3 ottobre 2020

Dalla MiG Valley alla Storia della Caccia Italiana - Prima Parte



Nell'ultimo mese mi sono appassionato a due saggi tecnici di Storia dell'Aviazione.

Un testo in inglese sulla Guerra Aerea in Corea e un testo italiano sulla Storia dei Caccia Italiani durante la Seconda Guerra Mondiale.

I due testi sono collegati dall'argomento ma anche da un filo sottile di cui parlerò dopo.

Partiamo da MiG Alley, una Storia della Guerra di Corea circoscritta alle azioni di combattimento aereo avvenute al confine tra Corea del Nord e Cina: tra i piloti USA da un lato ed i piloti Sovietici e Cinesi dall'altro.

Il libro ha potuto accedere a fonti declassificate di origine russa e cinese ridimensionando di gran lunga la pretesa dell'USAF di aver sbaragliato i MiG sovietici con un rateo Dieci a Uno (per ogni F-86 perso 10 MiG-15 avevano fatto la stessa fine).

Alla fine, il rateo di perdite è stato più prossimo a 1,3:1 (sempre a favore dell'USAF).

Ho apprezzato molto il libro ma non concordo con le sue conclusioni in quanto le trovo incomplete.

La tesi degli autori è che anche nei cieli l'USAF abbia pareggiato e non vinto, un po' come l'US Army che non è riuscito a cacciar via L'Armata Popolare di Liberazione Cinese dalla Corea del Nord.

Per prima cosa il rateo di abbattimenti non è eccezionale, inoltre l'esercito Cinese al fronte non ha mai vissuto una carenza di rifornimenti a seguito della massiccia campagna di interdizione aerea sulle infrastrutture della Corea del Nord.

Messa così c'è poco da aggiungere.

Io preferirei scavare un po' di più sul contesto.

Beh, ho usato il termine 'preferirei' perchè di fatto non sono riuscito (ancora) ad individuare tutte le fonti necessarie al mio ragionamento, mi riservo di aggiungerle qui man mano che le trovo, per ora basiamoci pure su wikipedia.

Non la voglio/posso far lunga, quindi iniziamo col dire che nel pieno della guerra in Corea si fronteggiavano 66 divisioni Cinesi e 18 circa USA/Sudcoreane. Nei Cieli si fronteggiavano circa 150 F-86 contro alcune centinaia (l'unica fonte che ho recuperato fino ad ora parla di circa 900 MiG 15).

Guardate un attimo la cartina:




Gli scontri avvenivano nella "MiG Alley", cioè a due passi dalle basi dei MiG e parecchio lontano da quelle degli F-86 americani.

Questo dato di fatto era un grave svantaggio per i caccia USAF ed un vantaggio notevole per i MiG.

Vi ricordo che quando gli inglesi fermarono i nazisti nella Battaglia d'Inghilterra (in cui i caccia tedeschi combattevano lontano dalla proprie basi e quelli inglesi  praticamente 'sopra' le proprie basi) il rateo di perdite fu di circa 1,13:1 in favore degli inglesi.

Con un rateo di perdite di 1,3:1 in favore dei tedeschi probabilmente oggi in Europa ci si saluterebbe romanamente (beh, in Italia lo si fa di nuovo senza destare particolari allarmi, vai a vedere che alla fine della fiera Stalingrado risulterà una bella vittoria nazifascista).

Inoltre, i tedeschi non erano nel grave svantaggio numerico in cui combattevano gli americani.

Direi che quando attacchi a 500 km dalla tua base in territorio nemico e in inferiorità numerica di almeno 3:1 il reateo di vittorie di 1,3:1 in tuo favore non è certamente un pareggio.

E considerando l'assenza delle aviazioni rosse sul campo di battaglia  ci si può allargare a definirla una vittoria piuttosto netta.

La cosa ha una valenza pratica anche considerando la campagna terrestre.

E' verissimo che, anche secondo le stesse fonti USAF, la campagna di interdizione nel territorio della Corea del Nord "non interdì" (Vice Admiral J. J. “Jocko” Clark, commander of the US Seventh Fleet in the final year of war: “The interdiction campaign didn’t interdict.”) e che le 66 divisioni cinesi al fronte ebbero sempre a sufficienza cibo, munizioni e armi.

Infatti, Nord Coreani e Cinesi erano abilissimi nel riparare ponti e ferrovie e nel trasportare _a braccia_ i rifornimenti dalle ferrovie al fronte.

Ma cosa sarebbe successo se il ponte buttato giù da una squadriglia di F-84 (6 piloti) e riparato da un reggimento di genieri (1000) uomini anche più volte al giorno fosse rimasto su?

