31 dicembre 2020

Un Anno (e rotti) di Proposta Educativa



Mi sa che è tornato il tempo di parlare di scautismo dedicandogli l'ultimo post del 2020.

Anche perchè è una delle poche realtà che, non solo ha retto l'urto della Pandemia, ma sta anche continuando a fare del suo meglio per migliorare il Mondo che verrà. 

E' passato poco più di un anno da quando ho deciso di prendermi un periodo di pausa dal Sevizio in Unità.

Ed è passato all'incirca lo stesso tempo da quando, accaldato e un po' intimorito, uscivo dalla Metropolitana di Milano per ritrovarmi sulla tomba di Baden a pregare.

Avevo pensato di prendermi una vacanza, invece mi sono ritrovato, inaspettatamente, alle prese con un Servizio piuttosto impegnativo.

Credo di dover ringraziare questo post per la mia cooptazione

Ovviamente, io non avevo nessuna idea di come funziona la redazione di una rivista con 30mila copie di tiratura per 4 numeri all'anno:

quando la Capo Redattrice mi ha mandato il Timone del primo numero pensavo che si riferisse a qualche oscura faccenda di scoutismo nautico.

E' un Servizio di pochi per moltissimi: una dozzina di persone che per quattro anni si assumono la responsabilità di esprimere la Voce di una Associazione di trentamila adulti (e 150mila ragazzi) in un complesso equilibrio tra i pensieri dei singoli, il Piano Editoriale e la  comune lettura della realtà.

Come tutte le forme di Servizio in Associazione ne ho sempre sentito il peso della Responsabilità che trovo molto differente da quella di un Servizio in unità.

Ma di quale sia lo Scopo di Proposta Educativa e di quanto sia uno strumento utile per i capi preferisco parlare in altra sede.

In Proposta Educativa ho riscoperto il peso delle parole:

le persone per cui scrivo sono filtrate dalle parole e le parole devono essere scelte con cura.

Per fortuna, non solo da me: se non fosse per il costante aiuto e pazienza della CR e degli altri Redattori...

Ma le parole che scrivo non le scrivo per me, al contrario di queste.

Io scrivo così: non sto ad immaginarmi i trentamila sconosciuti pur accomunati da una fratellanza che ha dimostrato la sua concretezza anche in questo terribile 2020.

Scrivo per i Capi che conosco, che ho incontrato e che in qualche caso ho pure cresciuto.

Le Parole, almeno le mie, sono per le Persone, non per il loro Numero.

La mia sensazione, il mio sentire è simile a quello che provavo alla fine del CFA: non che un altro mondo è possibile, ma che esiste già.

E' piccolo ma è forte e ci si vive davvero bene.

Ma bisogna farlo sapere a tutti.

Lo so, ci hanno già provato.

Ma so' capatosta.

Ci vediamo in un posto tipo questo, tra un paio di anni.


29 dicembre 2020

Una bistecca, le tue coronarie e un neonato in Nuova Zelanda



Considerate una bistecca, magari proprio una Fiorentina, le vostre coronarie e un neonato dall'altra parte del mondo.

Un neonato sanissimo, non importa se figlio di persone benestanti o povere, di un matrimonio felice o scalcinato.

Ciao, Bill, benvenuto al mondo!

Scommetto che nel Dicembre del 2020 è nato almeno un bambino che si chiama Bill in Nuova Zelanda.

Beato lui, vive in una Nazione praticamente Covid Free e piuttosto avanzata per Qualità della Vita ed indice di Sviluppo Umano.

Questo bambino, nato negli ultimi scampoli del 2020, ha tutte le carte in regola per una vita lunga (probabilmente fino ai 120 anni, quindi fino al 2140) e colma di fioriture umane.

Però tu ti stai mangiando 'na Fiorentina.

E' poco salutare per il tuo cuore, ma saranno pure fatti tuoi, sei grande e vaccinato (finchè ci è consentito dirlo).

