la sequenza degli accadimenti sul campo è semplicemente incomprensibile. Bombardamento strategico, supporto aereo ravvicinati, blitzkrieg, superiorità aerea, intercettori, guerra elettronica, operazioni ibridie e operazioni multidominio, bolle a2/ad, missili superficie aria, antinave, aria superficie: sono solo alcuni dei più importanti concetti da assimilare. Non è che si deve diventare specialisti del ramo ma almeno si deve avere la cognizione del significato, tipo la differnza tra 'tampone' e 'mascherina'.

Non guastano, poi, i classici, giusto un paio di esempi: Ascesa e declino delle grandi potenze, di Kennedy. Il Declino della Violenza di Pinker

Il secondo suggerimento è di leggere Rivista Italiana Difesa. Ci sono poche altre riviste specializzate in edicola ma non le leggo per mancanza di spaziotempo e denaro. 

Attenzione, le riviste del settore soffrono di quasi ottant'anni di ostracismo da parte di mezzo paese e i toni possono sembrare sopra le righe ma il contenuto è quello che conta.

All'inizio, ovviamente, i termini tecnici saranno piuttosto astrusi e incomprensibili.

Tuttavia, alcuni concetti chiave dovrebbero rendere il lettore volenteroso capace di emanciparsi abbastanza in fretta dalle castronerie che abbondano in telegiornali e talk show.

E ricordiamoci sempre tutti: Deterrenza Esclude Violenza.

L'Esercito Europeo: da qualche parte si deve pur cominciare


Se ne parla tanto, ma ci si pensa poco. 

Comincerei dalle regole:

La missione?

Difesa delle nazioni UE sullo stile delle Forze di Autodifesa Giapponesi

A chi risponde?

Senz'altro ad un organismo eletto dai cittadini. In questa fase al Parlamento Europeo. Un sistema di sicurezza europeo serio richiederebbe senza dubbio la revisione degli attuali trattati costitutivi dell'unione.

Da chi è composto?


Da cittadini UE che, nel prestarci servizio, si dimettono dagli eserciti di Provenienza (se ufficiali/sottufficiali/soldati già in servizio). 

E che succede dopo il congedo?


Una opzione di carriera chiara nella UE o una pensione decorosa. Inoltre, l'ex soldato dell'esercito europeo può scegliere la cittadinanza della nazione  che preferisce.

E poi dalla sostanza:


Quanto deve essere grande?


Il minimo indispensabile per difendere l'UE. In prima battuta dire che dobbiamo cominciare con almeno una Divisione (12 Battaglioni di Manovra), meglio un Corpo d'Armata (una quarantina di battaglioni).
A regime dovrebbe avere le dimensioni dei 2/3 della somma degli attuali eserciti dell'UE.
E la capacità di difendere lo spazio aereo dell'UE.
Queste dimensioni consentirebbero l'indipendenza dell'UE con un drastico risparmio sulle spese militari rispetto alla somma di quanto gli stati UE spendono oggi singolarmente.
Ah, si intende: dalla squadra in su ogni unità deve essere multinazionale.

Come deve essere equipaggiato?

Credo che sia il punto più delicato. Vanno preservate le varie industrie nazionali favorendo la razionalizzazione. Come nella barzelletta

Il paradiso è:
un poliziotto inglese,
un cuoco francese,
un tecnico tedesco,
un amante italiano,
il tutto organizzato dagli svizzeri.

L'inferno è:
un cuoco inglese,
un tecnico francese,
un poliziotto tedesco,
un amante svizzero,
e l'organizzazione affidata agli italiani.

Direi che in prima battuta i carri armati li fanno i tedeschi, gli aerei i francesi e le pistole gli italiani. Le navi non so.

Sarebbe anche importantissimo, come gesto contemporaneamente simbolico e sostanziale, fondare le accademie unificate per ufficiali, sottufficiali e soldati delle tre armi.
L'esercito europeo dovrebbe cominciare attingendo dagli eserciti esistenti, ovviamente, ma dovrebbe avere quanto prima una sua infrastruttura formativa indipendente dai singoli eserciti.

Deve essere dotato di armi nucleari?


Sì, con esplicita politica del No First Use. La Francia ha l'infrastruttura necessaria da cui copiare/importare. Non servirebbero migliaia di testate, solo il minimo indispensabile per una deterrenza credibile. Direi, ad occhio, le stesse dimensioni dell'arsenale francese. Senza la Bomba non c'è indipendenza. Un fatto increscioso ma c'è ben poco da fare. In caso si scelga di non dotarsi di armi nucleari inutire discutere di uscita dalla NATO o sua riforma. Ah, meglio una UE con suo esercito e senza armi nucleari che niente eh...

Ma, fatta l'Europa, in attesa di avere gli europei, chi lo comanda?


I francesi, ovviamente: hanno l'infrastruttura nucleare e anche una organizzazione militare 'da grande potenza'. Questo non vuol dire che 'comanda Parigi', solo che gli ufficiali con le necessarie competenze per operazioni sono, al momento, per lo più francesi: hanno una forza nucleare, capacità di proiezione, portaerei e sottomarini nucleari, cose così.

