1 settembre 2023

Un Anno sull'Altipiano, Marcia su Roma e dintorni, Il Sergente nella Neve: trilogia della sconfitta







Approfittando dei lunghi viaggi autostradali di fine estate, ho audioletto (in realtà riletto per l'ennesima volta, a voler essere precisi): Un Anno sull'Altipiano, Marcia su Roma e dintorni di Emilo Lussu e poi Il Sergente nella Neve di Mario Rigoni Stern.

Non starò qua a ripetere e ribadire quanto siano belli e significativi questi libri, quanto siano drammatici gli eventi narrati e quanto siano stati fondamentali per le nostre esistenze.

Su questi libri sono stati scritti altri libri e non ne farò una recensione.

La lettura consecutiva, la situazione geopolitica e sociale dell'Italia mi hanno fatto venire in mente una cosa.

In tutti questi libri c'è solo sconfitta. 

Sconfitta, pur nella vittoria militare, in "Un Anno sull'Altipiano", dove la società Italiana è in grado di produrre solo generali incompetenti e borghesi, ufficiali di complemento, arrivisti e vili.

Sconfitta nella caduta della pur limitata democrazia ne "Marcia su Roma e dintorni".

Sconfitta nella ritirata di Russia del "Sergente".

Beh, non è che si possa scrivere  di sfolgoranti vittorie lì dove non ci sono.

Per tacere della vittoria militare nella Prima Guerra Mondiale che equivalse ad una sconfitta umana catastrofica

Questo è chiaro, no?

Ma la Prima Guerra Mondiale ha dimostrato al mondo che l'Italia era capace di sopportare l'insopportabile.

E al Fascismo, anche se in pochissimi, qualcuno si è opposto fino a vederne la fine.

Lo stesso Lussu e sua moglie, tanto per non andare lontani: loro hanno vinto.

E la Resistenza, quella dei partigiani e dell'Esercito, non hanno conseguito una vittoria concreta come la Repubblica Italiana del benessere?

E allora dove sono i romanzi che testimoniano le vittorie?

Dove sono gli scrittori che indicano una via di Progresso?

E davvero non ce ne sono?

SR-71 Blackbird









Blackbird: l'areo (di serie) più veloce al mondo.

Insuperato tutt'oggi.

Fu un ricognitore strategico capace di volare per più di un'ora a Mach 3,5.

Ma ne fu progettata anche una versione da intercettazione (YF12) mai entrata in produzione

Leggete qui la sua storia!

L'SR-71 è stato un aereo iconico, formidabile, invitto.

Due sole curiosità (perché se no 'sto post diventa Guerra e Pace più appendice critica). L'aereo era fatto in gran parte di titanio. E chi produce titanio? Ma la Russia. Ossia, nel pieno della guerra fredda, gli USA riuscirono, via triangolazioni truffaldine, a farsi vendere dal nemico il titanio per costruire i blackbird.

E poi: l'aereo perdeva carburante al suolo: gocciolava dai serbatoi.

Ma, una volta raggiunta la velocità adeguata, il calore dell'attrito faceva dilatare la struttura dell'aereo e i serbatoi si sigillavano.

Questa sì che è ingegneria aerospaziale.

27 agosto 2023

Fi-I56 C-I Storch (Cicogna): il taxi di Mussolini

Oggi vi presento un piccolo aereo da ricognizione e collegamento tedesco della Seconda Guerra Mondiale: il Fi-I56 C-I Storch (Cicogna).

Capace di decollare in soli 50 metri ed atterrare in 20, fu un aereo largamente usato per l'osservazione ed il trasporto VIP.

Questo aereo ha avuto una grande importanza per noi italiani.

Infatti, il 12 settembre 1943, i tedeschi lo usarono nell'Operazione Quercia, ossia uno spettacolare raid di forze speciali per liberare Mussolini dalla sua prigionia sul Gran Sasso.

Così, volando su questo aereo, il Duce del fascismo tornò al Nord a fare da fantoccio per Hitler e, nell'ultimo anno e mezzo della sua vita, continuò a nuocere all'Umanità in generale e agli italiani in particolare.

