15 febbraio 2011

Sollievo

Ma sarò strano io a non avere nessuna nostalgia dei tempi di Liceo ed Università?
Scout a parte, si intende.
Cioè, se mi guardo indietro mi viene sempre da pensare: "Per fortuna non le devo rifare quelle cose..."

Una primavera islamica?

Sono così soffocato dalla realpolitik che 'sta cosa mi è venuta in mente solo oggi:
Se, dal Marocco all'Iran si instaurassero democrazie non dico come quelle nord europee ma almeno come quella turca, dico, avete presente?
Tunisia ed Egitto sono tabula rasa, se lasciassimo che la Natura facesse il suo corso...
Magari a Gaza faranno uguale..
Le possibili ricadute positive sono di ordini di grandezza superiori ai rischi: significherebbe pace in Palestina, libertà e fine della contrapposizione nel Mediterraneo.
Probabilmente, siamo sull'orlo o del disastro o di una rivoluzione paragonabile alla caduta del muro di Berlino e non credo che, tutto sommato, CIA, MI6, Mossad, FSB e compagnia bella possano interferire più di tanto in un verso o l'altro.
Sta ai popoli: avremo teocrazie o democrazie?
Siamo all'alba della nascita di una Civiltà dei Popoli del Libro, di una Civiltà Cristiano-Islamica o del tonfo finale tra le culture monoteiste?


14 febbraio 2011

Se non ora, quando ?


Beh, mi sono divertito molto, soprattutto al mattino.
Al pomeriggio, invece, mi sono infreddolito molto, ma è stato un piacere raccogliere i commenti di chi veniva a firmare per chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, .
Qualcosa è stato fatto, ma dobbiamo fare molto di più.

12 febbraio 2011

Gli eterni Saturnali dell'Italia morente

Questa Nazione si sta suicidando e probabilmente è già morta per come la conosciamo.
Lo strumento del suicidio è la semplice sovversione della Realtà.
Il Presidente del Consiglio trascina il paese nella tragicomica farsa della Nipote di Mubrarak? 
E che vuoi che sia!
La scellerata politica finanziaria pro lega nord ci sta portando abbondantemente dentro il baratro? Ma è colpa dei feudi del partito democratico! Mica di Tremonti e Calderoli e dei LUSTRI per cui hanno agito smantellando l'equilibrio dei redditi di questa Nazione.
L'anticultura  della mignottocrazia televisiva porta genitori e fratelli ad esultare per l'avvenuta prostituzione di figlie e sorelle e chi si disgusta di ciò è un moralista ipocrita.
La nostra politica estera, in questo tragico momento di delicato mutamento nel Mediterraneo , è meno consistente di un fantasma, ma se il Piddì fosse diverso, è colpa loro!
Pure sull'ovvio, tipo nucleare e ponte sullo stretto si specula a favore dei soliti noti ma è un complotto comunista.
Io non nego nè ho mai negato la nefande debolezze e le contraddizioni della Sinistra, ma qui si accusa il cuore di non aver resistito al proiettile sparatogli contro come se l'assassino non fosse lì sorridente con la pistola fumante in mano.
No, così non si può tirare avanti.
Da un lato siamo sull'orlo di una catastrofe sociale, economica, ambientale ed internazionale a livelli da Seconda Guerra Mondiale.
Dall'altro, sembra che qui l'unica preoccupazione sia posizionarsi comodamente sparando nelle crepe dell'alternativa, forse perchè la muraglia culturale e materiale del papy è così imponente da mettere paura...
Il rovesciamento della realtà sta raggiungendo il parossismo finale.
Il tempo sta scadendo, materialmente:
l'economia collassa, la società ha come modello le Notti di Arcore mentre la ricetta della medicina amarissima che può salvarci è già scritta: abbiate pazienza se non sto a considerare troppo chi contesta il colore della penna usata.
Pazienza: al peggio faremo di nuovo come al solito in Italia: la rivoluzione a metà fuori tempo massimo: ma io dico, non sarebbe meglio fare qualche riforma per tempo?

