25 aprile 2015
70 anni: il ciclo della vita
Settant'anni.
Di cui fare memoria.
Di far festa non ho voglia.
Ricordiamoci, quindi, che una spietata dittatura fascista condusse il Paese al disastro facendo ammazzare quasi mezzo milione di italiani e un sacco di Etiopi, Yugoslavi, Greci, Russi, Francesi Americani ed Inglesi.
Che ci condusse all'invasione straniera ed alla Guerra Civile.
E che il Paese fu liberato da tale dittatura dalle truppe alleate con il contributo del rinato Esercito Italiano e dei Partigiani.
Settant'anni fa i Partigiani entravano a Milano, liberandola.
Ricordiamo.
E oggi?
Cosa resta di quei valori in questo Paese?
In questa Europa cieca e divisa, stanca per il troppo masticare?
Ai nostri confini, la Guerra.
L'atroce mattanza siriana ignorata da anni dalle bandiere che sfileranno oggi, il copia incolla Libico...
Nel nostro cuore, invece, il Campionato di Calcio...
Posso ricordare ma non ho nulla da festeggiare.
24 aprile 2015
La Sentinella di Claudio Vergnani
A me è venuta in mente l'Anabasi di Senofonte.
Non subito, a metà.
La prima parte del romanzo è scappata via in un vorticare di pagine cambiate inseguendo il protagonista nel suo percorso di selezione.
E' un romanzo rapidissimo che ti toglie il fiato, scritto in un italiano corretto, mai ambiguo e scorrevole.
E' un romanzo differente dai precedenti, originale nell'impostazione e nell'idea di fondo:
una distopia quasi-apocalittica (le cose si sono messe male ma non così male) in cui le conseguenze con cui fare i conti non sono quelle di una guerra, di una invasione aliena o di una catastrofe ambientale.
No. Sono le conseguenze di una pessimamente gestita rivoluzione pacifint-spirituale.
Troppo buoni hanno pensato di esser diventati gli uomini,troppo distaccati dalle necessità materiali.
E se non c'è più nessuno disposto a lavorare perchè è meglio godersi i gigli dei campi le cose possono andare davvero storte...
Il libro inizia con una fuga che poi si trasforma in una caccia, dove fuggitivo e inseguitore, cacciatore e preda non sono ruoli meramente canonici.
La vera novità di questo romanzo è nella sua inattesa, inaspettata, piega spirituale.
Claudo Vergnani ci ricorda quanto sia pericoloso camminare con la testa all'insù senza guardare dove mettiamo i piedi.
Ma il suo protagonista non può fare a meno di guardare il cielo alle fine delle sue avventure.
Che, poi, questo cielo si trovi nell'umanità più feroce ed emarginata, poco importa.
Gli uomini che vogliono vivere in Pace credono.
Gli altri si lasciano ingannare dai desideri altrui.
Grazie, Claudio, mi hai donato due giorni di adrenalina vegliando con la tua Sentinella.
Alla prossima ...
PS: nota polemica (alla cortese attenzione degli editori): l'E-Book.
Nel 2015 l'e-book non può mancare.
Ho comprato il libro all'istante.
Ma avrei volentieri comprato Libro + E-Book per poter leggere all'istante, leggere comodo e ovunque.
E invece no: aspetta il pacco, aspetta di essere sul divano ecc ecc ecc.
Aspetta di tornare a Matera se hai voglia di rileggerti la trilogia vampirica...
No, no.
Non va.
Del resto, poi, a pensarci bene, in Italia stiamo, mica si può pretendere Case Editrici con efficienza diversa da quella italica media...
E' un romanzo rapidissimo che ti toglie il fiato, scritto in un italiano corretto, mai ambiguo e scorrevole.
E' un romanzo differente dai precedenti, originale nell'impostazione e nell'idea di fondo:
una distopia quasi-apocalittica (le cose si sono messe male ma non così male) in cui le conseguenze con cui fare i conti non sono quelle di una guerra, di una invasione aliena o di una catastrofe ambientale.
No. Sono le conseguenze di una pessimamente gestita rivoluzione pacifint-spirituale.
Troppo buoni hanno pensato di esser diventati gli uomini,troppo distaccati dalle necessità materiali.
