5 febbraio 2023
Palestina e Israele: Conferenza di Lorenzo Nannetti del 04/02/2023
4 febbraio 2023
Vani Sarca o la maledizione dell'empatia
La saga di Vani Sarca, di Alice Basso, mi ha fatto compagnia negli ultimi due mesi.
Ho letto i cinque romanzi di getto, attratto dal buonumore che mi ha lasciato ogni (audio)lettura.
Alice Basso è brava, brava da far invidia.
La sua scrittura è precisa e ritaglia una narrazione in modo da lasciar fuori certi pezzi di realtà inglobandone altri.
Quelli che fanno sorridere e tornare il buon umore, ma anche pensare, ad esempio, alle convulse storture del mercato del lavoro e alla difficoltà di lasciar liberi gli altri dalle proprie ossessioni.
Le avventure di Vani Sarca non sono clamorose e non le capita di acchiappare serial killer o salvare il mondo.
Beh, a dirla tutta, Vani Sarca salva anche i cattivi che incontra sulla sua strada.
I cinque romanzi che compongono la saga scorrono veloci, anche perchè sono ambientati uno di seguito all'altro. Eppure... Vani Sarca cambia.
Piano piano.
E non solo lei
Alice Basso fa crescere i suoi personaggi fino ad una conclusione che, mi duole dirlo, potrebbe essere giusto sia definitiva.
Ho riso molto tra le sue pagine ma, ancora di più, ho potuto apprezzare il buonumore risultante dalla lettura di un pensiero, di parole curate, di un'ironia affilata ma inoffensiva, solo apparentemente cattiva ma, in realtà, semplicemente empatica.
Perché, Vani Sarca lo sa, come lo sa Alice Basso, come lo so io: l'empatia è una maledizione.
1 febbraio 2023
F-105G Thunderchief Wild Weasel: distruttori di SAM e di MiG
Dopo l'A-6, proseguiamo con gli aerei della Guerra del Vietnam: oggi vi presento il modellino (non troppo ben riuscito) di un F-105G Thunderchief Wild Weasel (Donnola Selvaggia).
Era un massiccio monomotore bisonico usato, nella versione standard monoposto, come cacciabombardiere. Era dotato di una stiva bombe progettata per trasportare un ordigno nucleare ma, ordinariamente, usata per contenere carburante.
Ben 321 F-105 furono persi in combattimento sul Vietnam (su un totale di 833 costruiti) e 113 piloti morirono
17 F-105 furono abbattuti dai MiG Nordvietnamiti. Ma ben 27 MiG caddero sotto i colpi degli F-105 che, da prede, si trasformarono frequentemente in predatori.
Ho già scritto da qualche parte di questo peculiare fenomeno della guerra del Vietnam: i caccia di scorta USA, che non avevano a bordo cannoni, esauriti i missili (assai poco efficaci) contro gli sfuggenti MiG Nordvietnamiti, spesso dovevano essere difesi dai cacciabombardieri scortati che, sganciate le bombe, difendevano i loro caccia di scorta, ormai indifesi, a colpi di cannone Vulcan da 20 mm.
Ed è proprio di una preda (l'aereo) che sfugge al predatore (i missili contraerei) diventando a sua volta prdeatore che parliamo oggi: la versione SEAD (Suppression of Enemy Air Defences) dell'F-105, ossia il biposto F-105G.
L'F105G era dotato di contromisure elettroniche aggiuntive e di una suite di combattimento in grado di utilizzare i primi missili antiradar (potete vederli sul modellino: gli AGM-45 Shrike, piccoli in 4 esemplari ed AGM-78 STANDARD ARM, più grandi in 2 esemplari).
Era il primo aereo ad entrare in zona di combattimento e l'ultimo ad uscirne.
Gli AGM-45 erano attirati dalle emissioni dei radar della contraerea, ma se questi venivano spenti il missile perdeva la via e mancava il bersaglio. Il più grosso (e di gran lunga più costoso) AGM-78, invece, poteva memorizzare la posizione del radar e colpirlo anche se veniva spento.
Quindi, gli F-105G facevano giochetti tipo: aspettavano che la batteria contraerea gli sparasse contro almeno 3 missili, gli lanciavano contro uno Shrike sfidando gli artiglieri nemici a spegnere il radar (e perdere i missili) o continuare a guidarli rischando di farsi distruggere pur di tentare di abbattere l'avversario.
