20 luglio 2015

Geremia e Borsellino nell'Italia Mafiosa del XXI Secolo


Nelle ore in cui veniva assassinato Giovanni Falcone i miei compagni di strada del Clan Orione Matera 1 mettevano le loro firme sull'autobiografia di Baden Powell, "La mia vita come un'avventura" che mi regalarono per i miei 18 anni.
Poche settimane dopo fu la volta di Paolo Borsellino.
Ero molto sicuro delle mie idee, all'epoca.
Il Pentapartito servo delle mafie, la pubblica amministrazione corrotta, i leghisti complici ed eversori.
Poi, vent'anni.
Vent'anni in cui l'Italia è diventata berlusconiana e in cui la Politica è crollata.
Ma cosa è successo, tra noi e la Mafia, in questi ultimi venti anni?
Nel 1992 io sapevo chi erano i Corleonesi, Riina, Povenzano.
Cari lettori, voi lo sapete oggi chi è il capo della Mafia?
Chi sono i più potenti rappresentanti della Cupola?
Forse alla DIA lo sanno.
Io non lo so più.
La Mafia delle stragi, dei delitti, della contrapposizione militare dov'è?
Oggi, Luglio 2015, dov'è la Mafia?
Stamane ho partecipato alla Commemorazione della Strage di Via D'Amelio.
Qui, a Villanova.
Eravamo una decina di persone, di cui quattro Scout.
Abbiamo ascoltato, sull'attenti, il messaggio del Presidente della Repubblica.
Il caldo di questa estate Emiliana ci ha fatto compagnia in questa domenica di memoria.
Di fronte a me un vigile urbano e due Carabinieri, di cui una Donna.
Sin dal mattino, mentre mi preparavo per la Cerimonia indossando l'uniforme pulita e stirata, ho iniziato ad avvertire un sottile disagio.
Lottallamafialottallamafialottallamafia.
Cosa è rimasto della lotta alla mafia della tua giovinezza?
Manifestazioni di Libera?
Commercio Equo e Solidale?
Acquisto e diffusione dell'opera di Saviano sulla Camorra?
Quali fatti eclatanti, quali vittorie durature puoi mettere al tuo attivo?
In macchina il disagio aumenta.
Fa caldo e sono quasi a Villanova.
Parcheggio e mi avvio a piedi verso la Rotonda Falcone e Borsellino.
Quando raggiungo i due soldati in piedi sotto il sole di fronte alla targa commemorativa non mi sento il testimone di un sacrificio vittorioso.
Non sono un reduce di una guerra vinta che ricorda i commilitoni scomparsi.
Mi rendo conto, con orrore, di essere un sconfitto.
Di essere lì a ricordare il sacrificio di uomini, magistrati e membri delle scorte, sopraffatto dalla Realtà, quella degli uomini di buon senso, che sanno stare al mondo.
Dov'è la Mafia? Dove sono i suoi killer spietati?
Le sue bombe, i suoi lanciarazzi?
Dove?
Lo sgomento cresce quando ti ricordi da dove vieni.
Dalla Regione dove la Mafia NON Esiste.
Dalla Regione dove manco le prostitute (per strada) esistono.
Da quella Lucania Felix della cementificazione selvaggia e dell'occupazione della Società da parte del Potere Partitico.
Non so se la Mafia abbia completamente vinto.
Immergendosi nelle Imprese del ricco Nord e dell'ancor più ricco Nord Europa.
Scomparendo sottopelle, rassicurante, nelle imprese di trattamento rifiuti, in quelle edili e nel cemento pulito dell'Italia fatta un decimo d'asfalto.
Ed eccomi qua, a commemorare Borsellino e, al termine della Cerimonia Civile, a pregare con le Beatitudini ricordando chi è (stato) perseguitato in nome della Giustizia.
E, poi, la diga si rompe.
La Mafia è dappertutto.
Vincente.
Trionfante.
E' nel Parlamento, nei cantieri, nelle manovre economiche stravolte dalle lobbies, nella TAV, nell'EXPO', dalla Sicilia al Trentino.
E' nell'Economica Lucana bloccata, nel Piano Casa materano, nel cemento dei cavalcavia incompleti, nelle aliquote fiscali irrazionali e nelle riforme del governo, minuscolo, sempre diverso e sempre uguale, che sembrano scritte sempre da un contabile di un latifondista.
E' nell'isteria sui migranti, nell'apatia verso le crisi militari che ci circondano.
Guardo i carabinieri e mi chiedo, loro, a cosa possono pensare adesso trovandosi lì sicuramente meno per dovere d'ufficio di me.
Coi loro colleghi macellati, cosa staranno pensando di fronte a quattro boy scout come maggioranza assoluta del piccolo pubblico venuto a ricordar Borsellino e la sua scorta?
Ricambio gli sguardi, e vorrei dire, se fosse utile e non lo è:
Tu come ti senti ad essere in una città l'ultimo baluardo a difesa di una popolazione stremata e in un'altra città, per esempio in ValSusa, quasi una forza di occupazione del potere economico mafioso, anzi dello strapotere economico che ha prevalso ormai su tutto?
Come ti senti a portare soccorso all'Aquila e a minimizzare la devastazione ambientale in Val D'Agri?
Troppi pensieri, troppo poco tempo.
La piccola assemblea si scioglie e io mi ritrovo fradicio di sudore nella mia uniforme.
Penso al mio Servizio, ai miei Valori, alle mie coccinelle.