Il problema è che la tua bistecca  è una piccola parte della grande macchina fatta da scelte collettive ed individuali che minaccia la vita di Bill.

Tra cinquant'anni Bill potrebbe soffocare nella CO2, essere sommerso dall'Oceano o essere vittima di Covid-69.

La gigantesca spada di Damocle dei mutamenti climatici che pende sulla testa di Bill la stai costruendo anche tu mangiando la tua bistecca.

Oggi.

Come ieri.

E non importa quanto sia piccola la tua parte, la fai ogni giorno.

Mi risponderai, magari: "Sono forse io custode di mio fratello" (o dei figli degli altri)?

Già, è sempre la stessa storia, solo che 'sta volta è globalmente letale.

Per la cronaca, parlo a me stesso: ieri al Conad le fiorentine erano in offerta e non ho resistito.

Dopotutto è mio pieno diritto legale, no?

Il Diritto Legale del singolo e la vita di un bambino dall'altro lato del mondo.

Che sia Covid o l'Effetto Serra il Singolo uccide la Specie.

"Il viaggio più lungo è quello che conduce alla casa di fronte" 

Don Tonino Bello.



PS: qui si rispettano tutte le religioni, incluso il veganesimo antispecista ma io professo un'altra religione.

16 dicembre 2020

Assembra-menti

 



Qui sopra c'è una bottiglia di vino, Aglianico del Vulture per la precisione.

Se non ci si deve mettere alla guida o al lavoro il consumo di alcool è permesso.

Non mi risultano limitazioni legali, nemmeno in caso di patologie o gravidanza.

Le evidenze scientifiche concordano nel considerare il vino una sostanza tossica e piuttosto pericolosa anche se una minoranza qualificata della comunità scientifica ne considera salutare un uso in modiche quantità.

Eppure, berne fino a  intossicarsi non è reato.

Berne fino a morire  non è reato.

Il Consumo di Alcool è lasciato alla responsabilità del singolo.

Una fiducia mal riposta, dato il costo sociale ed umano in vittime di incidenti, malattie, violenze, conseguenze della dipendenza.

Il consumo responsabile di alcolici forse è un ossimoro, forse qualcosa di possibile.

Non so.

Il Governo può proibirlo, mantenerlo legale, imporre restrizioni o toglierle.

Ma, al netto delle circostanze socioeconomiche madri delle dipendenze, la scelta è del singolo.

E ci si può trovare, del tutto incolpevoli, vittime delle scelte di altri: se me ne sto a debita distanza ma un altro mi si avvicina non posso far molto, soprattutto quando l'altro è 'moltissimi altri'.

Colpevolizzare i cittadini per gli assembramenti è ridicolo, assolvere in massa il singolo irresponsabile è italico.



15 dicembre 2020

la dittatura dell'armadio rack

Un mio fortunato post su Facebook di oggi:




Questi sono server in un armadio rack. Fanno funzionare le cose: Internet, la posta elettronica, Facebook, la corrente che vi arriva in casa, i vostri telefoni cellulari, i semafori, gli ospedali, pure le trasmissioni di Barbara D'Urso. Sono basati su brevetti di multinazionali potentissime e in parte su tecnologia militare. Per costruirli servono metalli rari. Funzionano in base a principi fisico-chimici complessi e grazie ad astrusi linguaggi di programmazione che solo in pochi capiscono.

Gestiscono la vostra vita.

Quindi, se vi fidate di quello che c'è in un armadio rack e ne accettate l'esistenza (e lo fate, altrimenti non potreste leggere queste righe) potete accettare immuni, il vaccino e il verbo di Burioni.

Se no andate dove c'è il contatore dell'Enel, staccatelo, sedetevi sul pavimento e aspettate tranquillamente la morte.

Ma zitti. 

8 dicembre 2020

Amazon: Piegare il cucchiaio

C'è una scena, nel film "Matrix" in cui un bambino invita il protagonista a piegare un cucchiaio con la forza del pensiero.