E se non c'è più nessuno disposto a lavorare perchè è meglio godersi i gigli dei campi le cose possono andare davvero storte...
Il libro inizia con una fuga che poi si trasforma in una caccia, dove fuggitivo e inseguitore, cacciatore e preda non sono ruoli meramente canonici.
La vera novità di questo romanzo è nella sua inattesa, inaspettata, piega spirituale.
Claudo Vergnani ci ricorda quanto sia pericoloso camminare con la testa all'insù senza guardare dove mettiamo i piedi.
Ma il suo protagonista non può fare a meno di guardare il cielo alle fine delle sue avventure.
Che, poi, questo cielo si trovi nell'umanità più feroce ed emarginata, poco importa.
Gli uomini che vogliono vivere in Pace credono.
Gli altri si lasciano ingannare dai desideri altrui.
Grazie, Claudio, mi hai donato due giorni di adrenalina vegliando con la tua Sentinella.
Alla prossima ...
PS: nota polemica (alla cortese attenzione degli editori): l'E-Book.
Nel 2015 l'e-book non può mancare.
Ho comprato il libro all'istante.
Ma avrei volentieri comprato Libro + E-Book per poter leggere all'istante, leggere comodo e ovunque.
E invece no: aspetta il pacco, aspetta di essere sul divano ecc ecc ecc.
Aspetta di tornare a Matera se hai voglia di rileggerti la trilogia vampirica...
No, no.
Non va.
Del resto, poi, a pensarci bene, in Italia stiamo, mica si può pretendere Case Editrici con efficienza diversa da quella italica media...
9 aprile 2015
Tortura
Il fatto che l'Italia ha torturato gente a Bolzaneto e Diaz lo sapevamo già con tutte le conseguenze del caso.
Il fatto che Genova sia stata scientemente abbandonata al saccheggio dei Black Block dai torturatori pure.
Ora che la cosa ha la relativa ufficialità di una corte Europea che cambia?
Niente in meglio.
Solo in peggio.
Al posto di blocco per vedere se hai la Cintura di Sicurezza allacciata la densità di probabilità di trovare un torturatore non è aumentata nè diminuita, solo ufficialmente confermata.
E dopo i vari casi Aldrovandi che si succedono con angosciante frequenza come fai a non farti balzare il cuore in gola di fronte alla paletta anche se non hai bevuto, hai l'auto revisionata e andavi a 40 all'ora con cintura di sicurezza e cellulare nel borsello?
Come fai?
E i tuoi cari amici che sono in Polizia?
Di loro ti fidi?
Ma come fai solo a pensarci: anche del più fascio ti fidi, no?
Il dramma è pensare che devono lavorare con torturatori e tu lo sai e loro pure e questo lo trovi insopportabile tu figurati loro.
Ci sono torturatori alla Manifestazione di Libera, nei piani alti dei ministeri e a raccogliere denunce per Stalking.
Ci sono torturatori accanto a te e tu lo sai.
Il primo compito fondamentale dello Stato è la Sicurezza: gli uomini si aggregano per difendersi prima dal Leopardo poi dagli altri uomini.
Scuola e Sanità e ponti e musei vengono dopo la Sicurezza.
E la tortura non è Sicurezza.
E' tortura.
Pago gente (troppa gente, dati alla mano) potenzialmente per torturarmi.
E non ci posso fare niente.
O quasi.
1 aprile 2015
Esiste il Cinghialelupo?
lo scoutismo dietro le quinte
di Raffaele Natale
Ho passato una deliziosa e struggente mezz'oretta leggendo il libiricino di Raffaele Natale, pietra miliare, ma sempre in movimento, dello scoutismo materano.
Mi sembrava di sentirlo raccontare: non stavo semplicemente leggendo.
Ero lì attorno al fuoco con lui, come tante volte è capitato e, dato che, purtroppo, è sempre più difficile che capiti, mi sono gustato questi raccontini gonfi di gioiosa nostalgia.
Ma, forse, racconto non è il termine adatto.
SI tratta più di aneddoti, dato che si tratta di storie vere.
Ogni Capo con un po' di esperienza ne ha di simili nel proprio zaino.