Ormai il merito è essere selezionati per Il Grande Fratello, mica tener fede a qualcosa di così retrò come la Promessa e la Legge Scout.
Il mio sistema di valori è perdente, credo sia ormai palese.
La Mafia nemmeno spara più per infrangerlo.
Non ne ha bisogno.
Perchè c'è la fila di gente che chiede solo di essere comprata.
E io, forse, dico questo perchè sono solo stato troppo pigro per mettermici, in fila.
I miei valori sono perdenti, è vero.
Ma non sono falsi.
Poco dopo, in Chiesa, ho potuto ricordare il Perchè.
Sfogliando il canzoniere, nella calura familiare del Coro, ho ritrovato questo testo:

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

Geremia prima, Cristo poi, mi hanno avvertito.

Che la strada giusta è quella della sconfitta di fronte al Nemico, una sconfitta che non è definitiva e che non deve attendere il Regno dei Cieli per essere ribaltata.

Ma per prima cosa, se si vuole vincere la prossima guerra alla Mafia, si deve ammettere che l'ultima è stata perduta
Mi inchino alla memoria di quegli uomini coraggiosi.
Quando rialzo il capo, attorno a me, la Mafia prevale.
Ieri, oggi, domani.
Ma non per sempre.

12 luglio 2015

#grexit: la fine dell'UE e della NATO

I lettori di questo blog sanno quanto l'autore sia un profondo ammiratore del Nord Europa.
Dalle biciclette ai rifiuti, dall'etica del lavoro (sia di lavoratori che dei datori di lavoro) alla correttezza civile ...
Ma ve l'immaginate il traffico scarso e ordinato, una pubblica amministrazione effciente, il doppio dello stipendio, garanzie sociali, servizi degni di questo nome?
No, dall'Italia è difficile immaginarlo.
Da tempo medito di fare ben più che un salto in Germania, Scandinavia o Regno Unito...
La crisi greca sta cambiando le cose.
Sono sgomento, non tanto dal cieco egoismo, ma dall'atteggiamento suicida del Nord Europa.
E' giusto che gli sciali e i conti truccati dai greci siano pagati dagli altri? 
Da altri Pesi Poveri che hanno fatto anche maggiori sacrifici?
L'abisso greco è solo colpa dei greci?
No, non intendo rispondere a queste domanfe
La crisi greca non è solo questione di soldi.
Guardate una cartina:
Tunisia, Libia, Egitto, Siria, Turchia, Ucraina, Russia.
L'Europa è circondata da instabilità.
La Grecia fuori ha tanti possibili esiti, pochi dei quali favorevoli al benessere degli europei.
La Grecia fuori dall'Euro significa probabilmente la sua uscita dalla NATO ed il suo avvicinamento alla Russia in chiave anti turca.
La Grecia fuori dalla NATO significa una esposizione ulteriore per l'Italia, sola sul fronte sud.
Non so se sia noto al grande pubblico, ma, mentre non esistono forze navali dei baltici/scandinavi in supporto all'Italia nell'emergenza emigrazione esistono caccia Typhoon italiani a supporto dei baltici/scandinavi nel Baltico contro la minaccia russa.

Ricapitoliamo:

  • I bravi ragazzi del Nord esigono il rispetto delle regole per quanto riguarda i conti.
  • I bravi ragazzi del Nord sono corresponsabili del collasso Libico.
  • I bravi ragazzi del Nord se ne fottono delle coseguenze tanto pagano greci italiani e spagnoli l'invasione dei profughi;
  • i bravi ragazzi del Nord si cagano sotto di fronte a Putin e chiamano gli sfaticati meridionali a pagare i voli di pattugliamento nel Baltico.
Non mi tornano i conti.

Nemmeno per i parametri dei bravi ragazzi del Nord.

Non so cosa succederà, nei dettagli, se i bravi ragazzi del Nord butteranno fuori la Grecia dall'Euro.

A me piacerebbe che l'Italia ritirasse seduta stante le sanzioni alla Russia (Ah, Barak Obama, spiacente, fatti risarcire dalla Merkel), il blocco di tutte le attività di difesa dei baltici (i soldi della Grecia investiteli in Typhoon che dovrete comprare da noi) e anche qualcosina di più a livello NATO, ma un paese guidato da chi è guidato non può andare troppo oltre l'aprirsi le chiappe e aspettare le conseguenze.
Ma, anche con l'Italia a 90, c'è un solo modo in cui può finire se i bravi ragazzi del Nord ripudiano l'Unione.