11 febbraio 2011

La Guerra dei Bottoni, D'Artagnan e Mass Effect

Che faccia ha Lebrac?
Lechi?
Lebrac, perbacco, il protagonista della Guerra dei Bottoni.
Non vi viene in mente, vero?
Che faccia ha, invece,  D'Artagnan?
Beh, la risposta è facile:
quella di Gene Kelly nel film di Sidney del 1948.
Per me è sempre stato così.
Ho visto il film prima di leggere i romanzi di Dumas e tra le loro pagine il faccione di Gene Kelly spuntava spesso e volentieri nella mia testa!
I Tre Moschettieri è il romanzo d'appendice per antonomasia: amore e morte, guerra ed intrighi, tutto il necessario per strapparti dall'autobus Numero Sei che ti porta in centro dall'estrema periferia nord.
L'immaginario letterario, generalmente, è un universo autistico.
Certo, gli autori si affannano con variabile successo nel descrivere su carta le loro soggettive realtà. 
Ma, anche nella pagine di Proust, c'è spazio per far crescere, tra le lettere, la fantasia e la mente in generale.
Un romanzo non produce mai su due persone lo stesso imprinting mentale, le stesse sensazioni, figuriamoci a livello di immaginario.
Tutto quello che non è descritto  è lasciato al lettore ed anche gran parte di quello che è descritto lo è.
Se tra te, lettore, e le pagine di un romanzo ben scritto non vi è stata alcuna mediazione cinematografica, stai sicuro che i gesti, i paesaggi e le emozioni in generale prodotte dal tuo cervello sono il frutto di un'interazione univoca tra te e l'opera dell'autore.
Non si ripeterà mai identica con altri.
Io, quindi, so esattamente come sono fatte Longverne e Verlans nella mia personalissima geografia mentale de "La Guerra dei Bottoni", so dov'è la capanna del tesoro, com'è la fionda di Camus e com'è fatto il campo di battaglia.
Andate pure a leggervi il romanzo, non avrete mai la mia stessa mappa mentale.
Il cinema non funziona allo stesso modo.
Certo, anche per il cinema le emozioni sono soggettive, ma sono comunque categorizzate in maniera alquanto più rozza. Inoltre, è uno strumento cognitivo in cui gran parte dell'interazione è indotta in forma passiva.
Possiamo immaginare, certo, ma sicuramente meno che leggendo e, spesso, per lo più dopo aver visto il film.
No, ora saggi su letteratura e cinema qui non ne scrivo, ma voglio solo far notare l'affermazione di un terzo attore:
il videogioco.
No, non Bubble Bobble e, francamente, neppure Doom o Civilization.
Intendo il tipo di videogioco che si propone come film interattivo.
Il genere è andato crescendo man mano che le potenzialità dell'hardware ha permesso la costruzione di intelligenze artificiali almeno degne del nome.
Se gran parte dei videogiochi sono scenograficamente spettacolari ma, tutto sommato, lineari nelle possibilità d'interazione, si sta affacciando sul mercato una nuova generazione di giochi incentrati proprio sulla possibilità di interagire con la trama a livelli impensabili in precedenza.
Forse non mi sto spiegando bene:
la nuova generazione di giochi permette al giocatore non semplicemente di scegliere tra bene e male, ma di affrontare le varie situazioni in una maniera completamente flessibile: ci si può comportare da perfetti boy scouts in certe circostanze e poi sparare alle spalle ad un tizio non tanto per risparmiarsi mezz'ora di battaglia, ma per avere migliori occasioni di comportarsi da perfetto boy scout altre cento volte.
Le possibili scelte, infatti, non sono più destra o sinistra, si o no, ma seguono percorsi anche basati su 5-6 variabili.
Inoltre, il personaggio del nostro videogame può essere spesso importato nell'episodio successivo della stessa 'serie' del videogame.
Ora, questo genere di tecnologia permette un'interazione tra uomo ed autore ( del videogame ) che acquista l'interattività mentale che si posiziona in un ambito assai incerto tra quello del romanzo e quello del film.
Francamente, dal mio punto di vista, un buon videogame di questo tipo sostituisce una certa tipologia di film ma non assolutamente il libro.
La saga di Mass Effect è il paradigma di quanto sto affermando qui, se potete provatela...
Il settore, tuttavia, è ai suoi albori e non ho ancora maturato la chiarezza mentale per definire meglio il rapporto tra letteratura, cinema e questo nuovo genere di espressione ed interazione tra uomini, macchine ed autori di storie...
Insomma, io ci devo pensare, ma di certo quello che è consolidato per cinema e letteratura non lo è per i Videogames interattivi avanzati su cui, in pratica, ancora niente è scritto.

