30 maggio 2019
Tagliate i diritti degli altri: taglierete il vostro stipendio.
Giusto un leggero e non logorroico memento mori.
Non è una teoria mia: "il declino della violenza di Steven Pinker", "utopia per realisti di Rutger Bregman".
E' il rispetto dei diritti umani, la non violenza, l'empatia, a generare le condizioni per il benessere diffuso di XX e XXI secolo.
Tagliate i diritti degli altri: taglierete il vostro stipendio.
9 maggio 2019
un Salone del Libro Fasciofree
Temo che, ancora una volta, la Sinistra riuscirà a trasformare una vittoria tattica, invece che in una strategica, in una vittoria di Pirro.
Dichiararsi fascisti non è soggetto ad interpretazione, significa dichiararsi a favore di queste piacevolezze:
- Violenza Politica e non;
- Leggi Razziali;
- Blocco classista della Società con istituzionalizzazione dello sfruttamento dei lavoratori;
- Abolizione del diritto di voto, di parola e di pensiero;
- Uso di armi chimiche contro i civili;
- deportazione, imprigionamento (e successivo sterminio) di oppositori, ebrei, rom e chissà chi hanno in lista nel XXI Secolo;
- guerre di aggressione;
- Capacità innata di credere alle proprie stesse menzogne di propaganda.
E questo è per restare sul classico. Ma ci terrei anche a ricordare altre piacevolezze tipicamente fasciste, quali la retorica della forza accompagnata da livelli di incompetenza e corruzione tali da portare alla tragedia anche i propri stessi soldati. Mistificare la realtà fino a mandare la fanteria con le scarpe di cartone in Russia contro i carri armati, mantenere in produzione caccia biplani obsoleti per accontentare gli amici industriali con le ovvie conseguenze per l’Italia inerme di fronte ai bombardamenti e potrei continuare a lungo.
Al di là delle questioni penali relative alla ricostruzione del partito fascista chi si dichiara fascista non è nell’arco costituzionale.
Non ci si può lasciar attrarre nel giochetto della censura di un libero pensiero: i fascisti non sono nella stessa categoria dei terrapiattisti o dei fondamentalisti religiosi, ma in quella dei mafiosi, camorristi, schiavisti: devono uscire dalla storia e restare nell’ambito della procedura penale.
Le persone di sinistra in primis devono smettere di accettare l’esistenza di un binomio fascisti/comunisti perchè è un falso storico: non si possono mettere sullo stesso piatto della bilancia Mussolini e Gramsci nè Almirante e Berlinguer.
Il piccolo seme di dignità che ha portato alla prima battuta di arresto per Salvini (perchè non c’è dubbio che è stata una provocazione pianificata a tavolino) non deve rimanere isolato e va coltivato accuratamente con il contributo di tutti quelli che provano orrore nella delittuosa affermazione “Io sono fascista”
4 maggio 2019
ruoli
Da una conversazione con un Capo Squadriglia:
"Qui siamo tutti per imparare, non c'è nessuno ad insegnare"
25 aprile 2019
Operazione Herring: Salvare il 25 Aprile
L'Oblio in cui giace l'Operazione Herring è una delle tante concause della nostra crisi democratica.
Anche il 25 Aprile, ormai, deve essere difeso come ricorrenza e come luogo e ha perso il suo valore di Festa Nazionale, anche nel banale e apocrifo senso di quando la Nazionale di Calcio vince una partita importante.
Vi invito a leggere il link che ho riportato sopra su questo fatto d'armi avvenuto proprio nei giorni della Liberazione.
La collaborazione di tutte le forze che propugnano il progresso sociale , culturale e scientifico non è più un optional ma un fattore critico.
La Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo è stata conseguita grazie agli sforzi congiunti (più o meno coordinati) di tantissimi attori (dal peso, ovviamente, diverso):
- le truppe alleate (inclusa la brigata ebraica: la bandiera del Gran Muftì di Gerusalemme sventolava a fianco di quella nazista ben prima della nascita di Israele);
- i partigiani comunisti;
- i partigiani di altra militanza (Cicero pro domo sua: Mai sentite le Aquile Randagie e O.S.C.A.R.?);
- L'Esercito Italiano Cobelligerante.
Oggi, in due parole, il 25 Aprile è uno stanco rito che ricorda la lotta "paritetica" tra fascisti e comunisti.
Visto che il fascismo fu sconfitto all'epoca e il comunismo non esiste più di che state cianciando?
