13 giugno 2012

Installare lo Scanner della Brother MFC-7360N (64 bit)


Incredibilmente, sono riuscito a vincere la mortale accidia per installare questo scanner.
Brother è un'azienda simpatica: sul suo sito ci sono i drivers per Linux ma spesso e volentieri tra il download e la soddisfazione di vedere l'hardware funzionante ci sono un po' di tribolazioni di mezzo.
Le istruzioni di installazione non sono decisamente del tipo doppio click.
Siccome ho ricevuto più volte richiesta di assistenza per queste macchine pubblico la piccola guida che segue.
Ha funzionato per Ubuntu 12.04 64 bit con connessione di rete, anche usando lo scanner via Alimentatore Automatico.
Enjoy.

Per prima cosa scaricare ed installare dal sito Brother il driver giusto (brscan4) (http://welcome.solutions.brother.com/bsc/public_s/id/linux/en/download_scn.html)


installarlo come segue:

sudo dpkg -i --force-all brscan4-0.4.1-1.amd64.deb

verificare che il driver sia installato:

dpkg  -l  |  grep  Brother


quindi, se compare

ii  brscan4      0.4.1-1            Brother Scanner Driver

è tutto ok.

settare lo scanner:

sudo brsaneconfig4 -a name=SCANNER model=MFC-7360N ip=192.168.1.100

ovviamente l’IP dipende dalla rete locale

e confermare:

sudo brsaneconfig4 -q | grep SCANNER

E il gioco è fatto. Ho provato con simple scan utility e con xsane.

PS: per la nipotina Brother MFC L2700 DW

potete vedere qua

http://invernoerosa.blogspot.it/2015/09/how-to-install-brother-mfc-l2700dw.html

11 giugno 2012

Lacrime di Coccodrillo per il Compagno Berlinguer

Oggi, collegandomi alla rete, sono stato travolto da articoli, post ed interventi commemorativi di Enrico Berlinguer. 
Quando l’ultimo vero segretario del PCI ci ha lasciato, 28 anni fa io ero un ragazzino di 10 anni che non si spiegava la tristezza della mamma e la scomparsa dei cartoni animati dai palinsesti TV. 
Non ho niente contro Berlinguer, intendiamoci. 
E non ho nulla neppure contro la conservazione della memoria di un uomo di tal fatta. 
Eppure, stamattina mi sono trovato a leggere post, articoli ed interventi con fastidio. 
Già. 
Fastidio. 
Non ho saputo identificare la causa fino a poco fa. 
Mi dicevo: “ Ma Berlinguer ti può essere diventato antipatico tutta in una volta? Non è che hai letto / mangiato qualcosa che ti è andato storto ?” 
Insomma, ho passato una mattinata agitata. Anche per questo motivo. Mi è diventato antipatico Berlinguer? L’enigma si è sciolto leggendo il bel pezzo commemorativo di Civati. Ho iniziato la lettura facendo come al solito sì sì col naso. Poi, verso la fine, l’illuminazione. Leggendo questa frase: “Quel volto, quella cultura, quella dimensione, non sono più tornate.” Eureka: ecco il concetto, il leitmotiv dell’invasione mediatica mattiniera, l’elemento perturbatore della mia mattinata. 
Non mi è antipatico Berlinguer. 
Mi sono antipatici ‘sti piagnistei. 
‘sto schiaffare il naso dentro l’ombelico. 
Un ombelico pure del passato. 
“Non torenerà mai più.” 
E giù tutti a piangere. 
Lacrime di coccodrillo. 
Perchè scommetto che c’è un sacco di gente che dopo aver pronunciato ogni 11 Giugno per 28 anni il “Non tornerà mai più” Ha aggiunto in cuor suo con le parole e purtroppo per noi anche coi fatti: “Per fortuna”. 
E non è vero che quella dimensione culturale umana e politica non sono più tornate: sono rimaste, sono rimaste, eccome se sono rimaste: marginalizzate, disprezzate, umiliate e misconosciute. 
Ma ci sono ancora. 
Troppo comodo, belli miei, piangere sul leader maximo che-se-fosse-qui ci salverebbe da Berlusconi, Monti, Tremonti, Grillo, Equitalia e le verruche. 
Tanto, poi, business as usual. 
Credete voi che Berlinguer fosse un altro da se rispetto al suo tempo? 
Credete che fosse un gigante tra nani? 
Enrico Berlinguer era Enrico Berlinguer perchè nelle sezioni del PCI ci si comportava decorosamente. 
Poteva dire le cose che diceva e fare le cose che faceva perchè era il rappresentante di un Popolo Degno. 
Voi non vi volete manco fare la tessera di un partito figuriamoci a smazzare per costruirlo, come pretendete che venga fuori il nuovo Berlinguer se non da un film di Zombie? Berlinguer, l’idolo, non è un uomo che nasce dal nulla. 
E’ un qualcosa che si costruisce in tanti. 
Che per molti, troppi anni, sono stati troppo pochi. 
Quindi, prima di jastimiare ragionevolmente la classe dirigente del PD, un esamino di coscienza per capire un po’ il mistero di tutti questi militanti e dirigenti di base bravi puri e questi capi scadenti e ammanicati è d’uopo. 
Non vengono dal nulla. 
Sono il frutto di un aventino morale e civile che non si cancella linkando gli aforismi di un grande Dirigente del PCI passato a miglior vita 28 anni fa. 
Fatevi la tessera di un Partito o aderite ad un movimento. 
Spegnete i social network e consumatevi il sedere sulle sedie discutendo e litigando faccia a faccia. 
E aspettate pazienti. 
Che quel seme germogli.





