La
mia esperienza con le istituzioni scolastiche italiane è stata
mediocre.
Ho
un buon ricordo della mia maestra che arrivò a parlare del nazismo e
dei campi di sterminio, poi, che vi devo dire: non faccio troppi
errori di ortografia e conosco i nomi di tutte i i Capoluoghi di Regione d'Italia.
Le
cose sono rimaste accettabili alle scuole medie (oh, alla fine ero in
una succursale della Giustino Fortunato all'estrema periferia di
Matera, mica ad Oxford), pur con qualche segno di cedimento in alcune
materie.
Oggi
ringrazio la professoressa di Religione che ci dava un sacco di
compiti: la scrittura mensile e manuale di un vero e proprio
giornalino formato A4.
Il
guaio è iniziato con le superiori, con una discesa lineare lungo
tutti e 5 gli anni di Liceo.
Ho
memoria di un ambiente arido, pervaso più dall'incompetenza tecnica
che dall'ignoranza.
Ho
esperienza dell'arbitrio irresponsabile (sarà quella la causa
primaria per la mia idiosincrasia verso l'irresponsabilità dei posti
fissi?) e di una didattica che posso solo definire kafkiana.
I
miei professori non erano asini, ma essere erudito non ti rende un
buon docente.
Tra
l'altro, per rendere l'esperienza scolastica dimenticabile, basta e a
avanza che un paio di persone incompetenti siedano nel collegio dei
docenti.
Il
Latino e il Greco possono avere una validissima funzione educativa.
Del resto, in un mondo in cui il volume del sapere è molto maggiore
rispetto a quello dei nostri nonni, è impensabile pretendere che la
Scuola istruisca in tutti i campi dello scibile: molto meglio che insegni ad imparare.
Infatti,
'si dice' che il Latino e il Greco abbiano una funzione educativa e
formativa del pensiero e del ragionamento.
Non
è l'impressione che ho avuto. La mia esperienza è stata più nel
campo dell'autoreferenzialità e non in quello della dimostrazione
scientifica dell'utilità della conoscenza dell'aoristo cappatico.
La
mia scuola era povera, povera di esperienze di laboratorio e pure
l'accesso alla biblioteca dell'istituto era praticamente impossibile:
Al
ginnasio, almeno, c'era quella di classe: un armadio colmo di
tascabili consunti ma almeno disponibili.
Al
liceo (l'ho già nominato Kafka?) le biblioteche di classe vennero
soppresse, i libri confiscati dal preside e trasferiti nella
biblioteca d'Istituto.
A
cui non si poteva accedere.
Ho
scritto di questo episodio in diretta, mentre lo ricordavo.
L'università
meriterebbe un capitolo a parte ma posso serenamente affermare che la
discesa lineare è qualitativamente proseguita anche al Politecnico
di Torino.
Insomma,
alla domanda "a che serve la scuola?" Beh, la mia
esperienza mi porta a rispondere: a fornire posti di lavoro, a
vigilare sui minorenni, en passant, alfabetizzandoli a macchia di
leopardo.
Tuttavia,
le polemiche sulla scuola covid correlate sono veramente
inaccettabili.
Le
spiego né più né meno come effetto del fallimento del sistema
scolastico.
Insomma,
non difendo la Scuola Italiana, ma credo che sia arrivato il momento
di far rinsavire il cane che si morde la coda.
Ho
letto di paragoni tra cassiere di supermercato e maestre, cosa
che mi sembra perfettamente in linea col sentire comune: il
supermercato deve restare aperto perché così posso mangiare, la
scuola deve restare aperta perché così posso lavorare. Servizi
essenziali, insomma.
Proprio
come le discoteche ad agosto.
Tutto
sommato, secondo il mio personalissimo punto di osservazione (la mia
timeline Facebook):
- della sicurezza dei propri figli (e della propria) non frega a
nessuno;
- di cosa ci vadano a far a scuola frega ancor meno: basta che non
stiano in mezzo.
Lo
so bene che c'è se i bambini non vanno a scuola per il lavoro è una
catastrofe ma pare che il 2% circa di possibilità di morire per la
congiuntura non sia una variabile che entra nel ehm, mi vergogno un
po', ma chiamiamolo pure 'ragionamento'.
Non
ho in simpatia i ministri dell'istruzione, i funzionari del ministero
(l'algoritmo segreto dei trasferimenti della "aperte
virgolette" buonascuola "chiuse
virgolette" me lo ricordo ancora), i provveditori, i presidi e
gli inamovibili ed irresponsabili professori.
