Sono qui a scrivere del meraviglioso CFA che ho vissuto la settimana scorsa.
Per prima cosa penso sia doveroso ringraziare immediatamente la mia Comunità Capi che ha avuto fiducia in me e mi ha permesso di partecipare a questo evento unico.
E poi una piccola avvertenza. Non proverò neppure ad esprimere le emozioni di questi giorni, un po' per pudore un po' per la difficoltà di gran lunga superiore alle mia capacità letterarie.
Ma i contenuti si, per quelli le mie forza sono sufficienti....
Il campo è iniziaro a Cetraro Marittima, a duecentoventi chilometri da Matera. Ho preparato lo zaino con cura, non si scherza coi campi mobili e il CFA è stato per la maggior parte del tempo una vera e propria Route.
Così, all'alba del 25 Agosto mi sono ritrovato in viaggio.
A Cetraro faceva caldo. Oltre 30°C. Ho avuto un po' di problemi a trovare la stazione, luogo dell'appuntamento. Infatti c'era il mercato e la via segnalata dai cartelli era chiusa al traffico. Ma alle 1045 ero arrivato. Ero abbastanza emozionato ma l'ambiente è stato accogliente sin dall'inizio. Abbiamo aspettato i ritardatari per un bel pezzo. Evidentemente, Trenitalia non era al massimo della sua forma...
Sono stato accolto da Fedele e Pierangelo, i logisti che avremmo imparato a conoscere bene nel tempo.
A un certo punto le cose hanno cominciato a muoversi velocemente. Zaino in spalle, si parte. Il primo pezzetto di strada dura pochi minuti e giungiamo alla nostra tappa: una colonia estiva sulle rive del mare dove ci aspettano i Capicampo. Un cromatismo di personalità:
il Capo Campo Austero, la Capocampo materna, l'aiuto timidone, una aiuto un po' hippy e un'altra con la Vita negli occhi.
Si inizia subito con un bel gioco allo scalpo per formare le pattuglie. Io finisco nell'ormai più mitologica che mitica Pattuglia Maestrale, un vento di Nord Ovest freddo che, però, ci avrebbe spinto nel calore e nella gioia.
I mangifici cinque: Grazia, la Polena della nostra nave, Daniele, Davide e Francesco oltre al sottoscritto. E poi eccoci a pranzo col fazzolettone Amaranto della Formazione Capi..
Il Caldo era soffocante, il Sole dappertutto e i Canadair del servizio antincendio volavano rasoterra sulle nostre teste caricando continuamente acqua marina per scaricarla sul gigantesco incendio il cui fumo era visibile oltre la collina. Così, con la sinistra ombra di cenere che incombeva su di noi, è iniziato il nostro CFA.
Ma subito un bagno ristoratore nello splendido mare di Cetraro ci ha rinfrescato e ristorato.
I Capi campo hanno messo subito le cose in chiaro: qui non si fa accademia dello scoutismo, non sperate di trovare soluzioni ai vostri problemi di Comunità Capi, ai vostri problemi di interpretazione, ai vostri problemi personali. Anche il Don è stato molto chiaro e schietto sin dall'inizio: non ci occuperemo di spiritualità o problemi morali, bensì di educazione alla Fede ed educazione della Fede. Questo non è un luogo di istruzione, in cui verrete riempiti di verità, bensì di educazione, in cui è dentro di voi che imparerete a trovare le risposte.
La prima serata si è conclusa in una calura soffocante, con la cenere che si depositava sulle tende come fallout...
E io già riflettevo se fosse quello l'approccio giusto, ossia ignorare i problemi associativi e andare avanti ugualmente tentando di impostare un metodo rigoroso ed unitario.
Il giorno dopo il Sole era minacciosamente splendente. L'umidità ci rendeva fradici ma abbiamo smontato il campo e siamo partiti verso il santuario a picco sulla piana. Nove chilometri a quasi 40° con Zaino completo di tenda. Ma già la Strada portava i suoi frutti. La pattuglia Maestrale può dirsi orgogliosa di non aver abbandonato nessuno, di aver marciato col passo degli ultimi e anche di essere arrivata in cima..Grazie alla tempra di Davide, nostro unico superstite in quella marcia da mozzare il fiato. I capicampo erano stati chiari: non è importante arrivare in cima, ma dare tutto quel che si ha e ancora un po' di più senza mollare alle prime difficoltà. Io sono stato fermato da un colpo di Calore, ma anche chi marciava senza zaino ha dovuto cedere al sole. Un pugno di noi è arrivato in cima, ma nessuno è rimasto indietro.
La Strada ha fatto immediatamente da collante e la serata è stata assai più allegra della prima. E anche i contenuti del CFA hanno iniziato a prendere forma.
Si parla di Intenzionalità Educativa, Progetto Educativo di Gruppo come cuore del sistema Agesci. La logica dell'uscita di squadriglia viene spiegata, ad esempio, a partire dai valori che si intende utilizzare per favorire l'autoeducazione dei ragazzi. Il meccanismo è complesso, ma non complicato e ha confermato molte mie supposizioni sbugiardandone altrettante.
