28 settembre 2024

Muerte Negra: il Sea Harrier

























Ho un ricordo confuso dei giorni del 1982 e francamente sono più nitide le immagini della finale dei mondiali di calcio che quelle dei telegiornali sulla guerra delle Falkland.

Ma la lettura della descrizione di una battaglia aerea tra i Sea Harrier inglesi e i Mirage III Argentini è stato il punto di partenza della mia lunga carriera di appassionato di storia dell'aviazione.

Devo molto a quella collana di fascicoli che uscivano ogni settimana in edicola.

Che succede se un aereo capace di viaggiare a Mach 2,2 dotato di missili sia a medio che breve raggio si scontra con un aereo capace al più di Mach 0,97 ed è armato solo di missili a breve raggio?

Il contrario dell'ovvio:

i Mirage erano velocissimi ma operavano a grande distanza dalle basi con poco carburante, quindi gli erano precluse manovre ad alta velocità.

L'addestramento dei piloti argentini lasciava a desiderare (ma non il loro coraggio) e i missili aria aria  a medio raggio francesi erano così scadenti che i piloti israeliani, 15 anni prima, avevano rinunciato del tutto ad usarli.

Gli Harrier, invece, erano armati con l'ultima versione del Sidewinder che si dimostrò letalmente efficace: ben 20 aerei argentini furono abbattuti dagli Harrier che, anche se inferiori di numero, non subirono nessuna perdita nei duelli aria aria.

Il piccolo jet inglese divenne tristemente noto tra gli argentini come Muerte Negra.

Il Sea Harrier era un derivato della versione terrestre Harrier

Ma qual è la particolarità dell'Harrier?

Quella di poter decollare ed atterrare in verticale, ossia senza bisogno di operare da aeroporti.

C'è stato un tempo, ormai molto lontano, in cui popoli e governi europei erano ben consci che il loro benessere e la loro libertà dipendevano dalla deterrenza rispetto all'imperialismo sovietico/russo.

C'è stato un tempo in cui anche molti iscritti al PCI sapevano bene che la liberazione dall'oppressione capitalista da parte dell'Armata Rossa sarebbe arrivata sotto forma di morte e distruzione (Putin docet).

Ecco la genesi dell'Harrier: un piccolo jet a decollo verticale in grado di sopravvivere agli attacchi (nucleari) del Patto di Varsavia sulle basi aeree dell'Europa Occidentale.

L'Harrier è stato poi aggiornato ed adottato da un sacco di paesi, inclusa l'Italia.

Al momento ne è in corso la sostituzione con una versione ad hoc dell'F-35, molto più capace e quasi infinitamente più costosa.

Armato di due missili e due cannoncini, il Sea Harrier fu il sistema d'arma che consentì agli inglesi di vincere la guerra.

Il modellino, un kit Italeri, non è stato male anche se c'erano un po' di difetti di troppo sul tettuccio.



25 settembre 2024

LETTERA DI UN PAPÀ SCOUT: L'acqua è poca e la Papera non galleggia (il prezzo dietro le belle parole)




Da ieri sulla mia sfera social circola ‘sta roba. Tutto vero e anche di più eh.

Ma, cari ex #scout che la condividete: qua nei gruppi siamo sempre con le pezze al sedere e tutta ‘sta roba bella ha un prezzo: un sacco di giovani e meno giovani che a Ottobre lasceranno a malincuore (cioè: in lacrime) l’#AGESCI spolpati da un ritmo di servizio insostenibile e in cui la parte insostenibile è in gran parte slegata dal contenuto di questa lettera: si lascia per le 4 riunioni settimanali extra staff e per gli impegni che magicamente capitano nel week end libero, non per i sabati pomeriggi passati coi ragazzi.

Quindi, come dire: 

se apprezzate… partecipate.

Se il richiamo del Servizio è una vocina… datele ascolto.

Ci sono tanti ragazzi che rischiano di non poter vivere tutto questo.

C’è ancora tempo per unirsi ad un Gruppo come Capi.