Ma
non si sono materializzati lì per caso.
Sono
il prodotto dell'evasione fiscale, dell'assenza di una Politica per
l'Istruzione, della colonizzazione partitica dell'Istituzione e di
centomila altre cause, sindacati inclusi: compilare la più banale domanda è cosa così complicata da richiedere per forza la loro consulenza.
In
pieno stile Novax e negazionista del Covid aggiungiamoci pure le assurdità sulle
vacanze e sugli orari di lavoro dei docenti.
Un
insegnante di scuola primaria prende 1300 € al mese.
In
Germania esattamente il doppio.
Per
un orario teorico di 24 ore settimanali.
Che,
nella pratica, superano abbondantemente le 40.
E,
no: non dettaglio come ci arrivo: chi si vuole informare sarà bravo
a sommare alle ore di lezione quelle di collegio, riunione,
correzione compiti, preparazione lezioni, incontri con psicologi,
assistenti sociali, , gruppi operativi, consigli di classe, corsi di
aggiornamento, corsi di formazione, intergruppo, ricevimento,
eccetera.
40 è una stima per difetto.
E
in tempi di Didattica a Distanza anche di più, domeniche incluse.
Secondo
i miei fallibilissimi calcoli la paga oraria di un docente di scuola
primaria (1300/40x4,5) è appena superiore ai 7 € l'ora che salgono
a 8,5 se si 'sottraggono' i mesi di chiusura delle scuole, luglio ed
agosto.
Non
vorrei ridurre le mie considerazioni sulla Scuola a questa banalità
ma è senz'altro un buon punto di partenza.
Al
di là della questione Covid, io mi chiedo come si possa anche solo
immaginare che un Organismo che malfunziona con meno della metà
delle risorse minime possa in pochi mesi garantire il raddoppio degli
spazi e qualcosa di diverso da una difesa burocratica fatta di
autorizzazioni, autocertificazioni e portarsi da casa disinfettante,
mascherine fpp2 e visiere in un alternarsi di ordini e contrordini.
Pure
per il test sierologico ci si è dovuti arrangiare motu proprio, ma,
secondo la stampa, gli insegnanti disertano, defezionano, si
rifiutano.
Come
ci si può rifiutare di obbedire ad un "ordine" che non è
mai stato dato?
Mi
sto dilungando troppo.
Cari
genitori che non vedete l'ora di mandare a scuola i pargoli, se avete
una così scarsa considerazione e rispetto per i docenti a cui li
affidate non sarebbe meglio pregare che la vostra scuola non apra?
Non
pretendo che smettiate di evadere le tasse o che votiate per spostare
la spesa pubblica dal sussidio all'investimento, o che votiate
qualcuno che dica chiaro e tondo cosa vuole farne della Scuola per
rendere i vostri figli capaci di trovare, prima ancora che uno
straccio di lavoro, una via di Libertà nei meandri della Vita.
Ma
almeno che vi decidiate: gli insegnanti sono vostri nemici da
combattere o alleati da sostenere?
Andreotti diceva che in Italia ci sono due tipi di pazzi: quelli che pensano di essere Napoleone e quelli che vogliono far funzionare le Ferrovie dello Stato.Non sono sicuro del mio stato di salute mentale ma di sicuro non ho una ricetta per la Scuola Italiana.
Occorre un forte mandato Politico, studiare molto, pensare e saper illustrare l'Idea di Scuola e di Società a cui la Scuola dovrebbe o dovrà preparare, essere capaci di gestire la complessità delle norme, saper restituire un valore ad un corpo docenti anziano (che non ha fatto il giuramento di ippocrate e nemmeno ha firmato per farsi picchiare dagli alunni) e risolvere il nodo del reclutamento che ora è pura letteratura kafkiana (l'ho già detto?)
Niente basterebbe che.
Anzi, uno: basterebbe che iniziaste a comportarvi da genitori adulti e non da clienti picciosi.
Auguri a tutti, buon inizio di Anno Scolastico, il più difficile dal 1944/45.
PS: Le mie pagelle al Liceo non avevano mai un voto inferiore a 7, credo, in IV ginnasio, di aver preso tutti 7 e due 8.
Al liceo fioccarono gli 8 e anche qualche 9.
La cosa che non perdonerò mai ai miei insegnanti è di avermi consentito di prendere 8 e 9 studiano al più un'ora e mezzo al giorno.
Soprattutto al liceo non ricordo di aver mai studiato dopo le 16:30 - 17:00.
Una farsa.