A Campagna Elettorale inoltrata, posso permettermi qualche considerazione fatta con cognizione di causa su questa esperienza.
L'impatto iniziale è stato uno shock. Le cose da fare sono semplicemente troppe. E troppo diverse dal mio vissuto. A parte che mi vergogno nel chiedere il voto, poi bisogna pure superare l'imbarazzo nel salutare normalmente amici e conoscenti perché mi viene sempre in mente:
“ E se pensano che li saluto per chiedere il voto? ”
Non ho mai parlato tanto in vita mia con tanta gente contemporaneamente. Sto facendo una scorpacciata di punti di vista diversi con le giornate sempre piene, dato che non ho interrotto ( e come avrei potuto ? ) né la mia normale attività lavorativa né il mio Servizio di Volontariato.
La sfida diventa accettabile solo grazie alla squadra di amici che E' diventato il sinonimo della stessa candidatura. Una squadra che è, de facto, una cellula del Partito Democratico in trasformazione, che si prepara a ridare Speranza e Dignità a questi giorni dominati da decretini e soprusi.
Questa, credo sia evidente, è una candidatura di un gruppo di persone, di cui io mi sento prima di tutto il portavoce presso la cittadinanza. Siamo fortunatissimi a poter collaborare coralmente, a gestire un'impresa politica e di amicizia per fare qualcosa invece di attendere passivi le determinazioni altrui.
Eppure, questo tempo è fatto per lo più da incontri, discussioni anche accese, rabbia per l'indifferenza che ci condanna tutti, entusiasmo per chi ti conosce per quello che sei, per il tuo vissuto e che si rallegra per la candidatura. Ho raccolto tantissimi “ Ah, che bello, ora so chi votare “, sicuramente più dei rifiuti!
E, anche negli occhi della persona più sfiduciata, che magari neppure ci voterà perché ha promesso il voto ad un parente riempilista, si legge la speranza che quello che andiamo dicendo si realizzi presto.
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