Questa catastrofica vulgata è, ovviamente, funzionale ad una erosione ormai definita dei valori dell'antifascismo:
si bruciano le statue delle partigiane trucidate, si rompono le targhe, le istituzioni disertano e dileggiano il 25 aprile, è evidente che i tabù sono caduti.
Non credo, tuttavia, che il rischio per la democrazia venga dai neofascisti.
Viene dalle divisioni nella società civile figlia delle libertà antifasciste.
Se non sei vegano non sei ambientalista, se non vai in bici sei servo dei petrolieri e delle case automobilistiche, se voti il PD sei peggio di Salvini, se sei cattolico sei per forza fan di Adinolfi ecc.
In questa giornata sacra, quindi, fermiamoci a riflettere su quanto le cose che ci dividano siano molte di più di quelle che ci uniscono.
Ma sono anche molto più piccole di quelle che ci uniscono: la Libertà, la Laicità, la Scienza, il Progresso Sociale dell'Uomo, il futuro di tutti i nostri figli.
Ricordiamo, quindi, i paracadutisti dell'Esercito dell'Operazione Herring assieme a tutti i caduti di ieri nella lotta contro il Fascismo e decidiamoci una buona volta a ricostruire un fronte comune basato sul fatto che chi non è fascista è antifascista.
E' vero, il Fascismo è la menzogna che crede di essere la verità ed è destinato, a medio termine, a perire sotto il peso delle proprie intrinseche contraddizioni.
Ma non è il caso di aspettare per lasciarlo morire di vecchiaia: schiacciamogli la testa subito.
si bruciano le statue delle partigiane trucidate, si rompono le targhe, le istituzioni disertano e dileggiano il 25 aprile, è evidente che i tabù sono caduti.
Non credo, tuttavia, che il rischio per la democrazia venga dai neofascisti.
Viene dalle divisioni nella società civile figlia delle libertà antifasciste.
Se non sei vegano non sei ambientalista, se non vai in bici sei servo dei petrolieri e delle case automobilistiche, se voti il PD sei peggio di Salvini, se sei cattolico sei per forza fan di Adinolfi ecc.
In questa giornata sacra, quindi, fermiamoci a riflettere su quanto le cose che ci dividano siano molte di più di quelle che ci uniscono.
Ma sono anche molto più piccole di quelle che ci uniscono: la Libertà, la Laicità, la Scienza, il Progresso Sociale dell'Uomo, il futuro di tutti i nostri figli.
Ricordiamo, quindi, i paracadutisti dell'Esercito dell'Operazione Herring assieme a tutti i caduti di ieri nella lotta contro il Fascismo e decidiamoci una buona volta a ricostruire un fronte comune basato sul fatto che chi non è fascista è antifascista.
E' vero, il Fascismo è la menzogna che crede di essere la verità ed è destinato, a medio termine, a perire sotto il peso delle proprie intrinseche contraddizioni.
Ma non è il caso di aspettare per lasciarlo morire di vecchiaia: schiacciamogli la testa subito.
12 aprile 2019
6 aprile 2019
6 Aprile 2009 Ore 03:32
Sono passati 10 anni dal tragico terremoto dell'Aquila.
Ci sono stati altri terremoti, dopo, ma ho indelebile nel cuore questa catastrofe perchè mi ha coinvolto in prima persona nei soccorsi.
I terremoti che sono venuti dopo li ho capiti ma non li ho vissuti.
Ho poche cose da dire, ne avrei molte da ricordare, ma una sola da testimoniare: nella notte delle lacrime di molti e delle risate di pochi alcuni scelsero di lasciare case, lavoro, fidanzate e mogli per andare ad aiutare degli sconosciuti.
Gratis.
Io ora non saprei più spiegare perchè siamo partiti.
Non lo so più, dieci anni dopo.
Nei miei post di 10 anni fa ci sono delle spiegazioni, valide più allora che oggi.
Perchè ho rinunciato a trovare conferme.
Me lo sento nelle ossa ma non ho più parole per descriverlo.
In una Italia incattivita in cui i terremotati sono oggetto di fake news finalizzate all'odio, per me la parola "terremotato" non è quell'uomo a cui il soccorso e l'aiuto dello Stato sono sottratti per essere trasferiti a stranieri immeritevoli su istigazione di una minoranza di radical chic.
Che è il significato corrente.
Per me è ancora lo spezzarsi di una vita anche quando è salva.
Lo spezzarsi di una comunità, di un progetto, anche di una banalità.