E la NATO?


La NATO per come è ora diventerebbe obsoleta.
Ovviamente (beh, non certo per gli Europei che odiano più gli USA che Putin o gli Ayatollah) non ha alcun senso che l'UE si contrapponga agli USA. Una new Nato con dentro USA, UK, EU, Norvegia e Turchia sarebbe  parecchio più equilibrata.

Di converso, banalmente, una EU fuori dalla NATO e neutrale rispetto agli USA avrebbe bisogno di spendere molto di più di quanto spendono ora i singoli stati dell'UE, vanificando, nella pratica, i vantaggi dell'unificazione militare.

Ma è davvero possibile?


Nel 1939 successe quello che è successo. E nessuno avrebbe potuto pensare che vent'anni dopo l'Europa sarebbe stato un posto pacifico, anzi, il più pacifico della storia dell'umanità.
Chi di voi si aspettava una guerra europea con missili e bombardieri l'anno scorso?
Quindi non vedo perchè sia così difficile, nella pratica, prendere un terzo dei soldi che i paesi UE spendono in armi e usarli per la transizione ecologica dotando, contemporaneamente, l'Unione Europea di una potere di Deterrenza  verso le Autocrazie che manco Bud Spencer...


Foto da https://www.federalismi.it/focus/index_focus.cfm?FOCUS_ID=99&focus=special

7 marzo 2022

Pazzi e no

Una delle lezioni che l'Occidente sta imparando (e, a giudicare dalla prevalenza di bandiere anti-NATO rispetto a quelle ucraine nelle piazze italiane, direi ad eccezione del Bel Paese) è la differenza di razionalità soggettiva del comportamento delle autocrazie.

Putin non è pazzo, come non è folle Kim.

Le azioni di Putin, infatti, sono perfettamente razionali dal punto di vista di un Autocrate; non lo sono dal punto di vista della Russia.

Cosa se ne fanno negli ospedali russi di una Ucraina sottomessa? Cosa se ne fanno le scuole russe di una Crimea ufficialmente annessa? Cosa se ne fa l'economia russa di una repubblichetta del Donbass riconosciuta solo dalla Russia? E che paura possono avere gli abitanti di San Pietroburgo di inesistenti missili NATO sotto il controllo della pacifica popolazione di Riga?

In altri termini, le Autocrazie & Assimbilabili (dall'Egitto all'Iran, dalla Cina alla Corea del Nord) vanno comprese per quello che sono: corpi estranei nella Storia del XXI secolo e dell'Antropocene. E vanno trattate nè più nè meno come entità pericolose, ossia con tutte le cautele del caso.

Meno 'affari' si fanno con loro meglio è e bisogna imparare a pagerne il prezzo (esempio per l'Italia: le armi all'Egitto, armi che ci fa un gran comodo vendere ma anche più comodo che siano gli Egiziani a usarle in vece nostra). Eccetera.

Mentre l'Umanità dovrebbe compattarsi per affrontare le conseguenze del Riscaldamento Globale non sarebbe proprio il caso di fare i conti con questa differenza tra idea ed azione. Purtroppo le Autocrazie, fino al 24/02/2022, erano in forte ascesa. Metà italiani le amano e l'altra metà si illude che sventolando la bandierina "no NATO" la Cina disarmi.

Dopo il 24/02/22 in Occidente si stanno aprendo molti occhi. A parte il Covid cinese, la repressione a Hong Kong, i missili di Kim e altre piacevolezze del genere non sono più argomenti lontani e irrilevanti, ma un rischio concretissimo da Lisbona ad Amburgo, da Ottawa a Tokio.  Il problema di Putin è la democrazia, non la NATO. E le motivazioni per la Guerra di Putin sono di Putin, inutile cercarle tra le oggettive esigenze della Russia: divergono

5 marzo 2022

La Cortina di Ferro, XXI Sec. Edition

Replica di mio commento Social: non so per quanto tempo continueranno le operazioni militari ad alta intensità in Ucraina, spero il meno possibile. Spero che gli Ucraini costringano Putin ad 'accontentarsi' di Crimea e Donbass salvando l'indipendenza ma ci credo poco. Quello che so è che la nostra guerra, _SENZA_ operazioni militari con Putin durerà ANNI. Per l'UE (prima ancora che per la NATO) It's a fight to death e non perchè l'autoritarismo putiniano sia incompatibile con l'UE ma perchè non c'è più modo di fidarsi di questa Russia. Per esercizio vi lascio lo schieramento del CENTAG fino alla fine degli anni '80 in Germania (l'esercizio è rintracciare l'equivalente schieramento sovietico nei paesi del Patto di Varsavia e fare il confronto di forze tra l'aggressiva NATO e la difensivissima Armata Rossa amante della pace).





Ecco. Visto lo schieramento? Ora grazie a Putin e nonostante l'opposizione dei suoi fan di fatto in Occidente ci tocca ricostruire lo stesso, solo che invece che nel cuore della Germania bisognerà schierare abbastanza truppe per difendere la nuova cortina di ferro calata tra Putin ed Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Fino a quando? Fino a quando non serviranno più. 

