La Route Nazionale si avvicina a grandi passi: manca solo una settimana.
Io ci sarò.
Perché ci vado?
Per lo stesso motivo per cui faccio il Capo Scout a cinquant'anni suonati.
E perché ho iniziato a fare il Capo Scout?
Tranquilli, non la tiro troppo lunga: è una domanda che prima o poi tutti i capi si fanno, soprattutto quando qualcuno gli fissa, di venerdì sera, una riunione che potrebbe essere sostituita da un sondaggio WhatsApp.
All'inizio, magari, per essere meglio di come pensavi fosse il tuo Capo Clan.
Confessatelo, su (se avete preso la Partenza): l'avete pensato anche voi il classico "Io farò meglio di così".
Poi, maturando, per salvare il mondo.
E quando il Servizio ti entra nel sangue, per salvare anche un solo bambino.
A volte, solo per amore.
E per tutta la felicità che vedi germogliare dal tuo sudore.
Ecco, nel corso del tempo, io l'ho fatto per tutte queste ragioni.
Da un bel pezzo, però, vivo l'essere Capo come un privilegio.
Già: decine di ore ogni mese, le albe livide della domenica mattina, il freddo ed il caldo, la sete, lo zaino, ma anche le fotocopie, lo scervellarsi per una catechesi, il ritagliare, l'incollare, le riunioni di Co.Ca. per cui fai notte, il rimetterci di tasca tua anche due lire, ecco, per me è tutto un privilegio.
Il privilegio di vivere (per un tempo ed uno spazio limitati, è vero) quasi come uno dei discepoli di Gesù.
Tutto qua.
Non mi sento mai così vicino a Lui se non durante il Servizio.
E no, non è per il rapporto con le Coccinelle (scusatemi ma lì è facile, facilissimo: livello asilo).
Ma per il rapporto che si instaura con gli altri adulti.
Qualcosa che non provo nemmeno a descrivere ma che, in cuor mio, sospetto somigli almeno un po' a quella fraternità che Gesù ha testimoniato come via di felicità in Terra per tutta l'umanità.
Per questo faccio il Capo scout, per questo andrò, la prossima settimana, alla Route Nazionale delle Comunità Capi.
Non per dare un senso alle mie giornate: io non mi annoio mai e se lo scautismo sparisse oggi resterei impegnato uguale tra prole, famiglia, modellini, lettura e scrittura dei miei romanzi.
Non per essere ricordato: quasi tutte le mie coccinelle dimenticheranno il mio nome già in reparto. Ma non il seme del Servizio ricevuto.
Niente gloria né ringraziamenti, quindi.
Inoltre, lettori di questo blog sanno della mia grave allergia alla retorica associativa sul volare alto, sognare l'impossibile, progettare il futuro eccetera, quando il turnover dei capi è roba da
Eppure io alla Route ci vado lo stesso.
E la Route non è uno spasso.
La Route Nazionale non farà eccezione.
E' un evento per quasi ventimila persone organizzato tutto da volontari.
Sarà scomodo.
Si dovrà fare tanta Strada.
Ci saranno inevitabili problemi logistici e non sarà affatto facile.
Ma un Capo Scout non cerca le comodità, cerca di fare un buon Servizio.
E alla Route Nazionale si dovranno porre le basi per un ottimo servizio per i prossimi vent'anni almeno.
Vale la pena qualche sacrificio in termini di scomodità, cibo e sonno.
E magari lì mi riuscirà di parlare anche del mio sogno.
Già, ce l'ho pure io un sogno, stile volare alto per intenderci: avere un gruppo scout in ogni parrocchia.
Cambierebbe le cose.
E non ringrazierò mai abbastanza i giovani (e meno giovani) capi del mio Staff e della mia Co.Ca. per consentirmi di vivere questo privilegio.
PS: la mia Co.Ca. sarà nel sottocampo Verde, così sapete dove trovarmi.
Dovrei anche passare un po' di tempo nello stand di Proposta Educativa.
Buona Strada e Buon Volo!
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