22 maggio 2014

45° del Villanova I



Un giorno di primavera del 1989 mi ritrovai nei dintorni di Matera con il Reparto Sagittario di cui ero, allora, ViceCapoSquadriglia.
Festeggiavamo il quarantesimo della fondazione del gruppo.
C'erano un sacco di persone e tanti tanti adulti col fazzolettone.
Adulti che non avevo mai visto che collaboravano tutti assieme per montare cucine, distribuire pasti, giocare e cantare.
Non mi rendevo conto troppo bene delle circostanze.
Il senso delle cose.
Sono passati quasi 25 anni da quel giorno e, anche se chi mi guidava allora adesso deve sforzarsi di guidarmi dal Cielo, sento ancora assolutamente saldo il filo che ci legava tutti.
Un filo che si è dipanato per tutte le mie esperienze Scout della vita e che ho potuto riagguantare domenica scorsa quando ho potuto rivivere un evento simile dall'altro lato della barricata.
A Villanova.
45° del Gruppo in cui sto ricominciando pian piano col Servizio attivo.
Certo, anche i miei recenti incarichi per la Route Nazionale sono Servizio, ma, quando c'è di mezzo sudore, camion da scaricare e lavoro fisico da fare coi ragazzi, è meglio.
Di nuovo una grande festa in una grande famiglia.
Da quel giorno di primavera del 1989 molte cose sono cambiate, molte altre sono rimaste identiche, accetto le une e le altre.
Domenica c'era il Sole e sono tornato a casa con la sensazione che il seme fosse pronto a dar frutto.


17 maggio 2014

Mint 17

At bottom in English.

Mint 17 non è ancora completamente tra noi, ma la rc è disponibile da qualche ora e non ho resistito ...
In poche parole: è una bomba!
In questo momento sto reimportando da un Hard Disk esterno usb 3.0 (un WD Elements da 2TB) il mio backup. Con una velocità di punta che spesso supera i 100 MB/sec.
Ho reimportato anche tutto il software  che avevo aggiunto alla mia installazione con un semplice click dato che prima di formattare ho usato l'utilità di backup dei pacchetti che ha creato un semplice file di testo da cui Mint17 ha reinstallato tutti i pacchetti aggiornati rispetto alla versione 16.
Mint 17 è basata su ubuntu 14.04 LTS, con supporto a lungo termine per 5 anni.
Un'ottima scelta per un desktop aziendale, per esempio.
Ma c'è di più.
A ottobre 2014 uscirà ubuntu 14.10. Ma, la Mint che uscirà qualche settimana dopo non sarà basata su ubuntu 14.10, ma ancora sulla Ubuntu 14.04 e si chiamerà Mint 17.1 con aggiornamento diretto da Mint 17 senza necessità di formattare.
E così per le successive tre release di Ubuntu che saranno ignorate fino alla successiva LTS, prevista per Aprile 2016. Quando uscirà Mint 18.
Nel frattempo, ogni sei mesi, usciranno le Mint 17.1, .2 e .3. Sempre basate su Ubuntu 14.04.
In pratica, Mint è diventata una distribuzione semi-rolling almeno tra una LTS e l'altra.
Quindi, chi installa Mint 17 si troverà in possesso di un sistema operativo che sarà aggiornabile su base LTS per anni.
Ho provato sia Cinammon 2.2 che, in macchina virtuale, Mate 1.8 che io raccomando a tutti i possessori di hardware non recentissimo.
Nessun problema nella configurazione dell'hardware e nell'installazione dei drivers delle schede video. 
Nessun problema nella configurazione del doppio monitor.
Il Software Center consente, attraverso un editor grafico di sorgenti software, di scegliere il server più veloce in funzione della posizione geografica e di aggiungere in maniera grafica sorgenti software per applicazioni di terze parti.
Esistono, in rete, numerose recensioni sulle novità tecniche di questa release, quindi non mi dilungherò affatto su questi aspetti.
Le prestazioni dei miei sistemi sono aumentate a vista d'occhio e sono riuscito a ripristinare completamente la macchina in minuti invece che in ore.
Cinammon è decisamente consigliato a chi desidera un desktop funzionale e privo di orpelli, Mate è ancora più leggero. Il software è moderno e sarà costantemente aggiornato per i prossimi due anni senza alcuna necessità di riformattare.
Pensateci, una delle migliori distribuzioni desktopo linux è tornata più in forma che mai: la prossima settimana su tutti i migliori server del web.