PS: Nota sui 'giustificazionisti'. Ammettendo per assurdo che ci sia un fondamento di verità nelle pretese assurde che ho letto in giro:

L'invasione della Polonia del 1939 superò i difetti del trattato di Versailles del 1919. L'Operazione Barbarossa del 1941 superò la blasfema alleanza del trattato Molotv Ribentropp del 1939. Per non parlare della garanzia data all'Ucraina dalla Russia in cambio della rinuncia all'arsenale nucleare post sovietico. Per non parlare di tutte le spergiure promesse di non aggressione di Putin fino al 23/02. Coraggio, Compagni, entriamoci col cuore in questo 24/02/2022, non restiamo ancorati al 23/02

25 febbraio 2022

Il Conto del Macellaio




Non importa come finirà la Guerra di Aggressione russa all'Ucraina.

Molti di noi hanno capito che Pace, non violenza, fratellanza e Progresso si porsono perseguire solo se i Putin del caso sono messi in condizione di non nuocere.

Ho fatto l'uscita scout di febbraio in maniche corte.

Sono preoccupatissimo per il Clima e ritengo che l'Umanità dovrebbe unirsi in uno sforzo comune per rimediare o almeno attutire la catasrofe incombente.

Ma l'orrore che viene dall'Ucraina non ammette altra via.

Se la Russia di Putin ha rispolverato le politiche imperiali di sempre, temo che alle democrazie occidentali non resti che rispolverare la strategia difensiva della Lunga Pace.

Bisogna ripristinare in pieno il potere di deterrenza che ha tenuto l'Armata Rossa dal suo lato della Cortina di Ferro per 45 anni, sperando che la faccenda duri molto meno 'sta volta.

Alla fine della Guerra Fredda l'Italia schierava:

  • 4 Brigate Corazzate;
  • 10 Brigate Meccanizzate;
  • 6 Brigate Motorizzate;
  • 5 Brigate Alpine;
  • 1 Brigata Aviotrasportata;
  • 1 Brigata Lanciamissili
La situazione attuale è, ovviamente, un bel po' diversa:
  • 5 brigate Leggere;
  • 4 Medie (interamente su blindo 8x8);
  • 2 Pesanti.
L'Italia schierava un paio di migliaia di carri armati, ora ne ha meno di 200.
Ritengo inutile prolungarmi su cifre di Aviazione e Marina, Contraerea e Cannoni.
Tanto il quadro è questo.
Abbiamo meno della metà della forza di un tempo con una potenza di fuoco relativamente anche inferiore (mi riferisco al numero di veicoli corazzati pesanti sostituiti da veicoli ruotati leggeri).
In più si sono aggiunti gli scenari di guerra ibrida, cyber e multidominio che richiedono 'brigate' apposite.

A meno di una netta sconfitta russa che riporti l'Europa lì dove si era interrotta, queste sono le cifre.
Per quest'anno spenderemo per la difesa (cifre stanziate) un po' meno di 26 miliardi di euro.
Scoprendoci nudi, indifesi, impotenti.
Non so stimare se servirebbe raddoppiare o triplicare la cifra per cambiare lo status.
So solo che una eventuale opzione svedese (Yankee Go Home, Via l'Italia dalla NATO ecc.) costerebbe molto di più.
E da buon utopista un Esercito Europeo risolverebbe tanti guai (inclusa la partecipazione asimmetrica alla NATO) ma lo vogliono veramente in pochi,
Ma la cosa ancora più difficile è decidere prima a cosa servirebbe spendere questi soldi.
Tracciare una linea invalicabile oltre la quale le interferenze (e le violenze) delle Autocrazie Orientali sarebbero considerate atti di guerra.
Ci teniamo proprio a vivere nell'Occidente libero della Lunga Pace? O ci va bene la dittatura oligarchica dei ricchi che sorge ad Est?
Insomma, decidere prima da chi e come difendersi: se i russi invadono i Paesi Baltici, per esempio, piccole nazioni indifese, prospere e democratiche, noi che facciamo?
Questo richiederebbe un dibattito serio, informato, democratico.
Basato sui fatti, non sulle opinioni.
Fatti quali quelli (nemmeno troppo importanti) riportati qui sopra.
E non la versione geopolitica di incolpare la vittima di stupro per la minigonna che è giustificare l'invasione russa con il supposto e venturo allargamento all'Ucraina della NATO.
Quindi, pessimisticamente, facciamo che obbediamo agli americani come prima, tanto tra una decina di giorni l'Ucraina finirà in terza pagina.
A meno che si preferisca difendere questo Paese dove non esiste la Polizia Segreta e si può dire anche quello che all'Est sarebbe considerato alto tradimento.
E dove nessuno muore di fame da lungo tempo, uno dei pochi posti al mondo dove questo non accade.
Perchè è un fatto. L'Italia  fino al 24/02/2022  è uno dei posti più Sicuri e Prosperi dell'intera storia dell'Umanità.
A Sud del Rio Bravo, a Sud del Mediterraneo e a Est del Fronte Ucraino (eccetto Australia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Nuova Zelanda), si vive infinitamente peggio (e meno a lungo) della più disperata periferia italiana.
Quindi:
Scegliere, Pagare, o morire.