Dopo l'inevitabile fallimento del protagonista il bambino gli mostra come si fa: 

Bambino: "Non cercare di piegare il cucchiaio. È impossibile. Cerca invece di fare l'unica cosa saggia: giungere alla verità".

Neo: "Quale verità?"

Bambino: "Che il cucchiaio non esiste".

In queste settinane è in corso una campagna antiAmazon su più fronti, dai social ai media mainstream.

E penso che sia l'ennesimo mix di arretratezza e cattiva coscienza da parte di una opinione pubblica/massmedia ancora una volta compeltamente impreparati alla comprensione della realtà.

Facciamo qualche ragionamento sulle principali motivazioni di questa campagna.

La tutela dei negozi fisici:

    • Comprendo che ci sia un equilibrio tra funzione sociale e impresa ma sul serio il rischio di impresa in Italia deve nuovamente ricadere sul Pubblico in maniera così generalizzata? I Negozianti fanno beneficienza o lavorano per un legittimo profitto in un regime di semiconcorrenza ? Le mie esperienze con i negozi fisici, per quanto riguarda l'ambito informatico, sono particolarmente negative ben prima che Amazon irrompesse sul mercato. Inoltre, comprare su Amazon molto spesso vuol dire comprare dal negozietto sotto casa che si è attrezzato per vendere Online, quindi, con un potenziale mercato di livello nazionale e non di quartiere. Sarebbe il caso di seguirlo fino in fondo 'sto neoliberismo darwinista che tanto piace agli imprenditori (leggasi anche titolari di esercizio commerciali) del Bel Paese. Piuttosto,  non sarebbe meglio concentrarsi sul far pagare le tasse ai colossi del web? Ah, no, se un popolo è allergico alla legalità è allergico eh, che pretendete.

La tutela dei lavoratori:

    • Ecco, questa è la cosa che mi interessa di più e su cui ritengo si abbiano almeno flebili speranze di successo. Quello che succede nei magazzini di Amazon non è accettabile e questo è piuttosto oggettivo. Ma perchè, che cosa succede nei 'negozi di quartiere'? Perchè non vi fate un giro su pagine FB tipo "il Padrone di Merda?" Il settore del commercio  non è proprio tutelato come quello dei ministeriali. Non si capisce perchè sia riprorevole sfruttare un magazziniere e/o un corriere di Amazon ma non un commesso o una cassiera di un negozio fisico.  

Il Modello di Comunità (Piegare il Cucchiaio)

    • Questa è la cosa che mi farebbe anche sbellicare dalle risate se non mi facesse laicamente irritare. Ma cosa credete? Che non piacerebbe anche a me  finire di lavorare alle 16:30, fare un giro in bicicletta fino ad una libreria, chiacchierare col simpatico libraio del caso, poi prendere l'aperitivo al caffè letterario lì di fronte? Ammesso e non concesso che mi fosse possibile spendere parecchio di più per lo stesso bene acquistato in un negozio fisico invece che sul web, quando si pensa che dovrei effettuarli, codesti acquisti? Hanno introdotto la settimana di 30 ore e non me l'hanno detto? Penso ai regali di Natale: anche senza il Covid di mezzo quando sarei mai potuto andare in giro per andare alla ricerca degli specifici oggetti che ho acqusitato su Amazon? Per non parlare dei regali alla Famiglia lontana. Il Cucchiaio non esiste: comprare su Amazon non implica quasi mai un mancato acquisto in un negozio fisico.
Non è Amazon il nemico, ma chi non è capace di tassarlo e di far rispettere i diritti dei lavoratori.
Poi si può scegliere di mettersi a vendere biciclette o rimanere a fare i maniscalchi.

28 novembre 2020

il MiG 23 di Maradona

Quando il Napoli vinse lo scudetto ero in cantina ad ascoltare la Radio mentre costruivo un modellino di MiG-23.



