18 agosto 2024

La Felicità è in una sfumatura di grigio: una novella su wattpad




Mi sono reso conto di non aver scritto nulla qui di un mio progettino che ho avviato sulla piattaforma social di narrativa digitale Wattpad.
Mi sono già cimentato, in passato con racconti e romanzi.
Beh, qualche raccontino è stato anche premiato, un paio di romanzi li ho scritti.
E ho deciso di cimentarmi con il genere della novella.
Primo obiettivo: scrivere una storia lasciandomi guidare dagli eventi senza sapere in anticipo come va a finire (beh, a questo punto, con 5 parti pubblicate, più o meno lo so).
Secondo obiettivo: riuscire a dominare la logorrea e a sperimentare un arco narrativo diverso da quello di racconto (10-20 mila battute) e romanzo (500mila battute).
E chissà se con la storia di Angela e Paolo riuscirò a stare sotto le 50mila battute.
Il Terzo obiettivo mi sembra piuttosto difficile: avere una valutazione pubblica della storia. Ma i lettori di certo non abbondano, quindi se vi va fatevi avanti.
E poi, un ultimo obiettivo: riuscire a qualificarmi abbastanza da far pubblicare i miei romanzi inediti.
Quindi, cliccate pure qua se volete leggere questa mia novella a puntate.
Siamo oltre la metà.
Almeno credo.
Ah, poi se fallisco l'obiettivo 2 e diventa un romanzo, pazienza eh!


16 agosto 2024

B-24 Liberator(e) dell'Italia e una fake news perfettamente scientifica

Beh, basta robbe scout, se no poi perdo la mia fama di nazisionista (e se sostieni il diritto delle palestinesi di vivere liberi da Hamas &C allora sei nazisionista) atlantista onnivoro e ciclista inascoltato profeta di sciagure geopolitiche (tutte avveratesi).

Parliamo un po' del B-24 Liberator che ho finito di costruire or ora.

Premetto che il kit dell'Academy è un po' troppo spartano per i miei gusti, ma del resto io non sono un grande modellista, quindi va bene così.

Vediamo un po'.

Probabilmente avrete sentito parlare delle 'fortezze volanti'.

Ossia il B-17.

Mentre è meno probabile che abbiate sentito parlare del Liberator.

Eppure furono costruiti 'solo' 13mila B-17 contro 18mila B-24.

E, no: non mi unirò al coro dei tifosi che sostengono che un modello fosse meglio dell'altro.

Non parlerò, quindi, della Vexata quaestio (per gli appassionati di storia dell'aviazione) B-17 vs B-24.

Ricordo solo che il B-24 fu estensivamente usato per la liberazione dell'Italia dai nazifascisti, liberazione avvenuta (anche) a furia di bombardamenti su ponti, ferrovie e città del Bel Paese: no B-24 no Freedom.

Easy.

In due parole, il B-24 era più moderno, più facile da costruire, più veloce e capace di un maggior carico bellico. Il B-17 era dotato di più postazioni difensive, volava più in alto e dato che era un po' meno sofisticato era (molto) relativamente più robusto.

Ma prima ancora di presentarvi le foto del mio modellino eccovi un'altra immagine che, probabilmente, potreste aver visto sui social:



Riassumendo in estrema sintesi: durante la Seconda Guerra Mondiale gli Alleati avevano il grave problema delle perdite di Bombardieri (verissimo). La Luftwaffe faceva strage di B-17/24 e Lancaster.

E allora, leggenda (e uso la parola a proposito) vuole che i vertici di RAF e USAAF si fossero rivolti agli scienziati per cercare di capire come minimizzare le perdite.

Non è, però,  una leggenda che un matematico ebreo ungherese, Abraham Wald, abbia controintuitivamente calcolato, grazie alla Scienza (sempre sia lodata) che era inutile aggiungere corazze nei punti indicati dai pallini rossi nell'immagine precedente dato che gli aerei tornati alla base colpiti lì erano rappresentanti dell'insieme dei sopravvissuti, mentre gli aerei colpiti nei punti senza pallini rossi erano stati abbattuti e NON erano tornati alla base e quindi non avevano riportato indietro nessun dato statistico in merito.