16 febbraio 2022

Decalogo

Per non ripetermi ad ogni interazione social:




1 - Gli USA minacciarono di invadere Cuba perche l'URSS aveva piazzato sull'isola missili IRBM a testata Nucleare. C'è una analogia con la crisi Ucraina? No: gli USA non hanno piazzato missili a testata nucleare in Ucraina. E non hanno piazzato proprio missili in generale in Ucraina;


2 - la NATO circonda la Russia. No, basta dare un'occhiata alla cartina. In realtà la Russia ha circondato l'Ucraina su 4 lati: dalla Bielorussia a Nord, dal confine Occidentale a Est, dalla Crimea a Sud, dalla Transnistria a Ovest. Si potrebbe anche aggiungere che la Russia circonda le Repubbliche Baltiche ma questo non spinge estoni lettoni e lituani a minacciare guerra;


3 - Anche la NATO ha missili puntati contro la Russia? No, questo tipo di missili (ES: Pershing 2, Cruise  TLAM-N) non è più in uso da parte degli USA e dei Paesi NATO sin dalla fine della Guerra Fredda. La Russia, invece, ha dispiegato centinaia di lanciatori di 9K720 Iskander con una portata di 400 km dotabili di testata nucleare;


4 - Ma la NATO si è allargata ad Est nonostante all'URSS fosse stato promesso il contrario. E' vero, gli USA promisero (solo in un colloquio verbale tra Gorbačëv e James Baker, non via trattato) all'URSS di non allargare l'alleanza ad Est. Ma i cittadini degli stati in questione (Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania) hanno avuto gradualmente sempre più paura della Russia:  la Guerra in Cecenia, quella contro la Georgia, i bombardamenti a tappeto in Siria, l'invasione e annessione illegale della Crimea, il Donbass, l'assassinio col Polonio degli oppositori, l'incarcerazione dei dissidenti;


5 - Ok, ma la Russia comunque vede avanzare una forza ostile ai suoi confini. E' vero, ma l'ostilità dei popoli dell'Est Europa che hanno chiesto (e ottenuto) di entrare nella NATO è dovuta all'occupazione sovietica durata decenni. Quindi la questione è: i popoli di quelle nazioni sono indipendenti o devono considerarsi soggette alla volontà arbitraria del Cremlino?


6 - Ma l'Ucraina vuole entrare nella NATO. Vorrebbe ma in pratica non può perchè finchè le crisi Donbass e Crimea (oltre a quella in corso) non sono risolte non ci sono i presupposti; Piuttosto, l'attuale crisi ha spinto Finlandia e Svezia (neutrale da 200 anni) a chiedere l'adesione alla NATO;


7 - Ma se Putin poi non invade? Avrà comunque raggiunto i suoi obiettivi anche se probabilmente pagandoli molto più salati di quanto calcolato: l'Ucraina resta fuori dalla NATO, le repubbliche del Donbass sono salve, l'annessione della Crimea pure e l'Unione Europea si conferma irrilevante. Inoltre l'impennata dei prezzi di gas e grano rimpinguerà le sue casse. Di contro Finalndia e Svezia si uniranno, probabilmente, alla NATO il che sarebbe una catastrofe strategica per la Russia. La NATO, inoltre, si è ricompattata ed era dagli anni '80' che la Russia non era così temuta da così  tanti europei;


8 - E se invade? Non sono un indovino, ma la sproporzione (non solo numerica) è sbilanciatissima a favore della Russia che è in grado di effettuare operazioni ibride e multidominio oltre a disporre di sofisticate capacità di cyberwarfare e guerra elettronica. Nel caso si dovrebbe fare di tutto per limitare le vittime. Di sicuro la NATO non interverrà ma si rafforzerà negli anni a discapito di una Russia paria.


9 - Quindi Putin ha torto? La domanda non ha senso: Putin è un capacissimo ex ufficiale del KGB, un leader capace che ha riportato la Russia al suo status di Grande Potenza. Ma a che prezzo? Economia in crisi perenne, libertà soffocate, persecuzioni, denatalità, speranza di vita tra le più basse (furbi i comizi senza mascherina a inizio autunno '21) del mondo industrializzato. In altre parole, Putin agisce come un autocrate e ogni confronto con ragioni e torti nel senso delle democrazie occidentali non ha rilevanza;