Questo aereo dovrebbe far degna compagnia, nelle bacheche dei fasci, ai gagliardetti del Duce ed altre oscenità del genere.

Ma i fasci, per definizione, ignorano (anche) la propria stessa storia e dubito siano in molti a sapere dell'Operazione Quercia, figurarsi del Fi-I56 Storch.

Ma sono in ottima compagnia: un gran numero di sedicenti antifascisti ignorano completamente la Storia della Seconda Guerra Mondiale e intonano Bella Ciao invece di Faccetta Nera per caso.







PS, il kit della mistercraft è stato carino da assemblare, peccato per le decals tedesche difettose.

7 agosto 2023

Ustica, i fatti e le fake news, di Bonazzi e Farinelli:



Una di queste due opere è di fantasia.

L'altra è basata su dati di fatto scientifici.

Una di queste due opere è basata su un atto d'accusa smentito dalla magistratura penale fino al terzo grado di giudizio.

L'altra sulle sentenze definitive della Magistratura penale, sulle Perizie (d'ufficio, non di parte) e sull'ingegneria aerospaziale.

Ho visto l'opera di Paolini forse una decina di volte.

Ho acquistato il DVD, letto il quaderno.

Ero un credente.

Da anni, a credere, ho preferito sapere.

Forse da quando ho visto il relitto del DC-9 a Bologna e di tracce di shrapnel da testata di missile aria aria nemmeno l'ombra. O da quando non mi tornarono i conti sul MiG-23.

Fatto sta che ho abbandonato da tempo il dogma della battaglia aerea.

Così, dopo aver letto USTICA Un'INgiustizia civile, di Alegi e Tricarico, ho deciso di approfondire con Ustica, i fatti e le fake news di Bonazzi e Farinelli.

Non  tento una descrizione del testo: se questo saggio ha un difetto è quello di non essere per nulla 'riassumibile'.

Ma è il difetto della tecnologia e della scienza: va studiata per esteso per essere compresa.

La narrazione della battaglia aerea è smontata con un fact checking puntuale che ad ogni 'voce' contrappone un documento, ad ogni fantasia la realtà.

Probabilmente sono riduttivo, ma vi faccio giusto un esempio: la vulgata dice che aerei francesi sono atterrati su una portaerei nel Tirreno? Gli autori fanno notare che la carta usata per questa affermazione è dell'Italia Nazionale e... manca della Corsica: niente portaerei, solo un 2 in geografia. Cossiga dice che il DC-9 è stato abbattuto da un missile a risonanza? Gli autori fanno notare che questo tipo di missile non è mai esistito (e penso mai esisterà). Un po' come un testimone di omicidio che affermi di aver visto l'assassino usare la spada laser di Star Wars...

E potrei continuare con una lunga teoria di ricostruzione della verità opposta a fantasiose bugie.

In sostanza, si sta ai fatti. Non ai 'si dice'.

E i fatti non contemplano battaglie aeree, depistaggi, MiG, Mirage o altri aerei. 
Ma una bomba nel bagno.
Ecco, io non mi addentro nel campo delle possibilità sulle responsabilità della Strage. 
Ma mi permetto di farvi notare un dettaglio.

Sul finire del suo spettacolo teatrale, Paolini chiede ai suoi spettatori di alzarsi ed indignarsi.

Ecco, io non chiedo ai miei pochi lettori di indignarsi per le balle e le fake news su Ustica.

Ma condivido coi miei lettori l'indignazione (o frustrazione?) per i diritti negati, per l'arretratezza del Paese a cui siamo condannati da intellettuali, giornalisti, cantautori, sindacalisti e politici sedicenti progressisti (ma probabilmente solo antiamericani), incapaci di andare oltre l'odio ideologico sostituito alla competenza e alla comprensione di scienza e tecnologia.

Aspetta e spera su Salario Minimo, Matrimonio Egualitario, mobilità ciclabile ed altre cose normalissime in paesi in cui la classe dirigente di sinistra non è accecata dall'odio ideologico antioccidentale: chi crede alla battaglia aerea, semplicemente,  non ha gli strumenti culturali per portare avanti con successo battaglie di civiltà e progresso.

Se non per caso.

Per questo, io mi indigno.

