6 aprile 2024

La Guerra dei Sei Giorni, di Simon Dunstan


Cosa NON mi è piaciuto di questo saggio?

Le fonti.

Zero fonti arabe.

Ci vorrebbe un esperto in critica della storiografia per capire se la faccenda sia voluta o sia una scelta obbligata: le fonti secondarie che provengono dalle autocrazie non valgono quasi mai la carta su cui sono stampate.

Del resto l'autore è Simon Dustan, un inglese.

Si può contare sulla sua relativa imparzialità 'nazionale'.

Anche per questioni di equipaggiamento.

La vulgata pacifinta e antisemita sostiene che USA e UK abbiano voluto la nascita di Israele e abbiano sostenuto lo Stato Ebraico in chiave antiaraba.

Applicando, cioè, la realtà del post 11 Settembre 2001 a quella degli anni '40 che era diversa da quella degli anni '60 del XX secolo.

In realtà l'appoggio USA allo stato di Israele è successivo alla Guerra dei Sei Giorni.

L'esercito israeliano era armato sì con carri armati e semicingolati americani, ma era roba risalente alla Seconda Guerra Mondiale: carri Sherman residuati di guerra letteralmente raccattati anche negli sfasciacarrozze italiani. La Giordania, invece, aveva ricevuto dagli USA Carri M47 ed M48 Patton nuovi di zecca.

L'aviazione Giordana era dotata di Jet inglesi.

E quella israeliana? No, non era dotata di moderni aerei americani, ma per lo più di jet francesi.

Ecco penso che la lettura di un libro come questo, agile ma completo, dovrebbe essere uno dei requisiti basici per avere il diritto di aprir bocca sull'argomento.

Questo libro è un vero e proprio vaccino contro l'antisemitismo

Se c'è un parallelismo possibile coi giorni nostri non è tra leadership arabe e israeliane ma tra leadership arabe e opinioni pubbliche occidentali contemporanee.

Entrambe si nutrono di retorica, ignorano i fatti e sono antisemite.

Ho apprezzato l'opera abbastanza da acquistare gli altri saggi pubblicati in italiano sull'argomento: la Guerra del Kippur ed il raid di Entebbe.

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