Chi arriva ad aiutarti non lo sa.
Dieci anni dopo spero che le vite di soccorritori e terremotati si siano riannodate.
Spero che, pensando a quei giorni tragici e dolenti, tutti quelli che sono passati tra quei campi abbiano, nel tempo, ritrovato il senso di una esperienza terribile.
Ho fatto un giro su google maps e i luoghi sono irriconoscibili.
Eccetto il campo dove era montata la tendopoli.
Forse perchè non sarò mai capaci di guardare quelle zolle con altri occhi.
29 marzo 2019
L'eredità del Programma Apollo
Cinquant'anni fa, nel pieno della catastrofica Guerra del Vietnam, impegnati nella lotta a morte con l'Unione Sovietica, gli Stati Uniti misero al lavoro quasi mezzo milione di tecnici, ingegneri e scienziati per andare sulla Luna.
Le dimensioni e la complessità di quel progetto non sono facilmente comprensibili ad uno sguardo contemporaneo: ci ho pensato un po' su e posso serenamente affermare che, da allora, l'Umanità non è stata coinvolta in niente di paragonabile.
Neppure lo Space Shuttle e la Stazione Spaziale Internazionale reggono il confronto.
Non è in corso nessun progetto tecnico-scientifico che raggiunga lo stesso ordine di grandezza, soprattutto considerando il livello tecnologico dell'epoca.
Negli anni '60 i calcoli si facevano a mano ed il non plus ultra della tecnologia informatica era proprio il computer di bordo dell'Apollo che aveva una velocità di 2MHz e 2k di RAM.
Tutto il Progetto Apollo è denso di oggetti, idee e fatti che possono essere descritti in termini apologetici.
Il razzo Saturn V, alto più di 100 metri e pesante quasi 3000 tonnellate, è sicuramente uno degli elementi più appariscenti del sistema.
Ma si commetterebbe un grave errore nel considerarlo l'apice del progetto.
Che è raggiunto, invece, non dal singolo componente, ma dalla complessa interazione tra tutti i sottosistemi.
Il razzo, la navicella, il sistema di navigazione, il supporto vitale, il modulo di discesa, i sistemi di raffreddamento, la tuta spaziale, persino le modalità di preparazione del cibo e di gestione dei rifiuti, tutto doveva combaciare alla perfezione.
Centinaia di migliaia di sottosistemi vennero integrati senza l'aiuto di software gestionali.
Quando si ha a che fare con sistemi complessi (e il Programma Apollo lo è di certo) entrano in gioco le non linearità e le interazioni incrociate tra tutti i componenti.
La vera sfida, quindi, è tener traccia e gestire tutte le possibili interazioni retrograde tra ognuno dei sottosistemi.
Fu un'impresa titanica, non priva di tragedie (Apollo 1) e di guasti catastrofici (Apollo 13) ma che riuscì a portare più volte uomini a camminare sulla Luna.
A cosa è servito?
Beh, tanto per tagliare subito la testa al toro: solo direttamente per l'economia USA degli anni in cui fu speso il denaro si parla di una generazione di tre dollari per ogni dollaro speso.
Così facciamo subito piazza pulita delle antiscientifiche tesi sull'inutilità dell'esplorazione spaziale: se ti serve un euro per risolvere un dato problema ti conviene spendere trentatré centesimi in una impresa come il programma Apollo, l'Euro che ti serve arriverà di conseguenza.
Una gran quantità di oggetti e tecnologie di uso comune ebbero la loro origine (se non tecnica almeno commerciale) con il programma spaziale USA.
Dall'Elettronica alle telecomunicazioni passando per i sensori delle fotocamere moderne per non parlare dei computers, delle TAC, della moderna tecnologia aerospaziale, insomma mezza tecnologia occidentale ha le sue radici nella corsa allo spazio.
Fico, direte voi.
Non abbastanza, rispondo io.
Già, perchè dopo aver camminato sulla Luna, non siamo andati oltre.
Certo, abbiamo i GPS anche negli orologi, abbiamo costruito lo Shuttle, un telescopio orbitale, una stazione spaziale e le missioni umane nello spazio portano il loro contributo pratico alla vita di tutti i giorni, basti pensare alle cruciali osservazioni meteorologiche satellitari in tempi di cambiamento climatico.
Eppure, mentre l'Uomo camminava sulla Luna, si dava per scontato che entro qualche anno avremmo camminato su Marte.
E non è successo.