Oggigiorno, la soppressione delle difese aeree è una faccenda molto più complicata (è solo uno degli aspetti delle operazioni multidominio) e non basta un aereo armato con missili antiradar, anche se gli HARM USA sui MiG-29 /Su-27 ucraini sono stati comunque sufficienti a rovinare la giornata a molte batterie di SAM russe.
29 gennaio 2023
Binario 21
Ho avuto modo di visitare, a latere di una Riunione di Redazione di Proposta Educativa, il Memoriale della Shoà di Milano il giorno dopo la bellissima testimonianza di Liliana Segre che potete trovare su Raiplay.
Dopo Terezin e Auschwitz pensavo che la visita sarebbe stata 'solo' interessante.
Insomma, di aver visto di peggio.
Ma ogni assurdità dell'Olocausto è terrificante a suo modo.
Il Memoriale non fa eccezione.
Non voglio tediarvi con la sua descrizione: accontentatevi di qualche fotografia:
Al termine della visita, la bravissima guida (di cui ho colpevolmente dimenticato il nome) ci ha posto le due celebri domande di Primo Levi: "Quando tutti i testimoni saranno morti, la Memoria resterà o prevarranno i negazionisti? E dopo aver visto tutto questo cosa provi?"
Mi sono avvicinato e le ho risposto.
"La Memoria resisterà, perchè i negazionisti ci sono sempre stati anche quando i testimoni in vita erano tantissimi. La Memoria, quindi sopravviverà, ma inutilmente. Perché ci sono stati l'Uganda e le Guerre Yugoslave e tante altre atrocità assurde. Perchè la Memoria è ancora vivissima eppure metà degli italiani è completamente indifferente ai massacri in Ucraina parteggiando consapevolmente o meno per gli aggressori. E così posso rispondere anche alla seconda domanda: dopo questa visita provo rabbia per l'impotenza di veder succedere di nuovo tutto quanto: e ci siamo vicinitanto così". Ho detto tenendo pollice ed indice della mano destra a distanza di pochi millimetri.
"Beh, ma perchè dice così? Bisogna essere più ottimisti! Intanto saremo pure vicini ma ancora non è successo: lei continui a fare il Capo scout dando il suo contributo alla Memoria e creando antidoti per questi veleni e non succederà mai più".
Ho salutato e sono uscito da quel luogo terribile.
Vorrei che fosse così semplice, cara Signora.
Il Mare Nero dell'Indifferenza è condividere le vignette di Vauro che disegna Zelensky come da manuale di Goebbles su come si rappresenta l'Ebreo tipo.
Il Mare Nero dell'Indifferenza è pronunciare vuote parole di desiderio di una Pace che è solo resa e morte senza nemmeno scomodarsi ad argomentare come raggiungere anche quella atroce resa.
E magari condividere, lo stesso giorno, qualcosa sull'Olocausto per la Giornata della Memoria.
Il Binario 21 è sempre lì, pronto, servito e manutenuto da chi è dalla parte dell'assassino inventandosi capziosità fasciste per giustificare la propria ignavia morale più che materiale.
Però, mi raccomando, facendo Memoria lo stesso.
L'Odio
Guardate com'è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilità supera supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.
Religione o non religione –
purché ci si inginocchi per il via
Patria o no -
purché si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti –
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro.
– lui solo.
Wisława Szymborska
17 gennaio 2023
Heinkel He177 A-5 "GRIEF": il totalitarismo nazista fatto bombardiere
Oggi parliamo del bombardiere pesante tedasco He177 e di come un buon velivolo sia sato trasformato in un inutile catorcio dal folle sistema politico sotto cui fu progettato.
Pariclasse dei molto più famosi B-17/24/29 americani, fu prodotto in un migliaio scarso di esemplari (contro i 12mila del B-17, 18mila B-24 e 4mila B-29).
Già dai numeri, è evidente che il suo impiego fu praticamente irrilevante ai fini bellici.
L'aereo era stato progettato come bombardiere strategico da alta quota e adottava un mucchio di soluzioni tecnologicamente avanzate: per esempio, mitragliatrici difensive in torrette telecomandate e i primissimi modelli di bombe teleguidate.