20 luglio 2023

L'Aquila d'Acciaio








Chissà chi si ricorda questo vecchio film anni '80 su un ragazzino che ruba un F-16 e va a liberare il padre pilota prigioniero dei libici.

Protagonista assoluto, lui: l'F-16.

Il Jet occidentale per antonomasia dagli anni '80 in poi.

Ne sono stati costruiti poco meno di cinquemila.

Anche l'Italia ne ha noleggiati alcuni per qualche anno quando il vetusto F-104 è andato in pensione.

La macchina, negli anni, si è evoluta parecchio: l'F-16A iniziale era un caccia leggero, diurno, armato di cannone e un paio di missili aria aria a breve raggio AIM-9 Sidewinder (nella versione L, ossia la prima che funzionava bene come sostenevano i depliant pubblicitari ... della versione B).

L'F-16V (Block non so manco più dove sono arrivati) dei giorni nostri, invece, è un sofisticato cacciabombardiere ognitempo medio dotato di missili aria aria e aria superficie a lungo raggio con tanto di radar ad apertura sintetica.

Insomma, la differenza tra una spider biposto  degli anni '80 e una berlina moderna.

L'F-16 ha anche un lusinghiero record di combattimento di 76-1-5, ossia ha abbattuto 76 aerei nemici, ne è stato abbattuto uno solo (turco) in combattimento aereo ad opera di un Mirage 2000 greco. E cinque sono stati abbattuti dalla contraerea.

Veniamo, quindi, ai colori di questo modellino.

Che rappresenta un aereo che non esiste: l'Ucraina, infatti, non ha in servizio F-16.

Potrebbe averne in futuro e avrebbe dovuto già averne, se i popoli occidentali si meritassero le libertà e gli agi di cui godono.

Una cinquantina (o un centinaio) di F-16, da soli, non risolverebbero un gran che.

La guerra aerea moderna è estremamente complessa e il singolo aereo da combattimento è solo la punta dell'iceberg di un sistema logistico e di supporto elettronico che non può essere improvvisato.

Qundi, avremmo dovuto provvedere per tempo.

E dotare l'Ucraina di una difesa aerea dagli attacchi terroristici russi sarebbe dovuta essere una priorità per delle nazioni amanti della pace e rispettose della vita umana come, a sproposito, si vantano di essere quelle occidentali in generale e la loro frazione delle opinioni pubbliche che pensano di essere pacifiste, in particolare.

Ma così, evidentemente, non è.

In Italia, secondo recente sondaggio, solo il 30% degli intervistati è decisamente avverso all'operato della Russia.

Il 18% le è esplicitamente favorevole. Non l'1,8: il 18. In pratica una persona su cinque è a favore di guerra, aggressione, omicidi, torture, stupri e massacri oltre alla fine della libertà.

Fate voi.

Quindi, è per scaramanzia che mi sono deciso a realizzare questo F-16 coi colori che potrebbe indossare nell'aviazione ucraina.

Meglio tardi che mai, oserei dire.

Non credo che la configurazione che ho scelto sia realistica: le bombe a guida laser sono di troppo e probabilmente sarebbero sostituite da serbatoi ausiliari o missili aria superficie standoff. Il 4 Aim-120 e i 2 Harm, invece, sono plausibili.

Il modellino  mi è venuto così così (non ho la possibilità di dipingere camo pixellate) ed è stato particolarmente odioso da assemblare perché la Revell ha avuto la bella alzata di ingegno di spargere i pezzi tra i 4 sprue in maniera completamente casuale: non ce ne sono 2 contigui e ho passato più tempo a cercare il pezzo successivo che a montarlo.

Questo modellino rappresenta una sconfitta: perché gli ucraini la loro guerra per la libertà l'hanno già vinta.

Noi occidentali in generale e quelli italiani di sinistra in particolare, la battaglia per la difesa di pace e diritti umani, l'abbiamo già persa.

Nota.

A tal riguardo un esempio a caso: è doloroso ma necessario 'realizzare' che non è stata la tenera e commovente marcia di Don Tonino Bello a metter fine all'assedio di Sarajevo ma sono stati gli F-16 della NATO.