Cosa è andato storto?
Qualche tempo fa ho letto un bell'articolo su Internazionale (Numero 1/7 Marzo 2019) in proposito.
Non ne condivido le conclusioni, nel senso che anche se riconosco che le cause della mancata prosecuzione dell'esplorazione umana dei pianeti sono, probabilmente, quelle esposte, non per questo le considero ragionevoli.
L'autore, Philip Ball, è un divulgatore scientifico inglese, sicuramente serio e preparato.
La sua tesi è che le missioni spaziali con equipaggio non hanno senso a causa degli elevatissimi costi insostenibili da parte di una opinione pubblica ostile.
Inoltre, gli astronauti, passato il primo momento di gloria, secondo Ball si sono rivelati convenzionali, borghesi, vuoti e noiosi, insomma: banali, al di là delle lauree in ingegneria.
Philip Ball conclude il suo articolo su "Internazionale" con questa frase: "In fin dei conti, una manciata di rocce lunari non ci ha ispirato abbastanza e non ha risolto nessuno dei nostri problemi, quindi ci sono buoni motivi se non siamo tornati sulla Luna".
Inizierei da quest'ultimo punto:
Mah.
Philip Ball è un divulgatore scientifico rispettabile, pertanto, rispettosamente, gli chiederei, soprattutto avendo in mente il mondo contemporaneo privo delle seguenti tecnologie:
la TAC ha risolto qualche problema?
L'elettronica per come la conosciamo oggi ha risolto qualche problema?
I moderni equipaggiamenti di soccorso dei pompieri, i voli low cost o...
Gli impianti fotovoltaici: risolvono qualche problema?
Io ritengo che il mondo sull'orlo della crisi climatologica dovrà la sua salvezza al progresso tecnologico e che una missione su Marte, ad esempio, avrebbe almeno lo stesso effetto che ebbe quella sulla Luna sulle tecnologie informatiche, mediche, aerospaziali, energetiche.
Ma non è così, abbiate pazienza, che voglio chiudere questo mio post.
Richiamo la vostra attenzione sulla denuncia, da parte di Ball, del vuoto spirituale che c'è dietro gli astronauti (reali o cinematografici che sia).
Io credo che sia questo il punto più debole del ragionamento di Ball.
Qualcuno di voi ha sentito parlare di Chuck Yeager?
E' stato un pilota di caccia della Seconda Guerra Mondiale e poi pilota collaudatore, il primo uomo a superare il muro del suono nel 1947.
Qualcuno di voi ha mai volato in aereo?
Beh, spero che non vi sentiate tutti superuomini dotati di particolare profondità spirituale per aver passato qualche ora seduti su un aeroplano le cui capacità e la cui complessità sovrastano di ordini di grandezza i velivoli pilotati da Yeager 70 anni fa.
Dal breve scritto che ho letto Ball non ritengo abbia capito a cosa serve l'esplorazione dello spazio.
Non serve a trovare un nuovo Achille/Enea/Ercole/Batman.
E non serve neppure a mettere un'altra bandierina su Marte.
Serve a rendere banale un ambiente ostile e letale esattamente come è ostile e letale la stratosfera in cui si viaggia da Londra a Bari.
Perchè nessuno degli astronauti, dal famoso Gagarin all'ultimo sconosciuto ospite della Stazione Spaziale Internazionale, pensa di essere arrivato da qualche parte.
Il nostro livello tecnologico nei viaggi spaziali non è nemmeno paragonabile a quello degli aerei della Prima Guerra Mondiale rispetto agli odierni voli low cost.
Si deve lavorare ancora molto per giungere al risultato minimo:
rendere possibile la vita umana nel Sistema Solare.
Che non dovrà essere abitato da uomini superiori, ma da uomini comuni.
Il guaio è che, nonostante siamo circondati dall'eredità tecnologica del Programma Apollo nessuno sta facendo abbastanza per metterli a frutto, probabilmente perchè l'umanità è troppo impegnata a ignorare i cambiamenti climatici, odiare i ciclisti e rispolverare teorie sociali ottocentesche come in questi giorni a Verona.
In cento anni siamo passati dai biplani di carta ai voli low cost di massa.
Il volo spaziale è di almeno 1 o 2 ordini di grandezza più complesso, forse di più.
E, anche se colmassimo tutti il vuoto spirituale che Ball vede nella moderna astronautica, non abbiamo molta scelta: o le Stelle o l'estinzione.