Pensateci.

LETTERA DI UN PAPÀ SCOUT

Qualcuno mi ha chiesto: "Perché sprechi tempo ed energie per far stare i tuoi figli negli Scout, fare attività e partecipare ai campi?"

La mia risposta è stata:

"Bene, ho una confessione da fare, non pago e uso del mio tempo affinché i miei figli indossino un'uniforme e frequentino le attività. Sai perché sto investendo?

Perché i miei figli imparino ad essere disciplinati.

Perché i miei figli imparino a prendersi cura del loro corpo e della loro mente.

Perché apprezzino e valorizzino la natura.

Perché i miei figli imparino a lavorare con gli altri e siano buoni compagni di squadra.

Per sviluppare la loro creatività.

Perché i miei figli imparino ad affrontare la delusione quando non ottengono ciò che si aspettavano, scoprendo che la chiave è lavorare ancora di più.

Perché imparino a raggiungere i loro obiettivi.

Perché i miei figli capiscano che ci vogliono ore e ore di duro lavoro e allenamento per ottenere risultati e che il successo non avviene dalla notte alla mattina.

Per l'opportunità che avranno i miei figli di fare amicizie che dureranno per tutta la vita.

Perché i miei figli imparino e lo facciano non davanti alla TV.

Per quei momenti in cui i miei figli tornano così stanchi che vogliono solo andare a riposarsi e non pensando e non avendo tempo di andare in giro a bighellonare o per prendere brutte strade.

Per tutti gli insegnamenti che questo grande movimento dà loro: responsabilità, servizio, impegno, civismo, rispetto, amore per la natura, convivenza, fede.

Potrei continuare, ma voglio essere breve; non pago per le attività scout, perché i Capi sono volontari e nel loro servizio offrono gratuitamente il loro tempo, la loro creatività la loro conoscenza e soprattutto il loro affetto e la loro pazienza.

Grazie per le opportunità offerte dagli Scout perché sviluppano qualità e competenze che si riveleranno molto utili nel corso della vita dei miei figli, dandogli possibilità di dare valore alla vita, costruendo un mondo migliore".

Condivido pienamente 🐺✌️ 




18 settembre 2024

Iniziazione Cristiana in branca LC: dovrebbe essere di default ovunque ma con una piccola attenzione.



Man mano che il mio Servizio nella redazione di Proposta Educativa si avvia al termine (ancora un numero!)  ritornerò a parlare sempre più spesso delle mie esperienze in AGESCI: che qua mica si parla solo di modellini, linux e del suicidio dell'Occidente!

Come spiegato assai meglio qua, il mio gruppo si occupa anche dell'Iniziazione Cristiana di Lupetti e Coccinelle.

Tradotto in pratica: Lupetti e Coccinelle non vanno al Catechismo e fanno Prima Comunione e Cresima in uniforme scout.

Vi suggerisco caldamente di leggere l'articolo di Proposta Educativa che vi ho linkato sopra se non altro per risparmiarci tutti la fatica della ripetizione  e quella dell'incompletezza.

Questa faccenda dell'Iniziazione Cristiana non è  una specie di optional, anzi, la nostra Comunità Capi ha scelto come 'Irrinunciabile' per la Route Nazionale proprio l'Iniziazione Cristiana.

Perché è irrinunciabile secondo me?

Perché completa la nostra proposta educativa. 

Completa il rapporto tra Capo e bambini. 

Completa il ruolo del Capo.

E, detto tra noi, sospetto che l'efficacia complessiva di questa modalità sia piuttosto elevata a lungo termine.

Parlo in termini strettamente matematici di quello che capita (in media) a chi ha completato il percorso dei primi sacramenti.

A occhio, direi che fatta la Cresima, la maggioranza  della nuova gente sparisca.

In AGESCI, dove non è che sia tutto rose e fiori eh, non è così.

Si va avanti.

Insomma, l'iniziazione cristiana negli scout è qualcosa di profondamente coerente con il metodo scout e altrettanto efficace.