Sul ripiano di finto marmo, sopra un telo di plastica imbrattato di colori, colla ed acquaragia, il MiG, nei colori della Vojska PVO, prendeva forma mentre dalla vecchia radio che trasmetteva “tutto il calcio minuto per minuto” elemosinavo notizie sull’unica partita che mi interessava, quella che avrebbe deciso la conquista del primo scudetto del Napoli, la mia squadra del Cuore.

Era il 10 Maggio 1987 e non avevo ancora 13 anni: il calcio era una cosa seria.

Era lo sport nel campetto dietro casa, l’argomento di conversazione, di vita, di riscatto.

All’epoca, ricordo, per me il Napoli non era solo Maradona. 

C’era Ferlaino, il Presidente che combatteva nelle arene televisive della Domenica Sportiva contro lo strapotere dei club settentrionali.

C’erano gli altri giocatori: Giordano e Carnevale e soprattutto,  i mitici Ciro Ferrara e Claudio Garella, difensore e portiere, da sempre i miei ruoli quando giocavo a pallone nel campetto di Via dei Messapi.

Il Calcio era tutto, parlato nell’intervallo a scuola, giocato subito dopo.

La stagione del primo scudetto del Napoli fu un evento Politico, anzi: uno dei miei primi eventi politici.

Il Calcio era Riscatto, il luogo dove il Sud povero poteva competere col Nord ricco, dove la capacità di prendersi un pallone in faccia valeva più della faccia tosta nel parlare con le ragazze.

Il Napoli di Maradona fu la mia prima illusione.

Tante ne sarebbero seguite, tante cose dorate si sarebbero rivelate di princisbecco.

Per primo cadde lo Sport, l’anno dopo, con lo scudetto regalato al Milan.

Le istituzioni, la Politica, la Scuola. Persino parte dello Scoutismo, si sono accavallati in una sequenza di svalutazioni che non è ancora finita.

Piuttosto mi meraviglio di quanto sia stato così caprone da rigiocare tante volte la stessa partita truccata.

Mi sto godendo il documentario su Maradona nel catalogo di Netflix.

Lo sto assaporando, come se i trent'anni in cui, per me, il Calcio è decaduto a costoso spettacolino oppiaceo per le masse non ci fossero mai stati.

Ricordo bene il ragazzino che corse felice su per le scale esultando per lo Scudetto del Napoli di Maradona.

Ma non mi si chieda di tornare a quel giorno per rivivere quella gioia: ne ho abbastanza di cose di princisbecco.

Ma stasera, con un buon rosso portoghese e l'ottima pancetta di Lucania, brindo sia al Grande Campione Maradona che all'esploratore del Reparto Matera I Sagittario che credeva nel Calcio, nello Sport e nel valore dell'Uomo.
Con la speranza che l'Uomo che è diventato smetta, tutte le volte che può, di essere un Funzionario, ligio al Politicamente Corretto e al velenoso avamposto dell'assolutismo ipocrita che mina ogni pensiero critico.



23 novembre 2020

Per la Gloria (The Hunters) di James Salter

 


Ho molto apprezzato questo malinconico romanzo di guerra in cui la guerra è descritta tanto efficacemente quanto strumentalmente.

"Per la Gloria" è il romanzo dell'inquietudine dell'uomo moderno.

Condannato all'oblio non solo se manca il vertice, ma anche dopo esserci salito.

Ogni condizione diversa da quella del successo più estremo (l'aver abbattuto 5 MiG russi) e immediato (se hai abbattuto venti caccia tedeschi non conta nulla) precipita l'uomo nello sconforto.

La lettura è scorrevole e le pagine sono un piacere per gli amanti della parola scritta.

Il Talento di Salter è prodigo di frasi lucenti, incise lì dove il resto del testo è solo stampato.

L'incipit, "Una Notte d'Inverno, gelida e buia, avanzava sul Giappone, sulle acque agitate a oriente, sulle isole scoscese sulle cità e i piccoli villaggi, sulle srade desolate" ne è solo il primo esempio.