Divertentissimo anche quando fornisce ai suoi lettori un glossario scout, Raffaele spazia tra tutte e tre le branche e lungo 40 anni di esperienza scout.
Io, che sto per festeggiarne tra qualche anno una trentina (ma non continuativi), rivivo le emozioni, la gioia ma anche la fatica e la responsabilità intrinseche di quei momenti.
E' un riso sano che non nasce mai dal dileggio del più debole ma dalla comicità di situazioni ordinarie che sono ricordate come tali anche da chi potesse riconoscersi nei protagonisti dei brevi racconti.
Ma, più che altro, è una dimostrazione di Vitalità personale e dell'intero Movimento Scout, fertile al punto anche da saper ridere di gusto di se stesso.
Grazie Raffaele, aspettiamo il seguito ...
Ma, forse, racconto non è il termine adatto.
SI tratta più di aneddoti, dato che si tratta di storie vere.
Ogni Capo con un po' di esperienza ne ha di simili nel proprio zaino.
Divertentissimo anche quando fornisce ai suoi lettori un glossario scout, Raffaele spazia tra tutte e tre le branche e lungo 40 anni di esperienza scout.
Io, che sto per festeggiarne tra qualche anno una trentina (ma non continuativi), rivivo le emozioni, la gioia ma anche la fatica e la responsabilità intrinseche di quei momenti.
E' un riso sano che non nasce mai dal dileggio del più debole ma dalla comicità di situazioni ordinarie che sono ricordate come tali anche da chi potesse riconoscersi nei protagonisti dei brevi racconti.
Ma, più che altro, è una dimostrazione di Vitalità personale e dell'intero Movimento Scout, fertile al punto anche da saper ridere di gusto di se stesso.
Grazie Raffaele, aspettiamo il seguito ...
26 marzo 2015
Scoutismo e Militarismo: Zenit e Nadir
Infuria la polemica, in queste piccole piazzette scout del web italico, sull'accordo tra AGESCI e Marina Militare.
Tutte le news e le opinioni in merito le potete trovare facilmente sul web, dal sito AGESCI passando per la stampa e vari blog sparsi in rete.
Approfitto del fattaccio per fare un po' di (contro)informazione, invece, su un argomento relativamente mainstream:
lo scoutismo miltiarista.
E' un ossimoro
Gli scout saranno pure, secondo il metro degli standard vigenti nel Bel Paese, quasi sicuramente fessi.
Ma militaristi no.
Gli scout vestono una uniforme e non una divisa.
Ma militaristi no.
Gli scout vestono una uniforme e non una divisa.
Uniforme da unus forma, ossia la stessa forma
Divisa, da divisione.
I Soldati indossano una divisa, noi scout no.
L'unforme serve solo in piccola parte come strumento educativo ma più efficamentente come segno di fratellanza ed uguaglianza davanti alla Legge Scout.
Qui ci vuole molto poco ad abbandonare la retorica per scadere subito nel pratico.
La classica domanda "Ma come, vi mettete la divisa coi pantaloncini corti anche in inverno e anche se piove?" contiene in sè il germe dell'errore.
Prima di tutto sono rari gli interlocutori che apprezzano la differenza tra divisa ed uniforme (e vorre ben vedere in un Paese che non distingue Berlusconi da Pisapia).
Poi, non è l'uniforme a fare garanzia di scoutismo, ma è un fattore che consente a tutti, Ragazzi e Capi, di affrontare la giornata secondo standard di uguaglianza.
E la parola uguaglianza noi la prendiamo molto sul serio.
E' vero, sarebbe molto più comodo fare attività sotto la pioggia o nella neve dotati di equipaggiamento tecnico individuale, ma sarebbe estremamente costoso per le famiglie.
Ed emarginante per chi non
Invece, l'uniforme, comoda, economica, pratica anche sotto la neve (provate a camminare un'ora nella neve in uniforme scout e in jeans e vi renderete conto che le gambe nude sono meno 'assideranti' dei jeans bagnati e gelati) permette l'accesso alle attività a tutti.
Cosa c'è di miltiaristico in questo?
L'uniforme scout, coi fazzolettoni colorati diversi da gruppo a gruppo, con i distintivi simboli di progressione personale e non di grado, è la perfetta antitesi alla divisa di un soldato, imposta dallo Stato al singolo.