7 giugno 2012

IMU su case sfitte come tassa di scopo

Ma se io propongo di alzare al massimo l'IMU sulle case sfitte di Matera per compensare il taglio da parte dello Stato dei 700mila e passa Euro destinati al sostegno agli affitti per i meno abbienti commetto un atto di bolscevica ferocia?
Io credo, invece, di compiere un gesto di umana pietà.
No.
Non mi sono spiegato.
Non tanto verso chi necessita dei sussidi per l'affitto.
Ma verso chi oggi detiene le innumerevoli case vuote di questa città.
Perchè crede che tali case valgano due, trecentomila Euro. 
E lo crede con la complicità delle banche che glie lo lasciano credere.
Ma una casa, a Matera, non può avere lo stesso valore di una casa nel centro di Berlino.
Anche a Matera sta per arrivare la Legge della Domanda e dell'Offerta in ambito immobiliare.
E tutti i castelli di carte costruiti sull'assurdo valore speculativo dei prezzi degli immobili locali corrono il rischio di crollare con gran pena e danno per tutta la Città.
Forse è un gesto di pietà iniziare a dire la banale verità.
Se la domanda di case è di gran lunga inferiore all'offerta i prezzi delle case non possono più restare staticamente alti (Se la vuoi questo è il prezzo, se non la vuoi la tengo vuota).
Non ci sono più margini.
Il Mercato arriva anche qui, sulla punta di baionetta della crisi eterna.
Preparatevi.
Alla Patrimoniale Immobiliare del prossimo governo (se non già di questo).
Altro che Piano Casa...

PS: Ovviamente il caso in questione è uno dei tanti. Preferirei che si usasse una tassazione aggiuntiva esclusivamente come tassa di scopo per investimenti: 

Fotovoltaico così non paghiamo più il milione e passa solo per l'illuminazione per non parlare delle bollette degli edifici.
Software Libero (non mi fate ripetere l'ovvio)
Spazi di aggregazione e parchi...


Sento già l'eco della mia stessa voce.
Buona Giornata.