Mint 17 is not yet fully among us, but the RC is available for a few hours and I could not resist ...
In a nutshell : it's a bomb !
Right now I am re-importing from an external usb 3.0 hard drive ( a WD Elements 2TB ) my backup. With a top speed that often exceeds 100 MB / sec .
I re-imported all the software that I had added to my installation with a simple click as before formatting I used the backup utility package that has created a simple text file from which Mint17 reinstalled all the updated packages from the version 16 .
Mint 17 is based on ubuntu 14.04 LTS, with long-term support for 5 years.
A great choice for a corporate desktop , for example.
But there's more .
In October 2014 will be released Ubuntu 14.10. But, the Mint that will be released a few weeks after that will not be based on ubuntu 14.10 but still on Ubuntu 14.04 and will be called Mint 17.1 with direct upgrade from Mint 17 without the need to format .
And so for the next three releases of Ubuntu that will be ignored until the next LTS, scheduled for April 2016. When will be released Mint 18.
Meanwhile, every six months, will be released the Mint 17.1 , .2 and .3.
Always based on Ubuntu 14.04.
In practice, Mint distribution has become a semi-rolling distro at least between a LTS and the other .
So who install Mint 17 will be in possession of an operating system which will be upgradeable to LTS for years.
I have tried both Cinammon 2.2, and, in a virtual machine, Mate 1.8 that I recommend to all holders of not very recent hardware .
No problem in the hardware configuration and installation of the drivers of the video card .
No problem in configuring dual monitors .
The Software Center allows , through a graphical editor source software , choose the fastest server depending on the geographical location and add a graphics software source tool for third-party applications .
There are, on the Web, numerous reviews on the technical innovations of this release, so I will not bother at all about the issues.
The performance of my systems have increased visibly and I was able to completely restore the computer in minutes instead of hours.
Cinammon is definitely recommended for those who want a functional desktop and without frills, Mate is even lighter . 
The software is modern and will be constantly updated for the next two years without the need to reformat.

Think about it, one of the best Linux distributions desktopo is back in better shape than ever: next week on all the best file servers of the web .


13 maggio 2014

#carofrancesco


E' notte ed è bello servirvi, siamo in tanti, ora, da tutta Italia, sarete di più ...

30 aprile 2014

I Promessi Sposi

I Promessi Sposi.
Un Romanzo che è spesso associato alla più completa noia, asfissia ed ansia adolescenziale.
Un romanzo che "Ma è vecchio, superato, che noia, e poi... E poi... Che volete che possa significare nell'Italia del XXI Secolo?"
Già.
Obsoleto.
Vecchio.
Che non descrive la nostra realtà.
Ah, può darsi.
Può darsi.
Però, vediamo, in Italia.
Nell'Italia di oggi.
Abbiamo, vediamo un po', abbiamo Don Abbondio? 
Quello debole coi forti e forte coi deboli?
Abbiamo Don Rodrigo?
Abbiamo i Bravi?
L'Azzeccagarbugli?
I Birri?
La Peste?
La Madre di Cecilia?
Fra Cristoforo?
Almeno, su Renzo e Lucia siamo sicuri di essere tutti d'accordo che quelli, almeno, ci sono.
Vi lascio qualche fotografia, così, per riflettere, magari per accostare alle parole "Bravi, Azzeccagarbugli, Birri, Peste, Cecilia,Cristoforo, Don Abbondio, Ferrer, Fra Cristoforo" le immagini a vostro gusto.
Io vi lascio le mie associazioni...
Per certe di combinazioni di parole e immagini, poi, l'attualità dei Promessi Sposi emerge come l'Iceberg che affondò il Titanic. Anzi, il TitanicItalia...

 Azzeccagarbugli
 i Birri
 i Bravi
 Don Abbondio
 Ferrer
 Fra Cristoforo
 La Madre di Cecilia
La Peste

25 aprile 2014

In Cerca di Patria: 8 Settembre 1943 25 Aprile 1945, 25 Aprile 2014.

