22 agosto 2025

La Ricostruzione: Prologo

 


Comincia, qui, la condivisione (a puntate) dei primi capitoli del mio romanzo "La Ricostruzione" che sarà pubblicato in autunno.

E' la storia di Marta che inizia nell'estate del 2001.

Marta è una ragazza con un viso bruttissimo ma con un fisico imponente, intelligentissima e con un talento per l'informatica. E' di famiglia modesta e vive in una cittadina dell'Italia meridionale. Ha un rapporto conflittuale con la madre che non tollera che si vesta come le altre ragazze, la tiene chiusa in casa, la picchia e la lascia uscire solo il minimo indispensabile.

Marta è negli scout da quando aveva 8 anni e ora è alla fine del suo percorso educativo.

Grazie alla sua determinazione ed intelligenza, Marta si guadagna una borsa di studio per il Politecnico di Torino.

Marta ha un'unica amica: Giulia, con cui ha fatto tutto il percorso scolastico e scout. E' profondamente legata a Marta che per lei è come una sorella.

Marco è un giovanotto di buona famiglia, studente di medicina.

E' di un anno più grande di Marta e Giulia ed è anche lui uno scout.

Marco considera Marta la sua migliore amica, hanno un'intesa molto profonda. Tuttavia, Marco non solo è sempre stato attratto da Giulia, ma ha un complesso di inferiorità nei confronti di Marta di cui apprezza la forza e l'intelligenza: lui si sente solo un fortunato figlio di papà.

Marta è costantemente bullizzata e molestata dai compagni di scuola a causa del suo aspetto fisico ma, nonostante offese gratuite ed emarginazione, va sempre avanti a testa alta. Unico suo porto sicuro, a parte l'amicizia di Giulia e Marco, lo scautismo.

L'ultimo personaggio, per ora, è Raffaele, un capo scout dal passato tragico e affetto da depressione.

E' stato il capo di Marta, Marco e Giulia per quasi dieci anni e li conosce profondamente...


Ed ora vi lascio al ...



Prologo


Puzzavamo.

Puzzavamo come puzzano venti adolescenti che non si fanno la doccia da una settimana.

E che hanno camminato, zaino in spalla, sotto il Sole, per tutto il tempo.

Come conseguenza, il trenino delle FAL che da Bari arrancava verso Matera aveva uno scompartimento riservato, di fatto, al Clan dell’Agesci di ritorno dalla Route in Abruzzo.

Anche sul Pescara Bari le cose erano andate più o meno nello stesso modo, coi viaggiatori che preferivano proseguire in un altro vagone la loro ricerca di un posto a sedere.

I ragazzi erano tranquilli, stremati dalla fatica e dal sonno arretrato e la chitarra restava sigillata nella custodia strappata e rattoppata da adesivi, spille e distintivi.

Molti sonnecchiavano, un paio di coppie si facevano le coccole, io mi ero distesa con le gambe a cavalcioni sul bracciolo del sedile in pelle fintissima e la testa sul ventre di Giulia.

Dall’altro lato del corridoio, due file più indietro, Raffaele e Marco chiacchieravano fitto fitto.

Marco è il mio migliore amico.

Al contrario di Luca, che dormiva abbracciato alla chitarra lì di fianco e che sarebbe il più fedele pretendente di Giulia, Marco non aveva mai dato prova di nessun interesse romantico o zozzo che sia verso la sottoscritta.

Luca, invece, amava Giulia non ricambiato e si era trasformato, col tempo, nel suo cavalier servente.

Giulia si atteggiava un po’ da zoccola e di Luca non ne aveva mai voluto sapere, poveraccio.

Eccoli lì i golden boys del Clan.

Luca e Marco avevano preso la Partenza la notte precedente. Sono di un anno più grandi di me e Giulia e si stavano godendo gli ultimi scampoli di vacanze.

Per loro il futuro era già scritto. Entrambi figli d’arte, proseguivano all’università di Bari gli studi dei rispettivi genitori: un ricco imprenditore edile ed un noto e forse ancor più ricco ginecologo.

