12 maggio 2023

F-4 Phantom II: un'intera aviazione in un solo aereo










Sì, sa tanto di pubblicità ma è piuttosto vero.

L'F-4 Phantom II poteva svolgere quasi tutti i ruoli: caccia intercettore, caccia per superiorità aerea, bombardiere tattico, aereo per il supporto ravvicinato, strike nucleare, attacco antinave e, in versioni ad hoc, ricognitore e soppressione delle difese aeree nemiche.

Entrò in servizio agli inizi degli anni '60  e, da allora, ha combattuto praticamente in tutte le guerre, inclusa quella contro lo Stato Islamico.

Grecia, Turchia, Corea del Sud ed ... Iran ce l'hanno ancora in servizio.

Già, Iran: prima della caduta dello Shà e l'ascesa dei preti sciiti, l'Iran era un alleato USA con un'aviazione di prim'ordine: F-14 Tomcat, F-5 e, appunto, una spina dorsale di F-4E.

Ed ecco le statistiche di combattimento:

La prima cifra indica il numero di vittorie aeree, la seconda di abbattimenti subiti in combattimento aereo, la terza il numero di F-4 abbattuti dalla contraerea

F-4 Phantom 306-106-545
Vietnam War (US Navy) 40-7-66
Vietnam War (USMC) 3-1-74
Vietnam War (USAF) 108-33-337
Desert Storm (USAF) 0-0-1
Soviet border clash 1976 (Iran) 1-0-0
Dhofar War (Iran) 0-0-1
Kurdish rebellion (Iran) 0-0-1
Iran-Iraq War (Iran) 68-29-33
Iran Gulf Clash 1984 (Iran) 0-1-0
Kurdish Civil War (Iran) 0-0-1
War of Attrition (Israel) 26-3-5
Yom Kippur War (Israel) 55-28-22
Syrian border clashes 1974-1981 (Israel) 4-3-1
Lebanon War (1982) (Israel) 1-1-1
Lebanon War 1982-2000 (Israel) 0-0-2

Nonostante la vulgata (e la mancanza del cannone nelle versioni precedenti la "E"), il Phantom fu un efficace MiG Killer durante la guerra del Vietnam: i combattimenti si svolsero in territorio nemico con l'F-4 all'attacco ed i MiG in difesa (con tutti i vantaggi del caso). Un abbondante rateo di 3:1 a favore del Phantom è molto più di quanto fece la Royal Air Force (in difesa) durante la Battaglia d'Inghilterra: 1,13 aerei tedeschi abbattuti per ogni aereo della RAF perso.

Su un aereo iconico come il Phantom sono stati scritti centinaia di libri e sono disponibili moltissimi siti web: se siete curiosi, di materiale gratuito c'è n'è in abbondanza.

Il modellino Italeri rappresenta l'F-4D del Capitano Steve Ritchie, l'unico asso dell'USAF nella Guerra del Vietnam.

Qualche difetto di istruzioni ma, tutto sommato, più che decoroso.

Il Phantom si presta ad essere costruito più e più volte:

quello della Marina/Marines, quelli inglesi, tedeschi, giapponesi, iraniani, l'F-4G Wild Weasel, il ricognitore, l'F-4E dotato di cannone, insomma, credo proprio che l'F-4 tornerà...


9 maggio 2023

Fairey Fulmar: il Capo AGESCI medio.






Dotato dello stesso motore di Hurricane e Spitfire (ma con il peso aggiuntivo di equipaggiamento per portaerei, secondo pilota e carburante extra), il Fulmar fu un caccia imbarcato inglese.

Era un monoplano monomotore biposto: pilota e navigatore.

Lento, poco manovrabile, goffo, sottopotenziato e insufficientemente armato.

Una vera ciofeca, sulla carta.

E, invece, il caccia pesante Fairey Fulmar fece la sua bella figura durante i primi anni della Seconda Guerra Mondiale.

Non era pensato per il comattimento contro i caccia tedeschi ma, grazie alla maggior autonomia, era  destinato al contrasto di ricognitori, bombardieri ed aerosiluranti dell'Asse di cui fece strage durante la sua breve carriera.

In pratica, per dottrina ed impiego, il Fulmar è stato il trisnonno di aerei ben più famosi come l'F-14 Tomcat.