6 giugno 2012

Salmo alla casa e agli emigranti


Inchinati alla terra, alla piccola porta mangiata della casa,
noi siamo i figlie e la porta è carica di altri sudori,
e la terra, la nostra porzione, puzza e odora.
Mi uccidono, mi arrestano, morirò di fame, affogato
perchè vento e polvere, sotto il filo della porta, ardono la gola;
nessuna altra donna mi amerà, scoppierà la guerra,
cadrà la casa, morirà mamma e perderò gli amici.
Il paese mio si va spopolando, imbarcano senza canzoni
con i nuovi corredi di camicie e mutande i miei paesani.
Che vanno a pigliare l’anello? Come nel giuoco,
sui muli bardati di coperte, e con le aste di ferro uncinate,
al filo teso sulla rotabile, nel giorno di San Pancrazio?
Ve ne andate anche voi, padri della terra, 
e lasciate il filo della porta più nero del nero fumo.
Quale spiraglio ai figli che avete fatto
quando la sera si ritireranno?

Rocco Scotellaro, 1952

3 giugno 2012

ACAB: All Cops Are Bastards, una recensione col casco

Sono stato molto fortunato a leggere ACAB dopo aver visto Diaz e soprattutto dopo l'angosciante vicenda della parate del 2 giugno.
ACAB è un romanzo (diciamo una descrizione romanzata di atti giudiziari) furbo.
Non nasconde il disgusto per gli atti atroci del VII nucleo a Genova, ma spiega come funziona la macchina della violenza.
Una macchina precisa.
I cui progettisti ed autisti compaiono solo di striscio nelle pagine.
Intere pagine sono la semplice ed esemplare trascrizione dei referti medici delle vittime del G8 e della relativa discussione (che ricodo di aver letto anch'io in originale) su un forum della polizia.
Un gruppo Celere è descritto come una specie di antimagnete per le metalliche forze a cui è mandato ad opporsi: immigrati da espellere, Rom da sgombrare, autonomi da contenere e, en passant, giovani disarmati e pacifici della Diaz da manganellare a sangue e poi da torturare a Bolzaneto.
Che c'entra la parata del 2 giugno?
Niente, se avete bisogno di domandarlo. Passate avanti.
Se, invece, avete a cuore il presente ed il futuro di questa (non un'altra possibile) Repubblica, vi renderete conto, magari, della scollatura tra istituzioni, gente delle istituzioni, cittadini irresponsabili e cittadini che credono di essere responsabili ma che, invece, allo scollamento lavorano alacremente.
Uno scollamento che ormai è diventato una voragine capace di inghiottire l'intero Paese.
La violenza è cieca.
La cecità di fronte alla violenza ed alle sue cause non so definirla.
"I Fratelli non si abbandonano"
Peccato che siano già tutti soli.