10 - Ok e ora che si fa? Si studia. Ci si deve rassegnare a studiare. A distinguere una bomba atomica a caduta libera da quelle montate su missili come l'Iskander russo. A distinguere un bombardiere nucleare B2 di base negli USA da un Caccia tattico Tornado dell'aeronautica militare. A distinguere, insomma, tra un'arma offensiva ed una difensiva, tra uno schieramento da primo colpo ed uno difensivo. E poi si deve avere un unico metro morale ed etico: il silenzio delle associazioni pacifiste italiane su Putin è dolorosamente paradigmatico di un fallimento culturale ed etico che spiana la strada ai mali del mondo. In tempi di mutamenti climatici che minacciano l'umanità quasi più della guerra atomica concentrare centotrentamila soldati a circondare una nazione povera e debole è qualcosa di inaccettabile. Sia per chi lo fa che per chi assiste impotente o, peggio, vittima della guerra ibrida dell'aggressore. Inoltre, trovo assurdo che un cittadino occidentale si schieri dalla parte di una dittatura. Criticare la NATO e i governi UE e USA è legittimo, anzi, doveroso. Approvare Putin è diverso da mettersi nei panni dei russi (cosa anch’essa legittima e doverosa).



26 gennaio 2022

Perchè gli Alleati non bombardarono Auschwitz?

L'anno scorso, per la Giornata della Memoria, ho proposto sui social un percorso di riflessione fatto con le copertine di vari libri a tema.

Quest'anno ho deciso di proporre un argomento un po' particolare.

Perchè gli Alleati non bombardarono Auschwitz?

Se cercate su google vi ritroverete un bel po' di risultati in italiano.

Ci sono diversi punti di vista e varie sfumature sul perchè gli Alleati non attaccarono praticamente mai la macchina dello sterminio nazista.

Ma, più o meno, la conclusione è la stessa: benchè nel corso degli anni di guerra i vertici del potere alleato fossero diventati sempre più consapevoli dell'Olocausto in essere, semplicemente, non misero tra gli obiettivi primari la salvezza degli ebrei o, come dichiarò il vice-primo ministro britannico Clement Attlee: «L’unico rimedio reale alla pesante politica nazista di persecuzione razziale e religiosa consiste nella vittoria degli Alleati. Ogni risorsa deve essere impiegata in vista di questo obiettivo supremo».

Vi lascio scegliere tra il complesso di motivazioni che più vi soddisfano:

*  la volontà di evitare che il conflitto si trasformasse in una guerra a difesa degli ebrei;

* l’antisemitismo che circolava nelle grandi democrazie dell’epoca (e, aggiungo io: perchè, ora è diverso?);

* il semplice dato di fatto che la salvezza degli ebrei non era fra gli obiettivi prioritari degli Alleati.

Non affermo che questo mix di motivazioni sia falso.

Tuttavia, ne propongo una più semplice, non esclusiva delle precedenti, ma più basilare.

L'impossibilità pratica.

In tutti gli articoli e i libri che ho consultato non ho trovato praticamente mai riferimento a come si effettuava un bombardamento aereo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sfruttiamo la mia piccola competenza di ingegnere aerospaziale (nonchè di modellista e modesto appassionato di Storia dell'Aviazione).

Partiamo dalla Geografia:

Ci sono circa 1400 Km in linea retta tra gli aeroporti su cui facevano base i bombardieri alleati e la regione polacca di Auschwitz.

Ma i bombardieri dovevano radunarsi dopo il decollo e, per scansare concentrazioni di contraerea  e radar tedeschi, non procedevano di certo in linea retta dagli aeroporti inglesi all'obiettivo: in pratica, per raggiungere un obiettivo distante 1400 km si doveva avere carburante per farne molti di più.

Prima di tutto si deve parlare dei principali tipi di bombardiere usato dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dividiamoli prima in base al peso e al numero di motori.

C'erano i Bombardieri Pesanti, quadrimotori: il B-17 e il B-24 Americani, il Lancaster Inglese.

B-17 (a sinistra) e Lancaster (a destra)

Il Bombardiere Notturno Lancaster

La grande stiva bombe del Lancaster

Il B-17

La più piccola stiva bombe del B-17 USA


Potevano senz'altro raggiungere Auschwitz dalle basi inglesi o da quelle dell'Italia meridionale ma con un carico di bombe ridotto: ad esempio, il B-17 con 3,600kg di bombe aveva un raggio d'azione pratico di circa 700 km, l'ideale per fare Inghilterra-Berlino e ritorno con qualche deviazione per evitare le zone più difese. 

Quindi, per raggiungere Auschwitz il carico bellico sarebbe stato minimo e, in pratica, si era ai limiti del raggio d'azione.

Poi, un maggior numero di Bombardieri Medi e Leggeri, non sto ad elencarne i modelli.

Dotati di due motori erano adoperati per attacchi a bassa quota ma a breve raggio.

Erano, inoltre, molto meno armati dei bombardieri quadrimotori.

E qui ci tocca la seconda (ed ultima) classificazione.

I bombardieri diurni e quelli notturni.