Un classico caso di Pregiudizio di Sopravvivenza.

Niente da dire in merito, eh: il Dottor Wald fece benissimo il suo lavoro ed ebbe un'intuizione corretta.

E qui viene il bello.

Sui social media è diffusa la versione secondo cui Wald ebbe un ruolo fondamentale nella vittoria alleata della Seconda Guerra Mondiale rivoluzionando la produzione di aerei facendo aggiungere corazzature nelle parti 'bianche'.

Ma...

Non si è mai trovata traccia di importanti modifiche alla progettazione di qualsivoglia velivolo alleato in base alle conclusioni di Wald.

E si sa che Wald MAI disegnò un diagramma come l'immagine di cui sopra.

In altre parole, il B-24 ha subito una evoluzione tecnologica paragonabile a quella del B-17, B-25 o anche solo P-38 o Mustang, ma non risulta da nessuna parte che, a un certo punto, sia stata progettata una versione in base alle raccomandazioni di Wald, tanto che la necessità di corazzare il più possibile motori e cabina di pilotaggio era cosa nota ben prima dallo scoppio della guerra.

Pure in Italia, per dire.

Morale della ... 'storia vera'?

Che anche se basate su un fondo di verità matematicamente inoppugnabile come il rapporto Wald, certe storie sono e restano favole.

E che non serve essere novax, femministe pro hamas o putiniani per portare il cervello all'ammasso.

Ma che basta essere animati dalle migliori intenzioni per ritrovarsi sulla strada dell'Inferno.

Se non si ha voglia di verificare.







B-24 a sinistra, B-17 a destra
B-24 a sinistra, B-17 a destra

B-24 a sinistra, B-17 a destra

B-24 a sinistra, B-17 a destra















15 agosto 2024

Dimentica il mio nome: perché faccio il Capo Scout e perché vado alla Route Nazionale 2024



La Route Nazionale si avvicina a grandi passi: manca solo una settimana.

Io ci sarò.

Perché ci vado?

Per lo stesso motivo per cui faccio il Capo Scout a cinquant'anni suonati.

E perché ho iniziato a fare il Capo Scout?

Tranquilli, non la tiro troppo lunga: è una domanda che prima o poi tutti i capi si fanno, soprattutto quando qualcuno gli fissa, di venerdì sera, una riunione che potrebbe essere sostituita da un sondaggio WhatsApp.

All'inizio, magari, per essere meglio di come pensavi fosse il tuo Capo Clan.

Confessatelo, su (se avete preso la Partenza): l'avete pensato anche voi il classico "Io farò meglio di così".

Poi, maturando, per salvare il mondo.

E quando il Servizio ti entra nel sangue, per salvare anche un solo bambino.

A volte, solo per amore.

E per tutta la felicità che vedi germogliare dal tuo sudore.

Ecco, nel corso del tempo, io l'ho fatto per tutte queste ragioni.

Da un bel pezzo, però, vivo l'essere Capo come un privilegio.

Già: decine di ore  ogni mese, le albe livide della domenica mattina, il freddo ed il caldo, la sete, lo zaino, ma anche le fotocopie, lo scervellarsi per una catechesi, il ritagliare, l'incollare, le riunioni di Co.Ca. per cui fai notte, il rimetterci di tasca tua anche due lire, ecco, per me è tutto un privilegio.

Il privilegio di vivere (per un tempo ed uno spazio limitati, è vero) quasi come uno dei discepoli di Gesù.

Tutto qua.

Non mi sento mai così vicino a Lui se non durante il Servizio.

E no, non è per il rapporto con le Coccinelle (scusatemi ma lì è facile, facilissimo: livello asilo).

Ma per il rapporto che si instaura con gli altri adulti.

Qualcosa che non provo nemmeno a descrivere ma che, in cuor mio, sospetto somigli almeno un po' a quella fraternità che Gesù ha testimoniato come via di felicità in Terra per tutta l'umanità.