L'Onore della Nazione

Ogni tanto, raramente per lavoro, più frequentemente per fare shopping, vado a Bari.
Dal confine della Basilicata in poi, la via è costellata di prostitute.
Come uomo, vedere delle ragazze dell'età delle mie scolte macellate sull'asfalto mi provoca un senso di disgusto quasi fisico per una bellezza diventata maledizione ed orrore.
E le macchine, i motorini che si accostano, mi provocano ira.
Ira per la violenza che rappresentano, una violenza che ricade su tutti noi.
Ecco perchè:
Che papy vada a puttane, mi importa.
Che compia reati gravi, mi importa.
Che si faccia i fatti suoi invece di fare la rivoluzione liberale, mi importa.
I discorsi sul piano della morale, con la m minuscola, appartengono alle dichiarazioni utilitaristiche ( a fini economici ) delle Gerarchie e non mi appartengono.
Il 13 Febbraio manifesterò, quindi, per un concetto un po' differente:
sicuramente non contro i peccati del Premier, al limite contro i suoi reati.
No, io manifesterò per difendere il mio Onore di Uomo e di Italiano.
Le femministe, tanto vituperate dai silvioboys, hanno lottato per avere la libertà di amare, non per quella di prostituirsi e trovo tristemente  paradigmatico che costoro confondano le due cose...
Senza poi dimenticarsi che, per Ruby e coetanee, la libertà di prostituirsi è un ossimoro.
Vergogna? Sì, è vero.
ma, soprattutto:
DISONORE!!!!

8 febbraio 2011

la pietra al collo.

Io veramente volevo scrivere del rilascio di Ubuntu 11.04 alpha 2 e dei casini che fa Unity.
Poi, leggo queste righe.
Chi tace ora dopo aver parlato a sproposito di Vita, taccia per sempre.
Quando il cristianissimo governatore di Lombardia farà mettere un Crocefisso in ogni ufficio pubblico, lo farà anche col voto e per mano di costui.
Meglio chiudere qui,
stasera il minuto di silenzio lo porto con me.

6 febbraio 2011

Piano Casa e Regolamento Urbanistico: Adoro i Piani ben riusciti ( Colonnello John "Hannibal" Smith )