Le dimensioni e la complessità di quel progetto non sono facilmente comprensibili ad uno sguardo contemporaneo: ci ho pensato un po' su e posso serenamente affermare che, da allora, l'Umanità non è stata coinvolta in niente di paragonabile.
Neppure lo Space Shuttle e la Stazione Spaziale Internazionale reggono il confronto.
Non è in corso nessun progetto tecnico-scientifico che raggiunga lo stesso ordine di grandezza, soprattutto considerando il livello tecnologico dell'epoca.
Negli anni '60 i calcoli si facevano a mano ed il non plus ultra della tecnologia informatica era proprio il computer di bordo dell'Apollo che aveva una velocità di 2MHz e 2k di RAM.
![]() |
Il Computer di Bordo dell'Apollo |
Tutto il Progetto Apollo è denso di oggetti, idee e fatti che possono essere descritti in termini apologetici.
Il razzo Saturn V, alto più di 100 metri e pesante quasi 3000 tonnellate, è sicuramente uno degli elementi più appariscenti del sistema.
![]() |
Saturn V |
Ma si commetterebbe un grave errore nel considerarlo l'apice del progetto.
Che è raggiunto, invece, non dal singolo componente, ma dalla complessa interazione tra tutti i sottosistemi.
Il razzo, la navicella, il sistema di navigazione, il supporto vitale, il modulo di discesa, i sistemi di raffreddamento, la tuta spaziale, persino le modalità di preparazione del cibo e di gestione dei rifiuti, tutto doveva combaciare alla perfezione.
Centinaia di migliaia di sottosistemi vennero integrati senza l'aiuto di software gestionali.
Quando si ha a che fare con sistemi complessi (e il Programma Apollo lo è di certo) entrano in gioco le non linearità e le interazioni incrociate tra tutti i componenti.
La vera sfida, quindi, è tener traccia e gestire tutte le possibili interazioni retrograde tra ognuno dei sottosistemi.
Fu un'impresa titanica, non priva di tragedie (Apollo 1) e di guasti catastrofici (Apollo 13) ma che riuscì a portare più volte uomini a camminare sulla Luna.
![]() |
Lo sbarco sulla Luna |
A cosa è servito?
Beh, tanto per tagliare subito la testa al toro: solo direttamente per l'economia USA degli anni in cui fu speso il denaro si parla di una generazione di tre dollari per ogni dollaro speso.
Così facciamo subito piazza pulita delle antiscientifiche tesi sull'inutilità dell'esplorazione spaziale: se ti serve un euro per risolvere un dato problema ti conviene spendere trentatré centesimi in una impresa come il programma Apollo, l'Euro che ti serve arriverà di conseguenza.
Una gran quantità di oggetti e tecnologie di uso comune ebbero la loro origine (se non tecnica almeno commerciale) con il programma spaziale USA.
Dall'Elettronica alle telecomunicazioni passando per i sensori delle fotocamere moderne per non parlare dei computers, delle TAC, della moderna tecnologia aerospaziale, insomma mezza tecnologia occidentale ha le sue radici nella corsa allo spazio.
Fico, direte voi.
Non abbastanza, rispondo io.
Già, perchè dopo aver camminato sulla Luna, non siamo andati oltre.
Certo, abbiamo i GPS anche negli orologi, abbiamo costruito lo Shuttle, un telescopio orbitale, una stazione spaziale e le missioni umane nello spazio portano il loro contributo pratico alla vita di tutti i giorni, basti pensare alle cruciali osservazioni meteorologiche satellitari in tempi di cambiamento climatico.
Eppure, mentre l'Uomo camminava sulla Luna, si dava per scontato che entro qualche anno avremmo camminato su Marte.
E non è successo.
Cosa è andato storto?
Qualche tempo fa ho letto un bell'articolo su Internazionale (Numero 1/7 Marzo 2019) in proposito.
Non ne condivido le conclusioni, nel senso che anche se riconosco che le cause della mancata prosecuzione dell'esplorazione umana dei pianeti sono, probabilmente, quelle esposte, non per questo le considero ragionevoli.
L'autore, Philip Ball, è un divulgatore scientifico inglese, sicuramente serio e preparato.
La sua tesi è che le missioni spaziali con equipaggio non hanno senso a causa degli elevatissimi costi insostenibili da parte di una opinione pubblica ostile.
Inoltre, gli astronauti, passato il primo momento di gloria, secondo Ball si sono rivelati convenzionali, borghesi, vuoti e noiosi, insomma: banali, al di là delle lauree in ingegneria.