2 giugno 2012

Al Compleanno della Zia Rosina


2 Giugno 1981

Ciao, Repubblica Italiana, buon compleanno se esisti ancora

Ciao, Repubblica Italiana.
Buon Compleanno.
Se ci sei.
Hai 67 anni, l'età della Pensione, fino a qualche anno fa.
Ma, per uno Stato, sei ancora giovanissima.
Quindi, mi è penoso vederti così agonizzante.
Cioè, non è che io mi senta tanto bene.
La vicenda della Parata del 2 Giugno mi ha traumatizzato parecchio.
Arrivato ad una certa età ti chiedi il senso delle tue azioni.
"Con l'aiuto di Dio prometto sul mio Onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese".
Mica è divertente scoprire ad un tratto che il tuo Paese alla fine non solo non esiste ma forse non è mai esistito.
Misuri il senso delle tue azioni.
Le notti all'addiaccio, la fatica, la polvere, il sudore, le carte gettate sempre nel cestino senza poter mai prendere a calci in culo il vigile che lì a due passi ha voltato lo sguardo dall'altra parte mentre un altro suo pari le gettava a terra, la campagna elettorale fatta con una correttezza da cretino, nascondendoti pure da Facebook le foto di Tempèra e passando da arrogante con il Clan per non aver voluto correre il rischio di fare propaganda tra i ragazzi, le fatture emesse sempre e la raccolta differenziata a puntino, pure mille km di gasolio su  e giù dalla sede del Partito Democratico per evitare il Piano Casa o per farci campare un po' meglio con le rinnovabili ed il software libero, il gelo delle tendopoli ed un Servizio ingrato tra gli ultimi che resteranno tali perchè i primi posti non sono mai esistiti.
Ho scoperto di essere un buffone, un pagliaccio ed un insensibile.
Cara Repubblica, non sto dicendo "Chi me l'ha fatto fare!" Sto dicendo una cosa molto peggiore: ti ho fatto soffrire inutilmente, un accanimento terapeutico di cui solo ora mi rendo conto.
Per amor tuo ho imparato a rispettare i corpi dello Stato per i cui componenti umani ho ben poca stima ed anche disprezzo: sai, io ho scritto tante tante volte contro le schifose azioni di alcuni tuoi indegni dipendenti alla Diaz e a Bolzaneto, non credo che sia facile farmi passare per ammiratore di costoro schierati in parata, eppure, per amor tuo e per insegnamenti ricevuti alle elementari, al liceo e dal mio Capo Reparto, Arco Sicuro, ho imparato a distinguere tra le istituzioni dello Stato e le azioni degli uomini assunti dallo Stato.
Questi ultimi possono ricevere plauso, biasimo o disprezzo.
Ma lo Stato no.
Lo Stato siamo noi.
La Parata del 2 Giugno dovremmo essere noi.
Se non lo sentiamo, il guaio non è banale.
E' mortale.
Perchè la tua peggiore degenerazione è migliore del miglior sistema non democratico che si prospetta.
Vuol dire, cara Repubblica, che del tuo (nostro?) sangue ci importa assai poco.
Vuol dire che i tuoi figli ti disconoscono.
E attendono una nuova madre.
Come è già successo cent'anni fa.
Una Madre che fu la terribile matrigna del fascismo.
Non ho mai visto una Parata del 2 Giugno, nè lo farò domani, francamente mi è sempre venuto da ridere per l'ipocrisia delle parate militari e non. 
Ma non ho riso quando ho realizzato che dal popolo della sinistra si chiedeva l'abolizione della Tua (nostra?) parata civile e militare in cambio di zero € per l'Emilia martoriata.
Così.
Per rispetto?
La Parata non è mica una festa. E' un simbolo di unità.
Ci marciano i soldati ma anche gli uomini e le donne delle altre istituzioni.
Sfila l'Italia.
A questo punto, non tutta.
Non ho riso quando nessuna voce si è alzata a dire "Ma perchè non ci teniamo la (nostra?) parata e invece sforbiciamo il calcio truccato, risparmiamoci lo scandalo degli Europei in Ucraina e magari facciamo anche un'azione educativa verso i nostri bambini e giovani stoppando questa marcia brodaglia di corruzione travestita da sport? Lì sì che ci sarebbe da guadagnare una mezza finanziaria".
Il Calcio non si tocca. Lo Stato, sì.
Non ci riconosciamo nella Parata del 2 Giugno?
Sia pure.
Se le istituzioni democratiche si sono squalificate, se i suoi simboli sono fessi, forse colmerà il vuoto un'altra marcia, magari come quella  su Roma.
Dove il fiorire di dita medie alzate e gesti dell'ombrello in Lombardia hanno fallito, potrebbe riuscire la stessa tecnica dalla Liguria, no?
Se ti toccherà di morire, alla fine, non sarà perchè assassinata dal berlusconismo e dai suoi seguaci.
Ti toccherà di morire per omissione di soccorso da chi a quel sistema di anticultura diceva di opporsi a parole, per poi squagliarsi nei fatti secondo la migliore tradizione dell'8 Settembre.
Ti toccherà di morire perchè chi avrebbe potuto rianimarti ha preferito la mondanità godereccia al rispetto delle tue, oggettivamente scadenti, istituzioni.
Nei fatti, preferisce una probabile futura perdita di libertà scaturita dalla demolizione dell'esistente senza punto impegnarsi per cambiare rotta e salvare il salvabile.
Cara Repubblica Italiana, che mi hai fatto studiare, probabilmente inutilmente, ma non mi hai fatto saltare un pasto, nè patire il freddo se non per mia scelta, che hai curato le mie poche malattie e fatto viaggiare su treni schifosi, ma mi hai anche consentito di vedere il Bosforo e le Bianche scogliere di Dover, cara Repubblica, cosa vorresti che facessi?
Un'ulteriore difesa fino all'ultimo uomo come mi hanno insegnato alle elementari?
O vorresti che io sopravvivessi per lasciare speranza al futuro?
Cara Repubblica, seppure io sopravvivessi, sarei troppo diverso da come sono ora per accettarmi.
La mia promessa resta quella.
"Verso il mio Paese".
Finchè ci sei, finchè un vecchietto di quasi 90 anni, che per tutta la vita ha lottato per il disarmo, troverà la forza per mantenersi saldo nel rispetto dei simboli del tuo Stato, io farò lo stesso.
E, poi, per tutta la vita sono stato tra i pochi contro i molti, dubito che faccia differenza essere tra i pochissimi contro i moltissimi.
Ma non preoccuparti: sai quanta gente a storpiare le parole del tuo inno quando gioca la nazionale di calcio!
Forse preferisci la loro voce alla mia.
Non fa niente.
Facciamo quest'ultima corsa assieme.
Buon Compleanno.