Dovrebbe uscire dalla sperimentazione e diventare qualcosa di standard all'interno dell'Associazione.

E, visti gli atti dell'ultimo Consiglio Generale direi che qualcosa si muove: avete dato un occhio al nuovo sito dedicato all'educazione alla vita cristiana?

La foto qua in cima viene proprio da lì.

Con queste premesse cosa potrebbe mai andar storto?

Dare per scontato che la logistica che sta alle spalle delle attività del normale Catechismo possa essere SOMMATA al Servizio dei Capi.

Iniziazione Cristiana in Agesci e Percorso del Catechismo standard sono due cose diverse.

Non c'è nessuna necessità di aggravare ulteriormente il carico di lavoro dei Capi con la logistica del Catechismo.

L'unico effetto di questo prevedibile sviluppo sarà quello di aumentare il turnover dei capi.

Ah, già, dimenticavo: il turnover dei capi non esiste in Agesci, esistono solo capi che non 'amano' abbastanza i ragazzi.

Perdonate la cattiveria nello sfogo finale ma, a un certo punto, la sostanza si vendica sulla poesia.



15 settembre 2024

Piaggio P.108 l'inutilità dannosa della fanfaroneria fascista










Oggi vi parlo dell'unico vero bombardiere pesante italiano della Seconda Guerra Mondiale.

Il Piaggio P.108.

Fu un quadrimotore pesante da bombardamento strategico, difficile da pilotare e con una caterva di inevitabili problemi tecnici data la mole e l'innovatività di certe soluzioni: le due torrette telecomandate dotate di mitragliatrici posizionate sulle carenature dei motori esterni furono usate anche dagli americani sui B-29 ma ben 4 anni dopo.

Sulla carta, alla fine, avrebbe potuto essere un buon aereo ma venne prodotto in numeri così esigui da non avere alcuna rilevanza bellica.

Per paragone con il B-24:



gli americani arrivarono a produrre un B-24 ogni 59 minuti.

L'Italia in tutto costruì 24 bombardieri piaggio durante tutta la guerra.

La differenza tra fascismo e democrazia spiegata coi numeri.

Quindi, quanti P.108 avrebbe dovuto costruire l'Italia?

Parere mio?

ZERO.

Il programma non avrebbe nemmeno dovuto essere cominciato data la base industriale di partenza e le risorse materiali disponibili.

Un P.108 costava quanto tre aerosiluranti sparviero e  24 aerei costruiti equivalgono a 96 motori, quindi quasi 100 caccia monomotori.

Di cui ci sarebbe stato disperato bisogno per difendere le città.

E' poi un dato di fatto che essere fascisti non è solo un crimine, ma anche una gran sfiga data la sorte che toccò ai piloti italiani dell'aviazione, l'Arma Fascistissima per antonomasia: causa corruzione dei loro padroni gerarchi furono mandati al macello in aerei obsoleti pur con piena disponibilità di aerei molto più efficaci

Lato modellistico, che dire: è uno dei peggiori modellini da me assemblati. Ho qualche perplessità sul kit ma in realtà sono io che non sono riuscito a fare un buon assemblaggio soprattutto per le parti miste plastica/resina. Inoltre la camo è di pura fantasia dato che la mia manualità con l'aerografo è ancora piuttosto scadente.

Pazienza.

PS: il modello porta la firma di Bruno Mussolini, figlio del Duce, che morì in un incidente d'addestramento proprio sopra uno di questi aerei.

Nessuna apologia, solo che almeno lui è morto ai comandi di un aereo e non scappando travestito da soldato tedesco.




4 settembre 2024

Il Grande Gioco ed altri racconti scout






Non so se mi sono emozionato di più quando ho ricevuto per posta la mia copia de "Il grande Gioco e altri racconti scout" o quando l'ho trovata esposta ad un banchetto alla #RN24. 

