19 giugno 2024

Renault 4: memoria di una grande bellezza



A me le auto non piacciono.

E non mi piace neppure guidare.

Non è stato sempre così: da bambino ero un entusiasta delle quattro ruote e non vedevo l'ora di prendere la patente e quando parlavo di auto il primo parametro era la velocità.

Da grande, poi, il problema dell'auto è diventato il suo costo di gestione e manutenzione.

Oggi, il suo costo in termini di impatto ambientale e rischio per la sicurezza mia e degli altri.

E devo confessare di aver scelto l'automobile in base a parametri come l'abitabilità e la sicurezza e di aver ignorato la cilindata e la potenza del mio veicolo fino al secondo tagliando.

Eppure, oggi vi presento il modellino di un'automobile:

la Renault 4.

E' stato un modellino impegnativo ma divertente.

Il risultato, secondo i miei standard, è stato piuttosto discreto ma, anche questa volta, la Heller mi ha lasciato perplesso: a un certo punto, i numeri dei pezzi sono spariti dalle istruzioni o sono risultati errati.

Però il kit mi è piaciuto lo stesso.

Ed ora veniamo alla Storia che c'è dietro questo modellino.

Certo, c'è una Storia, una Storia importante. E no, non mi riferisco al caso Moro.

Purtroppo, (o per vostra fortuna, dipende dai punti di vista), sono molto reticente a raccontarla.

Da un lato mi sembra di violare l'intimità di persone a me care.

Dall'altro, so per certo che la mia sarebbe solo una tra tantissime storie che, spero bene, un sacco di persone ormai coi capelli bianchi, ricorderebbero vedendo le foto di questo modellino.

Chissà, magari questa Storia sarà raccontata e magari no.

Ma oggi mi sento bene.

Guardando questo pezzo di plastica e colore che ho assemblato con tutta la cura che ho mi sento davvero bene.

Ma anche questa è una Storia che, se lo sarà, sarà raccontata un'altra volta.

E mi viene da concludere, guardando questa Renault 4 in minatura: ancora una volta, al passato grazie e al futuro sì.


 
















18 giugno 2024

La Matematica dell'Antisemitismo



Qualche tempo fa, come reazione alla guerra di Gaza, il governo delle Maldive ha legiferato per impedire l'ingresso di cittadini israeliani nel paese.

A un certo punto, però, il consulente legale del governo delle Maldive ha dichiarato che mettere a punto la legge non sarebbe stato facile perché 2 milioni di arabi israeliani, definiti palestinesi dal governo delle Maldive, possiedono la cittadinanza israeliana.

E allora il governo delle Maldive ha brillantemente risolto la faccenda chiarendo che non mirano a bandire gli arabo israeliani, musulmani o cristiani che sia, ma che intendono prendere di mira un gruppo specifico: gli ebrei.

Ecco, questa è una buona definizione di antisemitismo.

Ma quella perfetta è il silenzio.

Il silenzio sui social, nelle piazze, nei cuori e nelle menti dopo il pogrom di Kfar Aza e del 7 Ottobre.

Quel silenzio che stride con quello che è venuto dopo, come il bianco sul nero.

Un silenzio indifferente alla Storia, alla realtà ed in ultima analisi, nel profondo, indifferente al macello che Hamas ha preparato per gli stessi palestinesi, un macello ancora invocato come cosa buona e giusta dopo otto mesi che è stato scatenato sulla pelle di milioni di gazawi.

Non approvo in nessun modo il massacro che è iniziato il 7 ottobre ma è matematico che una parte di quel massacro ha l'approvazione di molti che ne disapprovano un'altra.

A certi massacri ci si oppone, ad altri, no.

Nota di colore: la percentuale delle persone presenti ai vari pride di questi giorni con la bandiera di Hamas che sopravviverebbero sotto Hamas è ZERO.

Ecco la matematica dell'antisemitismo: suicidarsi pur di mantenere vivo l'odio per un gruppo specifico: gli ebrei.

13 giugno 2024

F-86 Sabre: MiG Killer




Proseguiamo con i caccia della serie '80' e passiamo direttamente ad un purosangue:

L'F-86 Sabre co-protagonista della Guerra aerea di Corea assieme al MiG-15.

Ho già parlato qui dell'importanza storica dell'F-86, mentre qui ho parlato del romanzo "Per la Gloria" di James Salter.

Non mi ripeterò: avrei l'impressione di allungare inutilmente il brodo e gli interessati alla storia dell'F-86 e ad uno dei più struggenti romanzi di guerra del '900 possono raggiungere agevolmente i due link.