 

30 maggio 2012

10 cose buone per l'Italia che la Sinistra deve fare Subito

Sono rimasto allibito leggendo "10 cose buone per l'Italia che la Sinistra deve fare Subito" di Pippo Civati.
Ho acquistato l'ebook per € 1,99 tanto per farmi un regalo di compleanno.
Il piccolo saggio si legge in poche ore, sia per le dimensioni ma soprattutto per la qualità ed il contenuto del testo.
E' una specie di omelia civile, lucida.
Un affresco complesso di idee semplici di un'Italia possibile.
Che la lettura delle pagine ti fa sfiorare, ritenere probabile, anzi, imminente.
Non può essere diversamente, pensi, mentre leggi.
Non si tratta di un elenco di idee, anche se buone.
E' proprio un progetto integrato!
Dall'immigrazione alle banche, dalla tassa di successione vista come tassa di scopo per gli asili nido alle energie rinnovabili, da una precisa idea di come abbattere corruzione ed evasione fiscale fino al software libero e gli open data senza trascurare i diritti civili e la difesa dell'ambiente.
Un'orchestra di pensieri già scritti come azioni possibili.
Ma, soprattutto, la speranza di un futuro possibile.
Dietro l'angolo.
Civati, Consigliere Regionale in quel di Lombardia, scrive la sua proposta per l'Italia, nella formula di un documento aperto ed in divenire.
Scrive un documento del Partito Democratico ai suoi rari, massimi, ottimi livelli.
E ti vien da dire: perchè non è costui, non dico a fare da candidato premier, ma almeno a scrivere il nostro programma e/o almeno a presentarlo in giro?
Ma perchè non è questo il nostro programma?
Ma che cavolo stiamo aspettando ancora?
Ma in Direzione Nazionale (e regionale/provinciale/comunale) siamo solo dei Lemmings impazziti a fare a gara a chi corre più veloce verso il precipizio?

Sì alla parata del 2 Giugno

Un  certo sentimento popolare vorrebbe che la tradizionale Parata del 2 Giugno fosse annullata ed il risparmio devoluto alle varie tragedie nazionali.
Niente in contrario a ridurre ai minimi termini la spesa pubblica.
Nel caso specifico, tuttavia, i soldi da spendere sono ormai spesi.
Ma questo non sembra interessare gli oppositori alla parata.
Mi sorge qualche dubbio: 
ci si oppone alla spesa inutile o ci si oppone alla Festa della Repubblica ?
Ci si oppone all'uso improprio di denaro pubblico o al fatto che si riconosca a persone in divisa, in uniforme e non di essere parte fondante dello Stato?
Parte fondamentale della Cittadinanza?
Gramellini, ad esempio, in un recente editoriale dice: 
"Meglio tra i terremotati che tra i carri armati".
Quali carri armati?
Non sfilano più da un pezzo.
Non ne abbiamo da far sfilare.
Alla parata del 2 Giugno sfilano anche le forze armate