Gli Scout, quando si incontrano, si mettono in cerchio: non sono irregimentati ad ascoltare l'arringa del duce di turno.
E quando vanno in fila lo fanno per motivi di sicurezza: per non essere investiti e per non perdere nessuno camminando al passo del più lento.
E non è tutto.
Il Militarismo non è nemmeno patrimonio di tutti gli eserciti.
Con un po' di buona volontà (leggendosi, per esempio, Stephen Ambrose: Cittadini in Uniforme, vs Neitzel Sönke; Welzer Harald: Soldaten) si può arrivare ad apprezzare l'enorme differenza tra l'Esercito USA della Seconda Guerra Mondiale paragonato a quello tedesco.
L'Esercio USA era fatto di cittadini in divisa fino ai più alti gradi nemmeno professionisti.
L'Esercito USA del 1930 era minuscolo, quello del 1945 gigantesco ma la Società USA del tempo era quanto di più antitetico possibile a quella nazista della Germania.
I soldati americani nemmeno sbattevano i tacchi quando si mettevano sull'attenti...
Noi scout non abbiamo gradi e non lavoriamo per fabbricare individui stereotipati in un ruolo, lavoriamo per educare, ossia per tirar fuori il meglio da ognuno.
Certo, un capo che si mette a usare metodi da sergente può sempre capitare, ma è assolutamente in errore.
Già Baden Powell, il fondatore dello Scoutismo, Generale Inglese, considerava costoro gente che urla per nascondere la propria incapacità.
Lo Socutismo è un antidoto al militarismo e chi lo considera parte del militarismo può anche tatuarsi in faccia la bandiera della pace ma così facendo si mette dalla parte del problema e non della soluzione.
Per quanto, poi, riguarda l'oggetto del contendere, ossia l'accordo tra Agesci e Marina Militare posso solo ricordare che non ci sono molti Italiani sulla faccia della terra che abbiano salvato più vite e difeso più innocenti dei marinai italiani.
E che quando si cambierà la Promessa da "Verso il Mio Paese" a "Verso quello che mi piace" ne riparleremo.
Nel frattempo, se non mi pare il caso prendere motu proprio certe decisioni senza consultare gli organi collegiali elettivi, mi da terribilemnte fastidio la spocchia pacifinta di certe posizioni al di fuori della realtà dei fatti della vita.
La classica domanda "Ma come, vi mettete la divisa coi pantaloncini corti anche in inverno e anche se piove?" contiene in sè il germe dell'errore.
Prima di tutto sono rari gli interlocutori che apprezzano la differenza tra divisa ed uniforme (e vorre ben vedere in un Paese che non distingue Berlusconi da Pisapia).
Poi, non è l'uniforme a fare garanzia di scoutismo, ma è un fattore che consente a tutti, Ragazzi e Capi, di affrontare la giornata secondo standard di uguaglianza.
E la parola uguaglianza noi la prendiamo molto sul serio.
E' vero, sarebbe molto più comodo fare attività sotto la pioggia o nella neve dotati di equipaggiamento tecnico individuale, ma sarebbe estremamente costoso per le famiglie.
Ed emarginante per chi non
Invece, l'uniforme, comoda, economica, pratica anche sotto la neve (provate a camminare un'ora nella neve in uniforme scout e in jeans e vi renderete conto che le gambe nude sono meno 'assideranti' dei jeans bagnati e gelati) permette l'accesso alle attività a tutti.
Cosa c'è di miltiaristico in questo?
L'uniforme scout, coi fazzolettoni colorati diversi da gruppo a gruppo, con i distintivi simboli di progressione personale e non di grado, è la perfetta antitesi alla divisa di un soldato, imposta dallo Stato al singolo.
Gli Scout, quando si incontrano, si mettono in cerchio: non sono irregimentati ad ascoltare l'arringa del duce di turno.
E quando vanno in fila lo fanno per motivi di sicurezza: per non essere investiti e per non perdere nessuno camminando al passo del più lento.
E non è tutto.
Il Militarismo non è nemmeno patrimonio di tutti gli eserciti.