Nel fuoco.




6 luglio 2015

How to upgrade from Mint 17.1 to Mint 17.2

This is a perfect copy of this post of the Dicember 2014

The Procedure is quite identical...

Linux Mint 17.1 is a Linux Distribution based on Ubuntu 14.04.
Linux Minti 17.2 is ... a Linux Distribution based on Ubuntu 14.04 too.
The Mint Team decided to base the developement of their fine distro on the LTS version of Ubuntu and to introduce a  graphical dist-upgrade toool allowing the update fron the 17.1 to 17.2 version without the need to format.
And here's how:

First, update the update manager and be shure that there are no other updates:




then, without reboot, in the update manager Edit Menu appears a new voice:

Upgrade to Linux Mint 17.2 Rafaela 


Then is about a Windows-like procedure 


Except for the obligation to read the release notes



and the new features list



for the rest of the update is fast (much depends on the speed of the internet connection for downloading packages)


et voilà






I tested successfully the procedure on a Cinnamon 17.1 64 bit HP 6540b Probook, on a Virtualbox machine, on a Mate 17.1 64 bit Asrock Q2900-ITX based barebone and on an HP Xw4400 17.1 workstation
The update procedure between one release to another is the icing on the cake for Mint, then...

Buon Appetito :)

2 luglio 2015

#grexit e lo sport prediletto degli europei

L'Unione Europea non serve mica per far fare l'Erasmus ai ragazzini, viaggiare senza Passaporto e travel's cheque e sentirsi sostituire il mantra Dio lo vuole con quello Ce lo chiede l'Europa.
L'Unione Europea serve per impedire il ripetersi di avvenimenti quali:
  • guerre napoleoniche
  • guerre di indipendenza di varie etnie
  • guerra austro prussiana
  • guerra franco prussiana
  • prima guerra mondiale
  • seconda guerra mondiale
eccetera, in prequel e sequel. Lascio a voi i conti

Non si sta a Bruxelles per legiferare sul latte nei formaggi o sull'uva nel vino.
Si sta a Bruxelles per evitare di stare in trincea.
Dal 476 DC al 1945 è stato lo sport di gran lunga preferito dagli europei, quello di scannarsi.

Se non si guarda alla vicenda greca con questo filtro fondamentale può sembrare solo una faccenda di creditori, debitori, strozzini e furbetti.

E' una faccenda di creditori, debitori, strozzini e furbetti.
Anche.

Principalmente è una faccenda di vita o di morte.

Con la Russia che non ne vuole proprio sapere di considerare gli Europei come, ad esempio, gli Italiani considerano i danesi o i portoghesi, ossia come tutti gli altri esseri umani eccetto per il fatto che considerano impossibile ammazzarcisi a vicenda (faccende di calcio escluse), Africa e Medio Oriente in fiamme è proprio una bella alzata di ingegno quella dei banchieri di lanciare siluri all'Unione Europea  per far valere le "regole".
Ma anche questo è secondario.

L'Unione Europea è come minimo la nostra assicurazione sulla vita.

Magari serve anche alle faccende di carta igienica e quote latte.

Ma non è questo lo scopo primario.

Se buttiamo fuori la Grecia per faccende di soldi come potremo fidarci l'uno dell'altro per faccende di sangue?
Ci rendiamo conto che se lasciamo cadere Atene cadrà la NATO?


A noi italiani, soprattutto, con il voltafaccia europeo sull'immigrazione, conviene davvero che passi il principio  che le basi e lo scopo fondamentali dell'Unione Europea (salvarsi la pelle) vengano messi in terz'ordine?




28 giugno 2015

#grexit, dal Sonno alla Morte: l'Europa Ignava

L'Europa incredula, l'Europa avida, l'Europa ignava.
L'Europa ingrassata da settant'anni di Pax Americana.
L'Europa degli individui, singoli, unici, monadi della Terra.
L'Europa che desidera veder morir di fame quattro pensionati greci per la salvezza dei conti.
L'Europa dei diritti dei singoli e a

cui i doveri collettivi non interessano più.
Eccola, l'Europa potentissima, mezzo miliardo di abitanti più grassi che vivi.
L'Europa che non ha abbastanza schiene da mostrare a tutti i popoli che tradisce.
L'Europa miope e vigliacca che vive di social network e indifferenza.
E' vero, i greci hanno truccato i conti.
E li cacciamo.
Mentre la Russia preme ai confini, mentre le apocalissi africane figlie della nostra avidità riempiono il Mediterraneo di cadaveri e le frontiere di poveri cristi.
Ma i presidenti degli europei che ieri mandavano i bombardieri ora mandano la polizia per respingere chi scappa dalle bombe
E i loro banchieri, come avvoltoi, aspettano le carcasse della Grecia.