Curiosamente, il navigatore non era stato dotato di una mitragliatrice per la difesa del settore posteriore e le fonti dicono che gli equipaggi si arrangiarono imbarcando armi leggere e... rotoli di carta igienica da lanciare verso gli attaccanti per confondere gli avversari.

Nel 1942 iniziò ad essere sostituito  da caccia imbarcati più moderni e finì nel dimenticatoio.

Ecco, io penso che il Fulmar sia una buona rappresentazione del Capo Agesci medio.

Poco formato, imperfetto, carisma in affitto, intenzionalità educativa di piccolo calibro.

Ma esattamente al posto giusto nel momento giusto per rendere un grande Servizio.

Un Servizio sproporzionatamente enorme rispetto alle sue modeste capacità.

E per questo dico grazie.

1 maggio 2023

Panavia Tornado: una idea di Europa

Tornado GrMk1 con 2 missili antiradar ALARM sotto le ali, 2 sidewinder in piloni laterali, 2 bombe a guida laser e, ai piloni esterni, un POD ECM (destra) e uno di contromisure (sinistra)


Inizia la prima parte di un ragionamento sull'idea di Europa partendo dal velivolo europeo per Antonomasia: il Panavia Tornado.

I modellini per la seconda parte li ho già ma ci vorrà del tempo...

Dunque, il Tornado è un bireattore multiruolo: un bombardiere tattico ottimizzato per le operazioni a bassissima quota (Versione IDS, quella del modellino), un aereo da guerra elettronica (ECR) e un intercettore pesante (ADV).

L'Italia li ha/avuti in servizio tutti e 3 in tempi diversi.

Il modellino è della versione inglese, un po' troppo dettagliato per le mie capacità.

La versione ADV e quella ECR non si trovano facilmente in scala 1:72 e per ora non sono in programma.

Il Tornado è pura tecnologia anni '70/80 con qualche spruzzatina di aggiornamento di tanto in tanto.

Bimotore, biposto, con ali a geometria variabile, era in grado di volare automaticamente seguendo il profilo del terreno a quote bassissime.

Era armato con 2 cannonida 27mm, 2 missili aria aria per autodifesa e disponeva di 4 piloni subalari e 3 sotto la fusoliera. 

In pratica, il Tornado era progettato per volare sotto la copertura radar del Patto di Varsavia sfuggendo, così, alle difese aeree della Germania Orientale.



La foto pubblicitaria originale dell'epoca qua sopra è esplicativa: sotto la cortina [di ferro].

L'aereo era progettato per buttar giù i ponti sui grandi fiumi di Germania Orientale e Polonia, attaccare i campi d'aviazione dell'aviazione rossa volando a bassissima quota in maniera completamente automatica.

Insomma, era figlio della dottrina NATO della risposta flessibile che prevedeva diresistere con armi convenzionali (si sperava) alle orde corazzate del Patto di Varsavia.

Seppur impiegato in varie guerre, fortunatamente, il Tornado non è mai stato usato secondo le specifiche originali.

Ora, la bibliografia ed i siti per approfondire ce n'è a bizeffe e non starò a ripetere, sintetizzando, informazioni disponibili, in miglior forma e qualità, altrove.

Ragioniamo, invece, sul significato politico dell'esistenza del Tornado.

A differenza dell'F-104G, che fu prodotto su licenza americana da varie aziende europee, il Tornado volò, 10 anni dopo, nel 1974, come progetto totalmente nuovo.

E totalmente (beh, salvo un po' di avionica) europeo.

Inghilterra, Germania e, parente povero, Italia, si accordarono, una generazione dopo aver smesso di spararsi, per costruire un aereo da combattimento moderno il cui scopo era la difesa comune.

Gli Ex Nemici non si limitavano a produrre un aereo dei vincitori americani.

Si erano accordati per lavorare assieme , definendo requisiti comuni e dividendosi il lavoro tra le rispettive industrie.

E' vero, non fu una passeggiata (firma dell'accordo, 1968. Primo volo, 1974. Entrata in servizio 1981).

E' vero, si litigò parecchio: gli italiani e i tedeschi avrebbero preferito un monoposto, gli inglesi tennero duro e imposero il biposto di maggiori capacità).

Ma, alla fine, circa 650 Tornado entrarono in linea ricordando ai marescialli sovietici che tentare di arrivare a Parigi coi loro T-72 forse non era più cosa.

E a noi europei?