Il protagonista si strugge nella consapevolezza che senza il successo tutto è vano e che dopo il successo tutto è vano ugualmente.

Il romanzo è rimasto attuale nonostante i quasi 65 anni di età. 

Direi che posso catalogarlo a buon diritto tra i classici.

Ne è stato tratto un bel film (i Cacciatori) in cui Hollywood sostituisce l'impresentabile ansia della futilità della guerra e della gloria con il coraggio di uccidere e morire.

Non so se Salter abbia voluto o saputo descrivere involontariamente la castrazione del Vir Occidentale, ridotto ad eroico consumatore, ma non ho difficoltà ad immaginarlo, al tramonto della sua vita, pochi anni fa, guardare le milioni di solitudini nutrite dallo streaming e dire: "Ecco, chi è caduto solo nei cieli dello Yalu era meno solo di costoro"

4 novembre 2020

Trump vince per colpa mia (la risposta è dentro te ma però è sbagliata)



Già.

Ed è lo stesso anche se perde per poco.

Ti alzi presto al mattino, vai a lavorare in bicicletta invece che in auto.

Sei attento alle questioni ambientali, dai il buon esempio sia al volante che nella raccolta differenziata.

Non ti fai nemmeno troppo impressionare dal politicamente corretto.

Sei impegnato nel volontariato, i linux day, gli scout, mascherina e tubetto di gel sempre in tasca, buon esempio, disponibilità sul lavoro.

Niente TV, magari Radio 3, sicuramente un buon libro.

Ovviamente, un grande orrore per la violenza di ogni tipo, una gran fede nella scienza (oltre che nella testimonianza di un Uomo che abitò la Terra duemila anni fa).

E mica so' tutte chiacchiere e distintivo: azioni concrete eh!

Tonnellate di CO2 risparmiate, impegno diretto in Politica, petizioni, fosse per me dopodomani potremmo fondare la Federazione dei Pianeti Uniti.

Tutto vero eh.

Tutto un inutile bla bla bla.

Posso fermarmi mille volte per far passare un pedone sulle striscie pedonali, quando quel pedone si metterà al volante farà lo stesso per altri?

C'è qualcosa di errato, si profondamente errato sia nell'idea che nell'azione di un tizio come questo.

Non chiedetemi di identificarlo, 'sto qualcosa.

Ma c'è.

Perchè ci sono gli effetti.

La mascherina portata con strafottenza col naso di fuori non sarà figlia della mascherina portata correttamente?

Eccetera eccetera eccetera.

Il mondo precipita in una distopia e non c'è modo di convincere chi ha un reddito medio basso a smetterla di votare per chi gli taglierà l'assistenza sanitaria, la scuola ai figli e ancora un'altra sequenza di noiosi eccetera.

Su queste pagine ho più volte ricordato che dalla Pandemia si uscirà col passo dell'ultimo, inteso come evasore fiscale, nomask, novax, terrapiattista e ancora una volta eccetera.

Ma, evidentemente, non basta.

C'è un errore di sistema da qualche parte che va oltre le contraddizioni della Sinistra, l'ipocrisia borghese  e la miopia che qualunque militante di un partito di Sinistra in Italia conosce bene.

E che va oltre l'enormità del fallimento pratico dei populismi (prima gli italiani --> a prenderlo in quel posto, no agli sbarchi --> e sbarcano di più, fuori i clandestini --> e si bloccano i rimpatri, l'interesse nazionale --> calzoni calati davanti a turchi libici ed egiziani) perchè anche questi fallimenti entrano a pieno titolo nel bla bla e negli eccetera di cui sopra.

Ed è un mio errore.

Per forza.




18 ottobre 2020

Fratelli Tutti

L'altra sera, andando in centro in bici per faccende di studio mi sono messo a contare i ciclisti che incrociavo.

Ne ho contati 18.