Oggi vi parlerò, invece, di come l'F-86 abbia regalato ai sovietici la tecnologia per creare il loro primo missile aria aria (relativamente) efficace.

Era il 1958 e i caccia della Cina comunista duellavano regolarmente con quelli di Taiwan.

A un certo punto gli USA decisero di fornire a Taiwan qualche esemplare del modernissimo AIM-9B Sidewinder per armare gli F-86 della sua aviazione.

I Sidewinder si dimostrarono piuttosto efficaci contro i MiG cinesi fino a quando un missile lanciato da un pilota taiwanese colpì un MiG cinese senza esplodere.

L'ordigno rimase conficcato nella coda del MiG che riuscì a tornare alla base.

Ovviamente, i russi si precipitarono su quel ricco regalo e si affrettarono a smontare il Ssidewinder per migliorare (e di molto) la propria tecnologia missilistica. Il Risultato fu il K-13/AA2- Atoll che diede qualche piccolo dispiacere agli americani in Vietnam e molti di più ai piloti arabi che li usarono (invano) contro gli aerei Israeliani nei decenni successivi.

L'F-86 era  costruito con estrema cura  con un abitacolo che garantiva un'ottima visibilità e un bel po' di confort per il pilota.

Fu un aereo di successo e ne fu costruita anche una variante da intercettazione ogni tempo dotata di radar nel muso.

Questa versione è importante per noi italiani in quanto una sua derivata semplificata venne prodotta su licenza in Italia contribuendo alla rinascita industriale del Paese (e ispirando il G-91, di cui parlerò appena mi riesce di trovarne un kit decente ad un prezzo abbordabile).

Passiamo ora alla nota modellistica.

Il kit dell'Academy è buono, con un difetto evidente nei portelli dei carrelli che non si montano in posizione chiusa senza parecchio lavoro di ritocco e stucco.

Il problema è che mi sono perso la bustina con il tettuccio.

Sarebbe troppo facile dare la colpa alla Prole, quindi diciamo che penso di aver gettato via la bustina assieme all'involucro di plastica degli sprue e tanto basta.

Una vera seccatura, soprattutto considerando che, anche grazie all'aerografo, il modellino mi sembra venuto davvero bene (per i miei standard).

Pazienza.

Per salvare il salvabile, ho recuperato dal magazzino ricambi un tettuccio frontale appena compatibile e ho deciso di realizzare un aereo abbattuto e atterrato di pancia in territorio nemico, un mio omaggio al film "I Cacciatori" del 1958. Il film è tratto (molto liberamente, anzi troppo) dal romanzo "Per la Gloria" di cui sopra.

Il risultato è mediocre: i fori dei proiettili sono ben poco realistici e lo sporco roba da dilettante.

Ma tant'è: faccio i modellini per divertimento e dopo averli fotografati per scriverne qua, li regalo. Quindi, prevedo che quando questo post sarà stato pubblicato il piccolo, luccicante, jet, sarà in mano ad una certa bambina e finirà la sua carriera come giocattolo.

Che, per certi aggeggi, sarebbe il miglior destino possibile.











7 giugno 2024

Catch 22: the Art of War




Oggi parliamo del bombardiere medio della Seconda Guerra Mondiale B-25 Mitchell.

Fu un buon apparecchio, usato dall'aeronautica americana un po' ovunque come bombardiere tattico, mitragliamento (Il B-25J rappresentato nel modello aveva ben 8 mitragliatrici frontali per l'attacco al suolo), attacco antinave e supporto aereo ravvicinato.

Era facile da pilotare e piuttosto robusto: un B-25C del  321st Bomb Group fu soprannominato 'Patches' per tutte le volte che fu riparato con successo dopo ben 6 atterraggi di emergenza sulla pancia senza carrello, 300 missioni di volo e 400 fori di proiettile nella fusoliera.

Insomma, un aereo riuscito che contribuì grandemente alla fine del nazifascismo.

Probabilmente, questo aereo  è relativamente noto al grande pubblico per lo spettacolare Raid di Doolittle su Tokio del 1942, immortalato di recente, nel (deludente) film Pearl Harbor del 2001.

Ma non è per quel film che ve lo propongo.

Infatti, scommetto che quasi tutti i miei lettori hanno sentito parlare o usato la locuzione "Comma 22".

In genere, riferendosi ad una qualche assurdità burocratica.