Oppure quando, poco fa, ho scritto la mia primissima dedica da 'autore' su una copia di questo stesso libro, con il mio nome sopra e un mio racconto  (scout) dentro. Nessuno ci guadagna una lira eh, la vendita ripaga in parte le spese di stampa e sostiene l'organizzazione del concorso letterario Racconti Intorno al Fuoco. A proposito, sono finalista anche nell'edizione 2024 del concorso con 2 racconti, quindi sarò anche sulla prossima edizione dell'antologia. 

Il 3 Ottobre ci sarà la serata finale dell'edizione 2024 del concorso, incrocio le dita e spero di salire sul podio.

Nel frattempo, spero di riuscire a pubblicare il mio primo romanzo. Scout, si intende.

Intanto buona lettura, se vi va.


30 agosto 2024

Contromarcia su Roma e dintorni: la mia Route Nazionale 2024 a Verona


Il mattino dopo il ritorno dalla Route, in casa, c'era un silenzio a cui non ero più abituato.

L'appartamento, vuoto, non sembrava nemmeno più casa mia.

Dove siete tutti?

Mi sono svegliato all'alba nonostante la stanchezza.

E ho sentito fisicamente la mancanza del cerchio con le colazioni.


Colazione

Quasi quasi pure quella dell'amico Sebach.

E mi chiedo: Ma la Route è finita?

Non c'è dubbio: sono pulito, il mio bagno è a portata di mano, sono fresco di doccia (calda) e fin troppo sazio.

L'AGESCI e i Capi hanno inondato i social di video, foto e parole bellissime a testimonianza (con la t minuscola) di un grande successo.

Perché il successo è innegabile e l'entusiasmo alle stelle.

Per fortuna, sui social ci sono pochissimi post polemici/fuori luogo ma mi sento di sottolineare comunque che l'evento si intitolava "Route" delle Comunità Capi, non "Caccia Atmosfera delle Comunità Capi".

Sono contentissimo di aver fatto tanta strada e passato tanto tempo in coda.

Perché è stato proprio lì che ho incontrato altri fratelli e sorelle scout.

E' stato lì che ho parlato con volti sconosciuti ma fraterni, che ho scambiato battute, pensieri e speranze.

E' stato in coda, sulle strade affollate che ho sentito la forza dello scautismo, una forza concreta, fatta di persone di tutte le età, stanche, impolverate e assetate, ma forti, coi cuori puliti e sazie della Parola vissuta e messa in pratica in quei quattro fantastici giorni in cui il Vangelo è stato alla portata di tutti noi.

Ed è stato ai lavandini, ai punti d'acqua affollati che la concretezza della fraternità scout si è vista in tutto il suo splendore, nella cortesia, nel rispetto, nel sostegno reciproco.

Sono state le scomodità a fare la Route.

Sono stati la polvere, il cibo povero, la fatica a fare la Route.

Sono stati gli incontri, anche quelli degli eventi, un caleidoscopio di voci e punti di vista.

Non dimenticherò mai quello che ho provato nel bosco della spiritualità.

E nemmeno il messaggio di Liliana Segre e l'Omelia del Cardinale Zuppi: "Contro OGNI fascismo".

E poi mi taccio sennò da post sulla Route Nazionale deragliamo immediatamente sul mio comprovato talento di Cassandra geopolitica.

I Diciottomila Capi dell'Agesci che hanno camminato sono un perfetto anticorpo antifascista per la società italiana.

Hanno marciato (io per più di 80 km) pacificamente, in ordine, Testimoniando Amore, ma anche solo civismo, cortesia e buona educazione.

Hanno mostrato competenza e soprattutto hanno DI-mostrato che una società diversa, collaborativa e non violenta è perfettamente possibile.

L'AGESCI è un'associazione giovane: dove si vedono mai così tanti giovani assieme a tanti altri, ehm, diversamente giovani impegnati nello stesso Servizio a cantare le stesse canzoni e a fare sostanzialmente le stesse cose a venti come a sessant'anni?

Peccato che in totale siano trentamila e non trecentomila, ossia quanti ne servirebbero.