Ma la Grecia non è zavorra, è chiglia.

L'Europa si illude di abbandonare la Grecia ma apre solo una falla nella propria fragile imbarcazione.
A Est la Russia, a Sud il Jihad e le classi dirigenti europee si affannano per farsi ridare del denaro che non c'è da un Paese fratello stremato.
Denaro che non coprirebbe nemmeno un mese dei danni geopolitici e sociali che l'espulsione della Grecia comporterà.

Miope, incredula, stupida.

Eccola l'Europa del 2015. Mezzo miliardo di IO e pochissimi NOI.

Un'Europa desiderosa di passare direttamente dal sonno alla morte.


14 giugno 2015

L' #agescidalpapa ed io: breve punto della strada

L'autobus viaggia veloce verso Nord nella campagna toscana colorata dall'estate imminente.
Il Villanova 1 dorme stremato dalla fatica di questa lunga giornata.

Accanto a me capi, Rover Scolte ed esploratori rannicchiati sui sedili.

Non ho sonno.
Ho voglia di gridare.
Ho voglia di correre.
Come già intuivo prima di partire, non sono andato ad un evento mediatico.
Ad uno spettacolo.
L'incontro con Papa Francesco, per me, è stato ben poco didascalico e molto, molto pratico.
Mentre il Papa ci ricordava le scelte della Carta del Coraggio o la nostra importanza all'interno della Chiesa cattolica italiana, per me gran parte della gioia era arrivata già negli incontri avuti sulla Strada in questa memorabile giornata.
Abbracci fin quasi alle lacrime con chi ha condiviso la mia Strada dalla Promessa alla Partenza e durante il mio Servizio di Capo.
La certezza nel cuore di non essere li per sola apparenza, ma per un incontro in Cristo che non si limita alla    predica settimanale ma è quotidianità di ogni giorno per tante tante persone, al proprio meglio, dai ragazzi a scuola agli adulti nel mondo del lavoro, nella Società Civile e nella Politica.
Non siamo tanti, forse poco più di duecentomila scout attivi di tutte le associazioni in Italia.
Eppure, la nostra e' una presenza attiva nel Paese non proporziona al numero.
Ci siamo e Papa Francesco non ci ha sgridato per le polemiche sulla carta del coraggio ma ci ha incitato a far meglio, sempre meglio: andate avanti così ed impegnatevi a diventare costruttori di ponti in una società che è abituata ad innalzare muri.
Ma io ascoltavo quelle parole rapito dalla gioia di aver incontrato le persone a me più care con cui la fratellanza scout si è cementata durante i miei anni da Esploratore, Rover e Capo.
Ancora mi vengono i brividi per il sollievo della certezza di una Vita comune a tutte queste Persone che esce dal limbo dell'utopia per manifestarsi nel dolore e nella fatica, ma anche nella gioia e nell'Amore di ogni giorno.
"Angelo" Gridato da Antonella, mia Guida nel Rearto Sagittario Matera 1, ora nel Pozzuoli 2.
E solo un gesto che possa tradurre tutte le emozioni e la logica ferrea dell'accaduto: un abbraccio.
Un abbraccio per l'Amore, un abbraccio per la Forza del Servizio, un abbraccio per la fratellanza mai spezzata dopo tutti questi anni ed eventi.
E, poi, ancora "Angelo" Urlato da Sivia, con cui abbiamo fatto tanta Strada assieme nel Can Orione del Matera 1 da Rover e Scolta e che ritrovo Donna della Partenza, Madre, Capogruppo, Moglie, Capo Fuoco, in ordine sparso, del Genova 15.
E l'incontro con la mia vecchia Comunità Capi da cui solo lo squallido livore della Classe Dirigente Lucana mi ha potuto strappare.
Incontrare i ragazzi di un tempo ora Uomini e Donne della Partenza in Servizio, splendidi assieme ai loro Capi di un tempo, ora stessi pilastri di una Comunità che non si arrende davanti alle difficoltà di una Città devastata dalla lotta per bande che passa per Politica e da una crisi economica che dura da lustri.
Vederli lì sotto il mio stesso cielo
Ma ad ogni male c'è il suo rimedio e quello che mi è stato tolto mi è stato ridato con gli interessi nel mio Villanova1.
E tutti questi pensieri, tutte queste emozioni, questo ragionare nei pochi minuti in cui Papa Francesco ci ha parlato.
Dovrei concludere qui, sull'onda dell'entusiasmo per una giornata splendida, per una prova fisica di Verità del nostro Servizio.
Ma basta autoincensarsi.
I problemi ci sono, eccome.
Una signora che mi acchiappa uscendo dal bagno del ristorante (ebbene sì, anche i capi agesci apprezzano l'amatriciana) e che mi sollecita a difendere "Lafamigliacheèunasola!"
Un esploratore che interroga i suoi capi sull'Aborto e a cui si devono dare risposte adeguate, adeguate alla sua età, semplici ma non semplicistiche, che gli consentano di interrogarsi e di agire senza, tuttavia, aumentare la sua confusione.
Siamo chiamati ad un duro lavoro per costruire ponti tra l'inconciliabile.
Il traguardo è lontano e non siamo i primi in gara.
Ma siamo in gara, uniti da Matera a Pozzuoli, da Bologna a Genova.