L'origine di questo modo di dire, però, è puramente letteraria e nasce dal romanzo "Comma 22" di Joseph Heller.

Non è un romanzo facile: è complesso e richiede concentrazione e pazienza.

E' un romanzo satirico su una delle cose più serie nell'Universo: la Guerra.

A margine, è peculiare il fatto che la letteratura satirica sulla vita militare abbia il suo apice negli USA (oltre a Comma 22 non posso che ricordare MASH, mentre in Europa segnalo la saga 08/15 del tedesco Kirst e quella del Il buon soldato Švejk di Jaroslav Hašek).

E in Italia? In Italia la satira genuina non ha patria.

In Italia, la satira prende in giro le vittime e i deboli, non solo il Potere.

Ma torniamo al romanzo.

Il suo protagonista, il capitano Yossarian, vola proprio sui B-25 e non vuole morire in guerra.

Tutto qua.

E vola sui B-25 proprio durante la campagna d'Italia.

Quell'Italia che ha dimenticato il prezzo del suo benessere e le sue origini.

Il capitano Yossarian, però,  ha una paura fottuta di bombardare Bologna.

Già, perché Comma 22 è ambientato in Italia nell'ultimo anno di guerra, quando il Paese era diviso dalla Linea Gotica.

Ecco un dialogo con un suo superiore:

«Non voglio più avere a che fare con la guerra.»

Dice Yossarian.

«Vorresti vedere il nostro paese sconfitto?» chiese il maggiore Maggiori.

«Non perderemo. Abbiamo più uomini, più soldi e più materiale. Ci sono dieci milioni di uomini in uniforme che potrebbero sostituirmi. C'è un gruppetto di persone che si fanno ammazzare e un mucchio di altri stanno facendo soldi divertendosi un mondo. Perché non prova qualcun altro a farsi ammazzare?»

«Supponi per un momento che tutti dalla nostra parte avessero questa stessa idea.»

«E allora sarei proprio uno stupido ad avere un'idea diversa. Non le pare? Il nemico,» ritorse Yossarian con calcolata precisione, «sono tutti coloro che cercano di farti morire, non importa da "quale" parte si trovino».

Ed è questo il cuore del problema.

La Guerra va evitata ad ogni costo e l’unico modo di farlo è la deterrenza.

Yossarian non vuole andare in guerra e basta.

Non vuole averci nulla a che fare e ha perfettamente ragione.

Che dall'altro lato della barricata ci sia Hitler e lui voli per far chiudere Auschwitz non lo riguarda minimamente.

E ha ragione.

Ragione da vendere.

La vita è sua e non vuole perderla a causa dei nazisti o dei suoi superiori: dal suo punto di vista è indifferente morire per la contraerea di Bologna o per un errore di manutenzione dei meccanici o per una decisione sballata dei generali.

Perché War is Hell.

Ma perché la Guerra è l'inferno?

Le opinioni pubbliche occidentali sono affette, oltre che da cecità rispetto alla Crisi Climatica, anche da questa specie di allucinazione collettiva sulla natura della Guerra.

Al momento, la Guerra, secondo i più privilegiati figli del Secondo Conflitto Mondiale, dovrebbe essere condotta più o meno come una faccenda a metà tra gli scontri tra Gladiatori dell'antica Roma e i tornei dei cavalieri medioevali.

Insomma, qualcosa da guardare alla TV o dallo smartphone che dovrebbe coinvolgere esclusivamente i militari ben lontano dalle città.

Sennò è criminale.

Ma la guerra non è un crimine perché ci muoiono donne e bambini.

La guerra è un crimine perché ci muoiono persone.

Anche se soldati volontari.

E' qua che sta l'equivoco che è evidentemente tale anche per molti cristiani.

In guerra sono tutti innocenti, tutti vittime.

Eccetto i pochi mandanti.

Il volerla circoscrivere ai soli militari è un'apparente utopia che non è altro che desiderio di morte (altrui).

La Guerra, poi, è peggio dell'Inferno perché in Guerra ci finiscono tutti, mentre all'inferno...

Yossarian questo l'ha capito benissimo e non ci vuole avere niente a che fare.

E io sono perfettamente d'accordo con lui.

Comma 22 resta un capolavoro il cui messaggio di fondo è che la follia della Guerra è nel meccanismo stesso che porta a combatterla e va evitata con ogni mezzo.

Ossia, con la Deterrenza. 

Che costa una frazione infinitesimale della Guerra stessa.