La tradizionale parata del 2 Giugno, festa della Nostra Repubblica, dal 2005 non è più solo una parata militare.
Sfilano i corpi di polizia civile.
Sfila la croce rossa.
Sfilano i vigili del fuoco.
La Protezione Civile ed i suoi volontari, scout inclusi.
Tutti, tutti, tutti, indistintamente adesso in Emilia a dare una mano, a marciare tra i terremotati.
Quindi, la Parata del 2 Giugno non è più, da oltre un lustro, prova di esibizione muscolare, ma sfilata dei corpi dello Stato.
Il Nostro Stato.
Il 2 Giugno del 1945 è nata una Repubblica ed alla sua Festa, in una Parata di certo non in stile sovietico, sfila anche la società civile assieme al tradizionale simbolo statale di potere militare.
Se la Parata saltasse che giovamento ne avrebbero i terremotati? 
Un ennesimo chiudere le stalle dopo che sono scappati i buoi.
Non sarebbe meglio usare l'occasione anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle urgenze del momento?
E che danno ne avrebbero quei servitori dello Stato che oggi vedono sbattersi la porta in faccia dalla stessa Popolazione che domattina sono chiamati a Servire?
A chi si oppone anche ad un economico sfilare di volontari della protezione civile di fronte a quello che DEVE rimanere il simbolo dell'unità nazionale, il Presidente della Repubblica, domando: 
"Ha senso, allora, festeggiare il 2 Giugno?"
Festa di quale Stato?
Siate coerenti fino in fondo e chiedere l'abolizione della Festa della Repubblica, sarei probabilmente concorde date le circostanze generali.
Rubo il pensiero di Vito Bubbico che condivido in toto: "Mantenere la celebrazione del 2 giugno, la festa della Repubblica, anche in un momento difficile è il segno di uno Stato che non collassa di fronte ad eventi straordinari. Questo ci pare sia il segnale positivo e tranquillizzante che Napolitano intende inviare al Paese, sebbene applicando all’evento tutta la sobrietà doverosa del momento. Polemizzare con tale decisione e presentarla come irrispettosa delle vittime del terremoto emiliano è alquanto ingenerosa nei confronti di un Presidente della Repubblica che non deve certo dare ulteriori dimostrazioni del suo attaccamento al Paese e ai suoi cittadini. Contrapporre Napolitano alle vittime del terremoto è un ulteriore gradino di quel degrado che tende a fare di tutta l’erba un fascio, un errore tragico che è alimentato ad arte da chi intende portare il Paese allo sfascio per affidarlo poi alle sapienti mani dell’uomo della provvidenza di turno che vedrete spunterà fuori al momento giusto
Nel frattempo, dato che sono in un Paese Libero difeso da chi marcia il 2 giugno e scava tra le macerie il 30 Maggio, posso affermare di desiderare che la Parata si tenga, come simbolo di quel che resta del nostro Stato,
perchè lì, a Roma, sfila l'Italia.


Per approfondimenti sulle disastrose conseguenze del malcelato disprezzo che hanno certe sinistre per i corpi armati e non dello Stato segnalo questi altri miei pensieri:


http://invernoerosa.blogspot.it/2010/12/la-svezia-sta-allitalia-come-likea-sta.html

http://invernoerosa.blogspot.it/2012/04/diaz-il-sangue-indelebile.html

http://invernoerosa.blogspot.it/2012/04/in-cerca-di-patria-la-rimozione-del.html

29 maggio 2012

Il mio intervento alla Direzione del PD Materano del 28 Maggio 2012


Non mi è possibile trascrivere qui alla lettera il mio intervento di ieri sera alla Direzione del Partito Democratico Materano dedicata al Bilancio comunale.
Vero è che se fosse per me tutti gli eventi di tal fatta sarebbero trasmessi in streaming e ritrasmessi su youtube, ma ci vuole un po’ per certe innovazioni.
Quindi, vi dovrete accontentare non di un riassunto, bensì di una più corposa esplicitazione del mio pensiero di ieri.
Infatti, ho scoperto di essere più chiaro e coinciso parlando che scrivendo.
Ma torniamo a noi.
La situazione è nota: mancano 6 milioni di € al bilancio comunale a causa dei tagli dello Stato Centrale
Solo parzialmente compensati dall’IMU: lo Stato, con l’IMU, si porterà a Roma molto più di quello che ha tagliato, alla faccia del federalismo fiscale.
Tranquillizzatevi, non è questa la sede per un ragionamento complessivo sull’economia cittadina, ora davvero vengo al dunque.
Ecco il mio intervento (metto in corsivo le frasi che sono ragionevolmente certo di aver pronunciato alla lettera):