Con un po' di buona volontà (leggendosi, per esempio, Stephen Ambrose: Cittadini in Uniforme, vs Neitzel Sönke; Welzer Harald: Soldaten) si può arrivare ad apprezzare l'enorme differenza tra l'Esercito USA della Seconda Guerra Mondiale paragonato a quello tedesco.
L'Esercio USA era fatto di cittadini in divisa fino ai più alti gradi nemmeno professionisti.
L'Esercito USA del 1930 era minuscolo, quello del 1945 gigantesco ma la Società USA del tempo era quanto di più antitetico possibile a quella nazista della Germania.
I soldati americani nemmeno sbattevano i tacchi quando si mettevano sull'attenti...
Noi scout non abbiamo gradi e non lavoriamo per fabbricare individui stereotipati in un ruolo, lavoriamo per educare, ossia per tirar fuori il meglio da ognuno.
Certo, un capo che si mette a usare metodi da sergente può sempre capitare, ma è assolutamente in errore.
Già Baden Powell, il fondatore dello Scoutismo, Generale Inglese, considerava costoro gente che urla per nascondere la propria incapacità.
Lo Socutismo è un antidoto al militarismo e chi lo considera parte del militarismo può anche tatuarsi in faccia la bandiera della pace ma così facendo si mette dalla parte del problema e non della soluzione.
Per quanto, poi, riguarda l'oggetto del contendere, ossia l'accordo tra Agesci e Marina Militare posso solo ricordare che non ci sono molti Italiani sulla faccia della terra che abbiano salvato più vite e difeso più innocenti dei marinai italiani.
E che quando si cambierà la Promessa da "Verso il Mio Paese" a "Verso quello che mi piace" ne riparleremo.
Nel frattempo, se non mi pare il caso prendere motu proprio certe decisioni senza consultare gli organi collegiali elettivi, mi da terribilemnte fastidio la spocchia pacifinta di certe posizioni al di fuori della realtà dei fatti della vita.
20 marzo 2015
Io e la Turbinosa: andare in bici al lavoro (a Bologna) parte 2
Primavera!
Oggi è il primo giorno di Primavera.
Questo implica che...
...Sono andato al lavoro in bicicletta per tutto l'Inverno.
Sì.
Nè pioggia nè temperature polari hanno interrotto il mio pedalare.
Quando ha nevicato ... sono andato a piedi.
Ci sono stati problemi?
A parte un paio di forature 'sul più bello' (di notte sotto la pioggia, di lunedì mattina) credo proprio di no.
Generalmente, gli automobilisti sono stati piuttosto corretti nei miei confronti (come io nei loro).
Categoria migliore? I Camionisti.
Categoria peggiore? I corrieri.
Costante universale dell'automobilista imbruttito (inclusi autisti dei bus TPER) ?
Il sorpasso con stretta a... 10 m dalla coda di auto.
Perchè accelerare per sorpassarmi e tagliarmi la strada con di fronte a te una lunga coda di auto su cui rischi anche di andarti a schiantare?
Ecco, questo comportamento è una specie di costante universale quotidiana.
Io mi faccio sorpassare, poi sorpasso a mia volta le auto incolonnate e, statisticamente, arrivo prima io a casa che il sorpassatore a superare il semaforo.
Resta il problema del parcheggio e dei furti, altrimenti la macchina la useremmo veramente con frequenze mensili...
E siccome l'appetito vien mangiando, vi presento la "Turbinosa Mk.II", una Hoprider 300 che sto usando da qualche giorno.
Rispetto alla Weg 28" Olanda 'modello base' è tutta un'altra storia.
E' più leggera, grazie al cambio mooolto più veloce (tempi di percorrenza ridotti del 25% minimo) ed assai più maneggevole: nelle incertezze in sella alla vecchia bici vedevo segni di precoce vecchiaia, in sella alla nuova mi sono ritrovato agile e scattante da bravo Babbo Scoiattolo che si rispetti.
Ha la dinamo integrata nel mozzo, quindi giro con le luci sempre accese senza sforzo (ma acquisterò quanto prima due lucette a led a batteria per le dovute intermittenze anteriori e posteriori).
Solo il campanello fa cagare, con la levetta che si sposta in continuzione e il livello di rumore emesso assolutamente insufficiente a 'notificare' la mia presenza ai signori automobilisti.