Anche se di guerra era pur sempre Natale.
Il pranzo di Santo Stefano era stato leggero facendo di necessità virtù.
Si era alzato presto e aveva lasciato Chiara a dormire nella stanzetta sopra casa di suo padre, sul Piano.
Era sceso nei Sassi ancora addormentati, facendo attenzione a non cadere nei canali di scolo e a qualche pitale svuotato dalle finestre.
In pochi minuti fu a Porta Pistola da cui si addentrò nel canyon della Gravina.
Si stava dirigendo all'eremo in cima alla collina al centro del canyon.
Scese guardingo per il sentiero reso sdrucciodevole dall'umidità, fino a raggiungere il torrente gonfio per le piogge invernali.
I sassi che sporgevano dal pelo dell'acqua erano lucidi per l'umido ed erano scivolosi sia alla vista che al tatto.
Ma lui li conosceva a memoria.
Memoria.
Prima dello sfondamento finale, se li era ricordati, quei sassi, quando si era trovato dietro un pezzo anticarro faccia a faccia con un bestione d'acciaio.
Uno due, destro sinistro destro ed ecco l'altra sponda della Gravina.
Nemmeno questa volta si era bagnato gli scarponi.
Le scarpe, gemelle di quelle che lo avevano sostenuto praticamente dall'Asia all'Italia.
Dono di suo Padre.
Un'altra cosa che doveva ancora fare: ringraziare suo padre per quelle scarpe che gli avevano salvato la vita.
Un paio di scarpe, una vita.
Iniziò  a risalire la ripida collina sassosa che si contrapponeva alla parete in cui era scavata la sua città.
Non aveva bisogno di arrampicarsi con le mani, era ancora abbastanza allenato dopo tutta la strada fatta a piedi alla fine dell'Estate.
In quei cento metri di ascesa tra pietre ghiacciate pensò a Chiara che dormiva nel letto al piano di sopra di casa sua.
A quel matrimonio fatto in fretta, poverissimo, punto di arrivo di altri pensieri, quelli che li avevano sorretto nell'infernale inverno precedente.
Troppe ne aveva viste, troppe ne aveva fatte.
I ragazzini del suo plotone arsi vivi, squartati dalle granate sul tappeto di gelo, la follia dei superiori e le atrocità degli alleati.
Quelle troie dei Savoia!
Che li avevano abbandonati ai nazisti, ai fascisti e a far la guerra con le cerbottane contro i carri armati!
Quei figli di puttana dei tedeschi e il lago di sangue che si lasciavano dietro.
Quei bastardi vigliacchi dei fascisti arditi nella fuga e geni della strage della propria gente.
Arrivò in cima mentre un timido sole illuminava la città scavata nella roccia.
"In nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele Terzo In grazia di Dio e per volontà della Nazione 
Re d'Italia... Si presenterà al distretto militare... Assumerà il comando della Compagnia..."
Avevano lo stomaco di mandargli la letterina di coscrizione come se niente fosse stato.
Come se non fosse il Re il primo disertore che aveva abbandonato lui e milioni di altri alla mercè dei tedeschi.
Odiava il Re e i suoi generali.
Odiava i fascisti prima che i tedeschi.
E grido'.
Un grido lungo, umano, che diventò eco tra le querce del fondovalle.
Poteva ignorare la lettera e darsi malato, non era fesso, si sa come vanno le cose, basta pagare.
Ma era quel pensiero ad averlo fatto gridare.
Il pensiero di aver patito freddo, fame, orrore, per colpa di fascisti, tedeschi e ignavi savoiardi e doversi accontentare di aver salvato la pelle.
Era quella rabbia a farlo urlare.
Cosa ne sarebbe stato di lui se fosse rimasto a casa?
Entro un paio di anni gli americani sarebbero stati a Berlino, era chiaro.
E se lui se ne fosse stato a casa poi cosa ne sarebbe stato di quei porci che li avevano ridotto così?
Sarebbero tornati dalla prigionia allegri e felici e avrebbero ripreso da dove si erano interrotti e lui sarebbe sempre rimasto come quello che scappava.

