18 dicembre 2024

5 Anni di Proposta Educativa




La Redazione di Proposta Educativa di cui ho fatto parte ha concluso il suo mandato durato dal 2019 al 2024.

Con la pubblicazione dell'ultimo numero sul portale cede il passo ad una nuova compagine.

E anche questa è fatta!

Tutto è cominciato con questo post.

Non è che fece scalpore, eh, però è uno dei più letti del blog.

A quanto pare, l'argomento stuzzica ancor oggi.

A me sembra chiarissimo, tanto è vero che mi sono sentito in diritto di scriverne.

Ma non divaghiamo.

Il post è stato letto da qualcuno che ne ha parlato bene a qualcun altro.

Proprio mentre stavo meditando di prendermi una pausa dal Servizio.

Dopo 4 anni di coccinelle avevo accettato di buon grado di passare in Reparto ma, a posteriori, posso dire di aver fatto il passo più lungo della gamba. 

Ah, di divertente è stato divertente eh, ma ancor meno sostenibile delle coccinelle.

Quindi, quel giorno, me ne stavo sul sagrato della Chiesa a dire ai Capi Gruppo che avevo bisogno di un pit stop alla fine di 5 anni di Servizio in cui, tra l'altro, mi ero sposato, avevo comprato casa ed era nata la mia figlia maggiore.

Quello stesso pomeriggio ricevetti la prima telefonata, chiamiamolo così, del processo di reclutamento.

Guarda caso...

E poi ricordo il primo treno per Milano, i tunnel della metropolitana fino a sbucare, con un po' di fiatone, nella Cappella della sede AGESCI della Lombardia dove riposano Baden e Kelly.




E poi Servizio.

Tanto, bellissimo, avvincente e faticoso.

Quattro numeri all'anno per cinque anni.

Anni di conoscenza, incontri, viaggi, meningi spremute e dita sporche d'inchiostro per prendere appunti.

Momenti di spiritualità e fratellanza altissimi.

Studio, documentazione, esercizio.

Anni in cui qualcuno, con pazienza, mi ha insegnato a scrivere meglio.

Ma non è stato tutto rose e fiori. 

Lungo la Strada ci ha lasciato Martino Poda che è tornato alla casa del Padre prendendo, troppo presto, una scorciatoia terribile.

La piccola comunità, di fatto famiglia, che si è formata tra le pagine della rivista è qualcosa che durerà per sempre.

Ieri, mentre pubblicavo sul portale di PE l'ultimo numero della rivista, mi sono sentito parte di un bene concreto e ben poco letterario.

Quello che nasce dalle case lì dove la rivista cartacea viene anche dimenticata.

E ho visto le copie di PE sui mobiletti del bagno, sui comodini, usate come rivestimento dei portafrutta, abbandonate tra le bollette sul mobile dell'ingresso.

Le ho viste lette, le ho viste negli zaini e nelle borse di Capi di tutte le età.

Ho visto quelle riviste testimoni mute delle vite di decine di migliaia di sorelle e fratelli unici ma impegnati nello stesso strenuo Servizio.

So che qualcuna delle mie parole scritte è stata utile, è stata formativa.

Ma mi interessano di più quelle mute, quelle mai lette, quelle che sono lì, proprio ora, nelle case di chi non la pensa come me ma combatte con me per lasciare il mondo un po' migliore.

Eccole, le mie, le nostre parole, lì nelle stesse stanze di Persone che non si arrendono al dolore dei bambini, alla solitudine degli adolescenti, alla rabbia dei giovani.

E che sanno andare oltre la Speranza, perché sanno, in cuor loro, che il Paradiso può e deve essere qua perché già esiste nelle nostre sedi, nei nostri Campi Scout.

Questo è l'indice dei miei articoli: 

202001 - https://pe.agesci.it/articolo/fedeli-e-imperfetti/

202004 - https://pe.agesci.it/articolo/perche-laltro-fa-paura/

202005 - https://pe.agesci.it/articolo/grattacapi-ambientali/

202007 - https://pe.agesci.it/scoutismo-e-software-libero-a-che-punto-siamo/

202009 - https://pe.agesci.it/articolo/paura-e-speranza-nello-stesso-zaino/

202012 - https://pe.agesci.it/articolo/fratelli-tutti-il-sogno-di-papa-francesco/