Iniziamo da questi ultimi per scartarli subito dalla nostra disamina:

fin dalle prime fasi della guerra gli Inglesi avevano tentato di attaccare la Germania con l'unica arma a disposizione: l'aviazione. Purtroppo, attaccare di giorno le fabbriche e gli obiettivi militari si dimostrò impossibile: i bombardieri, privi di scorta (all'epoca gli spitfire inglesi non avevano nemmeno il raggio d'azione per arrivare fino a Parigi, figuriamoci a Berlino), venivano letteralmente macellati dagli intercettori della Luftwaffe. Quindi, gli inglesi decisero immediatamente di abbandonare ogni velleità di attacchi diurni agli obiettivi militari e si concentrarono sul bombardamento a tappeto delle città tedesche (e italiane) effettuato di notte. Le perdite di bombardieri rimasero comunque alte e a mala pena sopportabili.

E' evidente che questo tipo di bombardamento è inutile sia per distruggere le ferrovie che i forni crematori e le camere a gas.

Quindi, togliamo pure gli inglesi dal menu e concentriamoci sugli americani.

La dottrina del bombardamento strategico USA (figlia delle idee di un italiano, il Generale Dohuet) prevedeva di attaccare con massicce formazioni di bombardieri pesantemente corazzati ed armati  di numerose torrette difensive munite di mitragliatrici pesanti gli obiettivi militari tedeschi con la maggior precisione possibile per quei tempi.

I bombardieri USA, quindi, trasportavano un carico bellico inferiore a quelli inglesi ma avevano molte più mitragliatrici e corazzatura. Ad esempio, il Lancaster aveva 7 membri di equipaggio e 8 mitragliatrici leggere, il B-17, la fortezza volante, ne aveva 13 pesanti e 10 uomini di equipaggio.

I bombardieri viaggiavano in formazione creando una falange di mitragliatrici pesanti.

Ma fu un massacro lo stesso.

La Luftwaffe, fino a quando non arrivarono caccia di scorta a lungo raggio a cambiare le carte in tavola (in ordine: P-38, P-47 e il definitivo P-51) inflisse  perdite disastrose alle flotte di bombardieri USA (e di fatto bloccò l'offensiva aerea americana).

Parliamo del 25% di perdite per certe singole missioni. Giusto per darvi un termine di paragone, lo sbarco in Normandia sulla spiaggia francese di Omaha comportò per gli alleati un tasso di perdite del 6,76%.

E agli equipaggi dei bombardieri erano richieste 25 missioni di guerra prima di poter tornare a casa.

Certo, non sempre il tasso di perdite era così disastroso, ma per arrivare al 7% (più o meno quello degli americani il giorno dello Sbarco in Normandia) dovettero arrivare i caccia di scorta a Lungo Raggio P-51 Mustang nella primavera del 1944.


Come evidente Auschwitz era al limite del raggio d'azione dei bombardieri alleati

C'è, quindi, un elemento 'umano' nella decisione di non attaccare i campi di sterminio in Polonia

Date un occhio ai film come "Suprema Decisione" con Clark Gable (che sui B-17 combattè davvero) o "Cielo di Fuoco"  con Gregory Peck.

Le perdite tra gli equipaggi di bombardieri erano pesantissime, l'ho già scritto.

Eppure...

I raid erano accuratamente preparati: analisi delle foto della ricognizione, determinazione del tipo di bombe necessarie per l'obiettivo specifico, analisi e rotte per evitare la contraerea e soprattutto: le ragioni dell'attacco. Non si poteva semplicemente dire agli equipaggi (e su ogni aereo c'erano 10 persone): "Ragazzi, sganciate le bombe sul punto x della mappa e buonanotte". Si ragionava così: "Ragazzi, oggi si va a Schweinfurt, se distruggiamo queste fabbriche, anche se un quarto di voi morirà, ne varrà la pena perchè paralizzeremo per mesi l'industria bellica tedesca".

suona un po' diverso da:

"Ragazzi, oggi si va ad Auschwitz a distruggere binari e alcuni edifici, anche se metà di voi morirà, ne varrà la pena perchè, boh, non mi hanno detto il perchè".

Ricordiamo anche che durante la Prima Guerra Mondiale la propaganda alleata contro la Germania 'esagerò' con la descrizione delle atrocità tedesche contro i civili belgi col risultato che, dopo che si scoprì che, appunto, era tutta propaganda, durante la Seconda Guerra Mondiale tra gli alleati occidentali certe affermazioni sui crimini di guerra nazisti erano accolte con relativo scetticismo.

Ora, chiedere agli equipaggi delle fortezze volanti di andare incontro a missioni suicide per un obiettivo 'incredibile' come un campo di sterminio non sarebbe stata una buona idea...

Avrebbe implicato, da parte del governo USA, rendere pubbliche le informazioni sullo sterminio degli ebrei e non oso immaginare che cosa sarebbe successo dopo sui campi di battaglia, ad esempio ricordo che Hitler si rifiutò di usare il gas nervino (scoperto dai tedeschi) e un sacco di soldati tedeschi furono ben lieti di arrendersi agli americani invece di combattere fino all'ultimo, cosa che sarebbe probabilmente successa se gli alleati avessero diffuso certe informazioni.

Inoltre, la missione per bombardare Auschwitz sarebbe stata davvero suicida con un tasso di perdite, data la distanza, anche maggiore del catastrofico 25% di cui sopra.

