Caro diario,
poco fa, mentre buttavo il rusco, sono stato investito da un ragazzo in bicicletta.
Casa mia è su una strada a senso unico con parcheggio a spina di pesce su entrambi i lati.
Per abitudine guardo sempre anche dall'altro lato anche se è senso unico.
Anche questa volta.
Solo che, dall'altro lato (quello giusto) arrivava l'autobus e so per esperienza che se passa l'autobus non c'è spazio davanti ai cassonetti.
Quindi, ho aspettato anche se ci sarebbe stato abbastanza tempo per attraversare in sicurezza: preferisco che l'autobus si tolga di mezzo.
E sono stato falciato da un ciclista contromano.
Siamo finiti tutti e tre a terra: io, lui e la bici.
E anche il rusco, ovviamente.
Lo shock è stato spiacevole ma ancor più spiacevole è stato leggere il terrore nell'investitore.
Terrore, per sua e per mia fortuna, ingiustificato.
Non ci siamo fatti niente.
Io nemmeno mi sono sporcato sul serio la giacca.
Insomma, due secondi di spavento, tre di rabbia e due minuti di...
Boh, di cosa?
Non stavo attraversando, ero fermo sul ciglio della strada tra due auto parcheggiate a spina di pesce in corrispondenza del paraurti posteriore, quindi fuori traiettoria dell'autobus e controluce rispetto ai fari dell'autobus.
L'investitore in bici, ovviamente, non aveva luci, altrimenti l'avrei visto io arrivare da lontano.
Ora, non voglio giustificare l'investitore ma, dato che quel tratto di strada è percorso regolarmente contromano da monopattini elettrici (truccati) e ciclomotori e anche da qualche occasionale automobile, constatare che mi è andata stra bene: nessun danno e una nuova carica di energia alla batteria del mio sesto senso che oggi ha latitato: non credo che dopo aver guardato anche dal lato sbagliato di un senso unico prima di attraversare lascerò di nuovo passare sette secondi standomene sul ciglio della strada.
Questa persona ha scelto, nella sua irresponsabilità, di adoperare un mezzo che mi ha consentito di tornare dalla mia famiglia come se nulla fosse.
Avesse scelto un veicolo a motore io ora sarei in ospedale o peggio.
Ecco, me ne sono reso conto subito, quindi dicevo: due minuti di incontro.
Per (sua?) fortuna, neppure lui si è fatto male e lo scontro si è risolto in un incontro amichevole.
Il mio solo dubbio è: ho agito bene?
Davvero investire un pedone andando contromano senza luci di notte è una faccenda che si può concludere con una stretta di mano e basta?
Ho sentito dentro di me di sì, proprio perché nell'incoscienza del comportamento, c'è stata, da parte sua, una misura di sicurezza di fondo: usare la bici e non un mezzo più pericoloso.
E, poi, per fortuna non è capitato a me di uscire dal parcheggio a spina di pesce ed essere preso in pieno da un ciclista che arriva contromano: in queste circostanze non c'è prudenza ed attenzione che tengano: non si può guardare dietro e avanti contemporaneamente.
Ma, come automobilista, sarei stato coinvolto in un incidente potenzialmente letale e no, non mi va proprio nemmeno per completa imprudenza del ciclista.
In due parole: la mobilità sostenibile via bicicletta è davvero più sicura.
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