Piano Casa e Regolamento Urbanistico ( volgarmente detto Piano Regolatore ).
Ecco il tema del giorno, anzi, dell’anno.
Non sono assolutamente esperto di edilizia od urbanistica, figuriamoci se posso esprimere un parere di indirizzo nello stato attuale di incertezza di fonti ed informazioni.
Il Piano Casa è nelle sue fasi iniziali di definizione, il Regolamento Urbanistico non è stato ancora presentato.
Inoltre, personalmente, mi rifiuto di dare attestazioni di razionalità a decisioni prese senza cognizione dello stato delle cose.
Traduco?
Traduco:
Oggi, Febbraio 2011, quante case vuote esistono nella città di Matera e quante persone sono in cerca di abitazione?
Ossia: qual è il rapporto tra Domanda ed Offerta?
Sembra una domanda banale, ma questo argomento, in quel di Matera, è un vero e proprio muro di gomma.
Ed è facile comprenderne le ragioni.
Probabilmente, prendendo tutti i ragionamenti col beneficio del dubbio derivante dall’assenza di dati attendibili, Matera è già, di fatto, una città fantasma.
Fatevi un giro in macchina alle 22 di un Mercoledì di Coppa, quando l’80% dei Materani è incollato alla Televisione.
Vedrete palazzi interi nelle tenebre, palazzi con solo alcune finestre illuminate, palazzi con fuori più cartelli vendesi che balconi.
Sia in centro che in periferia, sia Nord che Sud.
Matera è una città di palazzi nuovi che cadono.
Se si arrivasse a quantizzare che per ogni materano in cerca di casa esistono decine di alloggi vuoti non credo che vi sarebbe una rivoluzione, del resto dopo l’assordante silenzio civile del post notti di Arcore e l’acquiescenza complice anche sulla catastrofe economica, cosa volete che sia una Cittadina del Sud in cui le case costano il quadruplo minimo del prezzo che avrebbero in condizioni di mercato appena appena decenti?
Empiricamente, facendo i conti a naso, posso, quindi, affermare che l’offerta potenziale è di alcuni multipli superiore alla domanda. I prezzi delle case, invece sono di alcuni multipli superiori a quelli del congruente mercato.
Una casa di 100mq in periferia costa anche 250.000,00 €, credo il quadruplo di quello che valga, date le circostanze:
Bassa domanda, alta offerta, emigrazione intellettuale e non, crisi generalizzata.
La nostra Società ha deciso che le coppie di giovani, anche laureati, possano contare su un reddito annuo medio ( e precario ) di circa 15 - 20 mila € per i più fortunati. 
Questi numeri ci dicono tutto.
Del resto, ci vuole poco a realizzare che le imprese possono finanziarsi un palazzo vendendone solo una frazione e, col regime vigente, possono permettersi di attendere lustri prima di vendere al loro prezzo senza tema di averci proprio a che fare con la Legge della Domanda e dell'Offerta.
Altri numeri, calcolati su basi attualmente a me ignote, ci dicono che, invece, il fabbisogno di alloggi è di 2600 unità da costruirsi entro il 2017.
Su tali numeri si baseranno Piano Casa e Regolamento Urbanistico.
Bene fa la Segreteria del Partito a voler attendere la presentazione del Regolamento Urbanistico perchè è il momento di voltare pagina e cessare con la cultura dell’emergenza per ricominciare a pianificare secondo ragione e non secondo interessi particolari e locali.
L’elaborazione di un Piano Strategico che vada dal generale al particolare è l’unico modo per uscire dalla logica perversa della deroga, dell’emergenza, dell’accettazione dei fatti compiuti.
Purtroppo, il Piano Casa è quello che è: una deroga alle procedure del regolamento urbanistico voluta dal Papy nazionale ed in cui la nuova giunta regionale di Basilicata ha pure tolto ai Comuni la possibilità di decidere gli ambiti di intervento.
E’ vero che il 40% degli alloggi previsti dal Piano Casa sono di Edilizia Sociale e, pertanto, dovrebbero alleviare il fenomeno qui appena descritto.
E’ vero che l’immissione di 2600 alloggi sul mercato, sempre in teoria, dovrebbe calmierare il mercato.
Teoricamente.
Ma, purtroppo, la stessa Teoria è già smentita dai fatti: una sovrabbondanza di offerta a livelli mai visti non provoca una caduta dei prezzi.
Le case, è vero, non si costruiscono.
Ma neppure si vendono.
Si conservano, vuote, per mancanza di acquirenti dotati della necessaria capacità di spesa.
Tanto, ad ora, tenerle vuote costa pochissimo ai proprietari di terze, quarte e cinquantesime case.
Ora, dato che quello alla Casa è un diritto costituzionale e considerando che viviamo in una Città stracementificata, in una Nazione in cui un metro quadro su dieci è coperto di mattoni, ritengo che sia profondamente errato pensare di risolvere il problema aggiungendo cemento al cemento.
Siamo nel 2011 e non ci sono le risorse finanziarie né naturali per aggiungere nuove città di fianco a quelle semivuote, non abbiamo altro denaro, altro terreno coltivabile, altra acqua, altra aria da contaminare inutilmente.
Perchè, anche se il diritto alla proprietà privata è anch’esso un diritto costituzionale, non esiste un diritto costituzionale al possesso dell’aria e dell’acqua.
Il Piano Casa non è certo obbligatorio, ma comunque è un’occasione che può essere sfruttata per la riqualificazione della città.
Il problema, a riguardo, è che l’Amministrazione Comunale ha ben poche possibilità di influire sulle manifestazioni di interesse presentate.
In pratica, se da un lato c’è qualche flebile speranza di attenuare il dramma del problema casa grazie al 40% di Edilizia Sociale previsto nel piano casa ( ed io devo ribadire che non ci credo per le ragioni fin qui espresse ), dall’altro un Regolamento Urbanistico degno del nome potrebbe contribuire a riqualificare la città secondo criteri moderni senza rimettere a sacco un territorio già martirizzato.
Case a basso impatto ambientale, ristrutturazioni, riqualificazione delle urbanizzazioni e del verde, energie alternative, le vie possibili sono sicuramente tante e non è questa la sede per parlarne.
Personalmente, è su questa linea che mi spenderò in Segreteria e nel Direttivo, da un punto di vista politico, mentre da un punto di vista più generale mi piacerebbe che si arrivasse all’ovvio, cosa non scontata in questo Paese:
l’ovvio, secondo me significa rendere legislativamente conveniente mettere sul mercato le case piuttosto che tenerle vuote ( e spesso neppure accatastate ) a centinaia.
Una Città di case vuote non può che essere una Città Sterile.
Non è costruendo un altro quartiere Acquarium che si rilancerà l’economia della Città, ma perseguendo soluzioni differenti dal passato che spezzino il circolo vizioso che ha portato Matera ad essere un lungo e semideserto cementificio a cielo aperto.

PS: 

ovviamente, la parola “Sassi” esiste