Lo sostituirò quanto prima.
Nota di disappunto: la bici mi è stata consegnata con il deragliatore anteriore NON regolato, le gomme praticamente sgonfie e con il parafango anteriore staccato dai raggi di supporto. Non me la prendo assolutamente con chi ha malfatto il lavoro perchè ho visto coi miei occhi le condizioni in cui ha dovuto lavorare.
Tirata d'orecchie a Decathlon ed alla grande distribuzione in generale.
Quindi, ho fatto da me: documentarsi sul web è facile e con cacciavite e olio di gomito ho messo tutto a posto.
19 marzo 2015
La Materite e la Neve
La Materite è una malattia.
Non affligge tutti i materani: ne conosco almeno un paio che non ne sono affetti, uno guarito l'altro immune dalla nascita.
La Materite, io ho provato a curarla cercando di acuire i sintomi all'allergia a certi comportamenti di molti materani.
Ah, già.
Non ho finito di definire la Materite perchè non è definibile, la si capisce solo se ci si ammala un po'.
Infatti, la Materite colpisce pure i non materani.
E ne conosco di infetti provenienti da terre insospettabili ...
Eppure io ci provo a curarmi.
Ad espormi a trattamenti shock.
Ad esempio, quest'anno, durante le vacanze di Natale, ho trovato le cose un po' peggio.
Non affligge tutti i materani: ne conosco almeno un paio che non ne sono affetti, uno guarito l'altro immune dalla nascita.
La Materite, io ho provato a curarla cercando di acuire i sintomi all'allergia a certi comportamenti di molti materani.
Ah, già.
Non ho finito di definire la Materite perchè non è definibile, la si capisce solo se ci si ammala un po'.
Infatti, la Materite colpisce pure i non materani.
E ne conosco di infetti provenienti da terre insospettabili ...
Eppure io ci provo a curarmi.
Ad espormi a trattamenti shock.
Ad esempio, quest'anno, durante le vacanze di Natale, ho trovato le cose un po' peggio.
Altri palazzi tirati su o in via di costruzione.
Quelli tirati su già tutti venduti.
E quasi tutti vuoti.
Poi, ha nevicato a Matera.
Pochi centimetri in un paio di giorni.
La Città, in cui nevica raramente, è rimasta completamente paralizzata.
Troppi, tra i miei concittadini, hanno assunto comportamenti che definire antisociali sarebbe ridutivo.
Nonostante l'allerta meteo, in troppi si sono messi in macchina senza valide ragioni.
In troppi si sono messi in macchina senza aver idea di come guidare in condizioni di scarsa aderenza.
In troppi si sono messi in macchina senza disporre di gomme termiche e/o catene, senza nemmeno prendersi cura di ripulire i finestrini e 'guidando' attraverso un'unica sottile feritoia stile carro armato praticata sul parabrezza con due dita.
Così, una città che dall'estrema periferia al centro si percorre a piedi in meno di mezz'ora, è rimasta paralizzata per due giorni, immobilizzata da lunghi cordoni d'auto bloccate da una precipitazione nevosa che si può misurare in millimetri più che in centimetri.
Ma anche i pedoni hanno voluto dare il loro allegro contributo. Nel corso della mia unica escursione in auto (con gomme termiche e catene a bordo) ho assistito a numerosi casi di pedoni che si buttavano sulla carreggiata senza guardare, di spalle, mettendo a serio rischio la propia ed altrui pelle e contribuendo ad ulteriori problemi per gli automobilisti già in difficoltà.
E chi aveva bisogno dell'auto per lavorare o per servizi urgenti (o per turismo) ed era perfettamente equipaggiato per affrontare la neve è rimasto ostaggio di troppi automobilisti e pedoni il cui comportamento oscillava tra le più disparate violazioni del codice della strada ed il tentato omicidio.
Per aggiungere la beffa al danno la Città aveva radunato per tempo da Privati spargisale e spalaneve...rimasti imbottigliati tra gli automobilisti kamikaze...