202105 - https://pe.agesci.it/articolo/i-testimoni-della-porta-accanto/

202105 - https://pe.agesci.it/articolo/essere-forti-per-essere-utili/

202109 - https://pe.agesci.it/articolo/noi-capi-siamo-pronti/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/benvenuti-al-nord-e-anche-al-sud/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/una-cosa-ben-fatta-ci-siamo-fatti-in-tre/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/contaminarsi/

202202 - https://pe.agesci.it/articolo/come-stai/

202202 - https://pe.agesci.it/articolo/2-salute-e-forza-fisica/

202203 - https://pe.agesci.it/articolo/quel-rumore-di-sottofondo/

202203 - https://pe.agesci.it/articolo/essere-forti-per-un-futuro-migliore/

202204 - https://pe.agesci.it/articolo/la-pedagogia-dellesempio/

202301 - https://pe.agesci.it/articolo/iniziazione-cristiana-si-puo-fare/

202302 - https://pe.agesci.it/articolo/parlare-col-cuore/

202302 - https://pe.agesci.it/articolo/impigliati-nella-rete-senza-saperlo/

202303 - https://pe.agesci.it/articolo/relazioni-lunghe-una-vita/

202401 - https://pe.agesci.it/articolo/un-attimo-di-per-sempre/

202402 - https://pe.agesci.it/articolo/felicita-pura/

202403 - https://pe.agesci.it/articolo/in-che-senso-una-biblioteca/

202403 - https://pe.agesci.it/articolo/mo-sei-ecologico/

202404 - https://pe.agesci.it/articolo/lirripetibile-da-ripetere-per-sempre/


Non ringrazierò abbastanza Laura e la Redazione di Pe per questi anni di crescita, amicizia, fratellanza.

L'esperienza nella redazione di Proposta Educativa è stata forte, intensa, indimenticabile.

Ma Proposta Educativa la leggevo anche prima e continuerò a leggerla ancora perché è uno strumento fondamentale nella formazione permanente dei Capi.

E concludo con un piccolo pezzo che non è stato pubblicato sul portale, penso che sia il degno finale di una grande avventura:


ESSERE SPERANZA 

È vero: al voga finale di Arena24 non potevamo metterci tutti in cerchio, ma scommetto che ognuno di noi, lì, si sia sentito parte di un immenso cerchio azzurro. Io mi sono sentito anche parte di un immenso circolo virtuoso. Sono andato in Route colmo di speranze, figlie della somma dei miei anni di servizio.

Sono tornato dalla Route con i frutti di quelle speranze davanti agli occhi e tanta felicità nel cuore. Perché adesso so: non ho più bisogno di credere. So che la nostra fraternità è concreta, vitale e porta il centuplo di felicità in ciascuno di noi pronto a servire. 

L’ho visto: io c’ero. Ci sono. E ci sarò. Perché è nel mio (e nostro) servizio che tutto si genera di nuovo. Perché anche nelle coccinelle che magari dimenticheranno il mio nome, io vedo già le capo di domani, testimoni di una felicità che viene da lontano, piccolo seme di una felicità eterna che è alla portata di ogni essere umano.





Buona Strada alla Nuova Redazione, non vedo l'ora di leggervi!





16 dicembre 2024

Su-34, l'angelo della morte (che non ha salvato Assad)

Il bene e il male











Alla fine ho ceduto e ho ricominciato a fare modellini di quell'organizzazione criminale che è lo stato russo.

Il male va documentato a futura memoria.

Comunque, il Sukhoi Su-34 Fullback è un grosso bimotore biposto derivato dalla grande e prolifica famiglia dei Su-27 Flanker.

Successore del Su-24, sulla carta ha tutte le virtù: carico bellico impressionante, prestazioni da caccia in un aereo destinato a fare da bombardiere, avionica completa,  capacità teorica di farsi largo tra gli intercettori nemici combattendo e anche un bell'aspetto elegante che non guasta mai anche nella falce di Sorella Morte.

In pratica, è un prodotto 100% russo dell'era Putin.

Su circa 160 costruiti, una trentina sono andati persi nella guerra contro l'Ucraina. Un po' tantini visto la modalità di impiego e l'assenza di qualsivoglia opposizione aerea: non sono stato certo usati per attacchi in profondità con bombe a guida laser su obiettivi difesi da intercettori E contraerea.

Non è di certo l'equivalente russo dell'italico CR-42 Falco, ma non è nemmeno la super Wunderwaffen arma letale spacciata come tale dalla propaganda di Putin.

Ha prolungato l'agonia del regime siriano anticipando sulla Siria i bombardamenti terroristici effettuati poi sull'Ucraina.