Il giorno dopo la temperatura era molto calata, inoltre eravamo ad un'altitudine superiore. La Strada è stata altrettanto aspra ma questa volta sono riuscito ad arrivare in fondo parlando e confrontandomi con tutti i compagni di strada al mio fianco. La mattinata è stata davvero piacevole, nonostante lo zaino al 100% del carico... La nota negativissima è stato un pezzo di sentiero tra le lande desolate che avevano subìto lo stupro dell'incendio. A perdita d'occhio solo resti carbonizzati di piante, animali ed alberi. Terra bruciata, il deserto di questo Paese malato...
Ma all'arrivo c'era un lago fresco e acqua di montagna in abbondanza per ristorarsi. Ricordo un pomeriggio denso di cose da fare di pensieri e idee e anche di una prima decisione. Il giorno dopo ci sarebbe stato l'Hike e ci veniva richiesto di decidere se farlo da soli o in coppia. No nci ho pensato su molto e ho scelto di fare l'Hike in solitario. Ne avevo bisogno. Un ultimo confronto tra me e la mia Vocazione di Capo.
La sera del Lunedì la ricorderò per sempre, con le tende montate alla luce della Luna piena e i rumori del lago a far da contorno ai nostri canti e alle nostre preghiere.
Soprattutto, ricorderò una conversazione sulle Tenerbre che arrivano ma che non potranno mai sopraffare la nostra Luce.
Il giorno dopo tutto si è svolto con calma anche se qualche capo di provenienza extrassociativa dimostrava qualche titubanza del tutto comprensibile. Ma come si può usare lo strumento dell'Hike, della missione o del Raid se non lo si conosce in prima persona?
Ci siamo messi in uniforme, abbiamo preparato di nuovo gli zaini e ci siamo fatti una foto tutti assieme. Io ho scherzato:" Per contare gli assenti domattina?" Giustamente, in molti mi hanno mandato affanculo..
Eravamo in cerchio e mi hanno chiamato per primo, in ordine alfabetico....
Ci siamo salutati con la sinistra mentre cantavamo 'Insieme' e ho ricevuto le stesse raccomandazioni che mi è capitato di fare ai ragazzi...
"Com'è strano il mondo" Ricordo di aver pensato.
Ho messo in tasca la lettera dei Capi, avevo già studiato la cartina: il primo pezzo di strada era una navigazione all'Azimout fuori dal sentiero.
Emozionato ma sicuro dalla mia Strada, mi sono voltato cantando e sono entrato nel bosco.....
Per prima cosa penso sia doveroso ringraziare immediatamente la mia Comunità Capi che ha avuto fiducia in me e mi ha permesso di partecipare a questo evento unico.
E poi una piccola avvertenza. Non proverò neppure ad esprimere le emozioni di questi giorni, un po' per pudore un po' per la difficoltà di gran lunga superiore alle mia capacità letterarie.
Ma i contenuti si, per quelli le mie forza sono sufficienti....
Il campo è iniziaro a Cetraro Marittima, a duecentoventi chilometri da Matera. Ho preparato lo zaino con cura, non si scherza coi campi mobili e il CFA è stato per la maggior parte del tempo una vera e propria Route.
Così, all'alba del 25 Agosto mi sono ritrovato in viaggio.
A Cetraro faceva caldo. Oltre 30°C. Ho avuto un po' di problemi a trovare la stazione, luogo dell'appuntamento. Infatti c'era il mercato e la via segnalata dai cartelli era chiusa al traffico. Ma alle 1045 ero arrivato. Ero abbastanza emozionato ma l'ambiente è stato accogliente sin dall'inizio. Abbiamo aspettato i ritardatari per un bel pezzo. Evidentemente, Trenitalia non era al massimo della sua forma...
Sono stato accolto da Fedele e Pierangelo, i logisti che avremmo imparato a conoscere bene nel tempo.
A un certo punto le cose hanno cominciato a muoversi velocemente. Zaino in spalle, si parte. Il primo pezzetto di strada dura pochi minuti e giungiamo alla nostra tappa: una colonia estiva sulle rive del mare dove ci aspettano i Capicampo. Un cromatismo di personalità:
il Capo Campo Austero, la Capocampo materna, l'aiuto timidone, una aiuto un po' hippy e un'altra con la Vita negli occhi.
Si inizia subito con un bel gioco allo scalpo per formare le pattuglie. Io finisco nell'ormai più mitologica che mitica Pattuglia Maestrale, un vento di Nord Ovest freddo che, però, ci avrebbe spinto nel calore e nella gioia.
I mangifici cinque: Grazia, la Polena della nostra nave, Daniele, Davide e Francesco oltre al sottoscritto. E poi eccoci a pranzo col fazzolettone Amaranto della Formazione Capi..
Il Caldo era soffocante, il Sole dappertutto e i Canadair del servizio antincendio volavano rasoterra sulle nostre teste caricando continuamente acqua marina per scaricarla sul gigantesco incendio il cui fumo era visibile oltre la collina. Così, con la sinistra ombra di cenere che incombeva su di noi, è iniziato il nostro CFA.