Nel mio caso, ovviamente, già da tempo mi sarei lasciata deflorare da Marco che, tuttavia, mi aveva sempre battuto anche in timidezza e goffaggine.

Il vero uomo del mistero, invece, era Raffaele, probabilmente l’unico a meritarsi l’appellativo di uomo in quel vagone di ragazzini.

Era l’aiuto Capo Clan, sulla carta.

In pratica era il Capo effettivo, signore assoluto del Clan Pegaso.

Gli altri Capi non avevano avuto le ferie o cazzo ne sapevo io e non erano venuti in route.

E non è che nel resto dell’anno si fossero fatti notare per presenza e personalità.

Raffaele è un astrofisico, all’epoca sulla trentina, un ottimo lavoro nel vicino centro di Geodesia Spaziale, un passato segnato dalla morte della sua fidanzata Anna a pochi mesi dalle nozze (tutto il Gruppo partecipa, ogni anno, alla messa di suffragio).

E’ stato il mio Capo Reparto, all’epoca giovanissimo, e anche Maestro dei Novizi e Capo Clan di fatto.

Dopo mio Padre è l’Uomo della mia Vita.

Ma mi aveva appena negato la Partenza e ce l’avevo a morte con lui.

«Uè, Tetto’ a che pensi?»

«A niente Zoccole’».

Giulia, biondissima, bellissima e che di tette ne ha quasi quanto me e aveva una lista di pretendenti più lunga del mio nasone, avrebbe voluto attaccar bottone, magari per togliersi la mia testa di dosso.

Ma non avrei proprio potuto dire a Giulia quello che stavo pensando davvero, proprio no.

Ecco, questa è la mia storia.
Parlerò sempre io nelle prossime pagine e sono certa che quello che vi riferirò sugli altri sia piuttosto accurato.


SEGUE

14 agosto 2025

Le storie di Marta


Non so se ricordate questo vecchio post.

Da allora  ho fatto parecchi progressi. 

Ricapitolo sintetizzando al massimo (per quel poco che ne sono capace): in questi anni ho scritto due "romanzi scout" (o, se preferite, "di formazione") di cui il primo è stato inviato ad un centinaio di case editrici senza ricevere proposte di pubblicazione (se non con condizioni contrattuali inaccettabili che sfiorano quelle dell'editoria a pagamento).

E' stato anche letto da qualche recensore 'indipendente' con valutazioni più che positive.

Il secondo romanzo, sequel del precedente, è stato letto solo da pochissimi amici che ringrazio per la pazienza.

Sfortunatamente, le recensioni e i pareri degli amici non hanno valore scientifico (solo umano) ma sono piuttosto sicuro che il livello del secondo romanzo sia lo stesso del primo.

Non contento, ho iniziato a scrivere il prequel che è decisamente a buon punto (cira il 75% della prima stesura).

In questi giorni ho completato l'ultima revisione di entrambi i romanzi già completi.

Di recente, infatti, ho preso la decisione di cambiarne l'ambientazione.

All'inizio di questa avventura avevo deciso, per motivi di opportunità, di ambientare la mia storia ad Altamura (BA). 

Ma, nel corso degli anni, 'sta faccenda ha perso importanza e ho deciso di riportare tutto a Matera.

Nel frattempo ho scritto (e pubblicato) anche altra roba.

Ci sono i racconti del concorso racconti attorno al fuoco:

la prima antologia con un mio racconto è in libreria dall'anno scorso (Il Grande Gioco e altri racconti scout) e la seconda antologia, con  con ben DUE miei racconti, arrivati sul podio all'edizione 2024 dello stesso concorso, sarà in libreria da settembre 2025. Si intitola "L'ultima notte di campo e altri racconti scout" e aggiungerò qua un link adeguato appena disponibile.

Inoltre, i miei due racconti con cui ho deciso di partecipare all'edizione 2025 del concorso sono di nuoo in finale ( il 2 Ottobre 2025 sapremo com'è andata e nel caso aggiornerò il post).

A latere, negli ultimi 12 mesi, ho scritto due novelle pubblicate su wattpad: una di fantascienza ed una scout (completamente slegata dai romanzi).