In 15 erano senza alcun tipo di luci, inclusa una mamma con bimba sul seggiolino che se ne andava sul cavalcavia di San Donato per strada (con _pessima_ ciclabile lì a fianco).

In 3, me compreso, avevano le luci accese.

Quanti incidenti sono causati da costoro?

Praticamente nessuno.

Le statistiche (qualche tempo fa ho raccolto da qualche parte sul mio blog un po' di link coi numeri, perdonatemi se non inizio tutte le volte da Adamo ed Eva.) dimostrano che i comportamenti pericolosi dei ciclisti sono una bazzecola rispetto a quelli degli autisti di veicoli a motore.

Oggi ho fatto una passeggiata in centro, qui a Bologna, con Francesca in braccio che faceva i capricci per avere un altro gelato.

Così mi sono messo a contare i pedoni.

Sono arrivato fino a 100, di cui 21 senza mascherina e una buona metà di questi 21 non circolavano affatto isolati e a distanza dagli altri.

Controlli: ZERO.

All'aperto il pericolo è molto relativo, quindi c'è poco da fare gli isterici e, se hai avuto la sfortuna di una educazione appena più che mediocre, ti toccherà sopportare l'arrogante autolesionismo degli italiani senza poterci fare gran che.

Secondo la mia esperienza limitata, con una base statistica molto inferiore alle cento persone, delle banalissime misure di sicurezza (mascherina, gel, distanza) se ne fottono (spesso con strafottenza) circa il 30% delle persone.

Ho poca voglia di bilanciare le responsabilità dei singoli con quelle dei politici, ovviamente il governo italiano ha miracolosamente fatto molto meglio di quanto potrebbe far sperare la base elettorale e molto peggio di quanto scienza e ragionevolezza pratica avrebbero consentito.

La gran parte degli italiani ha sbalordito il mondo per correttezza e senso di responsabilità, peccato per un piccolo dettaglio: se il baratro è largo 4 metri, riuscire a saltarne 3 metri e 3/4 non è un buon inizio...

Il punto cruciale d queste riflessioni è che l'umanità non è adatta al mondo che ha creato.

L'antropocene richiederebbe misure politiche globali e nazionali da far sembrare grida manzoniane i DPCM dell'Era Covid.

Io so e ho le prove che la quasi secolare pandemia da motorizzazione ha una cura complessa che si può vedere applicata purtroppo raramente, in città come Oslo, Amsterdam, Copenaghen (e in molti, troppo pochi, altri posti).

Ma, dai più, la cura è vista peggio della malattia.

La ragione del singolo essere umano è fallace, chissà io quanto sono negazionista in altri campi.

Ma quella dell'umanità non può esserlo, pena l'estinzione.

Ancora una volta: leggetevi "Fratelli Tutti" di Papa Francesco.

E' cura.




5 ottobre 2020

Frecce, Saette, Folgori e Veltri: Dalla MiG Valley alla Storia della Caccia Italiana - Seconda Parte e postilla Covid


Le righe che seguono sono ispirate dalla lettura dell'opera dell'Ing. Giulio Cesare Valdonio: Frecce, Saette, Folgori e Veltri: storia critica dei caccia italiani della Seconda Guerra Mondiale, Edizioni Rivista Aeronautica.

Ragionaiamo subito sull'editore: l'Aeronautica Militare Italiana.

Dato che il contenuto del testo non è proprio lusinghiero nei confronti dell'organizzazione che l'ha preceduta nel tempo (La Regia Aeronautica fondata dal governo fascista) registriamo una concreta presa di distanza dall'aeronautica fascista.

Bene!

L'opera dell'Ing. Valdonio è semplicemente monumentale e analizza genesi, progettazione, collaudi e produzione dei velivoli da caccia italiani costruiti sotto il Fascismo.

Le analisi sono accurate e l'autore si mantiene in un sentiero di rigore scientifico lasciando ben poco all'interpretazione personale.

Tuttavia non ci si deve attendere un elenco di dati tecnici e relativi riferimenti storici.