16 luglio 2023

F-19A Ghostrider, ehm: F117A Nighthawk

 











Germania, fronte avanzato

La scena avrebbe spaventato chiunque. Le nubi si ammassavano dense a milleduecento piedi d'altezza. Stava volando attraverso acquazzoni che udiva, più che vederli, nella notte nera; i profili scuri degli alberi sembravano protendersi ad afferrare l'aereo. Solo un pazzo avrebbe volato così basso in una notte come quella. Tanto meglio, si disse, sorridendo dietro la maschera a ossigeno.

Il colonnello Douglas Ellington accarezzò con la punta delle dita la cloche del caccia d'attacco F-19A Ghostrider, mentre l'altra mano restava posata sui doppi comandi del gas alla sua sinistra...

... La Lockheed chiamava Ghostrider - Cavalcafantasmi - l'aereo F-19A, ma per il pilota era "Frisbee". Il caccia d'attacco Stealth era stato elaborato segretamente. Non aveva angoli né profili squadrati che potessero consentire un netto riverbero dei segnali radar.

I turbogetti ad alto by-pass erano stati progettati in modo da emettere tutt'al più una segnatura infrarossa confusa. Le ali, viste dall'alto, sembravano imitare la forma di una campana. Viste di fronte, esse apparivano stranamente curvate verso il basso, giustificando l'affettuoso nomignolo di Frisbee. Benché le apparecchiature nell'abitacolo fossero dei gioielli di tecnologia elettronica, di solito non venivano usate nel modo attivo. Le radio e i radar producevano rumori elettronici che il nemico avrebbe potuto captare, mentre il concetto fondamentale del Frisbee era di sembrare del tutto inesistente.

A bordo del Sentry E-3A che volava sopra Strasburgo, i tecnici radar notarono con soddisfazione che tutti e cinque gli aerei radar sovietici erano stati abbattuti in due minuti: funzionava proprio, l'F-19 li aveva veramente stupiti...


Così, nel 1986, in Red Storm Rising (Uragano Rosso), Tom Clancy introduceva al grande pubblico un cacciabombardiere stealth.

Ossia, invisibile ai radar. 

Che poi, più che invisibile ai radar, stealth significa a bassa osservabilità sia radar che infrarossa che  ottica (infatti il modellino è dipinto di nero come i bombardieri notturni della Seconda Guerra Mondiale) dato che per ovvie ragioni questo aereo sarebbe stato usato solo di notte.

Quello che il grande pubblico all'epoca non sapeva (e chissà se lo sapeva Tom Clancy) è che un cacciabombardiere Stealth esisteva davvero, operativo sin dal 1983.

E non somigliava affatto all'F-19 descritto dal compianto scrittore.

L'F-117, infatti, è squadrato al limite del cubismo picassiano.

Non è supersonico ed è stato progettato per il ruolo aria suolo.

In combattimento ne è andato perduto uno solo ad opera dei Serbi.

E' indubbio che la cinquantina di F-117 operativi avrebbero potuto fare una discreta bua alle infrastrutture critiche del Patto di Varsavia: ponti, centri di comando, depositi di munizioni.

Tuttavia, devo ricordare che questi aerei erano 'a servizio' di una gran massa di jet assolutamente non stealth.

Vedete, io credo ben poco alle Wunderwaffen.

Ossia a quel tipo di superarma che  dovrebbe poter ribaltare da sola una situazione militare compromessa.

Le Wunderwaffen erano le armi segrete su cui Hitler contava per ribaltare l'esito della Seconda Guerra Mondiale.

Con gli esiti che sappiamo.

La singola Wunderwaffen è immancabilmente potentissima e fa strage dei suoi nemici. Ad esempio: "Per affrontare un Carro Tigre servono 5 Carri Sherman con la prospettiva di perderne 3" Così era scritto sul manuale del carro americano Sherman. 

Il fatto è che del Wunderwaffen  supercarro Tigre i tedeschi ne costruirono poco più di mille, gli americani, invece, del loro dignitoso Sherman, circa 35mila. 