Nel silenzio dei puri di cuore nostrani durato una quindicina d'anni mentre il Su-34 era impiegato per dar concretezza al terrore putiniano.

Passerà alla storia come mediocre strumento di morte nelle mani di ancor più mediocri uomini di potere.

E, per una volta, la macchina è migliore dei suoi utilizzatori.


30 novembre 2024

Assemblea di Zona di Bologna, 17 novembre 2024



L'assemblea di zona non è un pranzo di gala.

Ci si va perché è necessario.

Anche il giorno dopo una bella ma impegnativa riunione con le coccinelle.

Anche se è domenica elettorale.

La sveglia che suona di domenica all'orario del lunedì non fa una buon effetto sull'umore.

Ma ci sarebbe da indacare su come facciano, una dozzina di cattivi umori, a trasformarsi in allegria quando ci si incontra davanti alla sede per dividersi tra le auto.

All'arrivo c'è un'atmosfera un po' alla 'route nazionale', ma  c'è da lavorare e ci si divide in fretta tra i vari impegni.

Mi sono iscritto ad un modulo formativo su 'disabilità ed inclusione'.

Il modulo è stato fighissimo e spero bene di poterlo usare al meglio "sul campo".

Non entro nel merito delle mozioni perché mi rendo conto di non avere la competenza specifica che serve a valutarne l'impatto profondo.

Di sicuro non ho la pazienza e la capacità di analisi del testo in legalese e per fortuna c'è ancora chi lo fa e ha la forza di far notare certi svarioni.

Poi, a inizio assemblea, ho scoperto una novità sulla formazione che diventa permaente in maniera coercitiva.

Di certo, l'articolo 89 del nuovo Regolamento associativo aggiornato al Consiglio generale 2024 porterà a due esiti ben distinti e mutualmente esclusivi: la chiusura di vari gruppi o l'emissione delle ennesime deroghe.

Ma per quest'anno sono a posto, potrò censirmi e siamo tutti contenti.

Questo piccolo dettaglio, nella pratica, non mi cambia nulla.

Ma dal punto di vista del principio ammetto di essere molto perplesso.

Ieri all'assemblea non è stato coperto il ruolo di Responsabile Femminile di Zona.

Il numero dei Capi Unità con la Nomina a Capo è minoritario, per dire.

Il rimedio, a quanto pare, è l'ennesima variante dell'apocrifa 'non hanno pane? Perché non mangiano brioches?' 

Pazienza, cercherò di fare al meglio: dopotutto, ho sempre letto PE (anche prima di scriverci) e il manuale di branca (comprando quello aggiornato) tutte le volte che cambio Servizio.

Aggiornarsi e formarsi fa parte dei doveri del Fratello Maggiore che si prende cura dei più piccoli.

Avere l'ennesimo bollino (in deroga), no e provo una sensazione di déjà vu che ho ricondotto alle classiche situazioni lavorative:

le carte devono essere a posto ma la produttività (e lo stipendio) restano bassi perché, al solito, il problema della formazione è l'altra faccia della medaglia del problema del turnover dei capi per troppi impegni collaterali (sì, la riunione con le catechiste per decidere il regalino delle cresime e altre 30 cose del genere).

E siccome il problema del turnover dei capi è dato per scontato come il fulmine e l'alluvione avremo le carte a posto (ma in deroga) e...







PS: all'Assemblea di Zona può anche capitare di trovare un giovane Capo universitario proveniente dal Reparto Sagittario e dal Clan Orione del Matera 1

22 novembre 2024

la 15th Air Force e la nascita della Repubblica Italiana (e della balotta del sabato sera)






La 15th Air Force fu l’unità aerea alleata che combattè dall’Italia per la liberazione dell’Italia dai fascisti.

Quando? Tra la fine del 1943 e il 1945

Come?

Bombardando e mitragliando.

Cosa?

Stazioni & Dintorni, Fabbriche & Dintorni, Ferrovie & Dintorni, Ponti & Dintorni.

Anzi, data la tecnologia e le circostanze in cui avvenivano le battaglie aeree all’epoca, le bombe alleate caddero soprattutto sui Dintorni.

Causando la morte di quasi 40mila civili italiani più invalidi, feriti, traumatizzati in numero assai maggiore.

Inoltre, i bombardamenti costrinsero moltissimi civili a sfollare nelle campagne e la distribuzione delle scarse risorse alimentari venne gravemente compromessa dai bombardamenti portando milioni dei nostri antenati alla fame.