Philip Ball conclude il suo articolo su "Internazionale" con questa frase: "In fin dei conti, una manciata di rocce lunari non ci ha ispirato abbastanza e non ha risolto nessuno dei nostri problemi, quindi ci sono buoni motivi se non siamo tornati sulla Luna".
Inizierei da quest'ultimo punto:
Mah.
Philip Ball è un divulgatore scientifico rispettabile, pertanto, rispettosamente, gli chiederei, soprattutto avendo in mente il mondo contemporaneo privo delle seguenti tecnologie:
la TAC ha risolto qualche problema?
L'elettronica per come la conosciamo oggi ha risolto qualche problema?
I moderni equipaggiamenti di soccorso dei pompieri, i voli low cost o...
Gli impianti fotovoltaici: risolvono qualche problema?
Io ritengo che il mondo sull'orlo della crisi climatologica dovrà la sua salvezza al progresso tecnologico e che una missione su Marte, ad esempio, avrebbe almeno lo stesso effetto che ebbe quella sulla Luna sulle tecnologie informatiche, mediche, aerospaziali, energetiche.
Ma non è così, abbiate pazienza, che voglio chiudere questo mio post.
Richiamo la vostra attenzione sulla denuncia, da parte di Ball, del vuoto spirituale che c'è dietro gli astronauti (reali o cinematografici che sia).
Io credo che sia questo il punto più debole del ragionamento di Ball.
Qualcuno di voi ha sentito parlare di Chuck Yeager?
E' stato un pilota di caccia della Seconda Guerra Mondiale e poi pilota collaudatore, il primo uomo a superare il muro del suono nel 1947.
Qualcuno di voi ha mai volato in aereo?
Beh, spero che non vi sentiate tutti superuomini dotati di particolare profondità spirituale per aver passato qualche ora seduti su un aeroplano le cui capacità e la cui complessità sovrastano di ordini di grandezza i velivoli pilotati da Yeager 70 anni fa.
Dal breve scritto che ho letto Ball non ritengo abbia capito a cosa serve l'esplorazione dello spazio.
Non serve a trovare un nuovo Achille/Enea/Ercole/Batman.
E non serve neppure a mettere un'altra bandierina su Marte.
Serve a rendere banale un ambiente ostile e letale esattamente come è ostile e letale la stratosfera in cui si viaggia da Londra a Bari.
Perchè nessuno degli astronauti, dal famoso Gagarin all'ultimo sconosciuto ospite della Stazione Spaziale Internazionale, pensa di essere arrivato da qualche parte.
Il nostro livello tecnologico nei viaggi spaziali non è nemmeno paragonabile a quello degli aerei della Prima Guerra Mondiale rispetto agli odierni voli low cost.
Si deve lavorare ancora molto per giungere al risultato minimo:
rendere possibile la vita umana nel Sistema Solare.
Che non dovrà essere abitato da uomini superiori, ma da uomini comuni.
Il guaio è che, nonostante siamo circondati dall'eredità tecnologica del Programma Apollo nessuno sta facendo abbastanza per metterli a frutto, probabilmente perchè l'umanità è troppo impegnata a ignorare i cambiamenti climatici, odiare i ciclisti e rispolverare teorie sociali ottocentesche come in questi giorni a Verona.
In cento anni siamo passati dai biplani di carta ai voli low cost di massa.
Il volo spaziale è di almeno 1 o 2 ordini di grandezza più complesso, forse di più.
E, anche se colmassimo tutti il vuoto spirituale che Ball vede nella moderna astronautica, non abbiamo molta scelta: o le Stelle o l'estinzione.
Baustelle - Eurofestival
Non ne posso più.
Dalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi viaDalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speDalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi viaranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi via
Dalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi viaDalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speDalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi viaranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi via
13 marzo 2019
Schicchiantamento: Montanelli, Baden Powell e un secchio di vernice rosa
Sulla nota vicenda della vernice versata sulla Statua di Montanelli a Milano ho letto un bell'articolo di Carla Panico che potete trovare qua.
Ritengo che il suo unico punto debole sia il totale rifiuto, da parte dell'autrice, della contestualizzazione storica dei fatti che viene perentoriamente vietata.
Negli anni '30 Montanelli comprò una bambina da una famiglia durante il suo servizio militare in Africa Orientale Italiana e la usò come schiava e mai si è pentito di questa violenza rivendicandola come un fatto normale nei tempi e nei luoghi in cui fu commessa.