Per questo faccio il Capo scout, per questo andrò, la prossima settimana, alla Route Nazionale delle Comunità Capi.

Non per dare un senso alle mie giornate: io non mi annoio mai e se lo scautismo sparisse oggi resterei impegnato uguale tra prole, famiglia, modellini, lettura e scrittura dei miei romanzi.

Non per essere ricordato: quasi tutte le mie coccinelle dimenticheranno il mio nome già in reparto. Ma non il seme del Servizio ricevuto.

Niente gloria né ringraziamenti, quindi.

Inoltre, lettori di questo blog sanno della mia grave allergia alla retorica associativa sul volare alto, sognare l'impossibile, progettare il futuro eccetera, quando il turnover dei capi è roba da fanteria all'assalto delle mitragliatrici.

Eppure io alla Route ci vado lo stesso.

E la Route non è uno spasso.

La Route Nazionale non farà eccezione.

E' un evento per quasi ventimila persone organizzato tutto da volontari.

Sarà scomodo.

Si dovrà fare tanta Strada.

Ci saranno inevitabili problemi logistici e non sarà affatto facile.

Ma un Capo Scout non cerca le comodità, cerca di fare un buon Servizio.

E alla Route Nazionale si dovranno porre le basi per un ottimo servizio per i prossimi vent'anni almeno.

Vale la pena qualche sacrificio in termini di scomodità, cibo e sonno.

E magari lì mi riuscirà di parlare anche del mio sogno.

Già, ce l'ho pure io un sogno, stile volare alto per intenderci: avere un gruppo scout in ogni parrocchia.

Cambierebbe le cose.

E non ringrazierò mai abbastanza i giovani (e meno giovani) capi del mio Staff e della mia Co.Ca. per consentirmi di vivere questo privilegio.


PS: la mia Co.Ca. sarà nel sottocampo Verde, così sapete dove trovarmi. 

Dovrei anche passare un po' di tempo nello stand di Proposta Educativa.

Buona Strada e Buon Volo!

9 agosto 2024

F-9F Panther, i Ponti di Toko-Ri ovvero essere William Holden

 
















Ovvero essere William Holden in una delle sue migliori interpretazioni.

Ma prima parliamo del ferro.

L'F-9F Panther  è stato un jet di prima generazione usato dalla Marina USA durante la guerra di Corea.

I futuri astronauti Neil Armstrong e John Glenn combatterono in Corea su questo aereo.

I progressi tecnologici l'avrebbero trascinato nell'oblio se non fosse stato per il cinema di quegli anni.

Ma torniamo a William Holden, protagonista del film  "I Ponti di Toko-Ri", tratto dal romanzo omonimo di  James A. Michener.

Un pilota dell'US Navy, un civile richiamato in servizio, si trova nel bel mezzo della Guerra di Corea costretto suo malgrado a missioni di guerra rischiose e senza scopo.

L'uomo, sposato e padre di due bambine, sente che la prossima missione sarà l'ultima.

Il film, più che a narrare l'eroismo dei piloti della marina (dato per scontato, by the way) descrive l'angoscia dell'uomo mandato a morte certa. Uno dei miei primi film in cui il coraggio non è la spavalderia alla Custer ma la capacità di andare avanti nonostante il terrore.

Ecco, io penso che William Holden sia stata una delle più grandi star di Hollywood e non per il suo ruolo in Sabrina.

Penso alla mlinconia di Breezy, alla disperazione di Stalag 17, alla paura de i Ponti di Toko-ri, al rimorso in Squali d'acciaio e alla compassione in la ragazza di campagna

Che cosa c'è di hollywoodiano in queste interpretazioni di William Holden?

La nostra intellighenzia non perde mai l'occasione di ricordarci che gli americani sono barbari (ma passati direttamente alla decadenza).

E che il machismo, nato con John Wayne e cresciuto con Rambo II la vendetta, è tutto quello che viene dagli States.