Vi suona familiare?
E dite un po’: siete contenti di vivere e aver vissuto nell’Italia ricca e democratica che è sorta dalle ceneri di quei bombardamenti? O avreste preferito morire (più che vivere) sotto le SS?

La guerra non cambia mai e l’allucinazione collettiva occidentale sul fatto che possa essere ‘pulita’ ci sta trascinando tutti nell’inferno di un nuovo conflitto mondiale.

Non entro nel merito della nostra tragica quotidianità e non faccio parallelismi ma, come dimostrato dai fatti con la lunga pace dal 1945 all’alba del XXI Secolo, solo la Deterrenza impedisce la violenza.

Siamo ancora in tempo.

Almeno per studiare.

Questo volumetto di Fabio Galbiati è ancora in edicola: al di là dell'accuratezza storica, tra le sue pagine si può trovare qualcosa di rarissimo in Italia: lo spirito critico.


16 novembre 2024

I Care Vs me ne frego. Spoiler, non sta vincendo I Care.

 





Così, un pomeriggio ti trovi in Quercia a raccontare di come Cocci fu accolta nel formicaio e il giorno dopo ti trovi a spasso per Bologna mentre uno sparuto gruppo di ucraini sta là in piedi di fronte al male.

L'indifferenza dei passanti è agghiacciante.

E io mi chiedo:

Che cosa c'è al di fuori della tenue luce della Lanterna?

Il mondo dove le Coccinelle vivono sei giorni e mezzo a settimana.

Quello di Boucha, Gaza e Kfar Aza. Quello di Giulia Cecchettin, delle alluvioni e della siccità.



Quello in cui Liliana Segre vive con la scorta, si deturpano le opere d'arte a lei dedicate e ci si rifiuta di proiettare il film sulla sua vita.



E questo non è per caso.

Il filo spinato lega l'antisemitismo, il rifiuto delle biciclette, il cavarsi gli occhi di fronte ad autocrazie e cambiamenti climatici.

I trump sono l'effetto, non la causa.

La causa è l'indifferenza di fronte alla scorta a Liliana Segre e l'agonia delle vittime delle autarchie.

Il rimedio è la luce di quella lanterna.

Anche oggi.

Ma solo lì attorno, in quella stanza.


5 novembre 2024

Io, Trump




Non ho la più pallida idea su chi vincerà le elezioni USA, ma so che l'eventuale vittoria di Trump sarebbe una catastrofe con potenziali conseguenze letali (anche) per  noi italiani: non siamo molto bravi a sopravvivere senza un padrone e non abbiamo molta voglia di difenderci e spendere soldi per vivere liberi.

Tuttavia, la vittoria di Trump da sola non basterebbe affatto a scatenare la fine del mondo.

Il perdurare delle cause che potrebbero riportarlo al potere, invece, sì.

La prima di queste cause è l'illusione che ci sia una spaccatura nelle società occidentali e nelle democrazie.

Novax e terrapiattisti contro scienziati e persone di buon senso.

Colti contro ignoranti.

Ambientalisti contro negazionisti.

Pacifisti contro putiniani.

No.

Secondo la mia esperienza, la situazione è molto peggiore di così.

Puoi fare la raccolta differenziata accuratamente ed essere pure vegano ma odiare i ciclisti.

Puoi credere alla tragica realtà dei mutamenti climatici ma senza rinunciare alla fettina ogni giorno.

Puoi votare a Sinistra ma chiedere strade a 6 corsie. 

Puoi essere solidale con il popolo palestinese a parole e coi fatti ma solo se il persecutore è ebreo.

Puoi cantare Bella Ciao ma tifare Putin ma sulle contraddizioni dei pacifinti ho già scritto abbastanza e non mi dilungo.

Puoi essere a favore dei diritti delle persone LGBTQ+  e, ovviamente, il patriarcato all'uomo bianco etero si applica, al resto dell'umanità si interpreta.

Del resto, di femministe pro Hamas è pieno il mondo.

Cioè, scusatemi, se una persona non ha tratto le conseguenze matematiche da Boucha e Kfar Aza è femminista come gli ayatollah.

E del resto lo stato dei diritti è quello che è, ossia perfettamente adeguato al livello di femminismo _reale_ della società occidentale, cioè assai basso se il 5 ottobre 2024 a Roma si è andati a festeggiare Hamas in gran spolvero.