Il Tornado è stato uno dei primi frutti concreti di questa Europa di cui ci si riempie troppo la bocca e troppo poco cuore e mani

E poi?

Beh, poi la storia andò avanti: in America avevano riscoperto il dogfight, la superiorità aerea: gli F-15 ed F-16 invasero i mercati.

Il Tornado aveva sostituito l'F-104G nei ruoli di attacco tattico, ma per la caccia non era un gran che: la versione ADV era 'tagliata' sui requisiti RAF per intercettare al largo i bombardieri russi, non come caccia per il combattimento manovrato.

All'Europa serviva un aereo ad hoc.

Ma questa è un'altra storia...


PS: non ho resistito. Ovviamente la versione RAF era superaccessoriata rispetto a quella dell'Italia. Aveva anche un serbatoio aggiuntivo nella grande deriva verticale. Per non parlare della dotazione elettronica...

Evabbè, bisogna sapersi accontentare: anche così, finalmente, i cari amici ungheresi dal 1984 in poi sapevano che, se avessero partecipato all'invasione dell'Italia coi loro padroni russi, gli sarebbe caduto in testa qualcosa di spiacevole...












25 aprile 2023

Macchi MC 202 Folgore: un aereo da 25 Aprile

MC 202 Folgore coi colori dell'Italia antifascista





Il Macchi MC 202 Folgore fu un ottimo caccia che servì nella Regia Aeronautica durante la Seconda Guerra Mondiale e poi con l'Aeronautica Cobelligerante Italiana dopo l'Armistizio del 1943.

Ebbe due difetti: 

  1. l'armamento era appena sufficiente: 2 mitragliatrici pesanti.  Il P-47 americano ne poteva montare 8, lo Spitfire 8 leggere o 4 leggere e 2 cannoni, tanto per darvi un'idea della differenza tra noi e gli Alleati.
  2. E il fatto di essere stato prodotto in circa 1100 esemplari in totale.

Per dire, il Bearcat, il caccia imbarcato americano per antonomasia, veniva prodotto in 600 esemplari.

Al mese.

Comunque, il Folgore fu davvero un buon aereo (achtung: grazie al motore tedesco!), il primo davvero in grado di battersi ad armi pari con gli Spitfire inglesi (fino alla versione Mk IV) e surclassare i P-40 di fabbricazione americana.

Parliamo, un po' dell'esemplare che ho costruito.

E' un caccia dell'Aeronautica Cobelligerante Italiana, ossia di quella parte delle forze armate che combatterono a fianco degli Alleati dopo la resa dell'Italia dell'8 Settembre 1943.

Insomma, uno di quegli aerei che fecero il 25 Aprile.

Lo fecero assieme agli Alleati, ai Partigiani e alle forze armate cobelligeranti che liberarono l'Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti.

Su queste pagine ho ricordato spesso (per esempio qua, qua, poi qua e ancora qua)  le forze armate cobelligeranti e non per quella che sarebbe una contrapposizione assurda ai partigiani: un peccato originale e mortale della nostra Nazione sta proprio in questa divisione artificiale tra Partigiani rossi, Partigiani bianchi, forze armate per non parlare dei vari revisionismi sui repubblichini.

Arriveremo mai ad una presa di coscienza storica in cui da un lato c'era chi combatteva per consentire ad Auschwitz di continuare a funzionare e dall'altro chi combatteva per metter fine a quell'orrore?

Ci sono stati Italiani che hanno combattuto l'invasore nazista. 

Lo hanno fatto nei GAP, nelle brigate partigiane, nei reggimenti di fanteria dei raggruppamenti motorizzati cobelligeranti, nei caccia e nei ricognitori, nelle navi e nel segreto delle attività di spionaggio.

Tutti costoro hanno combattuto per cacciare i nazisti e i fascisti.

E non penso che il problema sia che tutti costoro sono degni di memoria e ammirazione, quindi "perché i partigiani sì e i piloto di queto aereo no".

Perché, se non si riconosce la trasversalità del popolo italiano nella Lotta di Liberazione (non certo l'unità),  la stessa Lotta di Liberazione perde significato: sarebbe (e oggi di fatto è) solo propaganda di parte su un fatto storico riconducendo, quindi, il contributo alla Liberazione ad un Fatto Materiale in cui gli USA si prendono il 98% del merito, l'esercito cobelligerante l'1,5 e i partigiani il resto.