Ok, la Route Nazionale è stata un successo ed è stata un’esperienza meravigliosa.


E ora?

In cosa trasformiamo questo successo?

Io dico: da Amore in più Amore.

Ossia, più Capi…

Lo so, io c'ero: delle cause del turnover da trincea dei capi non si è parlato alla Route come non se ne parla negli organismi associativi dal livello di Gruppo in su.
E' tabù.
Personalmente non posso che concludere queste mie riflessioni su un'esperienza fondativa della mia vita additando il convitato di pietra, ma capisco che ci siano anche altri temi da portare avanti.
Prima di tutto lo scautismo cattolico italiano è vivo e vegeto.
E' forte e non si è perso nella modernità.
Riparte da Verona in salute e il rischio maggiore che corre ora è che la carica e la forza mostrati durante la Route non vengano investiti in obiettivi che portino frutto: il farmaco più potente non cura se non è somministrato correttamente.
Di contro questa non è una responsabilità di Capo Guida, Capo Scout, dei Presidenti, del Consiglio Generale o dei Capi Gruppo.
E' compito di ciascuno dei diciottomila.
Anzi, direi che è compito primario di ogni Capo, perché ogni Capo che era lì ha visto coi suoi occhi quale sia la forza collettiva a cui partecipa e la relativa responsabilità di cui è investito.
Per l'ambiente, la Pace (quella di Churchill e non quella di Chamberlain), la Giustizia, ma soprattutto per il Servizio ai più piccoli che a giorni si aspettano di rivedere i loro Capi e cominciare un altro anno scout.
Ma se non si è disposti a farlo, questo Servizio, non si è disposti a formarsi (e manco a leggere la rivista associativa dedicata alla formazione dei capi) la vedo dura per i suddetti frutti di questa splendida Route.
Ma a questo non credo: eravamo lì, abbiamo visto, sentito e parlato.
Perché mai dovremmo tacere e chiudere gli occhi di fronte alla chiamata ad un Servizio nuovo?



il Villanova 1 alla Partenza

Il Villanova 1 al ritorno




18 agosto 2024

La Felicità è in una sfumatura di grigio: una novella su wattpad




Mi sono reso conto di non aver scritto nulla qui di un mio progettino che ho avviato sulla piattaforma social di narrativa digitale Wattpad.
Mi sono già cimentato, in passato con racconti e romanzi.
Beh, qualche raccontino è stato anche premiato, un paio di romanzi li ho scritti.
E ho deciso di cimentarmi con il genere della novella.
Primo obiettivo: scrivere una storia lasciandomi guidare dagli eventi senza sapere in anticipo come va a finire (beh, a questo punto, con 5 parti pubblicate, più o meno lo so).
Secondo obiettivo: riuscire a dominare la logorrea e a sperimentare un arco narrativo diverso da quello di racconto (10-20 mila battute) e romanzo (500mila battute).
E chissà se con la storia di Angela e Paolo riuscirò a stare sotto le 50mila battute.
Il Terzo obiettivo mi sembra piuttosto difficile: avere una valutazione pubblica della storia. Ma i lettori di certo non abbondano, quindi se vi va fatevi avanti.
E poi, un ultimo obiettivo: riuscire a qualificarmi abbastanza da far pubblicare i miei romanzi inediti.
Quindi, cliccate pure qua se volete leggere questa mia novella a puntate.
Siamo oltre la metà.
Almeno credo.
Ah, poi se fallisco l'obiettivo 2 e diventa un romanzo, pazienza eh!


16 agosto 2024

B-24 Liberator(e) dell'Italia e una fake news perfettamente scientifica

Beh, basta robbe scout, se no poi perdo la mia fama di nazisionista (e se sostieni il diritto delle palestinesi di vivere liberi da Hamas &C allora sei nazisionista) atlantista onnivoro e ciclista inascoltato profeta di sciagure geopolitiche (tutte avveratesi).

Parliamo un po' del B-24 Liberator che ho finito di costruire or ora.