Scappato dalla Russia, scappato dai tedeschi, scappato dai fascisti, genuflesso agli americani e pure a quei bastardi di inglesi.
E no, perdio, lui e i suoi non erano mai scappati da nessuno.
In Russia erano usciti dalla sacca al grido "Tutti i vivi all'assalto".
Lontano, i campanacci delle vacche.
Scese nell'eremo, dove gli affreschi millenari lo guardavano severi.
Sarebbe andato.
Sarebbe andato di nuovo con l'Esercito del Re.
Sarebbe andato, avrebbe preso a calci i tedeschi, i loro lacchè fascisti, poi sarebbe toccato ai Savoia ai generali e a tutti i mammasantissima che li avevano portati a vent'anni di macello.
Sarebbe andato a piedi, come al solito, come al solito con un fucile vecchio, una divisa inglese logora e forse un paio di scarpe americane, ma sarebbe andato.
Come era andato a piedi in Albania, Grecia, Iugoslavia, Africa e Russia e dalla Russia all'Italia.
Sarebbe andato a piedi da Matera a Milano e poi sarebbe tornato a Brindisi o a Roma o dovunque Savoia e fascisti si fossero andati a nascondere.
Iniziassero a scappare, a scappare, loro!

Stoner

Il mio apprezzamento per il terzo romanzo di John Edward Williams è causato dalla densità di significato di ogni pagina e dalla capacità dell'autore di descrivere con precisione e continuità un Uomo.
E' un'impresa difficile, raccontare un Uomo.
I romanzi, in genere, narrano di gesta, fatti, periodi, eventi.
Raccontano gli uomini attraverso i loro pensieri e i loro atti in periodi ben delimitati.
Stoner ci viene raccontato nella memoria di ogni uomo: dai primi sprazzi di infanzia alla terribile lievità degli ultimi istanti.
Stoner è un uomo la cui mitezza è pagata a caro prezzo con una passività devastante.
Di cui, tuttavia, l'uomo si rende conto non dandole alcuna importanza.
Nè da importanza alle sue nemesi incarnate nella moglie e nel collega: sono fatti della vita, come il tuono e la rugiada.
Ma Stoner si trasforma, diventa: da insegnante incapace a luminare della docenza, da anaffettivo a padre affettuoso e tenero amante e, pur nella sua costante passività, arriva fino in fondo alla vita.
E' una vita crudele, la sua, in cui dolcezza e sapore gli sono dati solo per rammentargli la costante sciapa amarezza del quotidiano.



Ed è una vita sapientemente descritta, priva di tempi morti, con una penna che mai si stacca dal foglio.
La vita di un Uomo che scopre la letteratura a vent'anni e la respira fino alla fine, potrà mai dirsi vuota?


22 aprile 2014

La giornata della Terra 2014, la mia dedica all'hobby imposto ai materani: il palazzinaggio.


Io ho un hobby, mi piace guardare le formiche.
Mi siedo ed osservo, senza interferire, le loro ordinate attività.
Nella mia città, un hobby diffusissimo è prendere un pezzo di terra, un bel po' di acqua ed aria e costruire un palazzo.
Poi, tenerlo così, vuoto e lasciare che siano altri a pagarne le conseguenze.
Conseguenze assai care da un punto di vista economico, sociale, ambientale.
Un hobby costosissimo a spese della collettività.
Ogni tanto un tribunale disturba i giocolieri, ma intanto la mia città è un deserto di torri vuote, di palazzi nuovi che cadono, semi di emigrazione e povertà.
Dedico questa giornata della Terra a chi, da edifici come quello in effige, ricava soddisfazione e profitto.

21 aprile 2014

Ubuntu Server 14.04 with GUI: the easy way, Lubuntu and/or MATE

In English (Google) at the bottom, but here the updated post for the 16.04

La guida aggiornata per Ubuntu 16.04 la trovate  qua.

Il mio precedente articolo, risalente ormai a due anni fa, su come installare una interfaccia grafica (GUI) ad Ubuntu Server ha avuto un più che discreto successo con le sue 3850 visualizzazioni.
Ho pensato che fosse il caso di aggiornare il post con la nuovissima Ubuntu 14.04.
Il progresso è il progresso e sulla nuova distribuzione server di casa Canonical installare una interfaccia grafica è senz'altro più semplice di due anni fa.
Ora, prima di tutto una premessa doverosa: un Server con Interfaccia grafica è quasi sempre inutile e dannoso e, autocitandomi: 'sono ben poche le circostanze che la rendono davvero necessaria. Vale il vecchio adagio: "Quello che non c'è non si rompe" che, nell'Informatica, ha anche un corollario mica da poco: "quello che non c'è non può essere violato".'
Il procedimento che segue potrebbe essere utile per costruire una macchina Desktop con interfaccia particolarmente leggera e dotata solo del software strettamente necessario oppure per un Server che oltre a fare da Server configurato come si deve debba anche, che so, per motivi economici, fungere da Workstation.
Per prima cosa, quindi, installate Ubuntu 14.04 server aggiungendo come ruolo solo quello di server ssh, nel caso abbiate altre necessità, ovviamente, aggiungete, quando l'installer ve lo richiede, tutti i ruoli necessari.
Dopo l'installazione logghiamoci sul server con le nostre credenziali,  aggiorniamo il server:

sudo apt-get update

e, dopo che l'elenco del software disponibile si è aggiornato lanciamo il vero e proprio programma di aggiornamento:

sudo apt-get dist-upgrade

La via più rapida ad una Graphical User Interface passa per l'installazione di uno dei numerosi ambienti grafici disponibili: Unity, KDE, XFCE LXDE. 
Per far ciò lanciamo un solo semplice comando:

sudo tasksel

inserendo la password. Comparirà questa schermata:





Selezioniamo l'ambiente desktop che preferiamo con freccette e barra spaziatrice e premiamo invio.
Io, per il mio test, ho scelto Lubuntu nella versione minima.
Il gioco è fatto: inizierà il download e l'installazione del software:




Dopo pochi minuti, a seconda della potenza dell'hardware, della velocità della connessione ad internet e dell'ambiente desktop scelto, una volta conclusa l'installazione potremo riavviare e ritrovarci a fare login in un ambiente grafico.










Ed ecco qui sopra un server ubuntu 14.04 con interfaccia grafica e, appunto, kernel server.


Tuttavia, il mio ambiente desktop preferito in questi tempi è MATE:
è leggerissimo, completo, non richiede accelerazione 3d ed è altamente customizzabile.
Per installare MATE 1.8, quindi, dovremo digitare nel terminale quanto segue:

sudo -s (e inserire la password)

echo "deb http://repo.mate-desktop.org/archive/1.8/ubuntu $(lsb_release -cs) main" | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/mate-desktop.list

wget -qO - http://mirror1.mate-desktop.org/debian/mate-archive-keyring.gpg | sudo apt-key add -

apt-get update

e, a seconda della quantità di pacchetti aggiuntivi che si desidera installare, si potrà o meno aggiungere mate-desktop-environment  e mate-desktop-environment-extra al comando di installazione:

apt-get install xinit slim mate-core mate-desktop-environment  mate-desktop-environment-extra mate-notification-daemon



E', ovviamente, necessaria una gran quantità di software, quindi non vi allarmate per le dimensioni del download nè per l'alert sui pacchetti non firmati.




Quando l'installazione finisce è opportuno riavviare con il comando

reboot

Subito dopo il riavvio ci ritroveremo la solita scheramta testuale di login, se abbiamo installato MATE su una Ubuntu Server liscia, altrimenti, se abbiamo installato MATE su una Ubuntu Server già dotata di Lubuntu, per esempio, i passaggi successivi non sono necessari e si deve avere solo l'accortezza di selezionare MATE come ambiente d'avvio dalla interfaccia grafica di login.
Ma, se non abbiamo installato MATE su un Server già dotato di GUI abbiamo due vie: possiamo loggarci e lanciare manualmente x 

startx

ad ogni avvio. Se non vogliamo loggarci e lanciare la GUI a mano ogni volta possiamo automatizzare il processo.
Eseguiamo il comando:

vim /etc/slim.conf

Ok, ma prima di procedere: cosa significa? Vim è un editor di testo e il comando precedente lo lancia per modificare il file di configurazione (slim.conf) che è presente nella directory /etc.
Quindi, andiamo a modificare le due voci default user ed auto login come in figura:




In pratica, scorrete il testo con le freccette fino a raggiungere il parametro:

#default_user   simone


premete il tasto "canc" ed eliminate il cancelletto, poi spostatevi  di fianco a simone, premete il tasto "ins" e sostituite l'utente di esempio simone con il vostro utente (nel mio caso il banale user).

default_user   user

Così, al riavvio, vi troverete di fronte la schermata di login di MATE:




Se, invece, volete loggarvi automaticamente all'avvio della macchina (scelta sconsigliata) ripetete l'operazione su slim.conf per il parametro:

#auto_login no 

che trasformerete in

auto_login yes

e, al riavvio vi ritroverete direttamente nell'ambiente grafico MATE.