Di fatto, la crisi del 25 aprile proviene solo marginalmente dai neofascisti e dalla nostra estrema destra di governo: come si può pretendere di riportare il 25 aprile ad uno status di festa unitaria quando chi liberò l'Italia non è ammesso alle relative manifestazioni (Alleati Occidentali, Brigata Ebraica, Esercito Cobelligerante ecc.)?

Il 25 Aprile, si dice, è divisivo solo se sei fascista.

Concordo: agevolare Putin è collaborazionismo col fascismo.

E, dopotutto, anche ottant'anni fa si poteva essere contro Hitler e Mussolini parteggiando per Stalin.

L'MC202 che ho costruito è stato usato per combattere il nazifascismo.

Gli Alleati non vollero che gli aerei italiani fossero usati contro altri italiani e l'aeronautica cobelligerante operò per lo più sui balcani.

Finalmente, dismesse le insegne coi fasci littori, era toranto il tricolore.

Il tricolore degli italiani contro la tirannia.

E tanto dovrebbe bastare per fare discernimento.

19 aprile 2023

SM-79 Sparviero: L'Eccellenza non basta



Stiva bombe (aperta) e siluro
















La cabina in approntamento


Il Savoia-Marchetti S.M. 79 "Sparviero" è stato un bombardiere medio ed aerosilurante Italiano della Seconda Guerra Mondiale: un gioiello di  tecnologia e di prestazioni...

A metà anni '30.

Dovete sapere che gli aerei, a quei tempi, diventavano obsoleti con lo stesso ritmo dei cellulari. Un aereo doveva essere aggiornato almeno ogni anno se non più spesso (ammesso che avesse sufficiente potenziale di crescita). Tra il 1940 e il 1945 gli Spitfire inglesi furono prodotti in una ventina di versioni e sottoversioni, giusto per fare un esempio eclatante.

Durante la Guerra di Spagna (1936-39), lo Sparviero si comportò benissimo: era così veloce da non aver bisogno di caccia di scorta.

Fu prodotto in massa (relativamente: 1200 esemplari in tutto) per la Regia Aeronautica ma, quando l'Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale, era un aereo obsoleto e fu un vero peccato che la Regia Aeronautica l'abbia usato per tutta la durata del conflitto.

Tanto per cominciare, il primo problema dello Sparviero era la formula trimotore: un bombardiere aveva bisogno di una prua vetrata con buona visibilità per il puntatore e la postazione di mira dello Sparviero era molto sacrificata.

Inoltre, la stiva bombe era concepita in maniera tale da far cadere le bombe veticalmente (ossia perpendicolari al flusso aerodinamico) e non orizzontalmente, il che implicava una grande dispersione degli ordigni.

Poi, la fusoliera: era fatta di tralicci di tubi d'acciaio, non proprio il massimo per risparmiare peso. Le ali erano in legno e i rivestimenti in tela: l'SM-79 andava a fuoco spesso e volentieri.

Attenzione: non è che l'industria italiana non sapesse fare di meglio: non era incentivata a farlo. Nel regime di corruzione fascista imperante la qualità non pagava e l'innovazione era solo un costo. Tanto paga pantalone...

Questo passava il convento e i piloti della Regia si sacrificarono con il solito inutile coraggio.

Lo Sparviero fu usato anche come aerosilurante con qualche successo: 4 cacciatorpediniere e altre 3 piccole navi da guerra inglesi finirono a picco.

Niente di esaltante, sia chiaro: il velivolo era decisamente troppo grosso per il ruolo.

Gli aerosiluranti inglesi, giapponesi ed americani erano molto più piccoli.

L'Italia, povera, con una industria farraginosa, perennemente a corto di risorse, motori e materiali, mandava a fare l'aerosilurante un bestione di dieci tonnellate largo 20 metri, propulso da ben TRE motori e con a bordo 6 persone mentre per lo stesso ruolo (e con risultati ben diversi) gli alleati usavano aerei più piccoli e meno costosi (in genere monomotori bi/triposto). Insomma, i fasci si comportarono da poveri che spendono più dei ricchi.

E non solo: come aerosilurante, lo Sparviero era teoricamente in grado di trasportare due siluri. In pratica, con quel peso aggiuntivo l'aereo diventava lentissimo e poco manovrabile, quindi la configurazione con due siluri non venne quasi mai usata.

Ma per anni, in foto di propaganda, il regime mostrò l'aereo con due siluri, preparando gli inglesi al peggio...