Ma è necessario ricordare un dato di fatto inoppugnabile: sono stati i bombardamenti su nazisti, fascisti e civili italiani a far sorgere l'alba del 25 Aprile.
Una volta che il genio del male è stato evocato l'unica cosa peggiore della sua furia è voltargli le spalle.  

Chiunque voglia la Guerra è pazzo.

Chiunque si illuda di poter impedire una Guerra a chiacchiere non è pazzo: solo guerrafondaio.

Ed eccolo il il Comma 22:

«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»

Yossarian lo trovava atrocemente perfetto.

Ed io pure.



















Nota Modellistica: Kit Hasegawa perfetto.

6 giugno 2024

6 Giugno 1944, 6 Giugno 2024: Nascita e Morte della Nostra democrazia, libertà, prosperità


 Il luogo più prospero e pacifico di tutta la Storia dell'Umanità, ossia l'Europa Occidentale della seconda metà del XX e primi scorci del XXI secolo ha origine dallo Sbarco in Normandia.

Ottant'anni fa, gli Alleati sbarcarono in Francia con un'operazione anfibia accuratamente preparata e che comportò uno sforzo industriale, scientifico e militare senza precedenti.

Comportò anche parecchie migliaia di vittime civili alleate:




Undici mesi dopo lo sbarco, la Germania nazista collassò e la guerra che durava da quasi 6 anni ebbe termine.

L'operazione Overlord fu un evento complesso: non sarebbe stata possibile, ad esempio, senza le offensive sovietiche ad est.

Che, a loro volta, non sarebbero state possibili senza la massiccia campagna aerea alleata che durava dal 1941 e che spazzò via la Luftwaffe, nè sarebbero state possibili senza i massicci aiuti americani in termini di acciaio, munizioni, cibo, divise, carri armati, aerei e soprattutto veicoli ed equipaggiamento di supporto.

Entro pochi anni il livello di vita e quello dei diritti umani delle persone di questo martoriato continente decollò esponenzialmente.

La vita media praticamente raddoppiò.

In certe zone d'Italia si passò dalle grotte ai condomini, dalle scarpe di cartone alle utilitarie, dall'inquisizione spagnola alle leggi su divorzio, aborto (e unioni civili).

Il tutto grazie all'inclusione dell'Europa Occidentale nel neonato impero americano.

Però, come passa il tempo quando ci si diverte: ottant'anni di progresso e benessere e a quanto pare siamo agli sgoccioli.

La nostra libertà, l'incredibile prosperità in cui viviamo, sono un risultato di quelle bombe.

Sono il lascito di una generazione che ha schiacciato il nazifascismo, non ci ha parlato, non l'ha accettato, non l'ha giustificato.

Non puoi servire Dio e mammona: avere la libertà, il benessere e i diritti e tollerare che Putin/Hamas/Hezbollah/Pasdaran &C. tolgano vita, diritti, benessere ai loro sfortunati compatrioti prima ancora che a noi stessi.

E se lo tolleri (e altro che tollerarlo: qua ne sventoliamo le bandiere) è forse peggio che servirli.

Con l'antisemitismo ai massimi storici dalla Seconda Guerra Mondiale e il diffuso odio e disprezzo per chi si difende dall'orrore del totalitarismo, direi che possiamo concludere che il cerchio è chiuso: come tutte le cose umane, ciò che è nato nel 1944, a 80 anni di distanza è morto o giù di lì.

Chi e che cosa ne prenderà il posto?

Se lo stupro, il genocidio, l'aggressione armata hanno il pieno appoggio di una fetta sempre troppo alta di giovani (del resto l'antisemitismo di sinistra è radicato, da qualcuno 'sti giovanotti avranno pur imparato), dubito molto che somiglierà all'Europa della Lunga Pace.

Però, al momento, sono vivo.

Ho vissuto in Pace.

Rispetto all'essere umano medio degli ultimi diecimila anni, sfacciatamente ricco, in buona salute e sazio di diritti e libertà.

E per questo dico grazie a chi mi ha permesso di vivere così.

Quel Sei Giugno 1944.



All'alba di un'era di fantastica prosperità.

Un vero peccato guardarne il tramonto.


PS: un rimedio? Studiare un po' di storia militare della Seconda Guerra Mondiale: è il miglior vaccino contro le travagliadibattistorsinate.


 

29 maggio 2024

Due Popoli, due Stati

 


Dal Mare al Fiume due popoli, due Stati.

Due popoli LIBERI in due stati DEMOCRATICI.

Il resto è guerra e sterminio.

E, da queste parti, tifo.