E non è solo questione di ignoranza.

Ho conosciuto persone coltissime e laureate incapaci di comprendere i meccanismi basilari della realtà di altri ambiti del sapere: fisici putiniani, sacerdoti filo hamas e pure storici del medioevo che prenderebbero 3 ad un esame di storia militare della Seconda Guerra Mondiale tipo sostenendo che l'Olocausto Nazista è avvenuto con la complicità delle aviazioni alleate che non avrebbero bombardato Auschwitz.

Del resto: gli elettori della destra più becera non sono certo tutti maschi bianchi eterosessuali e ignoranti, no? 

Chi sono gli altri?

Il mancato supporto alla resistenza ucraina e il continuo cortocircuito sulle autocrazie orientali sono solo un altro esempio.

Omo omini Trumpo: è questo il vero dramma dei nostri tempi.

Come diceva Camus ne 'la Peste' bisogna sorvegliarsi continuamente per minimizzare il rischio di diffondere la disumanità tra il prossimo.

Un pezzo di Trump (o di Berlusconi) dai oggi con la dissoluzione del sistema educativo e dai domani coi media succhiacervello e magari con l'aiuto della disinformacja sovietica che ci appesta dagli anni '40 del secolo scorso, è entrato dentro il sangue di tutti.

Liberaci, quindi, dal Trump.

Non solo quello che potrebbe entrare alla Casa Bianca a gennaio.

Ma soprattutto da quello che è in me.

Addà passà ’a nuttata. 

Solo che, 'sta volta, la notte siamo noi.

Non Trump.

3 novembre 2024

Sonetto Elettorale

 




Se l’Ucraina non vuoi aiutare, 

il mio voto vedrai via volare.

Se Hamas non vuoi fermare,

il mio voto da te lontano andrà a galoppare.

Se Hezbollah non vuoi disarmare,

il mio voto vedrai evaporare.

Se la manifestazione pro Hamas del 5 ottobre hai avallato,

il mio voto per te vedrai disintegrato. 

Se degli ostaggi mai hai parlato, quel che dici di Gaza sa quasi di reato e 

per sempre il mio voto ti verrà negato.

Se per te lo stupro sulle ebree non è patriarcato,

del mio voto per l’eternità sarai privato.

Se le autocrazie coi fatti non ti impegni ad avversare,

a cercare il mio voto non ti disturbare.

Vedi di rinsavire, non fare il Quisling: 

se fai vincere Putin, Hamas, gli Ayatollah, Xi è Kim è un self killing!

La Terra e il suo Clima non puoi salvare se la gente di cui sopra lasci circolare.

Per non parlare di quando proprio te, se non li fermi, verranno a cercare.

Io ti ho avvisato: orsù, dunque ditemi: chi voto che le nefandezze qui elencate non abbia già perpretato?


1 novembre 2024

BA-65 Nibbio: il pensionato di ferro











 

Oggi vi presento l'assaltatore Breda BA-65A Nibbio.

Un aereo di metà anni '30 che si comportò benissimo durante la Guerra di Spagna (l'invasione dell'Ucraina degli anni '30).

Non era niente male per il periodo: 4 bombe trasportate internamente (anche se sganciate in verticale, quindi ortogonali al flusso aerodinamico ossia con precisione scarsissima), 2 mitragliatrici pesanti e 2 leggere, piloni subalari per altre bombe

Insomma, per il 1935, il non plus ultra.

Durante la Guerra di Spagna, quando l'Italia fascista intervenne contro la Repubblica a favore dei fascisti di Franco (un po' come oggi la Corea del Nord che ha invaso l'Ucraina a supporto della Russia), l'aereo si comportò bene nel ruolo di assaltatore.

Ossia, di aereo dedicato all'attacco delle truppe nemiche fornendo supporto diretto ai soldati sul campo.

L'aereo più celebre della Seconda Guerra Mondiale in questo ruolo fu lo Stuka tedesco, per intenderci.

Quando iniziò la Seconda Guerra Mondiale, il BA-65 era già obsoleto e sarebbe stato sostituito da una nostra vecchia conoscenza, il BA-88 se quest'ultimo non avesse fatto così cagare pena come aereo da combattimento da essere ben presto relegato al ruolo di falso bersaglio.

Il BA-65, quindi, fu rispedito in prima linea e combattè con efficacia fino a quando l'usura e le perdite non ne causarno una radiazione di fatto.