Per completare il quadretto mi sono ritrovato a far visita ad una bravissima persona che abitava in un nuovo condominio con un'altra decina di famiglie e a nessuno che fosse venuto in mente di buttare dal balcone un pugno uno di sale sul cortiletto interno di accesso al portone di ingresso che è rimasto per giorni una solida e pericolosa lastra di ghiaccio su cui tutti hanno pattinato: "Non è mica solo mio il palazzo" (Sic.)
Per il ciclo: aevoglia a dare la colpa ai politici ...
Nulla da fare.
La materite non passa.
Prevale comunque l'amore per quel popolo testardo nell'ottusità ma tra cui si può lasciare la macchina aperta e non si avrà mai paura dell'altro.
Tra poco arriverà, con la Santa Pasqua, il tempo di un'altra breve incursione.
Temuta più che desiderata.
Perchè ogni partenza sommerge ogni ritorno.
A complicare le cose c'è pure di mezzo la campagna elettorale per le Comunali: #Matera2015 si avvicina a grandi balzi e ci consola pochissimo il catastrofico degrado di un inizio campagna elettorale a cui anche i più sedicenti puri tra i sedicenti puri che mi guardavano dall'alto in basso 5 anni fa per il mio impegno nel PD hanno, in questi mesi, partecipato con involontaria ma spassosissima vis comica.
Ci sarà sempre il problema di rispondere in maniera non violenta al violentissimo assalto elettorale che ci attende.
Noi vorremmo poter guarire da questa malattia.
Liberarci.
Ma ciò che non riuscì ad Ulisse tra le braccia di Circe riuscirà mai a noi?
Nonostante l'allerta meteo, in troppi si sono messi in macchina senza valide ragioni.
In troppi si sono messi in macchina senza aver idea di come guidare in condizioni di scarsa aderenza.
In troppi si sono messi in macchina senza disporre di gomme termiche e/o catene, senza nemmeno prendersi cura di ripulire i finestrini e 'guidando' attraverso un'unica sottile feritoia stile carro armato praticata sul parabrezza con due dita.
Così, una città che dall'estrema periferia al centro si percorre a piedi in meno di mezz'ora, è rimasta paralizzata per due giorni, immobilizzata da lunghi cordoni d'auto bloccate da una precipitazione nevosa che si può misurare in millimetri più che in centimetri.
Ma anche i pedoni hanno voluto dare il loro allegro contributo. Nel corso della mia unica escursione in auto (con gomme termiche e catene a bordo) ho assistito a numerosi casi di pedoni che si buttavano sulla carreggiata senza guardare, di spalle, mettendo a serio rischio la propia ed altrui pelle e contribuendo ad ulteriori problemi per gli automobilisti già in difficoltà.
E chi aveva bisogno dell'auto per lavorare o per servizi urgenti (o per turismo) ed era perfettamente equipaggiato per affrontare la neve è rimasto ostaggio di troppi automobilisti e pedoni il cui comportamento oscillava tra le più disparate violazioni del codice della strada ed il tentato omicidio.
Per aggiungere la beffa al danno la Città aveva radunato per tempo da Privati spargisale e spalaneve...rimasti imbottigliati tra gli automobilisti kamikaze...
Per completare il quadretto mi sono ritrovato a far visita ad una bravissima persona che abitava in un nuovo condominio con un'altra decina di famiglie e a nessuno che fosse venuto in mente di buttare dal balcone un pugno uno di sale sul cortiletto interno di accesso al portone di ingresso che è rimasto per giorni una solida e pericolosa lastra di ghiaccio su cui tutti hanno pattinato: "Non è mica solo mio il palazzo" (Sic.)
Per il ciclo: aevoglia a dare la colpa ai politici ...
Nulla da fare.
La materite non passa.
Prevale comunque l'amore per quel popolo testardo nell'ottusità ma tra cui si può lasciare la macchina aperta e non si avrà mai paura dell'altro.
Tra poco arriverà, con la Santa Pasqua, il tempo di un'altra breve incursione.
Temuta più che desiderata.
Perchè ogni partenza sommerge ogni ritorno.
A complicare le cose c'è pure di mezzo la campagna elettorale per le Comunali: #Matera2015 si avvicina a grandi balzi e ci consola pochissimo il catastrofico degrado di un inizio campagna elettorale a cui anche i più sedicenti puri tra i sedicenti puri che mi guardavano dall'alto in basso 5 anni fa per il mio impegno nel PD hanno, in questi mesi, partecipato con involontaria ma spassosissima vis comica.