11 giugno 2015

Perchè vado con l'#agescidalpapa

Ultima riunione con le Coccinelle.
Giugno, sole e caldo.
Un altro Sabato pomeriggio che si protrae fino a sera, anche se non c'è la Messa.
Gavettoni e risate, acqua come gioia.
Da Ottobre ad oggi, solo una manciata di week end sono stati a mia disposizione.
Sono davvero stanco.
Quando la porta della Quercia si chiude non mi vergogno di ospitare anche il pensiero: "Finalmente".
Magari un sabato posso andare al mare pure io.
Sono allergico alle adunate oceaniche.
Detesto la folla e il caldo.
Un'adunata oceanica nella folla e al caldo non è in cima alle mie preferenze su come passare il week end in questo periodo piuttosto pieno.
Che poi, se devo ascoltare un messaggio, beh, per ascoltare va benissimo lo streaming, va ancora meglio la lettura e la riflessione.
No.
Decisamente non vado a Roma per provare un'emozione, magari tra un boccheggiamento da calca ed un colpo di calore.
Non vado a Roma perchè quello che sentirò mi cambierà la vita.
Nè vado a Roma perchè "Oh, che festa, gente, tutti assieme su le mani".
Vado a Roma perchè ho bisogno di un gesto concreto da farsi con la mia Comunità.
Ho bisogno di fare Strada e andare a Testimoniare lungo la Strada con gesti fisici, non virtuali.
Mi serve il calore dell'Estate, la notte sull'autobus nel dormiveglia, la calca al parcheggio, la marcia verso la piazza sotto il sole, la pazienza della fila, l'attesa abbacinante, il tutto in un unico abbraccio fraterno.
Mi serve arrivare, dopo la fatica, al gridare che noi non ci limitiamo ad esistere chiusi nelle nostre Sedi e nelle Parrocchie e che siamo Cristiani e Scout ogni giorno della nostra vita.
Non siamo persone con cui fare i conti ma su cui contare.
E che non bastano le parole.
Parlare e scrivere, sì.
Ma anche servire, amare, camminare, incontrare Cristo sulla via del Pellegrinaggio e per le strade di tutti i giorni.
Quindi, uniforme perfetta e stirata, stanchezza nello zaino, la mia stanchezza del mio lavoro, piccola offerta per questa bella giornata:
domani vado conl'#agecidalpapa.

