Complice la noia di un pomeriggio domenicale ho rivisto il film di Dino Risi "Il muro di gomma".
Lo rivedo con prudenza.
Con dolore.
Io c'ero e mi formavo una 'coscienza civile e politica' in quegli anni.
Andai a vederlo al cinema, "Il muro di gomma", in un semivuoto cinema Duni.
Un secolo fa.
Non intendo fare qui il risassunto della vicenda della Strage di Ustica.
Anche se la voce è ritenuta 'non neutrale' suggerisco comunque di dare uno sguardo alla relativa pagina di Wikipedia (e se masticate l'inglese suggerisco vivamente la versione nella lingua d'Albione, è meno controversa).
Ma una riflessione ed una memoria.
Il caso Ustica mi sconvolge.
Qualcuno ti ammazza (la vulgata dice con un missile, le perizie con una bomba) e nessuno può sapere chi o il perchè.
Penso alle persone che sono andate avanti praticamente per tutta la mia vita nell'ignoranza di cosa sia successo ai loro cari o nell'ansia di aver assistito all'inenarrabile senza poterlo confessare.
Ed io so che non lo sapremo mai.
Chi?
Come?
Non oso nemmeno pensare al perchè.
Dal sofisticato complotto internazionale, al terrorismo palestinese, al banale incidente, alla bravata di un pilota come al Cermis.
Come per il G8 di Genova, sento il legame stretto tra le nostre sofferenze malteriali ed economiche e questa tragedia.
Uno Stato che fa o è complice omertoso di queste cose non può, conseguentemente, assicurare prosperità e giustizia ai suoi cittadini.
Con l'obrobrio di sentenze penali che dicono una cosa e sentenze civili che ne dicono un'altra.
La Verità rende senz'altro liberi, ma anche prosperi.
E dietro questo muro di gomma penso possa esistere un Paese normale.
Purtroppo, siamo imprigionati dal lato sbagliato...
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