Ma torniamo ai romanzi, appunto.

La storia di Marta continua a scalciare e non ne vuol sapere di restare rinchiusa lì, nei due romanzi e 3/4 che le appartengono di diritto.

Così, qualche mese fa ho pensato di scrivere un piccolo divertimento in cui Marta viene a Villanova alla festa di gruppo e incontra una versione romanzata del suo autore. Dieci paginette scarse eh, una cosa piccolina, giusto per farmi fare di nuovo compagnia dalla mia protagonista preferita.

Peccato che questo raccontino, che sarebbe perfetto per essere usato come pubblicità, sia in realtà impubblicabile in quanto sequel dei tre romanzi: chi volesse leggerlo dovrebbe sobbarcarsi la fatica di leggerli tutti perché altrimenti non capirebbe nulla.

Ma la cosa più importante è che, dopo anni di riflessione, sono giunto alla conclusione che le  storie di Marta potrebbero davvero essere utili ai lettori.

Non che 'meritino a pubblicazione' o 'di essere lette'.

Ma che siano utili anche ad altri e non solo a me che le ho scritte.

Perché penso che facciano bene.

A questo punto non sono più indeciso sul da farsi: a meno di miracoli (aspetto un'ultima decina di responsi) penso che, alla fine dell'estate, mi arrenderò all'editoria italiana e procederò all'autopubblicazione su Amazon.

Mi scoccia tantissimo che il romanzo non venga sottoposto ad editing ma non posso proprio spendere soldi in proprio per pagare io un professionista.

Il mio unico dubbio è che potrei aspettare di finire il terzo romanzo e pubblicare questo per primo per salvaguardare l'ordine cronologico, ma non è affatto detto che il romanzo mi 'riesca' come gli altri due.

E, poi, secondo la mia esperienza, per scrivere la prima stesura di un romanzo posso anche metterci solo 6/7 mesi, ma ci vuole almeno un anno per arrivare ad una prima versione decente. 

E' fisiologico.

Quindi? 

Autopubblico?

Autopubblico partendo dal prequel in scrittura pur sapendo che prima di un altro anno non se ne parla?

NON autopubblico, rivedo e insisto?

Negli ultimi giorni, poi, sto pensando che potrei pubblicare a puntate su wattpad la prima stesura del prequel (per poi eliminarla dopo un certo tempo e autopubblicare la versione definitiva sempre su Amazon).

In ogni caso, almeno il prologo del prequel penso che possa essere usato come demo, come assaggio di un'opera complessiva che, se portata a termine, sfiorerà e forse supererà le 800 pagine.

Per non parlare di un nuovo tarlo che sento farsi strada pian piano: quello che vorrebbe trasformare il raccontino ambientato alla festa di gruppo del Villanova1 in un quarto romanzo...

E quindi?

Beh, la presente vale come preavviso di rottura di coglioni: se siete tra i miei conoscenti sappiate che, probabilmente entro il 2025, vi arriverà un WA (non scritto in serie, quelli li odio) con la richiesta non dico di comprare il libro (che tra l'altro agli amici regalo volentieri), ma di aiutarmi nell'inevitabile diffusione via social. 

E magari anche ad una presentazione (e solo ad averlo scritto mi viene l'ansia già mo'!).

Vi lascio un po' di disegni per farvi un'idea...


L'inizio della Giornata dei Passsaggi (immagine tratta dal Prequel)

La fine della Giornata dei Passsaggi (immagine tratta dal Prequel)


Marta (di spalle) e Giulia alla partenza della Route Estiva del 2001





2 agosto 2025

L'ultima notte di campo e altri racconti scout



Ieri sono arrivate le copie autore dell'antologia "L'ultima notte di campo ed altri racconti scout" pubblicata dagli organizzatori del concorso letterario Racconti Intorno al Fuoco.

Questa è l'antologia dell'edizione 2024 e contiene due miei racconti scritti ad hoc.

L'emozionè c'è sempre, anche se non è la prima volta.