La sua raffinata aerodinamica lo rendeva molto più veloce dei B-17 e B-24, ad esempio.
Era un bimotore... col trucco: nei primi esemplari, ognuna delle sue due eliche era collegata ad una _coppia_ di Daimler-Benz DB 601. In pratica, l'aereo era un quadrimotore con l'aspetto di un bimotore.
Questa soluzione permetteva una migliore distribuzione dei pesi e dava all'aereo una grande manovrabilità, ma causava anche gravi problemi di surriscaldamento dei motori che prendevano regolarmente fuoco. Infatti, i suoi equipaggi gli affibbiarono il poco affettuoso nomignolo di Luftwaffenfeuerzeug, ossia accendino dell'aviazione.
Ma questo era il meno. Veniamo al dunque: i Nazisti pretesero di trasformarlo in un bombardiere in picchiata. Non pretendo di esaurire in poche rige l'argomento: ai tempi, un bombardiere in picchiata era molto più preciso nel colpire i propri obiettivi. Ricordiamo il famigerato Stuka tedesco e i bombardieri in picchiata imbarcati sulle portaerei giapponesi e americane. Però, una cosa è far uscire da una picchiata un aereo dalle dimensioni (e pesi) di uno Stuka (6 tonnellate), un'altra rendere sufficientemene robusta la struttura di un aereo che pesa 6 volte tanto (il nostro He177).
Risultato: quello che doveva essere un veloce albatross si trasformò in una specie di tacchino.
Un mix inestricabile di problemi ai motori e guai legati all'aumento del peso a causa dell'assurda decisione di trasformarlo in bombardiere in picchiata ne minarono le potenzialità e alla metà del 1944 questi aerei furono abbandonati al suolo per mancanza di carburante e pezzi di ricambio.
Non ne sentiremo la mancanza.
Prossimo modello? Due parole: Wild Weasel...
15 gennaio 2023
L'impero del Male
L'Impero del Male è una figura retorica fortunatissima.
Per gli antichi romani erano i barbari, per i greci l'Impero Persiano, per i guerrieri Arabi la Cristianità eccetera.
Per gli USA di Reagan era l'URSS.
Probabilmente, l'unico vero impero del Male sono sate le potenze fasciste durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre ISIS e Taliban possono aspirare al più al titolo di Feudo del Male.
Ma non vorrei addentrarmi in questa pericolosa china costellata da trappole di pregiudizio.
Vorrei attirare la vostra attenzione su questa mappa (la mia immagine di copertina Facebook Attuale):
Qui la fonte.
Rappresenta la diffusione della Democrazia tra l'Umanità.
Dieci anni fa, il verde era più diffuso e intenso.
Secondo questa classifica, l'Italia risulta classificata come 'democrazia imperfetta', ma non buttiamoci troppo giù: siamo comunque un popolo privilegiato rispetto alla maggioranza dell'Umanità.
Ho riflettuto parecchio, quest'anno, sulle implicazioni di questa mappa.
Che è di per sè preoccupante ma è ancora peggio se si torna un po' indietro nel tempo: le zone dipinte di verde diminuiscono costantemente.
La Democrazia è in crisi e non perchè le autocrazie siano più efficienti (i dati parlano chiaro: la peggiore democrazia è più efficiente della migliore autocrazia: questo non è in discussione).
Ad uccidere le democrazie è una massa di cittadini avvelenata dalla disinformazione prodotta dalle autocrazie & agenti locali?
Può essere.
Non è certo un fattore da trascurare, ma ritengo che quello critico sia un altro:
L'attivismo incoerente di varia natura accomunato solo dall'antiamericanismo viscerale.
L'impero del male non è l'Iran, nè la Russia o la loro classe dirigente.
Non sono i paesi in rosso sulla mappa.
L'impero del male è la gente per bene coi lori principi contraddittori ma a coerenti solo quando si tratta di considerare l'Occidente l'origine di tutti i mali e non della modernità, dei diritti umani, della Lunga Pace e del loro stesso stile di vita comodo e sicuro.
L'Impero del Male è una società incapace di difendere i propri valori fondanti: non Dio Patria Famiglia Onore e cazzate del genere. Ma Libertà, Diritti Umani, Sicurezza e Giustizia.