Barabba, Giuda, Don Abbondio e l'8 per mille

"Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato."
San Paolo mi perdonerà, ma non ho abbandonato tutto ciò che era da bambino.
Perchè è forse solo con gli occhi da bambino che vedo certe cose, altrimenti non si spiega come potrei scrivere questo post.
A giudicare dal sentire comune della maggioranza, non praticante, degli Italiani, cosa sia veramente una Comunità Cristiana è una specie di mistero.
In ordine misto siamo accusati di acquiescenza a sparate cardinalizie degne di Torquemada, buonismo, nazismo, frustrazione sessuale, bigottismo, ipocrisia, settarismo, arroganza, copertura della pedofilia e pure stupidità e fanatismo dibattistiano.
In genere, in base all'output di affidabilissimi media quali Porta a Porta o esternazioni di Politici sedicenti cattolici a cui calzano, invece, tutti gli epiteti di cui sopra.
Cosa si faccia in una Parrocchia moderna  non trova spazio in TV o presso il popolodelweb.
Teatro?
Corsi e spazi per la Musica di tutti i tipi?
Gruppi di lettura? (Le Memorie di Adriano, ossia: quando il cristianesimo non c'era ancora, gli dei erano morti e l'uomo era solo)
Cinema?
Corsi di Informatica Libera?
Cucina per la Comunità?
Ah, scoutismo per qualche centinaia di ragazzini?
Per non parlare degli invisibili, degli scomodi, degli imbarazzanti, tutte persone che in Chiesa sono a  casa loro come me.
Giusto per non essere accusato di piaggeria  ricordo come la mia esperienza non sia stata limitata ad un unico, fortunato caso.
Prima di entrare nel Villanova 1 vivevo nei pressi della Parrocchia di San Silverio di Chiesanuova ed andavo a Messa lì.
Beh, nell'Omelia non si è mai parlato di matrimonio omosessuale come minaccia alla famiglia.
Ma sulla difficile quotidianità di chi decide una vita di Testimonianza e di chi ne è spaventato per la difficoltà o allontanato dall'ipocrisia di chi non è all'altezza del proprio ruolo.
Dal pulpito parole sul lavoro, sulla crisi, sull'accoglienza degli immigrati.
E alla fine della Messa gli annunci del parroco snocciolavano incontri sul lavoro, sulla solitudine degli anziani, su come fare ad aiutare i più deboli.
No, niente teoria.
Solo pratica.
In poco meno di un anno ho costruito un'altra casa tra i prati di Sant'Ambrogio, qui a Villanova.
Per me Chiesa  non è un Cardinale che parla in TV.
Nè, tantomeno, un politico democristiano che vaneggia di valori che stupra ogni istante che apre bocca.
Chiesa è la persona che ho accanto.
Nello specifico, Chiesa, per me, è una Comunità che non si raduna per un rito, ma per Testimoniare un modo di vivere diverso e possibile.
Chiesa è un prato in cui i bambini giocano coi genitori?
No, non solo.
E' un posto in cui dare forza al Cristo che è in noi.
Che convive con Barabba, Giuda e Don Abbondio in me ogni giorno della mia vita.
E non è che si debbano sempre e per forza scacciare o schiacciare la violenza, il tradimento, la vigliaccheria.
Basta che Don Abbondio venga rincuorato, che Giuda esiti, che Barabba abbia paura delle proprie azioni.
Ed è difficilissimo anche solo questo.
Sono assolutamente consapevole dei gravi problemi della Chiesa.
Trovo irritanti gli spot dell'8 per mille: "Chiedilo a loro".
No: io voglio poter andare sul sito del Vaticano e trovare un bilancio più trasparente in cui ci siano meno auto blu e più soldi per le Parrocchie.
Apprezzo moltissimo la Chiesa Valdese per questo  sforzo e per come usa il denaro dell'5 per mille:
le e obiezioni all'uso dell'8 per mille da parte della Chiesa Cattolica sono tante e le faccio tutte mie.
Ma anche se c'è un inquilino disonesto nel mio condominio non per questo io posso pensare che la sua disonestà sparirà se smetto di pagare affitto e/o condominio.

La Chiesa è gravemente imperfetta ma è la mia Chiesa.




9 giugno 2015

Comando e Controllo di Eric Schlosser: scienza e tecnologia dell'Apocalisse

Come i miei affezionati lettori sanno  tra i miei interessi c'è la Storia del XX secolo.
Così, quando mi sono ritrovato in Feltrinelli "Comando e Controllo di Eric Schlosser" non ho esitato ad acquistarne l'ebook.
Si tratta di un racconto a doppio binario: un incidente tecnologico e la storia e la gestione (ma anche l'evoluzione) della tecnolgia del caso: le armi nucleari americane.
Come si gestisce un arsenale nucleare?
Come si fa ad impedire che una bomba atomica scoppi perchè l'aereo che la trasporta precipita per un incidente?
Come si impedisce che un pilota di caccia impazzito faccia esplodere la bomba atomica che trasporta?
Come si impedisce l'uso non autorizzato e il furto  e, soprattutto, come si lancia un attacco nucleare?
In un'epoca in cui le armi nucleari non erano montate solo, come noto al grande pubblico, sui bombardieri del "Dottor Stranamore" o sui Missili Intercontinenatli (ICBM) di "The Day After", ma sui missili aria aria dei singoli caccia, sui missili contraerei, sui siluri dei sottomarini e pure sui proiettili di Bazooka a disposizione di un sergente di vent'anni la risposta non può che essere avvincente.
L'autore racconta i problemi, gli incidenti, l'evoluzione di un sistema di comando e controllo che doveva essere in grado di consentire al Presidente degli Stati Uniti, magari svegliato nel cuore della notte, di decidere se i Sovietici stessero lanciando un massiccio attacco nucleare agli USA, uno limitato all'Europa e consentirgli di ordinare un contrattacco minimo o generalizzato.
Internet, i Computers moderni e la telefonia cellulare derivano direttamente da questi giganteschi sforzi tecnologici e scientifici.
Parallelamente, l'autore narra la storia di un singolo incidente: a un tecnico sfugge un attrezzo, l'attrezzo cade in una botola, rimbalza, perfora il sottile strato di metallo che protegge il serbatoio...
Il serbatoio di un ICBM con una testata nucleare...
Le due descrizioni convergono nel finale:
La capacità umana di organizzazione non è all'altezza dei rischi impliciti in certe nostre attività organizzate.
E questo vale per i grandi impianti chimici e soprattutto per ogni attività nucleare.
I nostri sistemi complessi sono generalmente pensati così: se X si guasta prevediamo che X1 ripari il guasto.
Se Y si guasta Y1 rimedierà al guasto di Y.
Purtroppo, è difficilissimo riuscire a prevedere l'accoppiamento letale tra Y ed X e troppo spesso è succeso che il guasto di Y, pur riparato da Y1 per tempo, abbia bloccato X1 e lasciato, quindi, campo libero al catastrofico guasto di X.
Sfortunatamente per tutti questo libro non narra di un periodo della nostra storia archiviato.
Se il mondo è stato sull'orlo del baratro nucleare per la rivalità di russi ed americani, una rivalità tra popoli lontanissimi che si temevano senza odiarsi, cosa dire del mondo di oggi e di domani in cui l'orlo del baratro è affollato da Indiani e Pakistani, Indiani e Cinesi, Iraniani e Israeliani, NordCoreani vs resto del mondo?
La tragica attualità di questo bellissimo saggio ne rende più che urgente e necessaria la lettura perchè se una testata nucleare custodita in un silo blindato negli USA è una minaccia attuale per l'umanità cosa pensare di quelle sparse in depositi improvvisati nel Pakistan Occidentale?