Ed è stata un'emozione rafforzata dalla consapevolezza che anche l'anno prossimo riceverò la copia dell'edizione 2025: sono di nuovo in finale con entrambi i racconti proposti.

Nell'arco di due giorni ho ricevuto due bellissime notizie letterarie.

Ne sono molto contento.

Il concorso, anche se organizzato da Capi Scout AGESCI, non è legato all'associazione ma è ormai alla terza edizione ed inizia a diventare patrimonio dello scautismo nazionale.

Non penso che l'AGESCI debba interessarsene più di tanto eccetto la sua funzionalità come strumento educativo: se si passasse voce nei reparti e nei clan, qualche aspirante scrittore potrebbe approfittarne anche solo come prova di specialità.

Poi, se le antologie trovassero sponda nelle cooperative e presso la fiordaliso non sarebbe male, ma mi rendo conto che potrebbe essere troppo complicato.

Due parole sui miei racconti.

Uno è dedicato esplicitamente a Don Mattia Ferrari. 

Al contrario del racconto, lui non ha certo bisogno di presentazioni.

La Scelta Politica AGESCI è una faccenda serissima e richiede parecchia competenza: sì, purtroppo bisogna studiare e temo, di questi tempi, per esercitare correttamente questa fondamentale componente dell'essere scout, sia indispensabile avere un minimo di cultura storica.

Prima di prendere certe posizioni sarebbe opportuno avere almeno una vaga idea di quella che è la realtà della Storia Militare del XX e XXI Secolo per non cadere facile preda della propaganda orsintravaglescsantoriana &C.

L'altro racconto è più personale, scritto in uno stato di grazia che mi ha permesso di guardare con distacco al doloroso percorso che mi ha portato, Padre di famiglia, Capo Scout, ancora pronto a Servire.

E descrive, appunto, un inizio di percorso lì dove quello immaginato, sognato, prediletto, si deve bruscamente interrompere perché così è la vita.

Spero che questi racconti siano letti, che questa antologia abbia il successo che merita ma ad un solo scopo: rafforzare lo scautismo.

Lo scautismo italiano è una delle poche cose serie rimaste a questo paese e il concorso letterario Racconti Attorno al Fuoco è qualcosa che lo rafforza, lo amplia, lo impreziosisce.













1 agosto 2025

La Fonera: tramonto di un'idea



Vi sblocco un ricordo: La Fonera.

Un router/access point basato su software libero progettato per la condivisione della propria connessione ad internet in tempi in cui l'accesso al Web non era a portata di tutti com'è oggi.

La mia, aggiornata con l'ultima OpenWrt disponibile a Natale, mi ha abbandonato oggi: non si accende più nemmeno con un altro alimentatore.

Mi ha servito per quasi quindici anni, prima come router ed access point, poi 'solo' come access point secondario.

Qui un link ad una recensione dell'epoca, tanto per darvi un'idea di quanto fosse avanzata la fonera ai tempi e delle libertà che abbiamo perso nei dispositivi moderni, tutti APP-centrici e ben poco personalizzabili.

La parola Fonera per me è ricordo dei linux day e di una Idea .

L'Idea che si è accartocciata quasi del tutto sotto l'occupazione dei social, l'invasione delle fake news e, in parallelo, la crisi delle democrazie con l'appoggio esterno di troppi compagni a dittatori & affini.

Con Linux ci lavoro, in casa lo usiamo tutti, prole major inclusa, parenti e affini idem.

Ma, lo ammetto, più per comodità ed economia che per l'idea di libertà, trasparenza e coesione sociale che avevo anni fa.

Un client linux dura più di 10 anni senza decadimento di prestazioni.

Io appartengo a quella generazione in grado di assemblarsi un computer ed installare un sistema operativo lì dove né quella precedente né quelle successive sono in grado di farlo.

Non so se le mie figlie vorranno imparare quest'arte dell'indipendenza e della socialità tecnologica.

Ma poco importa: il futuro è sempre diverso dai calcoli dell'umanità.

Beh, io da anni mi aspetto questo presente.

E la morte della mia Fonera è solo un altro simbolo della fine di ogni illusione.

Ma non di ogni Idea.