Io credo che invece di 18 divisioni, agli USA, per mantenere lo status quo, ne sarebbero occorse molte di più.

Probabilmente, troppe di più.

Di fatto, quindi, la campagna di interdizione non interdì, ma tenne il fronte.

E lo chiuse quando, il 15 luglio del 1953, alla vigilia (letteralmente) dell'offensiva comunista che avrebbe dovuto spezzare il fronte alleato, un singolo gruppo di caccia bombardieri (il 18°) con quella che si può definire solo una gran botta di culo, individuò e distrusse il gruppo di treni carico di munizioni indispensabile all'offensiva cinese che, infatti, non ci fu.

Pochi giorni dopo si firmò l'armistizio tutt'ora in vigore.

La Guerra di Corea, quindi, non è affatto finita e se c'è un posto in cui la follia della Guerra può tornare a manifestarsi è proprio lì.

Vi avevo promesso un filo di raccordo tra la Guerra di Corea e la nostra Guerra Aerea di 10 anni prima.

Inizierei da qua:

Dovete sapere che nel 1945-1950 gli inglesi erano al top per quanto riguarda la costruzione di jet per aerei da caccia.

Insomma, erano proprio bravi e anche oggi, per quanto non a livello degli USA se la cavano. 

Ma allora erano l'avanguardia.

Così, mentre in Europa calava la Cortina di Ferro, gli inglesi avevano progettato il più potente motore per Caccia dell'epoca, il Rolls Royce Nene.

Il non plus ultra.

Gli americani avevano la bomba atomica, ma non avevano un motore per jet così potente ed affidabile.

I Sovietici erano ancora più indietro.

Poi entra in scena uno di quei fatti più frequenti in un film di Peter Sellers che nella realtà.

I Sovietici chiesero agli inglesi di comprare il motore Nene per 'scopi scientifici'.

E il ministro per il Commercio Laburista inglese Sir Staffor Richard Cripps, incredibilmente, acconsentì.

Un po' come se l'Iran chiedesse ad Israele di vendergli il suo sistema antimissili Iron Dome e gli Israeliani Acconsentissero.

Un po' come se la Corea del Nord chiedesse a Trump in dono un centinaio di F-35 e fosse accontentata.

Un po' come se Civati chiedesse a Salvini di fare pubbliche dichiarazioni contro omofobia, saluti romani, fascismo, novax, negazionisti, ladri di 49 milioni, xenofobia (eccetera) e Salvini lo facesse.

Una faccenda che ha dell'incredibile.

Invano la Rolls Royce tentò di opporsi: fissò un prezzo esorbitante per ogni singolo motore ( i russi risposero che "la scienza non aveva prezzo"), cercò di accampare scuse e difficoltà burocratiche ma purtroppo non aveva sotto mano un direttore dei lavori di un'opera pubblica italiana e alla fine dovette cedere al volere del Ministro.

Quindi, qualche mese dopo aver ricevuto i primi esemplari del motore Nene, dopo aver promesso (giurin giuretto, croce sul cuore che possa morire) di usare il nene solo per socpi pacifici e scientifici, venne al mondo il MiG 15.

Che quando arrivò in Corea le suonò di santa ragione ai caccia americani (F-51 ed F-80) allora presenti sul teatro, cosa che spinse l'USAF a dispiegare in gran detta i pochi F-86 disponibili.

E il resto è storia, storia fatta da un aereo che non sarebbe mai esistito senza la perniciosa prodigalità di Sir Stafford, che fino a 5 anni prima era ministro della produzione aerea inglese durante la Seconda Guerra Mondiale e che proprio per questo ruolo avrebbe avuto tutte le carte in regola per valutare le conseguenze della sua letale ingenuità.

O criminale negligenza.

Appuntamento alla seconda parte.





Nota Bibliocineamtografica:

Sulla Guerra di Corea in Italiano ci sono pochi libri: il Classico "La Guerra di Corea" di Max Hastings e "Per la Gloria" di James Salter, da cui è stato tratto il film 'I Cacciatori' con Robert Mitchum. Si trova anche MASH di Hooker e poco altro.

A livello cinematografico va un po' meglio: 38° parallelo, Brigata di Fuoco, Brother of War, Essi Vivranno, il Fronte del Silenzio, Inno di Battaglia, I Ponti di Toko-Ri (forse il migliore), Sayonara, Taxi da Battaglia, I Dragoni dell'Aria.

Ogni tanto su Youtube si trovano anche spezzoni di film Nordcoreani. Se non fossero indice di una tragedia immane, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate. 






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