E lo stesso, temo, vale per gli aerei; finché si costruiscono 50 costosissimi aerei stealth che accompagnano 5000 jet moderni è un conto, ma quando si rinuncia ai 5000 jet moderni per avere 800 costosissimi aerei stealth forse i conti non tornano più.

Insomma, non sono del tutto convinto che una forza aerea modernissima dotata di pochi aerei invisibili e numericamente modesta sia meglio di una forza dotata di moltissimi aerei moderni ma visibili ai radar.

Ma, se anche l'AGESCI sposa le basi teoriche delle Wunderwaffen puntando costantemente al Capo Superuomo capace anche di far sorgere un ottavo giorno della settimana, lo scoutedì, chi sono io per contestarlo?

Chiudo con un'ultima citazione tratta da Uragano Rosso:

"ma no, solo i dilettanti possono discutere di tattica, pensò Alekseyev contrariato. I militari professionisti studiano la logistica". (Che a sua volta è una citazione del Generale Bradley).

E non sarebbe male che la Logistica (della vita utile di un Capo formato in servizio) la studiassero anche al Consiglio Generale dell'AGESCI.

9 luglio 2023

Balcani in Fiamme, di Francesco Dei


"Recensisco" con piacere e soddisfazione questa Storia Militare della Guerra Russo Turca del 1877-1878.
Francesco Dei (di cui ho già letto la 
STORIA MILITARE DELLA GUERRA RUSSO - GIAPPONESE 1904 - 1905), ci porta nei Balcani e nell'Asia Minore della seconda metà dell'800 raccontando in dettaglio una guerra dimenticata che, temo, sia ormai solo un paragrafetto nei manuali di Storia dei licei.
Ma che è stata un anello fondamentale della catena che ha portato alla contemporaneità che è diretta espressione dei conflitti mondiali il cui gigantesco incendio ebbe origine proprio nei Balcani a seguito della catastrofica guerra descritta nel saggio.
Più di mezzo milione di persone morirono in dieci mesi di feroci combattimenti tra il Danubio e le Sorgenti di Tigri ed Eufrate.
Mi ha colpito particolarmente la figura del Generale russo Michail Dmitrievič Skobelev, il Generale Bianco (o anche detto il Garibaldi russo), ritratto nella copertina del libro.
D'altro canto, le varie figure di molti coraggiosi e validi generali ottomani mi hanno fatto compassione: da italiano medio ma assolutamente aderente a principi scientifici capisco bene la frustrazione di chi sa e ha le capacità ma è soggetto all'inerzia di chi non sa e millanta capacità che non ha.
Di un saggio appassionante si scrive spesso che 'scorre come un romanzo'.
Ma la scrittura di Francesco Dei non ha bisogno di questo paragone perché rende avvincente la storia basata su dati di fatto senza necessità di trucchi letterari.
Concludo con alcune chicche:
prima di tutto è stato un vero sollievo trovare le note a piè pagina... A piè pagina e non ammucchiate tutte assieme in fondo al volume.
E le cartine! Il testo è arricchito da ben 29 cartine a colori che dettagliano  l'azione e permettono al lettore di seguire i movimenti degli eserciti sul terreno.
Deliziosa, poi, in appendice, la paginetta dedicata ai wargames.
Insomma, questo volume è una rarità culturale in lingua italiana dato che, in Italia, si fa vanto dell'ignoranza di cose militari e su questo vanto poi ci si permette anche di sproloquiare sulle guerre, passate e presenti, contribuendo, con l'ignoranza, a fomentare quelle future.
A questo punto lancio una sfida a Francesco Dei: la logica conseguenza di questo libro sarebbe la trattazione delle Guerre Balcaniche.
Ma io mi permetto di suggerire un argomento a noi più vicino ed ancora più dimenticato: la Guerra Italo Turca del 1911/12...


8 luglio 2023

Alto Adige

 

E chi infila il chiodo nel legno col martello cavo... beve ;)

Le vacanze sono finite, è vero.

Ma l'Alto Adige mi è rimasto dentro.


Aria pura, limiti di velocità (anche i 30) rigorosamente rispettati, pulizia a livello giapponese e accoglienza professionale e cordiale.

E si mangia pure bene (come, del resto, ovunque in Italia)!