L'opera è appassionante e si ha sempre voglia di leggere una pagina in più.

Come un giallo.

Già, perchè dietro i diagrammi, i disegni tecnici e le fotografie ci sono molte vittime.

E, in maniera pur asettica, l'Ing. Valdonio indica a viso aperto mandanti ed esecutori materiali.

Ho molto apprezzato l'opera anche per un egoistico puntiglio di soddisfazione: nel testo ho trovato piena conferma alle mie velenose considerazioni di qualche anno fa a seguito di una mia visita al Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle sul lago di Bracciano.

L'aeronautica fascista fu la meno capace delle tre forze armate (contende il primato con la Regia Marina le cui corazzate riuscirono a mettere in tutta la guerra solo 7 colpi a segno sulle navi nemiche), incapace di difendere il territorio nazionale dai bombardamenti alleati sin dai primi giorni di guerra, anche  quando aveva la superiorità numerica sugli avversari.

Ovviamente l'incapacità bellica non è sinonimo di vigliaccheria dei piloti e di incompetenza dei tecnici.

Proprio il contrario: provateci voi ad affrontare in piena coscienza un nemico superiore di numero, superiore per qualità degli aerei, superiore per organizzazione tattica, in due contro venti, armati di mitragliatrici contro cannoni, su velivoli più lenti e meno protetti di quelli degli avversari.

Eppure la Regia Aeronautica stupì il mondo a forza di record e imprese memorabili e si comportò benissimo durante la Guerra di Spagna.

Come mai pochi anni dopo i risultati contro le pur inizialmente modeste forze alleate (i moderni Sptifires inglesi arrivarono tardi nel Mediterraneo) furono così disastrosi?

La genesi della catastrofe è sagacemente descritta dall'Autore in una commistione (diciamocelo pure: molto probabilmente interessata) tra industria e gerarchie politiche e militari.

Possiamo elencare alcuni di questi fatti:

Prima di tutto la Regia Aeronautica non aveva le idee chiare (ma questo è giusto: era o non era l'Arma fascistissima?) ed emetteva regolarmente requisiti errati (ma come, il teorico della guerra aerea poi attuata dagli alleati non era il Generale Italiano Giulio Douhet?).

Il caccia deve essere veloce ma col tettuccio aperto, deve arrampicarsi ad alta quota in un battibaleno ma può essere anche lento (il concorso del 1936 prescriveva una salita a 6000m in 4 minuti e tenete presente che il superlativo spitfire ne impiegava 9, ma una velocità massima praticamente da biplano: 450km/h). Di radio, cannoni e serbatoi autosigillanti poi se ne fa tranquillamente a meno.

Poi, le industrie strappavano contratti in cui era retribuito in pratica il numero di ore lavorate per singolo aereo: va da sè che c'era pochissimo incentivo a produrre 10 aerei al giorno quando si guadagnava di più a produrne 10 al mese...

Incredibili, poi le arretratezze tecniche imposte dalla necessità di tutelare i processi produttivi esistenti: nonostante fosseri note tecniche di calcolo delle strutture aeronautiche di tipo moderno molti degli aerei italiani erano progettati e costruiti secondo criteri di vent'anni prima con strutture in tubi saldati invece che a semiguscio con un aggravio di pesi, costi e tempi di produzione in cambio di una maggiore debolezza strutturale. I profili alari erano costruiti a senso invece che usando i profili NACA e non si faceva nessuno sforzo per facilitare la produzione in serie.

Quasi sconosciuta la radio ricetrasmittente (Guglielmo Marconi forse era Sovietico?): il coordinamento  sia da terra che tra piloti era, pertanto, praticamente nullo.

E le armi? Due misere mitragliatrici mentre il nemico ne aveva minimo 4 e spesso accompagnate da cannoni a tiro rapido.

Senza entrare nel dettaglio tecnico, quindi, i velivoli italiani erano costruiti PEGGIO non solo di quelli avversari, ma PEGGIO di come l'industria italiana avrebbe saputo costruirli.