Uso la parola debole non con maschio paternalismo di fronte ad una femminea deficienza ma in senso tecnico perchè ad ignorare il contesto o, peggio, a stabilirne assiomaticamente l'irrilevanza, si fa poca strada.
Oltre al classico esempio dell'Imperatore Romano Adriano, passato alla storia come sovrano filosofo ed umanissimo ma meno noto come schiavista, dittatore militare e pedofilo, avviciniamoci un po' al nostro tempo e consideriamo Baden Powell, il Fondatore dello Scoutismo.
Era un ufficiale (poi generale) dell'Esercito Britannico in pieno colonialismo. Passò molti anni in servizio attivo in India ed Africa partecipando, tra l'altro, alla campagna contro i Matabele e alla guerra contro i Boeri durante la quale 25mila civili boeri morirono.
Non è necessario scendere in ulteriori dettagli per prendere coscienza dell'evidenza: la Persona che ha inventato uno dei movimenti più efficacemente pacifisti, non violenti, rispettosi dell'ambiente e fattivi attori della Parità di Genere non ha avuto un passato professionale coerente con lo stesso Scoutismo.
Dovremmo buttare vernice (rosso sangue) sulle sue statue e targhe?
Facciamo un altro esempio: già oggi esistono sufficienti prove che dimostrano la pericolosità ambientale del consumo di carne (per tacere della mobilità automobilistica a discapito di quella ciclabile), dobbiamo, quindi, rassegnarci tutti ad essere considerati dei delinquenti tra un paio di generazioni?
Ma torniamo all'articolo, il cui succo trovo pienamente condivisibile.
L'autrice invoca alleanze per spezzare il circolo vizioso del paternalismo maschilista e, nonostante la grave debolezza logica che ho evidenziato, non mi sento di rifiutare il mio aiuto a chi si oppone, ad esempio, al decreto Pillon.
Inoltre, come sostengo pubblicamente da tempo, credo che sia davvero urgente spingere sulla società civile italiana perchè prenda coscienza dei crimini coloniali e fascisti, quindi accolgo volentieri il suo appello pur rendendo esplicito che considero questa alleanza, appunto, debole, minata dalla manifesta volontà di ignorare i fatti, faccenda poco promettente in ambito scientifico e storico.
Indro Montanelli non è un campione di umanità, ma è stato uno dei massimi giornalisti italiani (il cui merito maggiore, per la Sinistra, è stato, probabilmente, essersi opposto a Berlusconi in tarda età).
E' stato anche vittima del terrorismo brigatista.
E non si è mai nemmeno pentito della sua Violenza.
Ma sempre un grande giornalista resta.
Imbrattarne la statua è segno di debolezza. La debolezza di chi prevarica ed ignora. Ossia, maschilista e paternalista (ma con altri mezzi).
Basta leggersi, che so, Barbero su Caporetto quando dimostra che fu più il contesto di arretratezza, clientelismo e feroce incompetenza a causare la disfatta rispetto alla potenza degli austro-tedeschi per capire l'imprescindibilità della separazione tra gli ambiti assoluti (stupratore era Montanelli, stupratore resta) e quelli relativi all'epoca storica (Baden Powell è stato il fondatore di un movimento benemerito per l'Umanità, nonchè soldato di uno spietato esercito colonialista).
Ragionare in questi termini obbligherebbe a rigettare praticamente tutto il passato (e non è che del presente italico ci sia molto da salvare) in quanto contaminato di default dalla pratica millenaria della sottomissione femminile.
Non mi pare molto costruttivo, se non altro perchè andrebbero alle ortiche anche tutti i processi di emancipazione per proprietà transitiva.
Non ho l'abitudine di suggerire a terzi come perseguire meglio i propri scopi ma di sicuro non avrei trovato nulla da ridire in una azione (legale) contro i SUV parcheggiati in divieto di sosta.
Davvero qualcosa di più di un simbolo del Patriarcato maschilista degli anni 30.
Insomma, sarebbe meglio imparare dal passato, leggere il presente e cambiare il futuro piuttosto che fare qualcosa tipo lo schiaffo del soldato ad una statua di un morto.
Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 ha donato all'umanità un termine piuttosto preciso per indicare comportamenti sopra le righe finalizzati all'apparenza piuttosto che alla concretezza: schicchiante.
Ecco, li eviterei schicchiantamenti come questi, perchè i Pillon avanzano, anche all'ombra della vernice rosa.