E, invece, una delle più grandi star di Hollywood degli anni d'oro ha interpretato un mucchio di ruoli in cui la spavalderia, la forza bruta, il 'prima spara poi dici mani in alto', non hanno cittadinanza.

Anche nell'America degli anni '50 e '60 c'era evidentemente spazio per l'empatia, la debolezza, la paura, la disperazione: l'umanità più profonda.

Ed ecco qua, un modellino di aereo degli anni '50 e un attore semidimenticato.

Ma non dall'arte.


5 agosto 2024

Perché assumere subito Akela ed Arcanda



Un po' di pubblicità progresso ogni tanto non fa male: perché assumere Akela e Arcanda?

Secondo me, un Capo Scout disoccupato dovrebbe essere un ossimoro.

I Capi giovani adulti non sono certo rappresentativi degli italiani della loro età.

In realtà sono esattamente come tutti gli altri, ma, tralasciando completamente tutte le faccende legate al Servizio, al Cattolicesimo ed al volontariato, hanno un paio di cosucce in più: la competenza e la capacità di prendersi la relativa responsabilità.

Lo so, lo so: "Ma gli scout sono capaci di relazionarsi, di lavorare in gruppo". In genere sugli articoli di stampa che parlano di scout si enfatizza questo aspetto e qualche recruiter potrebbe puntare sulle comprovate capacità relazionali.

Tutto vero eh.

Ma non è tutto.

I capi scout hanno delle competenze gestionali, logistiche e di pianificazione di un certo spessore.

Visto dall'esterno, un campo scout è completamente trasparente rispetto a tutto il lavoro preparatorio che c'è dietro.

Ossia:

Alloggiare 50 persone.

Pensateci: voi sapreste farlo? Sapreste far alloggiare 50 persone spendendo tipo 10 euro a notte?

Sapreste organizzare il loro trasporto?

Per non parlare dell'equipaggiamento: cancelleria, attrezzi, costumi e scenografie.

Sapreste dargli da mangiare?

Sapreste pianificare un menu sano, includendo anche intolleranze ed allergie, spendendo per di più massimo cinque euro al giorno?

Sapreste gestire i dati sanitari e le terapie di tutta 'sta gente?

Sapete come si puliscono ed igienizzano i gabinetti e le docce per 50 persone tutti i giorni?

Sapete organizzare la Cucina, l'apparecchio/sparecchio, la distribuzione dei pasti, il lavaggio dei piatti?

In più, ovviamente, c'è il piccolo dettaglio delle attività specifiche di Lupetti e Coccinelle che includono giochi, attività manuali, qualche passo su un sentiero assieme a Gesù, espressione artistica e scouting.

'sta roba non la contiamo però: è profondamente anticapitalista...

Nell'Italietta delle PMI dubito molto che il flusso di lavoro della commessa di un'impresa media sia più complesso di un campo scout.

Quindi?

Assumete un Capo Scout.

Ma poi dategli le ferie per andarci, ai campi scout!

3 agosto 2024

L'Operazione Overlord e le Ali di Icaro







Sono piuttosto allergico alle espressioni tipo "Basterebbe Che".

Non basta mai.

La complessità può essere affrontata raramente con soluzioni facili.

Però ritengo ci sia una piccola eccezione.

Ecco, penso che una diffusa conoscenza della Storia della Seconda Guerra Mondiale (niente di specialistico, roba divulgativa del livello di Piero o Alberto Angela) ci risparmierebbe un sacco di guai.

Ad esempio (ma potrei stilare un logorroico elenco di molte pagine), dubito molto che tra i manifestanti del 25 Aprile sia presente la banale consapevolezza che l'Italia è stata liberata dai nazifascisti grazie ad una massiccia campagna aeronavale con tanto di bombardamenti sulle città (per non parlare dei combattimenti terrestri dalla Sicilia a Bologna) che hanno provocato più di centomila vittime civili.

Un pragmatico: "No alle bombe alleate? Allora Sì a Mussolini!" Sarebbe un sano dato di fatto da tener presente quando si parla di Ucraina o Medio Oriente.