Ci sarà sempre il problema di rispondere in maniera non violenta al violentissimo assalto elettorale che ci attende.
Noi vorremmo poter guarire da questa malattia.
Liberarci.
Ma ciò che non riuscì ad Ulisse tra le braccia di Circe riuscirà mai a noi?
12 marzo 2015
Versetti Pericolosi di Alberto Maggi
Ho conosciuto Alberto Maggi con questo breve commento al Vangelo di Luca.
Versetti Pericolosi.
La prima supposizione, il pregiudizio, per farla breve, su un commento al Vangelo con questo titolo, è che il pericolo deve essere per qualcuno o qualcosa di cattivo.
Che il Vangelo sia pericoloso è noto, lo dice Gesù in prima persona: Vengo per Dividere.
Il Pericolo.
Torniamo al Pericolo.
Il Pericolo è qualcosa da cui siamo abituati a fuggire.
Il Pericolo è morte, dolore, sofferenza, paura.
Di primo acchito, il Pericolo dei Versi del Vangelo di Luca è per chi se lo merita: i cattivi, la Morte, Satana, chissà.
Ecco, ho iniziato a leggere con questo pregiudizio nel cuore.
I Versetti sono Pericolosi per me.
Prima sono stato colpito dalla dettagliata spiegazione della situazione sociale di Israele.
Il contesto storico dei Vangeli mi era noto superficialmente.
Certo, sapevo dei Romani, della divisione tra Giuda e Samaria, delle legioni della Provincia di Siria, del regno cliente di Erode.
Ma non avevo idea della complessa trama di rapporti tra classi sociali, perfettamente descritta nei Vangeli ma invisibile, praticamente, ai nostri occhi moderni.
Drammatica, ad esempio, è la decifrazione dell'episodio dell'Adultera, hollywoodianamente affidato a fomose attrici mentre "quella che trascinano davanti a Gesù è una ragazzina, tra i dodici e i tredici anni"
Alberto Maggi legge il Vangelo.
Tutto qui.
A pensarci bene tutto il testo non è altro che una nota a piè pagina della Buona Novella.
Maggi legge il Vangelo pericolosamente.
Devo confessare di essere stato molto a disagio nella lettura.
Alberto Maggi descrive un Cristo che intuivo, per fortuna, sin da bambino.
Ma lui si spinge fin quasi alla dimostrazione matematica della sua rivoluzionaria azione per l'Uomo.
Man mano che le pagine scorrevano veloci il mio disagio è aumentato.
Non è il caso di girarci attorno: il Cristo inviso al Potere, al Clero, alla Religione Formale che innalza supposti dogmi morali sopra il bene dell'Uomo, oggi, non si troverebbe esattamente nella stessa situazione di duemila anni fa?
"Quando il bene della persona non è trattato come unico valore assoluto, ma al suo posto si sostituiscono la dottrina, l’onore e il prestigio dell’istituzione religiosa e della casta sacerdotale, ogni sorta di male è possibile, dalle menzogne ai tradimenti, dalla persecuzione all’omicidio".
"Gesù sta dichiarando che non è il peccatore che va in cerca di Dio, ma è il Signore che lo va a cercare, e, quando lo incontra, non lo umilia e castiga per i suoi peccati, ma gli fa sperimentare il suo abbraccio affettuoso"
La Gioia di vedere ancor più aumentata la carica d'Amore che la Buona Novella ci porta in Dono è strettamente legata al Pericolo e al Coraggio che questa Lettura porta in dote.
Sentivo da sempre in cuor mio che è così.
Scopro quanto sia ancora maggiore il Coraggio necessario ad andare fino in fondo.
Per fortuna, non da solo.
E assieme ai miei vecchi e nuovi fratelli di Strada, Scribi e farisei, abbondantissimi ancor oggi, ci faranno compagnia lungo la strada fino al perdono finale.
E assieme ai miei vecchi e nuovi fratelli di Strada, Scribi e farisei, abbondantissimi ancor oggi, ci faranno compagnia lungo la strada fino al perdono finale.
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