Furbi, no?

Sei debole, pianifichi di aggredire chi è più forte, prepari il tuo avversario a rendersi ancora più forte.

Si può bluffare, certo, ma non quando hai già deciso in anticipo di mostrare le tue carte...

Nota modellistica: il kit italeri è men che mediocre (non che io sia un gran modellista): i numeri sulle sprue sono messi a casaccio e anche con senso invertito, quindi bisogna girare la sprue ogni volta e per fortuna il pezzo 6 e il pezzo 9 non erano confondibili. Poco chiare anche le istruzioni per le decals. Assemblaggio discreto.

A me è piaciuto farlo e documentarmi un po' con un occhio alla Memoria di una generazione sfortunata.

10 aprile 2023

8 aprile 2023

De Havilland Mosquito: la zanzara antifascista












"Eh, ma gli italiani costruivano aerei obsoleti! Pensate che usavano ancora tela e  legno durante la Seconda Guerra Mondiale!"

Calma. 

E' vero che l'Italia produceva aerei di concezione obsoleta, esempio classico è il Biplano CR-42 che lasciò il tavolo da disegno già superato ... da altri aerei italianissimi.

Ma cosa fa 'moderno' e cosa fa 'obsoleto'?

Consideriamo il De Havilland Mosquito.

Immaginiamoci questo colloquio tra generali della RAF:

"George?"

"Sì Wilfrid?"

"Allora, che cosa ne dici del Mosquito? Hanno fatto i primi voli di test, sai?"

"Il Mosquito? Pensavo che il progetto fosse stato cancellato d'ufficio.  Dai, è roba dell'altra Guerra Mondiale!"

"Eh, George, non credo che sia proprio così. Sai, hanno fatto una piccola gara con lo Spitfire eh..."

"Che spreco inutile di preziosa benzina, far gareggiare quel catorcio con uno Spitfire!"

"Caro George, il Mosquito è risultato più veloce di 32 Km/h".

"By Jove! Compriamone subito duemila!"

Il Mosquito, ricognitore, bombardiere e poi caccia pesante ognitempo, fu un gioiello della tecnologia dei tempi della Seconda Guerra Mondiale.

Ed era fatto di legno.

Già.

Di legno.

Nell'epoca degli aerei interamente metallici, la De Havilland progettà un aereo sofisticato, velocissimo e terribilmente efficace fatto di legno.

Ecco la differenza tra qualcosa di vecchio e qualcosa di obsoleto.

Il Mosquito era velocissimo e poteva volare a quote irraggiungibili per gli intercettori e la flak tedesca.

Il Mosquito fu usato, all'inizio, come ricognitore, poi come bombardiere leggero (nella Pathfinder Force, ossia velivoli dotati di avionica sofisticata per individuare i bersagli e marcarli con bombe incendiarie per le successive ondate di bombardieri strategici pesanti) e, infine, come caccia pesante.

Il modellino mostra uno di questi esemplari, un NF Mk.II del 157° Squadron. Si vedono le antenne di radar e avionica alle estremità delle ali e nel muso.

Il Kit Tamiya è stato davvero piacevole da assemblare, lo consiglio senz'altro.

Dotato di uno dei primi modelli di radar per aerei, questo modello fungeva sia da intercettore difensivo contro i bombardieri notturni tedeschi, sia come caccia di scorta per i bombardieri notturni inglesi,  agendo come vero e proprio caccia di intercettori tedeschi. 

Amato dagli equipaggi, temuto dai nazisti e dai fascisti (era difficile intercettarlo per i tedeschi, impossibile per gli italiani), fu protagonista di un gran numero di spettacolari missioni speciali:

L'Operazione Jericho,  L'Operazione Carthago e il Raid di Aarhus

Per inciso: questi spettacolari successi (a breve distanza dalle basi di partenza e alla fine della guerra con la Luftwaffe ormai in briciole) sono spesso citati a sproposito dai complottisti antiamericani come prova che l'Olocausto sarebbe potuto essere ostacolato a colpi di raid aerei (un mix perfetto di ignoranza e occidentofobia).

Un vecchio sistema può anche essere il miglior sistema.

E il Mosquito lo dimostra.


5 aprile 2023

Hawker Hurricane: il nemico degli italiani







Un breve post per illustrare al mio ancor più breve elenco di lettori la storia di questo importante caccia inglese della Seconda Guerra Mondiale.