Davvero qualcosa di più di un simbolo del Patriarcato maschilista degli anni 30.
Insomma, sarebbe meglio imparare dal passato, leggere il presente e cambiare il futuro piuttosto che fare qualcosa tipo lo schiaffo del soldato ad una statua di un morto.
Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 ha donato all'umanità un termine piuttosto preciso per indicare comportamenti sopra le righe finalizzati all'apparenza piuttosto che alla concretezza: schicchiante.
Ecco, li eviterei schicchiantamenti come questi, perchè i Pillon avanzano, anche all'ombra della vernice rosa.
6 marzo 2019
Come resettare PulseAudio (e risolvere il problema di Sound Delay) in Linux Mint 19.1/Ubuntu 18.04 - How to reset Pulseaudio (and solve a sound delay problem) in Linux Mint 19.1/Ubuntu 18.04
Qualche tempo fa mi è successo un curioso incidente: stavo vedendo un film. Ho interrotto la riproduzione e dopo una mezz'ora ho avviato un altro film. L'audio era ritardato di circa 1 secondo. Ho riavviato il PC (non avevo voglia di fare debug) ma al reboot il problema si è ripresentato con tutti i player (vlc, MPV,) e anche su amazon video e netflix.
Dopo una lunga ricerca su google ho trovato un primo indizio sul wiki di Arch Linux.
A quanto pare "il problema potrebbe essere causato da una dimensione non corretta dei buffer"
Quindi, nel file:
/etc/pulse/daemon.conf
Ho impostato:
default-fragments = 4
default-fragment-size-msec = 2
Dopodichè ho riavviato il computer ma il problema è rimasto.
Ovviamente non è necessario riavviare il computer su linux per riavviare un pezzo del sistema. Per riavviare pulseaudio, da terminale come utente normale si procede così:
pulseaudio -k
che termina il processo pulseaudio. Entro pochi secondi systemd lo farà ripartire automaticamente.
Ho continuato la ricerca e ho scoperto che pulseaudio ha dei files di configurazione locali 'per utente' posizionati nella cartella
/home/nomeutente/.config/pulse
cosa che mi è parsa subito ovvia quando ho notato che il riavvio del server audio va fatto come utente normale e non come root.
Quindi, dopo aver 'aggiustato' i parametri del buffer questi files di configurazione vanno cancellati prima di riavviare il server audio.
mv ~/.config/pulse ~/.config/pulse.old
pulseaudio -k
questa procedura ha risolto il mio problema.
Ovviamente, quando siete sicuri che è tutto ok, i vecchi files di configurazione possono essere traquillamente cancellati:
rm -rf ~/.config/pulse.old
Tutto risolto?
No. Il vero problema è: "che cosa è successo al mio sistema per 'rompere' la configurazione?"
Purtroppo, non sono riuscito a individuarne la causa e questo, su sistema linux, è uno smacco serio.
********************************************************************************************************
A curious incident happened to me some time ago: I was watching a movie. I stopped playing and after half an hour I started another movie. The audio was delayed by about 1 second. I restarted the PC (I did not want to debug) but after the reboot the problem has recurred with all the players (vlc, MPV,) and also on amazon video and netflix.
After a long search on google I found a first clue on the wiki of Arch Linux.
Apparently "the problem could be caused by an incorrect buffer size"
So, in the file:
/etc/pulse/daemon.conf
I set:
default-fragments = 4
default-fragment-size-msec = 2
Then I restarted the computer but the problem remained.
Obviously it is not necessary to restart the computer on linux to restart a piece of the system. To restart pulseaudio, from the terminal as a normal user:
pulseaudio -k
which ends the pulseaudio process. Within a few seconds, systemd will restart it automatically.
I continued the search and found that pulseaudio has local configuration files 'per user' located in the folder
/home/nomeutente/.config/pulse
which seemed obvious to me when I noticed that the audio server should be restarted as a normal user and not as root.
Therefore, after having adjusted the buffer parameters, these configuration files must be deleted before restarting the audio server.
mv ~/.config/pulse ~/.config/pulse.old
pulseaudio -k
this procedure solved my problem.
Of course, when you're sure it's ok, the old configuration files can be quietly deleted:
rm -rf ~/.config/pulse.old
All solved?
No. The real problem is: "What happened to my system to 'break' the configuration?"
Unfortunately, I could not identify the cause and this, on linux system, is a serious failure.
Iscriviti a:
Post (Atom)