Nota sull'edizione in e-book:
per quanto assai economica rispetto al prezzo di copertina dell'edizione cartacea (12€ vs 28) è fatta veramente coi piedi. Il disegno è illegibile e visualizzare le tante e interessantissime note una tortura.
"Prendo il .doc lo metto in calibre, spingo su converti in epub e ho un ebook"
Così mi pare abbiano ragionato gli editori.
Per non parlare del DRM che non funziona.
Un pessimo servizio all'editoria digitale.

5 Km in 20 minuti all'ora di punta in Grandi Città, parcheggio incluso. How To.

E' passato un anno da quando ho iniziato ad andare a lavorare in bicicletta.
E no, non solo durante le belle giornate d'Estate.
Sono andato a lavorare in bici con la pioggia e con temperature sottozero.
Quando ha nevicato sono andato a piedi, eh.
Ma per il resto sempre e solo bicicletta.
Perchè?
Ho preso questa decisione per motivi assolutamente pratici.
Andare in auto implicava:

  1. esborso di una forte somma di denaro per acquistare una seconda auto;
  2. esborso di una maggior somma di denaro per mantenerla;
  3. usura dell'auto soggetta a percorsi brevi (non ideale per una diesel Euro5);
  4. gasolio, almeno 1 - 2 € al giorno;
  5. esborso di una piccola somma di denaro ed investimento di almeno almeno 4 ore di tempo libero a settimana per andare in palestra per impedire alla panza di comportarsi come la Russia e debordare sulla scrivania;
  6. Impiegare molto meno tempo all'andata (5-7 minuti massimo dall'uscita di casa alla timbratura cartellino) e lo stesso tempo, se non di più, al ritorno  (15-20 minuti tra code ai semafori e ricerca parcheggio)
  7. Comodità di poter fare la spesa andando al centro commerciale direttamente dall'ufficio
E no, non c'è un punto "arrivare in ufficio asciutti se piove"  ma ne parliamo dopo

Andare in bici implica:

  1. acquistare una bici (€ 150,00);
  2. acquistare gli accessori (€ 50,00);
  3. impiegare sempre lo stesso tempo ad andare e tornare (10 minuti);
  4. risparmiare sulla manutenzione e sul gasolio della prima auto (e coi soldi risparmiati al punto successivo può essere tenuta in efficienza con meno angustie);
  5. evitarsi l'acquisto manutenzione e mantenimento di una seconda auto (mettete voi qui un bel cifron€);
  6. fare esercizio fisico sufficiente ad eliminare il punto 5 della lista precedente, ossia panza piatta (ehm, pecollinare, insomma, non alpina) senza dover andare in palestra;
  7. fare esercizio fisico esattamente quando serve di più, ossia alla fine della giornata lavorativa tornando a casa, vi assicuro che 10 minuti di pedalata lasciano indietro e... a piedi stress e problemi di ufficio... in ufficio.

Quindi, crepi la logorrea, andare in bici al lavoro si risparmia un sacco, proprio un sacco e, in più, si resta in forma dato che nel pacchetto è incluso l'equivalente di un paio di ore di palestra settimanali.
Come bonus ci si rilassa.
Ci tengo a sottolineare che la scelta della bici è completamente ed assolutamente anti-ideologica: la macchina la continuiamo ad usare per fare la spesa, ad esempio, ma non prendiamo la bici perchè 'si deve'.
E come fai?
Come faccio?
Come faccio a fare, in 20 minuti quello che tu, in genere fai, in poco meno di un'ora?
In media, in 20 minuti si percorrono sempre 5 km.
E, siccome un disegno vale più di cento parole, ecco qua:
qui sotto ci sono tre cartine di città italiane con un percorso di circa 5 km ognuno.