Il caccia inglese della Seconda Guerra Mondiale per antonomasia fu lo Spitfire, non ci piove.

Ma l'ossatura della RAF durante la Battaglia d'Inghilterra era composta di Hawker Hurricane. E fu l'Hurricane ad abbattere il maggior numero di aerei tedeschi durante quella disperata campagna.

Semplicemente, questo aereo, nel 1940, aveva esaurito il proprio potenziale di sviluppo come caccia e fu spostato, negli anni successivi, al ruolo di cacciabombardiere.

Nel teatro del Mediterraneo, però, operò come caccia più a lungo dato che gli italiani gli opposero una gran massa di biplani Cr-42 Falco.

Insomma, più che contro gli Spitfire, la Regia Aeronautica si dissanguò contro gli Hurricane che furono rimpiazzati da aerei più moderni nel ruolo di caccia solo quando i tedeschi inviarono i loro Messerschmitt 109 in soccorso del Fiero Alleaten 'ammazzaitaliani' Mussolini.

Nota di colore, dati i tempi: dei 14mila Hurricane prodotti, ben 3000 furono inviati dagli inglesi ai russi per aiutarli a difendersi dai nazisti.

Quasi un quarto dell'intera produzione anglo canadese.

Insomma, un buon aereo che fece molto per la causa antifascista e che dovrebbe essere ricordato di più.

3 aprile 2023

Cent'anni di Solitudine: Buon Compleanno, Aeronautica Militare Italiana!






La nostra aviazione è un po' sfigata, ammettiamolo.

Pur da appassionato e strenuo sostenitore dell'Arma Azzurra non posso che riconoscerlo.

Dopo un inizio col botto (le gloriose eroiche imprese degli anni '30), l'Arma (allora) Fascistissima andò incontro al disastro della Seconda Guerra Mondiale in cui nulla potè l'abilità ed il coraggio dei piloti di fronte all'imbelle e corrotta macchina del potere Fascista prima e alla conseguente superiorità numerica e tecnica alleata poi.

L'Aeronautica della Repubblica si è guadagnata miglior reputazione all'estero che in Patria.

Ma la sua storia del Secondo Dopoguerra è costellata di tragedie:

  • il sacrificio di 13 tra piloti e avieri impegnati in una missione umanitaria ONU  a Kindu  nel Novembre del 1961;
  • il mai provato coinvolgimento (giudiziariamente e scientificamente escluso ma provatissimo a furor di popolo) nella Strage di Ustica del 1980;

Per non parlare degli inevitabili incidenti di volo.

Tutte circostanze tristissime in cui l'Arma Azzurra si è trovata coinvolta suo malgrado.

Non mi capita certo di interrogare i passanti su cosa pensino dell'Aeronautica Militare, ma non sono i voli sanitari salvavita ad essere ricordati, bensì Ustica.

Non sono gli elicotteri antincendio, bensì la Strage di Casalecchio.

Ed è questa la sfiga pù grande: quella di dover servire e proteggere una nazione di smemorati o peggio: ormai, mezzo paese vive nel mondo dei sogni e considera l'esistenza stessa della difesa aerea una specie di affronto personale.

Qualche giorno fa, a Radio Tre, la radio della cultura per intenderci, i cui ascoltatori dovrebbero essere relativamente un po' più alfabetizzati della media nazionale, ho ascoltato allibito un papà vantarsi di aver vietato al figlio di andare con la scuola in gita presso una caserma dell'esercito.

Quest'uomo si è dimenticato (e temo non lo abbia mai saputo) che la nostra Costituzione prevede l'esistenza di Forze Armate.

E dubito molto che sia un pensiero minoritario nel Paese, facendo pezze da piedi della 'Carta' che sicuramente si sarà vantato di difendere dai cattivi BossiBerlusconiSalviniMeloni di turno.

La nostra aeronautica compie cent'anni ma da certe parti ci si è accorti e scandalizzati solo degli applausi di dei bambini alla Presidente del Consiglio su un F-35.

In subordine, dell'assurdità di spendere soldi per i jet della difesa aerea.

I fatti del 24/02/2022 e successivi, da quelle parti, non devono essere arrivati.

Buon compleanno, Aviazione della Repubblica Italiana.

Devi sentirti un po' sola, come i tuoi piloti in alto nel cielo.