Mentre frequentavo il Politecnico di Torino, al Senato Accademico o al Consiglio di Facoltà o chi per loro, venne in mente che anche gli spietati ingegneri dovevano avere un minimo di formazione umanistica.
Così, infilarono nel triennio specialistico un esame di questo tipo.
Con molto scetticismo, scelsi, quasi a caso per quest'ennesimo accollo tra gli esami disponibili, U003 (U stava per umanistico) "Sociologia del Lavoro" andando, più che altro, per esclusione: non avevo proprio voglia di cimentarmi con "Propedeutica Filosofica" o "Lingua Italiana con esercitazioni di retorica e stilistica", trovate il tutto documentato qui.
Fu una delle mie poche scelte felici di quegli anni.
Il Professor Alberto Baldissera incentrò il corso sugli incidenti tecnologici in generale e su quelli di Bophal e Chernobyl in particolare.
Il libro di testo era "Prometeo Liberato" di Landes.
Non intendo attribuire al Professore errori che sono eventualmente solo miei, sono passati più di 20 anni da allora.
Durante le appassionanti (almeno per me) lezioni furono analizzati quei due gravi incidenti tecnologici, una analisi che demolì i miei pregiudizi dell'epoca: Bophal era frutto del necolonialismo capitalista, Chernobyl dell'arretratezza tecnologica sovietica.
Di fatto, entrambi gli incidenti erano dovuti ad errori umani concatenati a tanti livelli.
Come, del resto, l'errore umano è la causa anche del più recente disastro di Fukushima.
Quando si vanno ad analizzare in profondità le catene di eventi e le cause (non lo faccio qua, non ha senso fare copia incolla di libri e pagine web, vi ho linkato apposta wikipedia) di queste catastrofi (ma vale anche per il disastro del Vajont ad esempio) si scopre immancabilmente che i difetti ed i limiti tecnologici erano noti in anticipo.
Che i rischi erano noti.
Nel caso del reattore RBMK di Chernobyl i difetti di progettazione (Coefficiente di vuoto positivo, barre di controllo con la punta in grafite per citare i più gravi) erano arcinoti ai progettisti.
Ma le relative informazioni, per motivi politici (grazie Compagno Stalin) vennero semplicemente espunte dai manuali operativi e tenute segrete perchè la Scienza Sovietica era infallibile per antonomasia e non prevedeva difetti.
Così, quando gli operatori della Centrale si misero all'opera per effettuare un test di sicurezza (con comodi 6-7 anni di ritardo), oltre a violare le norme di cui erano formalmente a conoscenza, violarono anche i limiti della tecnologia di cui loro non erano a conoscenza. Ma qualcun altro sì.
La Parola Tsunami è giapponese: in Giappone lo sanno che dopo un violento terremoto ci si può aspettare uno Tsunami eppure i manager giapponesi decisero che ci si poteva difendere dal Terremoto (e lo fecero benissimo, mica la centrale crollò) o da uno Tsunami (e lo fecero benissimo, mica l'acqua di mare entrò nei reattori) ma non da un Terremoto seguito da uno Tsunami.
In sostanza, ricordo bene le parole del Professor Baldissera:
"La gente, semplicemente, non legge la documentazione tecnica che dovrebbe leggere oppure la legge e se ne frega".
Me ne sono accorto pure io eh.
E voi?
L' Errore Umano non è un premere il pulsante rosso pensando di star premendo il pulsante verde:
Errore Umano è la catena di decisioni errate prese per ignoranza materiale da un lato (questo fenomeno non è noto e ho preso una decisione senza conoscerne le conseguenze) e negligenza dall'altro (questo fenomeno è noto ma io non ho voluto informarmi o, peggio, mi sono informato ma ho deciso di ignorare la cosa).
Mettete assieme un giusto numero di deficienze tecnologche ed errori umani e Chernobyl è servito.
Quest'anno ho letto le più varie interpretazioni della Pandemia, incluse quelle religiose, ma per lo più mediche ed economiche.
Non ho la presunzione e tanto meno le competenze per andare a fondo ma credo che valga la pena di farsi questa domanda:
e se la Pandemia fosse più simile ad una catastrofe naturale come un Terremoto seguito da uno Tsunami amplificata dai comportamenti umani?
Quella umana è una società tecnologica per antonomasia, sin dai tempi del fuoco e della selce scheggiata.
L'Antropocene fa migrare i pipistrelli, le abitudini alimentari contrarie a 'buona norma tecnica' favoriscono lo Spillover, il Partito Comunista Cinese occulta la nascente epidemia finchè non diventa pandemia, i governi (di ogni ordine e grado) badano prima ai sondaggi e poi alla letteratura scientifica, e, esattamente come i cittadini, agiscono schizofrenicamente seguendo le buone pratiche scientifiche oggi per rimangiarsele domani.
Sapevamo delle varianti e che la produzione dei vaccini sarebbe stata un fattore critico, ma i tre stabilimenti pfeizer italiani continuano a sfornare viagra invece di vaccini.
Sapevamo che sarebbe servito un sistema di tracciamento dei contagi di capacità X ma, pur disponendo delle immense risorse di una Potenza Occidentale, queste poche decine di migliaia di operatori e la relativa infrastruttura gestionale è ancora nelle buone norme tecniche ma non nella realtà.
E i nasi fuori dalle mascherine? Tutti Djatlov, senza dubbio.
Sapevamo, sappiamo, dovremmo sapere.
Ma non abbiamo agito, non agiamo e troppo spesso, quando agiamo, agiamo male.
In queste ore la situazione sembra precipitare di nuovo, ma non c'è niente di nuovo: come direbbe la buonanima del mio Direttore Nicola: "leggetevele le carte!".
Un frigorifero rotto non si ripara facendo le boccacce.
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