18 ottobre 2020

Fratelli Tutti

L'altra sera, andando in centro in bici per faccende di studio mi sono messo a contare i ciclisti che incrociavo.

Ne ho contati 18.

In 15 erano senza alcun tipo di luci, inclusa una mamma con bimba sul seggiolino che se ne andava sul cavalcavia di San Donato per strada (con _pessima_ ciclabile lì a fianco).

In 3, me compreso, avevano le luci accese.

Quanti incidenti sono causati da costoro?

Praticamente nessuno.

Le statistiche (qualche tempo fa ho raccolto da qualche parte sul mio blog un po' di link coi numeri, perdonatemi se non inizio tutte le volte da Adamo ed Eva.) dimostrano che i comportamenti pericolosi dei ciclisti sono una bazzecola rispetto a quelli degli autisti di veicoli a motore.

Oggi ho fatto una passeggiata in centro, qui a Bologna, con Francesca in braccio che faceva i capricci per avere un altro gelato.

Così mi sono messo a contare i pedoni.

Sono arrivato fino a 100, di cui 21 senza mascherina e una buona metà di questi 21 non circolavano affatto isolati e a distanza dagli altri.

Controlli: ZERO.

All'aperto il pericolo è molto relativo, quindi c'è poco da fare gli isterici e, se hai avuto la sfortuna di una educazione appena più che mediocre, ti toccherà sopportare l'arrogante autolesionismo degli italiani senza poterci fare gran che.

Secondo la mia esperienza limitata, con una base statistica molto inferiore alle cento persone, delle banalissime misure di sicurezza (mascherina, gel, distanza) se ne fottono (spesso con strafottenza) circa il 30% delle persone.

Ho poca voglia di bilanciare le responsabilità dei singoli con quelle dei politici, ovviamente il governo italiano ha miracolosamente fatto molto meglio di quanto potrebbe far sperare la base elettorale e molto peggio di quanto scienza e ragionevolezza pratica avrebbero consentito.

La gran parte degli italiani ha sbalordito il mondo per correttezza e senso di responsabilità, peccato per un piccolo dettaglio: se il baratro è largo 4 metri, riuscire a saltarne 3 metri e 3/4 non è un buon inizio...

Il punto cruciale d queste riflessioni è che l'umanità non è adatta al mondo che ha creato.

L'antropocene richiederebbe misure politiche globali e nazionali da far sembrare grida manzoniane i DPCM dell'Era Covid.

Io so e ho le prove che la quasi secolare pandemia da motorizzazione ha una cura complessa che si può vedere applicata purtroppo raramente, in città come Oslo, Amsterdam, Copenaghen (e in molti, troppo pochi, altri posti).

Ma, dai più, la cura è vista peggio della malattia.

La ragione del singolo essere umano è fallace, chissà io quanto sono negazionista in altri campi.

Ma quella dell'umanità non può esserlo, pena l'estinzione.

Ancora una volta: leggetevi "Fratelli Tutti" di Papa Francesco.

E' cura.




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