Il Gay Pride, la libertà religiosa e di parola, il reddito pro capite tra i primi al mondo, l'assistenza sanitaria gratuita e la nostra vita media in vetta alle classifiche sono una conseguenza di quel bel verde.
Pure il diritto di ribellarsi all'indifferenza ai catastrofici mutamenti climatici è garantito dalla potenza militare americana.
Perchè la mappa è chiara: il rosso avanza.
Ecco l'Impero del Male, che va alle marce della pace ma non fa nulla per la Pace.
Che si taglia i capelli per le vittime degli ayatollah ma è l'unica azione che è disposto a compiere al netto del blablabla di rito (muovere la lingue, tecnicamente, è un'azione).
Che vuole giustizia per Regeni ma nulla gli importa dei rapporti di forza nel Mediterraneo Orientale.
Che si scandalizza per l'atroce destino delle Afghane ma: Yankee Go Home, of course.
Che: "Putin ha sbagliato ma..."
Che: "Tacciano le armi".
Solo quelle ucraine, però.
Eccolo l'Impero del Male.
Che odia se stesso pensando di amare il prossimo.
12 gennaio 2023
I Miei Libri del 2022
Una cosa buona nel 2022 l'ho fatta: leggere 58 libri per un totale di 23267 pagine.
Quindi, ecco le mie parole del 2022, in autori e titoli:
Ho incontrato Alice #Basso, rivisto volentieri #King e la #Rowling e mi sono ritrovato a leggere saggistica (ma anche un romanzo) in inglese. Mi sono divertito molto.
18 dicembre 2022
Defending Rodinu, di Krzysztof Dabrowski (& Tom Cooper)
Ho appena finito di leggere la prima parte di questa modernissima storia della Difesa Aerea Sovietica: Defending Rodinu, di Krzysztof Dabrowski, con disegni e tavole di Tom Cooper.
Ai bei tempi dell'URSS, secondo la vulgata pacifinta, la Difesa Aerea era una faccenda seria.
Tanto seria che i russi l'avevano organizzata con un'Arma apposita.
Esercito, Aviazione, Marina e, apppunto, la PVO: Difesa Aerea.
Un po' come noi italiani, che abbiamo Esercito, Marina, Aviazione e... Carabinieri. E volendo poi anche Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Guardie Ecozoofile eccetera.
L'URSS viveva nel terrore di un first strike nucleare americano, gli americani nel terrore di una massiccia invasione del resto del mondo da parte del regime sovietico (e l'occupazione dell'Europa dell'Est, l'aggressione NordCoreana ed altri fatterelli di poco conto quali la repressione di Berlino, l'Invasione dell'Ungheria eccetera eccetera erano lì a testimoniare che il rischio c'era).
Gli USA proposero all'URSS l'iniziativa Open Sky, ossia la reciproca ricognizione aerea sui rispettivi territori in modo da consentire il disarmo e la distensione.
Stranamente, i russi rifiutarono.
Chissà cosa avevano da nascondere, a parte l'approntamento delle più gigantesche forze armate in tempo di pace che la storia registri.
Ma non divaghiamo: per fermare i ricognitori americani, i russi ci misero circa 15 anni di sforzi economici, tecnologici ed organizzativi culminati, appunto, nella costituzione della PVO come arma indipendente e nell'abbattimento dell'U2 di Powers il 1 Maggio del 1960.
Il Volume descrive con dettaglio sia l'evoluzione degli strumenti tecnici (Radar, intercettori, contraerea, missili aria aria e superficie aria) che tutta la sequela di incidenti tra i caccia russi e i ricognitori americani.
Ovviamente, non mancano chicche (il primo prototipo di intercettore dotato di missili aria aria russi era... una copia non autorizzata del bombardiere B-29 Americano) e curiosità, quali ad esempio i fatti realmente accaduti il 18 Novembre 1952 che hanno ispirato la battaglia aerea di Top Gun.
Bellissime, poi, le tavole a colori di Tom Cooper.
Insomma, un 'must read' per gli appassionati di storia dell'aviazione.
Attendo che arrivi il secondo volume, probabilmente ai primi del 2023.