Quest'anno abbiamo scelto la Val Passiria e abbiamo pernottato qui in uno splendido maso con una vista meravigliosa:




Silenzio, cortesia, correttezza, splendidi paesaggi e pace.




E le fragoline di bosco sono solo un bonus

27 giugno 2023

#USTICA Un'INgiustizia civile, di Alegi e Tricarico



A pelle, senza googolare: chi ha causato la strage di Ustica?

Scommetto che avete pensato al missile e alla battaglia aerea.

No: secondo la magistratura penale italiana (3 gradi di giudizio) la strage è stata causata da una bomba. Niente missili, niente depistaggi, niente battaglia aerea. Secondo un magistrato civile, invece, scienziati e ingegneri che facevano parte della commissione di periti d'ufficio (non di parte: d'ufficio) nonché tutti gli altri giudici, non hanno capito niente e il missile c'era. Come per certe sentenze di correlazione tra vaccini ed autismo, del resto.

La Strage di Ustica è un mistero italiano. Nel senso che è solo in Italia che il mistero c'è: all'estero, date le evidenze scientifiche, il mistero non c'è.

Sono andato a vedere al cinema "Il Muro di Gomma". 

Ho letto "Funerale dopo Ustica". 

Ho comprato il DVD de "I TIGI" Di Marco Paolini.

Sono stato un credente, lo ammetto.

Sono anche andato due volte a visitare il Museo della Memoria di Ustica (che, en passant, ignora completamente le sentenze penali di assoluzione).

Ma, da quando ho avuto accesso alle fonti internazionali e alla stampa specializzata, ho iniziato a sospettare che le cose non stessero come vulgata volesse.

Per quel che può interessare, vi racconto il mio percorso di redenzione.

Nel 1989 (prima della caduta dell'URSS), un Mig23 sovietico ebbe uno strano e tragico incidente: l'aereo decollò da una base in Polonia, ebbe un problema per cui il pilota si eiettò e... E invece di precipitare, il MiG continuò per la sua strada invadendo lo spazio aereo della Germania Occidentale per poi precipitare, esaurito il carburante, in Belgio provocando una vittima al suolo.

Il tragitto del MiG23M sovietico dal decollo alla caduta per esaurimento del carburante: circa 900 km


Distanza percorsa: circa 900 km. Ossia, in pratica, l'autonomia massima del modello più avanzato del MiG23 a velocità di crociera. Il che (ma questo non è un dato che si trovava facilmente all'epoca nelle edicole di Matera) equivale ad un raggio di combattimento pratico di circa 300 km.

Questa notizia restò a circolare nel mio cervello messa a raffronto con una delle 38 teorie su Ustica che prevedono il coinvolgimento, nell'abbattimento del DC-9 ITAVIA, di un MiG-23 libico (versione da esportazione con prestazioni inferiori a quella in linea con l'aviazione sovietica).

Non commetto spoiler se vi dico che questo MiG con Ustica non c'entra assolutamente nulla, salvo aver fatto da involontario alibi ai complottisti.

Ancor prima di avere accesso ai libri di Tom Cooper sull'aviazione libica, dopo vari anni, mi si accese la lampadina: il MiG 23 libico non avrebbe mai e poi mai avuto l'autonomia per decollare dalla Libia (ma in pratica nemmeno dalla Tunisia) e mettersi a fare battaglie aeree a nord di Ustica ben oltre il limite teorico del suo raggio d'azione e almeno 2 (se non 3) volte oltre il suo raggio d'azione pratico:

Il tragitto del MiG23 libico dal decollo alla caduta per esaurimento del carburante: circa 800 km