Per lo sterminio.

25 maggio 2024

Nel mezzo del cammin di nostra vita: buon compleanno a me



Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai in una selva oscura 

senza che la dritta via fosse stata smarrita.

Perché io lo so chi sono e dove voglio arrivare.

50 anni, sentirli ed esserne fiero.

Perché sono fiero di questa sommatoria di incontri, esperienze, libri, parole e luoghi.

La crisi di mezz'età, per ora, è rimandata: ho troppo da fare.

La resa, se non il plauso, ai neonazismi totalitari non mi appartiene, così come non mi appartiene ogni indifferenza.

Quindi, per come va questo mondo di un novello 1938 traboccante di antisemitismo e in cui pure le femministe plaudono ad Hamas, il lavoro non manca.

E non è un caso che io abbia la stessa età dell'AGESCI, comunità dove i miei due spicci di talenti possono portare qualche frutto.

Per il resto:

"Era un uomo giunto nel fiore dell'età, la cinquantina, e nella sua persona - fronte spaziosa, naso aquilino, sguardo penetrante, rettitudine e bontà nello spirito ... "(cit.)

E per chiuderla con Catullo:

"rumoresque senum severiorum

omnes unius aestimemus assis."


17 maggio 2024

F-80C Shooting Star: quando c'era il futuro



Amo da sempre gli anni '50

Non perché fosse un bel periodo, tutt'altro.

Era appena finita la più catastrofica guerra della Storia e si intravedevano i prodromi della fine dell'Umanità.

Il mondo era molto peggiore del nostro: razzismo, violenza e inquinamento erano ai massimi livelli.

Basta leggere anche solo Stephen King per capire quanto fosse disperata la vita dei poveri anche nella ricchissima America, figuriamoci da queste parti.

Ma era il momento in cui il futuro sembrava pieno di promesse.

Molte delle quali, a dire il vero, mantenute:

  • la lunga pace;
  • la conquista della Luna;
  • il progresso tecnologico;
  • l'allungamento della vita;
  • la diffusione della prosperità.

Insomma, erano gli anni in cui si poteva sperare per il meglio e ad ogni anno sembrava andare così, anche nel campo dell'aviazione dato che, ad esempio, si passò dagli aerei ad elica al volo supersonico in meno di un lustro.

Oggi vi presento il P/F-80 Shooting Star, il primo jet operativo dell'USAF.

Debuttò durante la Guerra di Corea dove fu surclassato ben presto dal MiG-15 sovietico (regalo a Stalin da parte di uno dei primi pacifinti ante litteram, Sir Stafford Cripps).

E vorrei ben vedere: il giusto contendente per l'F-80 non era il MiG-15, di una generazione successiva, ma il quasi contemporaneo Me-262 nazista, contro cui si sarebbe comportato molto diversamente ma che non ebbe modo di incontrare alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

L'F-80, poi, è il classico esempio di ciclo di vita degli aerei a quei tempi: nato come purosangue da intercettazione e superiorità aerea, una volta surclassato dal progresso, venne degradato a cavallo da tiro del supporto aereo ravvicinato coma cacciabombardiere, come il modellino che ho montato armato con due bombe.

Il biposto da conversione operativa, poi, ebbe vita lunghissima: denominato T-33 venne usato come addestratore avanzato fino agli anni '80 e anche oltre e prodotto in migliaia di esemplari.

L'F-80, poi, è stato una grande star del cinema.

In Tarantola, a bordo dell'F-80 mandato a distruggere il mostro di turno, c'è addirittura un quasi esordiente Clint Eastwood.

L'aereo è comparso anche in molti altri film tra cui il mistero del V3 (The Flying missile 1950), il mostro dei cieli (the giant claw,  1957), Operazione Zeta (one minute to zero, 1952) e Assalto al Cielo (Chain lightning, 1950).

Dopo averlo finito mi è risuonato nelle orecchie un pezzo di Glen Miller.
Ma, forse, visto dove siamo finiti, sarebbe più adatto il tema di Fallout...

Nota modellistica: finalmente: l'aerografo.

L'ultima volta che ho preso in mano un aerografo ero adolescente.

Ho deciso di riprovare ad utilizzare questo strumento fondamentale per fare un minimo di salto di qualità nella colorazione, sia di modelli  in metallo naturale che per le camo sfumate.

Bisogna riprenderci la mano, è chiaro, ma il primissimo risultato, considerando le mie possibilità, mi sembra adeguato.

Impeccabile il kit airfix.