Si tratta di percorsi da me scelti a caso eh, non li ho mai  fatti nè in auto nè in bici.
Ma sono ragionevolmente certo che a farli in auto in certi giorni e a certe ore il tempo di percorrenza si misuri in multipli di quello fatto in bici, che sarebbe quasi certamente di venti minuti.
Ah, dimenticavo: tu, dopo un'ora di coda devi pure parcheggiare...
Magari queste mappe vi hanno stuzzicato, quindi ecco come mi sono organizzato io:

Primo punto: essere visti

Ho aggiunto alla bici delle lampadine a led a batteria che tengo sempre accese in modalià intermittente.
Un'altra la tengo sullo zaino.
In più il mio impianto luci è sempre efficiente.
Di fatto, di notte, sono più visibile che di giorno.

Secondo punto: e se piove?

Poncho per l'estate, ovvio.
In più due altri accessori:

pantaloni antipioggia, che coprono dalla punta delle scarpe (incluse) al petto stile Fantozzi,
guanti termici in gomma.

Vi assicuro che nell'inverno padano non sono mai arrivato in ufficio bagnato e neppure umido.
Anzi, i colleghi in auto si bagnano dal parcheggio agli uffici, io no...

Tutto qua?

Tutto qua.

Una bici decente, luci supplementari, abiti antipioggia (aggiungiamoci un paio di occhiali di plastica trasparente se vi va per difendervi dal vento e dagli insetti) e un pizzico di voglia di cambiare
Ora, non sto dicendo che TUTTI possono usare SEMPRE la bici.
Sto solo suggerendo di pensarci.

Ad esempio, se vivessi a Matera non potrei, ragionevolmente, pensare di arrivare fresco di deodorante in ufficio a meno di usare una bici a pedalata assitita.
Ergo, se non abitate in città di pianura dovrete valutare gli sforzi.
Poi, la distanza: è vero, 5 km si fanno in 20 minuti, nel peggiore dei casi si è a un'ora da casa a piedi ma per distanze più lunghe ognuno deve valutare da sè.
E poi non è che in bici si deve andare tutti i giorni, magari per esigenze particolari (accompagnamenti, spesa, altri impegni) uno prende regolarmente l'auto, non è mica un tabù.
Però, pensateci.
Non servono tanti soldi per iniziare e nemmeno tanto tempo per iniziare ad avvertirne i benefici.
Dopo una settimana già inizierete ad ingranare.
Certo, non è tutto oro:
lo stato delle strade italiane è quello che è:

Perchè i ciclisti vanno a zigzag? Al 99% perchè ci sono delle buche per terra che tu automobilista nemeno vedi ma che ucciderebbero i ciclisti.
Perchè non andate a destra rasenti i marciapiedi come i Tornado pancia a terra in una  missione di bombardamento?
Perchè ci sono altri ostacoli che voi automobilisti non vedete:
altri auomobilisti parcheggiati, i pedoni col giornale (sic.), i rami degli alberi ed altra vegetazione sporgente, le caditoie.

Bisogna prendere dimestichezza con la strada, guardare negli occhi gli automobilisti ed imporsi: siamo veicoli, teniamo la destra ma non siamo di ostacolo alla circolazione se non scortichiamo il marciapiede come non lo sono gli automobilisti fermi in coda al semaforo ...
Semplicemente ci siamo pure noi con tasse regolarmente pagate, tasso di inquinamento stratosfericamente inferiore e anche occupazione di spazio inferiore. La prossima volta che vedi un ciclista davanti a te pensa all'ultima volta che sei rimasto al semaforo perchè un automobilista se l'è presa comoda e ha rallentato col verde lasciandoti inchiodare davanti al rosso... Ogni ciclista davanti a te è una macchina in meno davanti a te in coda, un concorrente in meno al parcheggio sotto casa...
Quindi, se andiamo a 20km/h a 2/3 di corsia sorpassaci come se fossimo un'auto e basta senza bestemmiare, probabilmente non ti diamo spazio semplicemebte per sopravvivere: il codice della strada non è un patto suicida. Prenditi il tempo per sorpassare se davanti a noi la strada è libera, recuperera dopo col tuo potente motore. Del resto, non ci sorpassi accelerando e tagliandoci la strada con coda di auto a 20 m davanti pur di farci dispetto?
Continua pure a farlo...
Ci sarebbe molto altro da aggiungere, certo, magari rimandiamo ad altra occasione.
Però, la prossima volta che vi trovate a percorrere un mezz'ora 3-4km di code in una bella giornata di primavera, magari per poi bestemmiare per un parcheggio andando...in Palestra... Beh, pensateci.
L'automobile è uno strumento meraviglioso.
La bici pure.
Usiamoe quando è meraviglioso usarle: la bici quasi sempre, l'auto sempre, se devi trasportare 4 casse di birra, altrimenti...