Secondo la versione di Tom Cooper (e quella ufficiale), invece, i conti tornano: il MiG decolla da Bengasi, dopo un po' il pilota sviene per un problema alla maschera d'ossigeno, l'aereo, a velocità di crociera, consuma il carburane e si schianta in Calabria dopo aver percorso circa 800 km (più il tempo dell'esercitazione).
Appunto, i conti tornano e coincidono con quelli dell'incidente del 1989.
Beh, francamente, questa storiella, oggi, non la considero poi così fondamentale.
Perché, nel frattempo, ben altre fonti e ben altre prove mi hanno portato a sapere e non a credere.
Le sentenze di assoluzione, i libri di Tom Cooper, anche la docuserie "Indagini ad alta quota" episodio 13x7.
E questo libro: USTICA Un'INgiustizia civile, di Alegi e Tricarico.
Il testo ha due anime: quella comprensibilmente indignata di un Generale che, incredulo, si trova a ribadire l'ovvio dopo una lunga teoria di accuse infamanti ed inconsistenti all'Aeronautica (ma non a lui personalmente).
Ricordo che i generali, assolti per non aver commesso il fatto (tu sei innocente ma quel reato qualcuno l'ha commesso) hanno rinunciato alla prescrizione e sono poi stati assolti perché il fatto non sussiste (ossia quel reato sta solo nella fantasia del Giudice Istruttore). 
E poi l'anima scientifica di Gregory Alegi, un Professore Universitario che fornisce al lettore le evidenze tecnico scientifiche scaturite dalle sentenze penali.
Incuriosito, ho anche partecipato, la settimana scorsa ad un convegno sulla strage organizzato a Bologna il 19/06/2023 da una associazione delle vittime della strage (quella che ha riconosciuto il valore delle sentenze penali e che si batte ancora perché la magistratura non si arrenda).





Sono molto contento di aver partecipato a questo convegno, sia perché ho potuto approfondire la tematica sia per aver finalmente incontrato il Professor Gregory Alegi. Tuttavia, sono anche un po' triste. Sono un uomo di sinistra. Da ragazzino, appassionato di aviazione, avevo creduto sulla parola a Marco Risi, il regista de "il muro di Gomma" e poi  a Marco Paolini. Pensavo di sapere e, invece, quando da Adulto ho avuto accesso alle fonti internazionali, ho scoperto di essere stato ingannato. Sono molti anni che sono cosciente della follia della tesi della battaglia aerea, ma questo non mi aiuta a infrangere il vero muro di gomma. Quello dell'ignoranza più becera alla #novax che spiega perfettamente il Putinismo dilagante a Sinistra. Io credo che una persona di Sinistra che voglia continuare a considerarsi tale, dovrebbe prendere le proprie opinioni maturate sull'atto di accusa Priore e rivederle in base alle sentenze penali di assoluzione dei generali. Sarebbe bellissimo vedere Marco Paolini aggiornare il suo splendido spettacolo I-TIGI, basato sull'atto di accusa di Priore, adeguandolo alla verità scritta nelle sentenze definitive della magistratura penale. 

Ricordo ai miei lettori che, in Italia, la giustizia civile ha acclarato la correlazione tra vaccini ed autismo, il che, ovviamente, non è. I fatti, al momento, secondo la giustizia penale (che ha ribaltato completamente i convincimenti personali di Priore), parlano esplicitamente di bomba.  In questi casi, se non si fida della letteratura tecnica e della magistratura penale, il mio modesto suggerimento è: "fai tu". Si deve aver voglia di leggere le carte e farsi un'opinione di merito basata sulle prove scientifiche prodotte durante le inchieste e dei periti d'ufficio e non su un bel film che, fino a prova contraria, è fiction.

E  ora?

E ora mi aspetto di trascorre un altro anniversario della strage (27 giugno) farcito  di fake news su una battaglia aerea a cui, per quel che valgono le prove su cui è fondata la relativa teoria, avrebbe potuto partecipare anche l'Enterprise di Star Trek.

Io continuerò a studiare, per esempio leggendo questo libro:


Perché i diritti umani, la libertà, il benessere e la pace non vengono da convincimenti.

Ma da verità scientifiche.

E se la Magistratura penale ha stabilito che 81 persone sono state assassinate da una bomba, si deve cercare chi quella bomba ha commissionato e piazzato.

Non faccio dietrologie e non intendo cadere nella trappola del complotto anticomplotto.

Non formulo ipotesi ma lascio ai lettori uno spunto: un occhio alle implicazioni della fine del lodo Moro la darei.

E spero che, domani,  almeno uno dei miei lettori, non dico cambi idea, ma accolga in sé il seme del dubbio.


 #USTICA Un'INgiustizia civile, di Alegi e Tricarico