Io non sono mai stato in Svezia o in altri paesi Scandinavi.
Ma quello che so è che sono posti con elevatissimi livelli di civiltà, benessere e rispetto dei diritti umani.
Quando ho letto la trilogia del millennium ero rimasto piuttosto perplesso su una storia molto italica del tutto avulsa da un contesto così nordico.
Mi sono imbattuto per caso nel primo romanzo che vede protagonista il Commissario Balistreri.
La scrittura di Costantini mi ha catturato sin dalle prime pagine, ma non sono un lettore dai gusti difficili, quindi non mi sono subito entusiasmato.
Ho trovato molta nostalgia della mia infanzia nella descrizione di quell'Estate del 1982 in cui, a 8 anni, scorazzavo nella periferia in costruzione della Capitale Europea della Cultura 2019.
E ricordo ancora la finale del mondiale, vista a casa degli Zii sul loro televisore a colori (noi ne avevamo uno in bianco e nero).
Eppure, non è stato l'effetto nostalgia dell'infanzia a coinvolgermi.
Ma il protagonista raccomandato.
Non voglio spoilerare nulla di più.
Insomma, la trama è classicamente avvincente, i colpi di scena non mancano, ma quello che rende irresistibile la scrittura è la completa plausibilità dell'accaduto.
Un italiano che vada oltre il 'comune sentire' dell'era dei Social Network conosce i meccanismi che fanno funzionare il Paese e i limiti del Potere dei potentati feudali da cui siamo governati.
Chiesa, Confindustria, Apparati dello Stato, ognuno con il suo pezzetto di Stampa e Parlamento a corredo, ecco, fa tutto parte del dna dei cittadini del Bel Paese.
I Complotti su più livelli li abbiamo inventati noi, come il Fascismo ed i Servizi Segreti Deviati.
Balistreri, quindi, non è un pesce fuor d'acqua come potrebbe essere un automibilista medio italiano a Copenaghen.
E non è neppure tanto simpatico.
Il suo realismo è l'altro punto di forza di questo romanzo.
Inizierò a breve il secondo volume e se la qualità del testo si manterrà ai livelli di questo bel romanzo mi troverò di fronte ad un degno erede di Stieg Larsson, senz'altro migliore per stile e scrittura.
Mi sono imbattuto per caso nel primo romanzo che vede protagonista il Commissario Balistreri.
La scrittura di Costantini mi ha catturato sin dalle prime pagine, ma non sono un lettore dai gusti difficili, quindi non mi sono subito entusiasmato.
Ho trovato molta nostalgia della mia infanzia nella descrizione di quell'Estate del 1982 in cui, a 8 anni, scorazzavo nella periferia in costruzione della Capitale Europea della Cultura 2019.
E ricordo ancora la finale del mondiale, vista a casa degli Zii sul loro televisore a colori (noi ne avevamo uno in bianco e nero).
Eppure, non è stato l'effetto nostalgia dell'infanzia a coinvolgermi.
Ma il protagonista raccomandato.
Non voglio spoilerare nulla di più.
Insomma, la trama è classicamente avvincente, i colpi di scena non mancano, ma quello che rende irresistibile la scrittura è la completa plausibilità dell'accaduto.
Un italiano che vada oltre il 'comune sentire' dell'era dei Social Network conosce i meccanismi che fanno funzionare il Paese e i limiti del Potere dei potentati feudali da cui siamo governati.
Chiesa, Confindustria, Apparati dello Stato, ognuno con il suo pezzetto di Stampa e Parlamento a corredo, ecco, fa tutto parte del dna dei cittadini del Bel Paese.
I Complotti su più livelli li abbiamo inventati noi, come il Fascismo ed i Servizi Segreti Deviati.
Balistreri, quindi, non è un pesce fuor d'acqua come potrebbe essere un automibilista medio italiano a Copenaghen.
E non è neppure tanto simpatico.
Il suo realismo è l'altro punto di forza di questo romanzo.
Inizierò a breve il secondo volume e se la qualità del testo si manterrà ai livelli di questo bel romanzo mi troverò di fronte ad un degno erede di Stieg Larsson, senz'altro migliore per stile e scrittura.
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