Ovviamente, sia che scegliate lubuntu o MATE, gli ambienti desktop saranno davvero spartani e dovrete personalizzarli a seconda delle vostre esigenze.
Potreste installare il software da linea di comando ma suggerisco, per semplicità, di installare immediatamente il gestore grafico synaptic e usarlo per costruire il vostro ibrido Server-Desktop (o il vostro PC con GUI leggera) ideale.
Come si fa?
Facile: lanciate un terminale e...

sudo apt-get install synaptic

Dopodichè buon lavoro e buon divertimento.



English version


My previous article, dating back almost two years ago, on how to install a graphical user interface (GUI) to Ubuntu Server has had a more than moderate success with his 3850 views.
I thought it was appropriate to update the post with the new Ubuntu 14.04. 
Progress is progress  deployment and on the new Canonical's Ubuntu Server the task to install a graphical interface  is certainly easier than two years ago.
Now, first of all a necessary premise: a Server with a graphical user interface is almost always unnecessary and harmful, and self quoting: 'there are few circumstances that make it really needed. The old adage: "what is not there can not break" which, in computer science, also has a nice corollary: "what is not there can not be violated." '
The procedure that follows may be useful to build a machine with Desktop interface that is lightweight and equipped with only the necessary software, or to a server that apart from being Server configured should also, for economic reasons, serve as a Workstation .
First: install Ubuntu 14.04 server adding only the ssh server role, in case you have other needs, of course, add  all the needed roles  when the installer asks you to. 

After installation login on your server with your credentials and update the server:

sudo apt-get update

and, after the list of available software has been updated, launch the real update program:

sudo apt-get dist-upgrade

The quickest way to a Graphical User Interface passes for the installation of one of the many available desktop environments: Unity, KDE, XFCE LXDE. 
To do this, we run one simple command:

sudo tasksel

entering the password. You will see this screen:





Here we select the desktop environment you prefer with darts and space bar, then hit enter. 
I chose, for my test,  Lubuntu in the minimal version. 
There you have it: begin the download and installation of the software:




After a few minutes, depending on the power of the hardware, the speed of the internet connection and the desktop environment you choose, once the installation is complete we will be able to restart and find ourselves  logged in a graphical environment.










And here is ubuntu 14.04 on a server with GUI and, in fact, the kernel server. 


However, my favorite desktop environment, in these times is MATE: 
is very light, full, does not require 3D acceleration and is highly customizable. 
To install MATE 1.8, then, we will have to type in the terminal as follows:

sudo -s (and enter your password)

echo "deb http://repo.mate-desktop.org/archive/1.8/ubuntu $(lsb_release -cs) main" | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/mate-desktop.list

wget -qO - http://mirror1.mate-desktop.org/debian/mate-archive-keyring.gpg | sudo apt-key add -

apt-get update

and, depending on the amount of additional packages you want to install, you may or may not add mate-desktop-environment and mate-desktop-environment-extra to the setup command:

apt-get install xinit slim mate-core mate-desktop-environment  mate-desktop-environment-extra mate-notification-daemon



is, of course, required a large amount of software, so do not be alarmed by the size of the download nor for the alert about unsigned packages.



When the installation ends you should restart with the command:

reboot

Immediately after the restart we will get the usual textual login, if we  installed MATE on a plain Ubuntu Server, otherwise, if we installed  MATE on a Ubuntu Server wich already has Lubuntu, for example, the next steps are not necessary and should only have the foresight to select MATE as a boot environment from GUI login. 
But, if we do not have MATE installed on a server that already has the GUI we have two ways: we can either login and manually start x

startx

at every boot. If you do not want either login and launch the GUI by hand whenever we can automate the process. 
Execute this command:

vim /etc/slim.conf

Ok, but before proceeding: what does it mean? Vim is a text editor and the command above launches it to change the configuration file (slim.conf) that is present in the / etc directory. So, let's modify the two entries as default user and auto login as below:




Practically, scroll through the text with the arrow keys until you reach the parameter:

#default_user   simone

press the "delete" key and delete the hash mark, then move next to simone, press the "ins" and replace the sample user simone with your user (in my case the  trivial user).

default_user   user

So, when you restart, you will be facing the MATE login screen:




If, however, you want to just login automatically when the machine starts (not recommended) repeat the operation on slim.conf for the parameter:

#auto_login no 

which will become

auto_login yes

and, on reboot you will end up directly in the MATE graphical environment .