Premetto che il kit dell'Academy è un po' troppo spartano per i miei gusti, ma del resto io non sono un grande modellista, quindi va bene così.

Vediamo un po'.

Probabilmente avrete sentito parlare delle 'fortezze volanti'.

Ossia il B-17.

Mentre è meno probabile che abbiate sentito parlare del Liberator.

Eppure furono costruiti 'solo' 13mila B-17 contro 18mila B-24.

E, no: non mi unirò al coro dei tifosi che sostengono che un modello fosse meglio dell'altro.

Non parlerò, quindi, della Vexata quaestio (per gli appassionati di storia dell'aviazione) B-17 vs B-24.

Ricordo solo che il B-24 fu estensivamente usato per la liberazione dell'Italia dai nazifascisti, liberazione avvenuta (anche) a furia di bombardamenti su ponti, ferrovie e città del Bel Paese: no B-24 no Freedom.

Easy.

In due parole, il B-24 era più moderno, più facile da costruire, più veloce e capace di un maggior carico bellico. Il B-17 era dotato di più postazioni difensive, volava più in alto e dato che era un po' meno sofisticato era (molto) relativamente più robusto.

Ma prima ancora di presentarvi le foto del mio modellino eccovi un'altra immagine che, probabilmente, potreste aver visto sui social:



Riassumendo in estrema sintesi: durante la Seconda Guerra Mondiale gli Alleati avevano il grave problema delle perdite di Bombardieri (verissimo). La Luftwaffe faceva strage di B-17/24 e Lancaster.

E allora, leggenda (e uso la parola a proposito) vuole che i vertici di RAF e USAAF si fossero rivolti agli scienziati per cercare di capire come minimizzare le perdite.

Non è, però,  una leggenda che un matematico ebreo ungherese, Abraham Wald, abbia controintuitivamente calcolato, grazie alla Scienza (sempre sia lodata) che era inutile aggiungere corazze nei punti indicati dai pallini rossi nell'immagine precedente dato che gli aerei tornati alla base colpiti lì erano rappresentanti dell'insieme dei sopravvissuti, mentre gli aerei colpiti nei punti senza pallini rossi erano stati abbattuti e NON erano tornati alla base e quindi non avevano riportato indietro nessun dato statistico in merito.

Un classico caso di Pregiudizio di Sopravvivenza.

Niente da dire in merito, eh: il Dottor Wald fece benissimo il suo lavoro ed ebbe un'intuizione corretta.

E qui viene il bello.

Sui social media è diffusa la versione secondo cui Wald ebbe un ruolo fondamentale nella vittoria alleata della Seconda Guerra Mondiale rivoluzionando la produzione di aerei facendo aggiungere corazzature nelle parti 'bianche'.

Ma...

Non si è mai trovata traccia di importanti modifiche alla progettazione di qualsivoglia velivolo alleato in base alle conclusioni di Wald.

E si sa che Wald MAI disegnò un diagramma come l'immagine di cui sopra.

In altre parole, il B-24 ha subito una evoluzione tecnologica paragonabile a quella del B-17, B-25 o anche solo P-38 o Mustang, ma non risulta da nessuna parte che, a un certo punto, sia stata progettata una versione in base alle raccomandazioni di Wald, tanto che la necessità di corazzare il più possibile motori e cabina di pilotaggio era cosa nota ben prima dallo scoppio della guerra.

Pure in Italia, per dire.

Morale della ... 'storia vera'?

Che anche se basate su un fondo di verità matematicamente inoppugnabile come il rapporto Wald, certe storie sono e restano favole.

E che non serve essere novax, femministe pro hamas o putiniani per portare il cervello all'ammasso.

Ma che basta essere animati dalle migliori intenzioni per ritrovarsi sulla strada dell'Inferno.

Se non si ha voglia di verificare.







B-24 a sinistra, B-17 a destra
B-24 a sinistra, B-17 a destra

B-24 a sinistra, B-17 a destra

B-24 a sinistra, B-17 a destra