I caccia di scorta P-51, infatti, potevano scortarli fino a Berlino ma non oltre. E questo solo per pochi mesi utili, per gran parte del tempo di funzionamento di Auschwitz di caccia di scorta a lungo raggio per i bombardieri non ce n'erano punto.

E una volta arrivati su Auschwitz questi bombardieri decimati dalla Luftwaffe, dalla Flak, sparpagliati per il cielo e sotto attacco degli intercettori con a bordo solo pochissime bombe data la distanza dalle basi cosa avrebbero dovuto fare?

Bombardare le ferrovie da 10mila metri? Ma il danno sarebbe stato irrisorio (i binari sarebbero stati colpiti sì e no da 1 bomba su 100, ossia dal carico bellico tipo di 25 bombardieri e in un unico punto) e riparabile in poche ore: sappia il lettore interessato che per paralizzare il traffico ferroviario non si tenta di colpire la singola traversina con una bomba ma si usano caccia bombardieri per distruggere le locomotive... Cosa che gli alleati fecero fin dal primo momento in cui i caccia bombardieri di autonomia e armamento adeguato comparvero negli arsenali, ossia circa dal 1943 ma in Francia e Italia non certo in Germania e men che mai in Polonia.

Oppure bombardare a tappeto il campo senza nessuna velleità di attacco di precisione.

Servivano mille bombardieri per distruggere il centro di una città (in Germania Occidentale, quindi con pieno carico di bombe e caccia di scorta). Quanti ne sarebbero arrivati sui cieli di Auschwitz? Il meglio che ci si sarebbe potuti aspettare (io ad Auschwitz ci sono stato ed è tutto meno di un centro urbano concentrato) è di uccidere qualche centinaio di prigionieri Ebrei e qualche SS e di interrompere le attività della macchina della morte per qualche ora o per qualche giorno al massimo.

Peggio ancora se fossero stati attaccati, con lo scopo di distruggerli, i Campi (ad esempio quelli più alla portata dell'aviazione alleata, tipo Dachau): gli alleati avrebbero semplicemente sterminato le vittime dei nazisti.

E' vero che gli attacchi di estrema precisione erano possibili ma non a così tanta distanza dalle basi di partenza e non con i bombardieri pesanti: i bombardieri leggeri mosquitos riuscirono, ad esempio, ad attaccare di sorpresa un carcere della Gestapo a breve distanza dalle coste della Francia centrando solo i muri ma non avevano certo l'autonomia per arrivare fino al cuore della Polonia.

E' vero che i bombardieri pesanti B-24 effettuarono un raid sulle raffinerie di Ploesti in Romania partendo dal Nord Africa ma... fu un disastro completo, un fallimento su tutta la linea: questa missione non può certo essere usata come prova contro la decisione di non attaccare Auschwitz, semmai proprio il contrario dato che Auschwitz era ben più lontana di Ploesti dalle basi di partenza dei bombardieri.

Di fatto, la tecnologia per effettuare quel genere di attacchi (bombe a guida laser e missili a guida ottica) sarebbe arrivata solo alla fine della guerra del Vietnam, oltre 30 anni dopo.

Inoltre, è verissimo che la Luftwaffe crollò, ma alla fine del 1944, a poche settimane dalla liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa.

E prima? 

C'è un altro fattore di cui tener conto e di cui la vox populi ignora l'esistenza: il sistema di trasporti via ferrovia dell'Europa Occupata è sempre, sempre, sempre stato attaccato dalle aviazioni degli Alleati.

Sin dal 1940.

Ma per i primi anni di guerra con efficacia limitatissima a causa della mancanza di mezzi adatti e dell'opposizione della Luftwaffe. 

Fu solo quando arrivarono al fronte cacciabombardieri con maggior autonomia e prestazioni (contestualmente ad una minore efficienza degli intercettori nazisti) che ci furono effetti pratici. I cacciabombardieri più efficaci, ad esempio i P-47, arrivarono in Europa in quantità apprezzabili nella seconda metà del 1943.

Ma fu solo nella prima metà del 1944 che gli alleati conquistarono la superiorità aerea.

Per darvi un'idea, la 15th Air Force, l'unità di bombardieri USA che combattè in Europa Meridionale, dedicò ben il 59% delle sue missioni all'attacco alle ferrovie dell'Asse, il 19% agli obiettivi petroliferi, il 14% all'industria aeronautica nazista e solo l'8% all'attacco delle truppe tedesche.

Di fatto, quindi, il sistema ferroviario nazista usato anche per lo sterminio fu sempre sotto attacco degli alleati che gli dedicarono la maggior parte delle proprie risorse di attacco

Ma nonostante migliaia di aerei persi e decine di migliaia di perdite tra gli equipaggi, la paralisi del traffico ferroviario arrivò solo nel 1945.

Per esempio: capitava spesso che i tedeschi spostassero intere divisioni da un capo all'altro dell'Europa via ferrovia. Ebbene, MAI, mai, mai, lo strapotere aereo degli Alleati riuscì ad impedire questi spostamenti, appunto, fino al 1945.