Of course, whether you choose Lubuntu or MATE, the desktop environments will be very spartan and you have to customize them to suit your needs. 
You may install the software from the command line but I suggest, for simplicity, to immediately install the synaptic package manager and use it to build your ideal hybrid Server-Desktop (or your PC with lightweight GUI). 
How it works? 
Easy: launch a terminal and ...

sudo apt-get install synaptic

Then good work and good fun.

18 aprile 2014

L'Olandese Volante

Con la sveglia suonata ben prima delle sette, una giornata completa di lavoro alle spalle e quasi settecento km di guida sul groppone, il temporale a sud di Bari non ci voleva proprio.
La strada è deserta.
La Luna, ancora quasi piena, deve essere da qualche parte sopra le nuvole.
Di fiocamente brillanti, solo i catarifrangenti della SS96.
Sono stanco ma non ho sonno, tuttavia mi sembra prudente rallentare un bel po'.
Questa settimana a Matera... Ci penso.
Penso a cosa fare, ma, soprattutto, a cosa non fare.
Ad esempio, non fare quello che sto facendo adesso: stare seduto in casa al computer.
E' un lampo di luce, ma mi accorgo subito che non è un lampo.
Ho passato il pomeriggio ascoltando Gianni Rodari: le favole al telefono e la torta in cielo.
Per un istante mi sento letteralmente in una delle sue favole.
La luce proviene da un treno, un treno che sembra un treno vero, come quelli che osservo transitare al passaggio a livello su a Bologna.
La luce che proviene dai finestrini è abbagliante, bianca.
Passa come niente fosse attraverso la pioggia che cade battente e mi lascia a bocca aperta.
Il treno è visibilmente vuoto, unico spazio oscuro è la cabina del macchinista.
Guardo le file di poltroncine solitarie, forse verdi, senza ospiti.
Un treno nuovo, luminoso, grande, cosa ci fa qui?
Che forse sono passato in un universo di fiaba come quelle di Rodari e sto tornando in una Matera differente, Città Differente per caso?
Una Città in cui arrivano treni veri, comodi, con posti a sedere per tutti?
O, forse, nel mio mondo si è materializzato un treno fantasma figlio di tante speranze di gente sradicata che compare nelle feste comandate raggiungendo Casa nei modi più improbabili?
Un treno fantasma che riporta a Casa gli spiriti, se non i corpi, di chi ha rinunciato col corpo e nemmeno torna più per le Feste?
Quattro, cinque secondi, il treno mi corre accanto.
Poi, guardo il tachimetro: Sessanta all'ora.
E' solo la nuova littorina.
Scalo di marcia, accelero e mi lascio sogno, fiaba e trenino alle spalle.

16 aprile 2014

Europa

L'Europa delle Nazioni è stata il fulcro del Progresso Umano per un paio di secoli almeno.
L'Europa delle Nazioni ha inventato la Macchina a Vapore, la Penicillina e la Pila Elettrica.
Ma ha inventato le Guerre Mondiali, il Fascimo e lo Sterminio di Massa.
L'Europa unita sotto benevola occupazione/protezione militare USA e maldestramente unita nell'economia della moneta unica è, a memoria (scritta) dell'Uomo la Società più prospera, pacifica, rispettosa dei diritti di donne, bambini, omosessuali, animali e disabili che sia mai comparsa sulla faccia della Terra.
La Libertà religiosa è un dato acquisito, la Pena di Morte un ricordo del passato.
E questo nonostante la Crisi Economica più devastante degli ultimi cent'anni.
Crisi acuita senz'altro dalla pessima gestione da parte di Governi Nazionali ed Entità Europee.
Non so se potrò votare alle elezioni Europee di Maggio, ma so per cosa voglio votare.
Voglio votare per una Europa che somigli più alla Federazione di Star Trek che a quella dei libri di Storia di XIX e prima metà del XX Secolo.
Con una Economia diversa ed una difesa comune, per fare ancor meglio e non meno.