Qui posso proporre solo una semplice domanda retorica:

Come mai l'Italia fascista fu in grado di costruire un aereo moderno ed efficace nel 1935 senza dargli un successore nel 1940 (pur avendone le capacità tecniche come dimostrato dalla panoplia di prototipi relativamente avanzati prodotti fino al 1943?

La risposta è una sola: la natura criminale (in senso mafioso) del regime fascista.

La corruzione dei gerarchi e del complesso militare industriale era tale da far impallidire Tangentopoli.

La vicenda dei BA-65 e del successore BA-88 è emblematica e non mi stancherò mai di ripetere e ricordare l'atroce destino del fior fiore della gioventù fascista (non degli oppositori democratici eh): condannati dai propri Capi (e padroni) ad una morte tanto gloriosa quanto inutile a bordo di aeroplani volutamente obsoleti in una guerra assurda fatta con le scarpe di cartone e col solo cuore di rincalzo.

Meditate, fascistelli, meditate: i vostri capi, per voi, sono molto più pericolosi dei vostri avversari.



20 ottobre 2024

Bell UH-1 Iroquois: L'elicottero per antonomasia

Bat21, Apocalypse Now, Platoon, We Were Soldiers, Rambo, A-Team, Forrest Gump.

Avete visto anche uno solo di questi film?

Allora vi siete già imbattuti nel Bell UH-1, Huey per gli amici.











Fu il primo vero elicottero multiuso moderno, costruito in più di 16000 esemplari.

Ha combattuto in tutte le guerre e ha prestato soccorso in tutte le calamità. 

Trasporto d'assalto, gunship, controcarro, ambulanza, passeggeri, antincendio: è una macchina adatta a tutto!

Il modellino rappresenta un'aeroambulanza.

Ora, visto che ci siamo: perché costruisco pochi, pochissimi, modellini per uso civile?

Semplice: sono quasi tutti bianchi e il bianco è davvero difficile da stendere.

Poi, sono quasi tutti molto ingombranti.

Infine, sono quasi tutti uguali nell'assemblaggio.



13 ottobre 2024

Kill Bill ossia: "Eccomi"






E' arrivato ottobre ed è arrivata la giornata delle Salite.

Coccinelle e Lupetti sono diventati Guide ed Esploratori.

Guide ed Esploratori sono saliti in Noviziato.

Troppi Capi hanno smesso di far Servizio.

Alcuni Capi hanno dovuto cambiare unità.

Tra cui io.

Resto Babbo Scoiattolo ma cambio Cerchio: dai Ciclamini passo alle Primule.

Niente di misterioso: l'incastro tra le varie esigenze dei capi disponibili ha reso necessario che questo 4° anno di Servizio nelle Coccinelle fosse fatto nel Cerchio gemello.

La parola maestra di Babbo Scoiattolo è: "Lavorare e giocare per gli scoiattoli erano la stessa cosa".

Ma un Capo ne ha un'altra: "Si serve dove serve".

E servo lì.

Lascio con dispiacere le Coccinelle dei Ciclamini, dopo 3 anni fantastici.

Vado con entusiasmo nelle Primule perché lì troverò lo stesso Popolo della Gioia.

E' un nuovo inizio in continuità con il Servizio di sempre.

E quindi il mio nuovo nome bosco sarà KirK!

Forse un giorno Bill tornerà ma non è per preservare il legame coi Ciclamini che ho scelto di cambiare nome bosco ed adottare, per questa nuova avventura, quello del Capitano Kirk di Star Trek.

L'ho scelto perché abbiamo tutti bisogno di cambiare per il meglio.

Ne ho bisogno io e ne ha bisogno l'Agesci che deve darsi una svegliata ed affrontare la crisi numerica di capi  che sta accelerando più del Cambiamento Climatico.

Bill è stato il mio secondo nome dal 2014.

Oggi l'ho cambiato, sono uscito dalla comfort zone e ho scelto come nome bosco quello di un Esploratore, Pacifista, Scienziato, simbolo di un percorso di progresso per l'Umanità.

Dobbiamo cambiare per rimanere scout.

Dobbiamo cambiare perché senza capi non c'è scautismo.

E io preferisco cambiare anche il nome pur di poter far Servizio un anno ancora.

Buon Volo, Buona Caccia e Buona Strada!


PS: non capisco come mai le arcande continuano a bocciarmi come nome bosco Ken. 

Mica Ken il manzo di Barbie: Ken Shiro! Ha pure i sette punti neri sul petto!