E questo, dal punto di vista inglese o americano, era un compito primario dell'aviazione che ostacolò ma non impedì mai fino al 1945 i movimenti ferroviari strategici dei tedeschi.

Quindi, è assodato che i treni che trasportavano gli internati correvano gli stessi rischi di essere distrutti di quelli che trasportavano carri armati, artiglieria, truppe e rifornimenti.

Ora, ho io una domanda per tutti i legittimi critici dei mancati attacchi aerei contro Auschwitz da parte degli Americani.

Nel Giugno del 1944 la distanza tra gli aeroporti Sovietici e Auschwitz era inferiore ai 500 km (anche 300 a voler essere precisi).

Come mai nessuno ha mai solo pensato di chiedere ai russi perchè non avessero bombardato Auschwitz?

E i russi, alle più nefande atrocità dei tedeschi, ci credevano perchè le avevano vissute sulla loro carne per 3 anni...

Poi, se chiedete a me: avrebbero dovuto provarci? Certo che sì, ma io so cose che un generale dell'USAF non sapeva, quindi la domanda non ha senso.

Sarebbe stato senz'altro possibile, pagando un prezzo esorbitante, attaccare una tantum Auschwitz, ma non impostare una campagna di bombardamenti della macchina dello sterminio.

Alla fine della fiera, il messaggio di questo post è: visto che l'oggetto del contendere è un bombardiere della Seconda Guerra Mondiale, mi volete spiegare come si fa a scriverci sopra libri e articoli senza conoscerne le basi di funzionamento?

E perchè vaneggiare di un mancato attacco degli alleati alle infrastrutture dello Sterminio quando queste (le ferrovie) erano costantemente sotto attacco con efficacia scarsissima ma crescente?

A me, conoscendo un po' di storia della guerra aerea, sembra piuttosto palese l'impossibilità pratica di una campagna di bombardamento volta a ostacolare la Shoà che si sarebbe risolta, nel migliore dei casi, un una sanguinosa (per equipaggi e soprattutto vittime) Eutanasia.

Il 6 luglio 1944 Chaïm Weitzmann, presidente dell’Agenzia ebraica internazionale, chiese agli alleati di bombardare i campi di sterminio.

Ma, ad esempio, lo sfondamento delle difese tedesche in Normandia da parte degli Alleati  alla fine del luglio del 1944 avvenne anche grazie all'uso tattico dei bombardieri strategici: 1800 B-17 attaccarono le fortificazioni tedesche in Francia.

I B-17, quindi, o aiutavano (con poche perdite) gli eserciti alleati a uscire dalla testa di ponte della Normandia  o si facevano distruggere nel vano tentativo di bloccare Auschwitz per qualche giorno lasciando ancora gli alleati in Normandia.

Insomma, io non mi permetto di giudicare la validità del lavoro di storici professionisti.

Ma, negli articoli che ho letto, non è che ci siano affermazioni contrarie alle ragioni tecniche qui esposte.

Proprio non sono considerate: carico bellico, rateo di perdite, la logistica della missione tipo di bombardamento, caccia di scorta, intercettori, dispersione del carico di bombe in funzione della quota, insomma, una completa ignoranza della tecnologia che si invoca, affermando che una cosa si poteva fare senza prendersi cura di verificarlo, tanto meno di dimostrarlo.

Così, più che Storia, è ideologia.

Studiatela prima la storia che volete raccontare.

A maggior ragione se la storia è quella della Shoà, una storia per me Sacra.



Auschwitz, foto dell'autore

25 gennaio 2022

il Maglione Buono

Maglione Blu se sei del secolo scorso, maglione nero se sei nato ieri...


Capita che vai a Messa con il Cerchio e scopri che sei un zinzino infangato.

Calze e Pantaloncini, pazienza: vanno in lavatrice e amen.

Ma il maglione dell'uniforme, quello buono, quello BLU, quello non va in lavatrice.

Va lavato a mano.

Mi dico: "Vado in Volo domenica e poi lo lavo".

Ma scarto subito l'ipotesi: non posso arrivare all'inizio dell'uscita con le maniche del maglione marroni: altro che buon esempio...

"Ok, lo lavo".

E lo lavo, come ho sempre fatto in questi...

Aspe'. Cavolo. Ce l'ho da 16 anni almeno!

In apparenza ancora perfetto, certo ma...

"Noooo! Una smagliatura! E qui ce n'è un'altra!"

Non sono molto affezionato agli oggetti, ma il mio maglione BLU!

Il mio maglione da Caporeparto, Maestro dei Novizi, Capo Clan!

"Basta, tu te ne vai in pensione".

E così eccomi al cambio della guardia.

Il mio Maglione Blu lo conservo.

Fatti avanti, maglione nero, vediamo se sei caldo e indistruttibile come quello blu.

Oltre a mimetizzarmi tra i giovani capi e tra i capi giovani...

#agesci #ægescier #coccinelle #uniforme #maglioneblu