Nel corso di quest’anno abbiamo tentato, nella Segreteria del Partito, di impostare un nuovo metodo di lavoro che ci consentisse di superare l’inaccettabile stato delle cose da un punto di vista politico.

Non ci siamo (ancora) riusciti.
Tuttavia, non possiamo più permetterci alcun temporeggiamento: se il metodo è lontano il merito delle cose incalza.
Ecco perchè è dal merito delle cose che dobbiamo ripartire.
E’ molto comodo fare investimenti ed innovazione quando il bilancio di un’Amministrazione è in espansione.
Lo è un po’ meno quando crolla.
Eppure, siamo chiamati proprio a questo.
Effettuare investimenti strategici ed innovazione ora, adesso, nel 2012 è possibile.
Faccio due esempi concreti.
Ho letto con attenzione il bilancio.
All’incirca è possibile calcolare quanto il comune spenda in elettricità.
Non è possibile, invece, sapere quanto l’amministrazione spenda in licenze software, denaro che va direttamente alle multinazionali straniere.
Sarebbe davvero utile avere questo dato e credo che sia imprescindibile calcolarlo.
Perchè, assieme a quello del consumo della corrente, ci consente di impostare questo ragionamento:
Migriamo al Software Libero subito ed installiamo tetti fotovoltaici subito su tutte le infrastrutture comunali compatibili.
E come?
Non è compito del Comune imporre patrimoniali.
Ma in una città come Matera è possibile recuperare risorse da un incremento dell’IMU su seconde, terze e plurime case, soprattutto se tale incremento è pensato e presentato in bilancio ed all’opinione pubblica come tassa di scopo:

  • Migrare al software libero con tutte le implicazioni del caso che non sto qui a ripetere per la ventesima volta.
  • Costruire gli impianti fotovoltaici e risparmiare praticamente per sempre grosse cifre su spese altrimenti incomprimibili.

Non stiamo parlando di grosse cifre, ma dobbiamo assolutamente agire subito.
Potrebbe persino essere sufficiente riuscire a dedicare un paio di centinaia di € per edificio comunale e sorteggiare tra i professionisti l’assegnazione dei relativi studi di fattibilità per poi procedere con la Società Elettrica Lucana più speditamente se non ci fosse la possibilità di realizzare in proprio gli impianti.
Ho apprezzato, nelle precedenti riunioni, la volontà di costruire un bilancio partecipato.
Apprezzo un po’ meno il non essere riusciti a realizzare questa volontà.
Siamo ancora in tempo per questo.
Un’ultima questione: il Teatro dei Sassi Occupato.
Lo so, molti di voi forse non sanno di cosa stia parlando ed anche io so poco. Non so chi siano precisamente gli occupanti dell’edificio.
So solo che la precedente amministrazione di Destra sfrattò il teatro dei sassi da lì e poi abbandonò la struttura al degrado.
Ora, non sto dicendo che l’azione di occupazione sia meritoria o meno, invito invece Partito e Sindaco a sfruttare l’occasione per studiare con attenzione la questione della gestione degli spazi giovanili.
Che questo sia un episodio utile ad aprire un dibattito sull’uso dei tanti locali comunali abbandonati al degrado.
Esiste un fertilissimo terreno di associazionismo civico che va assolutamente sostenuto e non ostacolato dato che i locali ci sono e questo vale per tutte le associazioni di volontariato, a partire dagli Scout.
E spero che questa amministrazione non segua l’esempio di quella di Pisapia.
Se dei giovani materani si sono mossi occorre sfruttare per il meglio il loro slancio ed è compito nostro aprire il dialogo.
Ho concluso, grazie.