L'aeronautica fascista mandava in battaglia piloti formidabili (ma senza addestramento alle tattiche moderne) e coraggiosi a bordo di aerei che avrebbe potuto serenamente equipaggiare molto meglio.

Riporto un ultimo esempio: il caccia FIAT CR-42 (rifacendomi al mio precedente post):

era un biplano che volò dopo il Caccia monoplano MC200 (che aveva vinto il concorso per il nuovo caccia del 1936).

Era antiquato prima ancora di lasciare il tavolo di disegno, decrepito ancora prima del volo di collaudo, un dinosauro.

Eppure alla FIAT la Regia Aeronautica "fascistissima" ne ordinò  1800 esemplari mentre dei ben più validi MC200 prima ed MC202 poi, si superò a stento una produzione di un migliaio di esemplari.

Pur disponendo GIA’ di due caccia non eccezionali, ma comunque validi (MC-200 e G-50), l’Italia mise in produzione un terzo velivolo obsoleto già in partenza e lo mantenne in produzione per tutta la durata del conflitto.
Facendo ammazzare un sacco di bravi ragazzi, abili piloti, tecnici del volo, mandati al macello contro Spitfires e Mustang ben armati, veloci e corazzati, esattamente come i loro fratelli della fanteria con le scarpe di cartone o della marina con le navi, cieche, senza radar.
Per tacere delle complicazioni logistiche di avere tante diverse linee di manutenzione e supporto.
L’Italia costruì ‘solo’ 400 G-50 e 1000 MC-200, (la Germania, per dirne una, costruì 35mila caccia Me-109 durante la guerra).
E ben 1800 CR-42 biplani con uno spreco di risorse (leghe metalliche, motori, armi, strumentazione) criminoso.
Ecco l’ Italia della speculazione industriale sulla pelle della gente.
Lo sapete perchè la FIAT ha potuto costruire 1800 obsoleti CR-42?
Perchè il CR-42 era un’evoluzione di un precedente caccia biplano degli anni 30, il CR-32, di cui la FIAT non aveva nessuna intenzione di smantellare le linee di produzione che potè riciclare per il CR-42 grazie alla compiacenza di generali e funzionari.
Più o meno lo stesso motivo per cui alla FIAT fu consentito di costruire 400 G-50, l’aereo PERDENTE del concorso per la costruzione del nuovo caccia, concorso vinto, invece, dal Macchi MC200.
E pensate anche alle nostre città indifese sotto i bombardamenti a tappeto.

La produzione aeronautica inglese, nel 1939, era praticamente pari a quella italiana.

Nel giro di 2 anni gli inglesi ci surclassavano Dieci ad Uno.

E anche i migliori caccia italiani di seconda e terza generazione, con tutti i loro pregi e difetti, furono semplicemente sommersi dal numero.

Ringrazio di cuore l'Ing. Valdonio per la sua opera di elevatissimo valore Storico e Scientifico, gli errori in queste righe sono senz'altro tutti miei.
Come senz'altro è mia responsabilità collegare la conoscenza universale, all'epoca,  dell'esistenza della Radio, delle cabine chiuse, dei cannoncini a tiro rapido, degli strumenti giroscopici, delle procedure di ottimizzazione della produzione industriale aeronautica, dei profili alari NACA, dei serbatoi autosigillanti con la decisione di Regia Aeronautica ed Industria di snobbarli con la conoscenza universale, oggi, dell'efficacia di mascherine, gel lavamani, distanza fisica e app immuni e la decisione di una larga fetta della popolazione italiana di snobbarli.
Chissà chi vota, in media, chi se ne sta al chiuso con terzi senza mascherina.

PS: 

Per gli interessati suggerisco di recuperare su ebay una copia di questo testo di Giuseppe D'Avanzo:


E, alla fine della fiere, c'è poco da girarci intorno: più un'organizzazione è fascista meno è efficace ed efficiente.