E' un testo specialistico in lingua inglese, quindi per imparare a distinguere tra Putin e Papa Francesco (cosa che è evidentemente molto complicata per metà degli italiani) suggerisco di cominciare altrove, tipo dal Vangelo.
PS: nota critica: Cara Helion & Company, i tuoi lettori dubito molto che siano giovanotti di primo pelo. I tuoi bei libri sono anche relativamente cari, quindi è molto probabile che siano acquistati da signori, diciamo, maturi. Non è proprio il caso di sfidare la presbiopia dei tuoi lettori con un font misura 6... passate al carattere 14 o almeno 12...
11 dicembre 2022
Grumman A-6 Intruder
<<Facendosi forza per dominarsi, Jake ripiegò le ali del velivolo e spense il pannello degli strumenti elettronici. Il silenzio scese nella cabina di pilotaggio. Il vento che spazzava il ponte di volo asciugò il sudore che bagnava i capelli e il volto di Jake. L’uomo rabbrividì di freddo. Contemplò ancora il sangue, sulla sua mano, sulla barra, il sangue che grondava da ogni oggetto sotto quella implacabile luce bianca. L’orologio, sul cruscotto degli strumenti, era uno dei pochi strumenti che non fosse stato lordato di sangue. Il pilota alzò gli occhi sul volto dell’amico.
«Sammy...» Si sentì salire in gola un’ondata acida e bruciante e vomitò nel casco.>>
Ecco.
Ho letto "The Flight of the Intruder, il Volo dell'Incursore" di Stephen Coonts, ormai più di 30 anni fa. Altro che Top Gun: la guerra è sangue e merda e Coonts, che l'aveva fatta davvero a bordo di un A6, lo racconta con cruda semplicità.
L'A-6 Intruder è stato un bombardiere tattico subsonico ognitempo della marina USA.
Sgraziato, affidabile, letale.
Ha combattuto in tutte le guerre americane dal Vietnam fino al suo ritiro nel 1997.
E' stato usato per l'attacco tattico, quello antinave e per la soppressione delle difese aeree (la configurazione del modellino: 2 missili antiradar HARM, 8 Cluster bomb Rockeye per l'attacco ai missili contraerei ormai privi di radar di guida, 1 serbatoio ausiliario sganciabile).
Un derivato dell'A6 è stato usato come aerocisterna (KA-6) mentre un altro, il EA-6B Prowler dedicato alla guerra elettronica, è tristemente famoso per la strage del Cermis.
Insomma, una macchina da guerra che ho voluto rappresentare in ricordo del sangue così realisticamente descritto da Coonts in uno dei più bei romanzi di guerra che abbia mai letto.
Il Kit Italeri è stato piuttosto complesso da assemblare. Qualità di platiche e decals: ottima. Tuttavia, credo che la sequenza delle istruzioni di montaggio possa essere parecchio migliorabile.
Nota tecnica: questa volta ho tentato di migliorare la qualità di assemblaggio, ma ci sono dei limiti logistici (mancanza di aerografo, di uno spazio dedicato per l'attrezzatura che va sballata e reimballata ogni volta) e di tempo che mi fanno dubitare della possibilità di andare oltre.
10 dicembre 2022
Un cuore nero inchiostro: parole di limpida verità
Ho divorato in pochi giorni le oltre 1100 pagine di questo bel romanzo.
Il sesto della serie "Cormoran Strike".
E, a mio modesto parere, fino ad ora il migliore.
Complesso, avvincente, denso di colpi di scena, accuratissimo nell'intreccio e nell'attualità della trama, mi ha tenuto compagnìa per lunghe ore piacevoli.
La bellezza della trama unita alla qualità della scrittura sono dello stesso livello degli ultimi Harry Potter.
La tensione tra i protagonisti ha, ormai, raggiunto il climax e credo che la storia sia pronta per il gran finale.
Pare, infatti, che la Rowling abbia deciso di scrivere un settimo ed ultimo volume (ma non ho trovato conferme ufficiali).
Il tema delle conseguenze materiali dell'odio online è sviluppato magistralmente, assieme ad altri che non anticipo per non spoilerare.
Insomma, la Rowling non vincerà mai il Premio Nobel ma dona ai suoi lettori qualcosa di molto prezioso a parte il divertimento: gli strumenti per ragionare secondo il punto di vista altrui.