Insomma, la Storia della Seconda Guerra Mondiale, se diffusa più o meno al livello di conoscenza del campionato di calcio potrebbe contribuire a risolvere un mucchio di problemi (riscaldamento globale incluso).

Ho letto con molto interesse (e soddisfazione) la monografia sull'Operazione Overlord (ossia la fonte primaria della nostra libertà e del nostro benessere) pubblicata dalla rivista "Storia Militare".

Di concezione moderna, la monografia fa luce su aspetti trattati solo superficialmente nei vari libri che ho letto nel tempo.

Infatti, c'è un altro aspetto che in Italia è sconosciuto a tutti i livelli: la preminenza della Logistica.

Al contrario di quanto potrebbe sembrare intuitivo, le forze di terra Alleate durante lo Sbarco in Normandia e almeno fino all'offensiva delle Ardenne erano numericamente inferiori a quelle naziste.

Ma godevano della superiorità aerea.

E di una assoluta superiorità logistica: le truppe alleate avevano munizioni, cibo, farmaci, carburante e pezzi di ricambio in abbondanza.

Nella monografia sono accuratamente descritti due dei cardini di questa superiorità: i porti artificiali e gli oleodotti per il trasporto di carburante attraverso la Manica: nel 1944!

E si sa com'è andata a finire.

Ecco, secondo la mia esperienza, la logistica è trattata come una cenerentola in tutti gli ambiti in questo paese.

Al lavoro, nella pubblica amministrazione, nella vita quotidiana: i desideri prevalgono sempre sulla realtà.

Attenzione: i desideri, non gli obiettivi.

Senza obiettivi non ci sarebbe progresso, i desideri messi davanti alla realtà generano solo problemi e frustrazione: dato che le risorse sono sempre limitate, la prima domanda giusta da farsi non è: "Che pentola devo usare per cuocere 5 kg di spaghetti?" Ma "Con questa pentola e quest'acqua quanti kg di spaghetti riesco a cuocere?"

Perché se la gente ha fame e la pentola permette di cuocere solo 1 kg di spaghetti, ignorarne la capienza e metterci dentro 5 kg di pasta significa buttare tutto nell'immondizia.

Però c'è un'eccezione (immagino tra tante) che conosco molto bene: chiedete ad Akela ed Arcanda: loro lo sanno bene che la logistica prevale sul Volare Alto. 

Perché loro devono far volare davvero Coccinelle e Lupetti.

E non con le ali di Icaro.

(Ma di questo parlerò meglio un'altra volta)

15 luglio 2024

Orizzontali e Verticali

 




Viva la Palestina Libera, senza Hamas, Hezbollah, Jihad Islamica, ISIS, Pasdaran, Ayatollah e anche senza le femministe che ignorano stupri (di ebree) e Sharia (per tutte le suddite di Hamas).
Due Popoli, due stati!

PS: la bandiera è orizzontale e postarla in verticale è solo un ennesimo esempio di ignoranza applicata alla questione.

8 luglio 2024

Due Zingari al Pilastro

Il Parcheggio della Discordia


Due Zingari è una bellissima canzone di Francesco De Gregori.

Ma la storia che sto per raccontarvi non è per niente bella.

Non c'è un vero e proprio principio.

Al Pilastro, nei pressi di Via San Donato, spesso e volentieri pernottano in Camper alcune famiglie di Rom.

Ovviamente, ai dirimpettai la cosa non può far piacere per motivi banali: schiamazzi notturni e non, vandalismo (a dir poco), rifiuti solidi ed organici abbandonati ovunque e la razionale sensazione di insicurezza condita dalla frustrazione di dover subire l'illegalità senza alcuna possibilità di protestare, sennò sei razzista.

E' antipatico sapere che il parcheggio sotto casa a disco orario è occupato abusivamente per giorni interi ma che se tu ti dimentichi di spostare la macchina da quel posto dopo 180 minuti ti arriverà sicuramente la multa e magari anche la rimozione del mezzo.