Ma subito un bagno ristoratore nello splendido mare di Cetraro ci ha rinfrescato e ristorato.
I Capi campo hanno messo subito le cose in chiaro: qui non si fa accademia dello scoutismo, non sperate di trovare soluzioni ai vostri problemi di Comunità Capi, ai vostri problemi di interpretazione, ai vostri problemi personali. Anche il Don è stato molto chiaro e schietto sin dall'inizio: non ci occuperemo di spiritualità o problemi morali, bensì di educazione alla Fede ed educazione della Fede. Questo non è un luogo di istruzione, in cui verrete riempiti di verità, bensì di educazione, in cui è dentro di voi che imparerete a trovare le risposte.
La prima serata si è conclusa in una calura soffocante, con la cenere che si depositava sulle tende come fallout...
E io già riflettevo se fosse quello l'approccio giusto, ossia ignorare i problemi associativi e andare avanti ugualmente tentando di impostare un metodo rigoroso ed unitario.
Il giorno dopo il Sole era minacciosamente splendente. L'umidità ci rendeva fradici ma abbiamo smontato il campo e siamo partiti verso il santuario a picco sulla piana. Nove chilometri a quasi 40° con Zaino completo di tenda. Ma già la Strada portava i suoi frutti. La pattuglia Maestrale può dirsi orgogliosa di non aver abbandonato nessuno, di aver marciato col passo degli ultimi e anche di essere arrivata in cima..Grazie alla tempra di Davide, nostro unico superstite in quella marcia da mozzare il fiato. I capicampo erano stati chiari: non è importante arrivare in cima, ma dare tutto quel che si ha e ancora un po' di più senza mollare alle prime difficoltà. Io sono stato fermato da un colpo di Calore, ma anche chi marciava senza zaino ha dovuto cedere al sole. Un pugno di noi è arrivato in cima, ma nessuno è rimasto indietro.
La Strada ha fatto immediatamente da collante e la serata è stata assai più allegra della prima. E anche i contenuti del CFA hanno iniziato a prendere forma.
Si parla di Intenzionalità Educativa, Progetto Educativo di Gruppo come cuore del sistema Agesci. La logica dell'uscita di squadriglia viene spiegata, ad esempio, a partire dai valori che si intende utilizzare per favorire l'autoeducazione dei ragazzi. Il meccanismo è complesso, ma non complicato e ha confermato molte mie supposizioni sbugiardandone altrettante.
Il giorno dopo la temperatura era molto calata, inoltre eravamo ad un'altitudine superiore. La Strada è stata altrettanto aspra ma questa volta sono riuscito ad arrivare in fondo parlando e confrontandomi con tutti i compagni di strada al mio fianco. La mattinata è stata davvero piacevole, nonostante lo zaino al 100% del carico... La nota negativissima è stato un pezzo di sentiero tra le lande desolate che avevano subìto lo stupro dell'incendio. A perdita d'occhio solo resti carbonizzati di piante, animali ed alberi. Terra bruciata, il deserto di questo Paese malato...
Ma all'arrivo c'era un lago fresco e acqua di montagna in abbondanza per ristorarsi. Ricordo un pomeriggio denso di cose da fare di pensieri e idee e anche di una prima decisione. Il giorno dopo ci sarebbe stato l'Hike e ci veniva richiesto di decidere se farlo da soli o in coppia. No nci ho pensato su molto e ho scelto di fare l'Hike in solitario. Ne avevo bisogno. Un ultimo confronto tra me e la mia Vocazione di Capo.
La sera del Lunedì la ricorderò per sempre, con le tende montate alla luce della Luna piena e i rumori del lago a far da contorno ai nostri canti e alle nostre preghiere.
Soprattutto, ricorderò una conversazione sulle Tenerbre che arrivano ma che non potranno mai sopraffare la nostra Luce.
Il giorno dopo tutto si è svolto con calma anche se qualche capo di provenienza extrassociativa dimostrava qualche titubanza del tutto comprensibile. Ma come si può usare lo strumento dell'Hike, della missione o del Raid se non lo si conosce in prima persona?
Ci siamo messi in uniforme, abbiamo preparato di nuovo gli zaini e ci siamo fatti una foto tutti assieme. Io ho scherzato:" Per contare gli assenti domattina?" Giustamente, in molti mi hanno mandato affanculo..
Eravamo in cerchio e mi hanno chiamato per primo, in ordine alfabetico....
Ci siamo salutati con la sinistra mentre cantavamo 'Insieme' e ho ricevuto le stesse raccomandazioni che mi è capitato di fare ai ragazzi...
"Com'è strano il mondo" Ricordo di aver pensato.
Ho messo in tasca la lettera dei Capi, avevo già studiato la cartina: il primo pezzo di strada era una navigazione all'Azimout fuori dal sentiero.
Emozionato ma sicuro dalla mia Strada, mi sono voltato cantando e sono entrato nel bosco.....
....segue
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