Sul gruppo Facebook di quartiere la questione è ampiamente dibattuta.

Una delle ultime volte che ci ho guardato è intervenuta anche la presidente di quartiere che ha tentato di ricondurre alla ragione i più, senza troppo successo devo dire: immagino che non sia semplice, per una figura istituzionale, poter dire la verità: "La legge è quella che è e non ci si può fare niente".

E direi per fortuna: non so se a chi protesta piacerebbe davvero vedere bambini in lacrime strappati alle famiglie mentre assistono alla distruzione di quel poco di 'casa' che gli è stata concessa in sorte: se è fastidioso il puzzo di urina quando si passa sul marciapiede immaginatevi (se ne siete capaci) cosa voglia dire viverci sopra.

Certo, quando i camper partono il comune fa effettuare interventi straordinari di pulizia più o meno regolari ed efficaci. Ma i problemi di legalità, disagi e della paura restano lì indelebili anche quando il parcheggio è vuoto.

E non è un caso isolato: il rimpallo tra ACER e Comune per rifiuti e automezzi abbandonati è un amaro comma 22 a cui si deve sottostare anche quando non ci sono problemi di integrazione.

Ma oltre al danno c'è la beffa: in questi giorni Fratelli d'Italia ha tenuto un banchetto in quartiere organizzando una raccolta di firme per 'risolvere il problema'.

Come se il prefetto di Bologna non fosse il rappresentante del Governo Meloni.

Come se le forze dell'ordine non fossero subordinate al ministero dell'Interno del Governo Meloni.

E si può dire che la storiella sia finita qua.

Ma torniamo al gruppo Facebook.

Tra i tanti interventi  dei cittadini del Pilastro (che non chiedono, forse furbescamente, deportazioni, ma solo un draconiano rispetto della legge sul divieto di campeggio), spicca quello di un cittadino di tutt'altra parte che etichetta i pilastrini con un secco:

"Fascisti".

Preso da una curiosità insolita, sono andato a guardare il profilo di questa persona.

Un ottimo lavoro da colletto bianco, militanza in un Partito di Sinistra autonominatosi "Vera" (non il PD), nessuna traccia di condanne di Hamas e una strizzatina d'occhio a Putin non ce la facciamo mai mancare.

E fin qua niente di diverso dall'ordinario.

Poi, la vera scoperta: 

il nostro etichettatore antifascista è proprietario di un B&B con tanto di profilo su Airbnb.

Proprio a Bologna dove gli affitti brevi stanno maciullando il tessuto sociale e causando una immensa quantità di problemi ai ceti più deboli.

Ci tengo a precisare una cosa però: non penso affatto che il signore di cui sopra sia intenzionalmente fascista.

Ma, in generale, un capitalista facilitatore delle autocrazie.

E, in particolare, uno dei migliori amici politici della Meloni.

Ma non divaghiamo.

Il problema è che ci sono persone poverissime inserite in un circolo vizioso di problemi sociali che si autoalimentano e che si perpetuano di generazione in generazione il cui costo sociale ricade sugli abitanti delle periferie.

Non sui proprietari di B&B con la tessera di un bel Partito antifascista, antisionista, ecologista e pro diritti LGBTQ+.

Ossia, tutte cause perse data la vera natura di chi vorrebbe portarle a successo.

Ora, non propongo certo di deportare queste famiglie con bambini piccoli nel giardino del B&B dell'antifascista di cui sopra.

Non sono mica Salvini.

Anzi, io non ho proprio soluzioni umane e realizzabili: di scienze sociali ne capisco pochissimo e non so come si risolvano certi problemi.

Ma so per certo che dare del fascista dal proprio castello dorato a chi deve convivere coi problemi è di per sé un atto profondamente fascista.

Che alimenta l'onda nera che rischia di sommergere le democrazie (ed il benessere) europei.

La stessa onda nera alimentata dalle femministe pro Hamas, dalle persone LGBTQ+ 'antisioniste' (sic.) e dai pacifinti che stapperebbero champagne se potessero ridurre un po' la contraerea ucraina che difende i civili dai missili di Putin.

Si deve trovare un punto di equilibrio tra il minimo di umanità sotto cui non si può scendere con decenza e la decenza del rispetto delle altre persone, sicuramente più privilegiate dei bambini che vivono per strada, ma senz'altro molto meno privilegiati di chi dà loro del fascista aggratis.

E che i disagi a dir poco li vivono quotidianamente.

In ogni caso, resto pessimista data la combinazione di disumana indifferenza che i progressisti nostrani hanno mostrato questi ultimi anni (da Boucha a Kfar Aza).

Ad esempio, se si decide di assegnare un alloggio popolare ad una famiglia problematica, bisogna mettere in campo PRIMA tutti gli strumenti per gestire quello che ci si può ragionevolmente aspettare: schiamazzi notturni e non, vandalismi, abbandono di rifiuti/escrementi, abuso degli spazi comuni.

Sennò non è integrazione: ma benzina sul fuoco dei fascismi rampanti.

Io, poi, penso che se si fa vivere una persona nella merda, questa persona non abbia né la capacità né l'interesse a tenere pulito il suo angolo di merda.

Viceversa, se la si fa vivere in un posto pulito, magari è capace di imparare a tenerlo pulito, il posto in cui vive.

E se tutto questo bla bla bla vi è sembrato troppo, io penso che sia molto più pericoloso il benpensante con la tessere rossa in tasca e il portafoglio ben fornito dal B&B di proprietà che tutto un accampamento ROM.

PS: come al solito cito le fonti, per chi avesse voglia di andare a verificare (serve account FB).

Ah, io darei un occhio a questo bel film di un paio di generazioni fa, bastano due minuti...

7 luglio 2024

Cuore Nero, di Silvia Avallone




Questa non è una recensione del romanzo di Silvia Avallone, un graditissimo regalo di compleanno che ho finito di leggere da poco.

Il romanzo mi è piaciuto molto per scrittura, trama e tema.

Però, sul tema, qualche riflessione ci sta.

Io ho 'sto strano convincimento che non ha molto senso trattare in maniera disumana qualcuno per qualcosa che ha fatto, dall'eccesso di velocità al furto in appartamento.

A me è sufficiente che non ci siano più vittime (almeno) di quella specifica persona.

Più in generale, io non ho una mia proposta sul tema, perché non ho studiato abbastanza.

Ma due cose so con certezza:


  1. come sopra, trattare le persone in maniera disumana non le migliora né risolve problemi;
  2. le statistiche sulla criminalità parlano chiaro su quanto sia inutile il carcere.

Al netto di questo, il mio punto di vista, per fortuna, è quello della vittima.
Vittima di piccoli furti, atti vandalici e roba che rientra più nella maleducazione che nel reato.
Tuttavia, Manzoni ci ricorda una banale verità: la prevaricazione e la violenza generano il male nelle vittime.
In altri termini, subire un crimine è già abbastanza brutto, trasformarsi per sua causa in una persona violenta assetata di vendetta è davvero insopportabile.

Ecco, se qualcuno mi dimostrasse che ingabbiare gente mi proteggerà dal crimine e dalla mia stessa disumanizzazione allora magari ammetterei il carcere per com'è (mal)fatto ora.

C'è una frase che mi ha colpito profondamente, in riferimenti alle ragazze nate e cresciute in famiglie disastrate in quartieri di periferia:




Sono molto d'accordo.

E in aggiunta (non in contrapposizione) direi che un risarcimento sarebbe dovuto anche a tutti quelle ragazze e quei ragazzi che vengono dagli stessi identici luoghi e situazioni ma sono riusciti ad evitare di togliere ad altri quello che è mancato a Sé.

E sono la stragrande maggioranza.

Ma, forse, questo risarcimento riescono a darselo da soli quando raggiungono la consapevolezza di non aver desiderato il male per gli altri, un male, appunto, che ritornerà sempre su chi lo fa.

E' la catena del male che va interrotta.

Quella del crimine si spezzerà di conseguenza.